Sabato 3 marzo 2001 - Brescia, stadio Mario Rigamonti - Brescia-Lazio 0-1

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3 marzo 2001 - 2939 - Campionato di Serie A 2000/01 - XXI giornata

BRESCIA: Castellazzi, Petruzzi, Galli, Bonera, Diana, E.Filippini (73' Tare), Pirlo, A.Filippini (73' Bisoli), Bachini (84' Esposito), R.Baggio, Hubner. A disposione: Srnicek, Guana, Kozminski, Marino. Allenatore: Mazzone.

LAZIO: Marchegiani, Negro, Fernando Couto, Mihajlovic, Favalli, Castroman, D.Baggio, Veron (75' Simeone poi 85' Pancaro), Nedved, Crespo, Salas (77' S.Inzaghi). A disposizione: Orlandoni, Colonnese, Poborsky, C.Lopez. Allenatore: Zoff.

Arbitro: Sig.Paparesta (Bari).

Marcatori: 59' Salas.

Note: ammoniti E.Filippini, Couto, Nedved. Recuperi: 2' p.t., 4' s.t.

Spettatori: 20.000 circa.


La rete di Marcelo Salas
L'esultanza del cileno dopo la rete
Una fase della gara

Dicono sia il bello del calcio, ma chi lo spiega a Carletto Mazzone? Il Brescia, sul cui campo quest'anno ha vinto solo la Roma, costruisce nel primo tempo cinque occasioni nitide da gol, la Lazio mezza nel secondo tempo. Eppure al 14' del secondo tempo il risultato dice 0-1. Il tabellino dice Salas, bravo a sfruttare un errore di Petruzzi (l'unico della retroguardia lombarda, ma gravissimo). La classifica, poiché la partita finisce proprio così, dice che la Lazio è ancora in corsa per lo scudetto. Nonostante la Lazio di ieri sera e l'ultima beffa, a tempo scaduto, del palo colpito da Bisoli con Marchegiani strabattuto. Come a Perugia, i campioni d'Italia vincono dopo essere stati quasi costantemente in apnea. Ma Zoff può opporre a chi storce il naso questi numeri: 7 vittorie e un pareggio, 22 punti su 24, quattro successi in trasferta su quattro partite (Udinese, Fiorentina, Perugia, Brescia). E, almeno per una sera, il secondo posto in classifica a cinque punti dalla Roma che stasera ospita l'Inter, quando già si saprà il risultato della Juve a Udine.

Eppure Andrea Pirlo, per almeno un'ora, è padrone assoluto della gara. Uno spettacolo di tecnica, ma anche di tenacia. E se una partita è poco per dare la dimensione di un giocatore, nel caso di Pirlo il discorso è un altro: il calcio italiano, quello delle "grandi" che poi finiscono fuori dall'Europa a febbraio, di partite non gliene faceva giocare. E stando in panchina o in tribuna è difficile mettersi in evidenza. Eppure ieri ha dominato il primo tempo davanti a un Veron forse intorpidito dall'amichevole di metà settimana. Come dire: se la nazionale azzurra fa male (senza Nesta la difesa della Lazio sembra sempre una roulette russa), anche quella argentina non fa bene. A Carletto Mazzone non basta aver preparato la partita alla perfezione. Troppi gli errori per non pagare alla fine. Incredibile il doppio palo di Hubner all'11', con Marchegiani scartato ma che riesce a sfiorare quel tanto che basta perché la palla balli sulla riga di porta per tutta la sua lunghezza. Letali gli altri sbagli del primo tempo: al 4' assist di Pirlo ma Hubner spara alto solo davanti a Marchegiani; all'8' il Bisonte scarta Mihajlovic in area ma alza il sinistro; al 30' ancora e sempre Hubner tira prima su Marchegiani e poi su Couto a porta vuota.

La ripresa è un po' più Lazio, ma solo perché meno del primo tempo non era possibile. Il gol, però, nasce da un errore bresciano e non da una manovra limpida. Con in più una contestazione, perché l'azione nasce da un fallo di mano di Mihajlovic al limite dell'area (in una posizione pericolosa anche per il Baggio pallido di ieri sera), non fischiato dal mediocre Paparesta. Ma i tre punti restano e il record di Zoff cresce. Cragnotti è sicuro che la Roma crollerà in primavera, ma per approfittarne davvero - se succederà - serve una Lazio migliore. Non sempre si può trovare un Hubner in vena di regali e tre pali che sghignazzano in faccia a Mazzone.

Fonte: Corriere dello Sport