Domenica 23 maggio 1982 - Verona, stadio Marc'Antonio Bentegodi – Verona-Lazio 3-2

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23 maggio 1982 - 2124 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie B 1981/82 - XXXV giornata

VERONA: Vannoli, Cavasin, E.Oddi, Fedele (65' Ipsaro Passione), Tricella, Odorizzi, Manueli, Di Gennaro, Gibellini, Guidolin, Penzo. A disp. Di Lupo, Guidotti, Marmaglio, Fattori. All. Bagnoli.

LAZIO: Moscatelli, Spinozzi (63' Pighin), Chiarenza, Mastropasqua, Pochesci, Sanguin, Vagheggi, Bigon, D'Amico, De Nadai, Badiani. A disp. Marigo, Montesi, Ferretti, Piciollo. All. Clagluna.

Arbitro: Sig. Lo Bello (Siracusa).

Marcatori: 4' Penzo, 11' Vagheggi, 41' D'Amico, 63' Gibellini (rig), 70' Gibellini.

Note: espulsi al 71' Mastropasqua e Ferretti (dalla panchina). Ammoniti D'Amico, Vagheggi e Pochesci. Angoli 7-1 per il Verona.

Spettatori: 25.000 circa di cui 17.809 paganti.

Il biglietto della gara
La rete di Vagheggi
Una fase di gioco
La rete di Gibellini
L'esultanza veronese dopo la terza rete
Il rigore di Gibellini

Il protagonismo di Rosario Lo Bello, figliolo del ben più grande Concetto, condanna la Lazio a una sconfitta immeritata almeno nei singoli episodi. Visto che quanto a dominio territoriale non c'è stato match a favore del lanciatissimo Verona di Bagnoli. Non era certo "colpa" dei biancocelesti se, dopo il vantaggio immediato targato Penzo (svarione imperdonabile a centroarea di Pochesci), il portiere Vannoli, sostituto sfortunato di Garella, s'impappinava su due conclusioni forse non irresistibili ma ben dirette verso l'incrocio prima di Bigon (pallone indirizzato di testa verso la traversa con Vagheggi implacabile nel ribadire in porta sempre di testa da un passo) e quasi a fine primo tempo da D'Amico (gran giocata e conclusione lenta ma deliziosa dal limite con il portiere che franava in porta con tutto il pallone). E comunque, per quanto spingesse con la forza dei suoi centrocampisti, Guidolin, Di Gennaro e Manueli su tutti, il Verona delle meraviglie aveva trovato sulla sua strada il miglior Moscatelli dai tempi dell'infortunio.

L'impressione è che con la Lazio raccolta nella propria area da inizio ripresa, per i gialloblù sarebbe stato arduo trovare lo spiraglio giusto, se non fosse per l'appunto corso in loro soccorso l'arbitro di Siracusa, che concedeva un rigore stranissimo quando Guidolin cadeva a terra come colpito a morte dopo un contatto con Sanguin mentre in altra parte dell'area laziale pioveva un pallone da calcio d'angolo. Proteste veementi, a conferma che più che altro di sceneggiata si trattasse, ma Lo Bello irremovibile fino alla realizzazione di Gibellini alla destra di Moscatelli che quasi ci arrivava. Qualche minuto dopo arrivava infine il "capolavoro" arbitrale: Cavasin batteva una punizione sul fronte destro mentre la difesa laziale era ferma a guardare un serrato battibecco tra l'arbitro e D'Amico proprio sulla linea di fondo; si era insomma a gioco fermo ma Di Gennaro furbescamente raccoglieva il passaggio del terzino e crossava immediatamente trovando Gibellini pronto all'impatto aereo vincente. Stavolta la protesta dei laziali esplodeva con tutta la rabbia possibile: Mastropasqua si toglieva la maglia e faceva il gesto provocatorio di consegnarla all'arbitro, Ferretti rincarava la dose dalla panchina. Risultato: doppia espulsione e Lazio, in inferiorità numerica, costretta ad arrendersi al palleggio degli avversari.