Domenica 27 giugno 1937 - Roma, stadio del P.N.F. - Lazio-Hungaria 3-2

Da LazioWiki.

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27 giugno 1937 - 515 - Coppa Europa Centrale - Ottavi di Finale - Ritorno - inizio ore 17:30

LAZIO: Blason, Zacconi, Monza (II), Baldo, Viani (I), Milano, Busani, Marchini, Piola, Camolese, Costa.

HUNGARIA: Szabo, Kiss, Biro, Sebes, Turay, Dudas, Sas, Cseh, Kardos, Muller, Titkos.

Arbitro: sig. Wuttrich (Svizzera).

Marcatori: 1' Piola, 39' Piola, 49' Costa, 58' Cseh, 70' Cseh.

Note: presenti in tribuna d'onore il Segretario del Partito, il Ministro di Ungheria a Roma, barone Viliani; il vice Segretario del Partito, on. Serena; il Segretario amministrativo, on. Marinelli; Bruno Mussolini e altre personalità. Giuoco leale e corretto. Nessun incidente.

Spettatori: pubblico numeroso.

Il titolo de La Stampa
I due capitani con l'arbitro svizzero Wuttrich (da
Il Calcio Illustrato)
I giocatori biancocelesti: Milano, Monza, Zacconi, Costa, Camolese, Viani, Blason; Baldo, Piola, Busani, Marchini
Gent. Conc. S.E. Anacleto Feliciani
L'undici magiaro
Piola realizza la seconda rete (da
Il Calcio Illustrato)
Mischia nell'area ungherese (da
Il Calcio Illustrato)
La terza rete laziale realizzata da Costa (da
La Stampa)
Un provvidenziale intervento del portiere laziale (da
Il Calcio Illustrato)
Il portiere ungherese Szabo blocca in presa (da
Il Calcio Illustrato)
Un'uscita di Szabo forse intempestiva e che sembra non accordarsi con le intenzioni dei suoi terzini. Alle spalle del portiere ungherese è Marchini, la nuova mezz'ala laziale (da
Il Calcio Illustrato)
La pagina de Il Littoriale sugli esiti del turno di Coppa Europa
L'analisi de Il Calcio Illustrato sul turno di Coppa Europa

► In vantaggio di tre reti all'inizio della ripresa - titola nella copertina il Il Calcio Illustrato - la Lazio si è un poco addormentata sugli allori, e per poco l'Hungaria, segnando a sua volta due reti, non le soffiava la vittoria. Ad ogni modo gli azzurri romani hanno riconfermato la loro classe, e il pericolo corso avrà giovato a maturare la loro esperienza delle partite di Coppa.

La Stampa titola: “La Lazio elimina l'Hungaria (3-2) in un incontro equilibrato e combattuto”, con la cronaca dell’incontro affidata a Vittorio Pozzo.

La Lazio si è qualificata per il secondo girone della Coppa Europa, ma la vittoria ottenuta sull'Hungaria di Budapest fu sudatissima, una di quelle vittorie per cui si trae un gran sospiro di sollievo più che di soddisfazione quando l'arbitro pone finalmente termine alla contesa. La partita era cominciata sotto auspici favorevolissimi per i laziali. Subito, all'inizio, gli avanti azzurri piombavano nell'area di rigore ungherese come tante furie. Travolti dalla velocità degli attaccanti, i difensori magiari si difendevano come potevano, calciando e liberando comunque; una vera gragnuola di tiri che colpiscono schiene e gambe culmina in un ben dosato passaggio laterale di Camolese a Piola.

Il centroavanti laziale ha i piedi fuori dell'arca di rigore ed è un po' spostato verso la sua sinistra, ma non esita: di destro spara una cannonata che passa attraverso a uno spiraglio apertosi nella ressa e va a finire proprio nell'angolo alto della rete, sulla sinistra del portiere. Ne ha fatti in questi ultimi tempi dei tiri spettacolosi Piola, ma pochi sono sfati della bellezza di questo. Giustificatissimo l'entusiasmo del pubblico. Una cosa irresistibile.

Buon giuoco magiaro I giuocatori dell'Hungaria rimangono per una decina di minuti come sbalorditi dal successo clamoroso dell'offensiva laziale. Poi, gradatamente, si riprendono e, più essi si riprendono, più l'avversario si disunisce e cala di tono. Gli attacchi dei magiari sono condotti in stile eminentemente tecnico. Il trio centrale manovra con maestrìa, sgusciando tra le maglie della difesa romana con facilità sempre maggiore. E la difesa della Lazio si mostra imbarazzata a frenare e a far argine ad avanzate così ben condotte. Fortuna per essa che il tocco finale delle azioni non ha la stessa precisione del lavoro di metà campo: dei tiri eseguiti, una buona parte o manca al bersaglio o non ha forza. In due o tre occasioni, comunque, è Blason solo a impedire che la rocca romana capitoli.

In modo slegato e poco ordinato, la prima linea laziale contrattacca però, non rimane oziosa. Ogni volta che avanza, riesce, anzi, ad essere pericolosa ed è grazie ad essa che il giuoco del primo tempo conserva caratteri di equilibrio. Al 40' la Lazio avanza sulla destra: il giuoco accenna a cincischiare e a perdersi in cose minute, quando, improvvisamente, un passaggio traversale verso il centro rischiara l'orizzonte. Piola compare tutto solo, ha via libera, piomba sul portiere e lo batte con un tiro basso che in sè è un mezzo errore, ma che ha la ventura di cogliere Szabo a contropiede. Animati reclami degli ospiti sulla validità del punto. Piola sarebbe partito, secondo essi, da posizione di fuori giuoco. L'arbitro, invece, si consulta con un guardialinee e poi concede il punto. Si giunge così al riposo di metà tempo con la Lazio al comando per due a zero.

II vantaggio dei laziali aumenta subito non appena riprese le ostilità. Al 4' l'ala sinistra Costa, ben lanciato, fila via da solo, si chiude al centro e infila il lontano angolo basso della rete con un tiro imparabile. Malgrado che il giuoco della Lazio non entusiasmi, pare certo che essa debba vincere con facilità. Ecco, invece, che gli ungheresi riprendono ad andar forte. Csech è passato al centro dell'attacco, Muller alla mezz'ala destra e Kardos alla mezz'ala sinistra. All'11' Csech riceve un passaggio in profondità da Muller, avanza, spiazza la difesa con un paio di finte e spara forte a mezza altezza. Tutto quello che Blason può fare è di sfiorare la palla con le dita. Tre a uno.

L'Hungaria non lascia la preda. Insiste. E per i difensori della Lazio comincia a far caldo. Il giuoco è sempre aperto e Piola e compagni giungono sovente davanti alla rete difesa da Szabo, ma i protagonisti dell'incontro sono ormai diventati gli attaccanti degli ospiti. Al 27' un pallone alto giunge in piena area di rigore laziale, Blason esce per intercettare e rinviare. Più alto di lui salta Sas. Il pallone scavalca il portiere e penetra tutto solo in rete, malgrado un disperato tentativo di Monza. Tre a due.

Meritavano la parità. Ora sì che la battaglia si fa accanita. Attacchi alterni. Piola colpisce un palo, Kardos manca per centimetri l'obbiettivo. Busani fallisce il bersaglio. Blason salva un tiro che pareva proprio imparabile. La Lazio difende disperatamente l'esiguo vantaggio fino al fischio finale. Il pubblico deve soffrire temendo il pareggio.

Effettivamente il pareggio sarebbe stato tutt’altro che immeritato per la squadra dell'Hungaria. Essa giuocò una bella partita; il suo secondo tempo fu eccellente. In tecnica pura e in lavoro di metà campo essa fu superiore all'avversario. Ottimo il lavoro del trio centrale di attacco e della seconda linea. Unica deficienza: la mancanza di precisione e di energia al momento culminante delle azioni. Nella forma attuale Csech è un gran bel giuocatore e palleggiatori e tattici eccellenti sono Muller e Dudas e Kardos. Sulla prova fatta, l'Hungaria ha ragione di ritenersi sfortunata: così come giuocò, non meritava di perdere.

La Lazio lasciò l'impressione di una squadra stanca; certamente le due partite giuocate in settimana in Jugoslavia e le centinaia di chilometri di ferrovia non le hanno dato vigore né freschezza. Dopo una mezz'ora di giuoco, la squadra si sfaldò, si disunì, perdette tono e linea. Alcuni uomini apparivano fuori forma; Piola stesso, dopo il primo magnifico punto, parve aver sparato tutte le sue cartucce. In buona giornata, viceversa, Blason e Monza, e, sotto alcuni aspetti, anche l'ala sinistra Costa.

La squadra che si affaccia ora ai quarti di finale del Torneo, con probabilità di superare anche questi, visto che avversario è il Grasshoppers di Zurigo, ha necessità urgente di riacquistare freschezza e di dare coesione al lavoro della difesa, dove terzini e mediani non si intendono straordinariamente fra di loro.


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