Domenica 28 novembre 2021 - Napoli, stadio Diego Armando Maradona - Napoli-Lazio 4-0

Da LazioWiki.

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28 novembre 2021 – Napoli, stadio Diego Armando Maradona - Campionato di Serie A, XIV giornata - inizio ore 20.45

NAPOLI: Ospina, Di Lorenzo, Rrhamani, Koulibaly, Mario Rui (86' Ghoulam); Lobotka, Fabian Ruiz (86' Malcuit), Lozano (64' Elmas), Zielinski (73' Demme), Insigne, Mertens (64' Petagna). A disposizione: Meret, Marfella, Juan Jesus, Manolas. Allenatore: Spalletti

LAZIO: Reina, Patric (46' Lazzari), Luiz Felipe, Acerbi, Hysaj, Milinkovic (61' Basic), Cataldi (75' Leiva), Luis Alberto; Felipe Anderson (55' Zaccagni), Immobile, Pedro (75' Moro). A disposizione: Strakosha, Adamonis, Radu, Vavro, Akpa Akpro, Escalante, Muriqi. Allenatore: Sarri

Arbitro: Sig. Orsato (Schio) - Assistenti Sigg. Mondin e Ranghetti - Quarto uomo Sig. Cosso - V.A.R. Sig. Di Paolo - A.V.A.R. Sig. Vivenzi .

Marcatori: 7' Zielinski, 10' Mertens, 29' Mertens, 85' Fabian Ruiz.

Note: ammonito al 13' Luiz Felipe, al 35' Patric, al 59' Cataldi, al 78' Di Lorenzo, al 79' Zaccagni, all'88' Demme. Angoli . Recuperi: 1' p.t., 0' s.t.

Spettatori: .


Mattia Zaccagni
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Luis Alberto
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Elseid Hysaj
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Pedro in azione
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Un momento di gioco
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Danilo Cataldi
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Pepe Reina e Ciro Immobile
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Luiz Felipe
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Ciro Immobile
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La statua dedicata a Diego Armando Maradona
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I calciatori convocati per la partita odierna

La Gazzetta dello Sport titola: "Napoli show per Diego. Mertens come Osimhen nel giorno di Maradona. L'ex Sarri è demolito. Tre gol alla Lazio in mezzora, il belga ne fa 2, poker di Ruiz. Spalletti a +3 su Pioli, brividi allo stadio per la statua del 10".

Continua la "rosea": Senza Osimhen né Anguissa, ma con Diego Maradona spirito guida da qualche parte nel cielo sopra il suo stadio. Il Napoli stacca il Milan e si riprende la testa della classifica in solitaria: più tre sui rossoneri, più quattro sull’Inter. Zittiti quanti pronosticavano un rallentamento della squadra di Spalletti per via delle grandi assenze. Non crediamo al paranormale, però è difficile resistere al pensiero comune che Dries Mertens, autore di due gol bellissimi, sia stato ispirato dal “D10s”, nella serata in cui Napoli ha ricordato Diego a un anno dalla scomparsa. Umiliata la Lazio, nel punteggio e in quello che dovrebbe essere il territorio di caccia di una formazione diSarri, il possesso palla, ieri 61,4 per cento a 38,6 per il Napoli. Non ricordiamo, nell’evoluzione del “sarrismo”, tanta distanza dal pallone. Mertens cuore ingrato: a inventarlo “falso nove” era stato proprio Sarri negli anni napoletani, ieri l’intuizione si è ritorta contro l’allenatore che l’aveva brevettata.

Prima ancora che la Lazio si rendesse conto di essere capitata in una notte sbagliata, sotto una pioggia che non risparmiava nessuno, neppure gli spettatori delle tribune centrali, perché le coperture dell’ex San Paolo fanno acqua in senso letterale; prima ancora di afferrare il contesto un po’ soprannaturale, con la magia di Maradona nell’aria e nel vento; prima di tutto questo, la Lazio si è ritrovata sotto di tre gol. Zielinski ha sbloccato lo 0-0 con un tiro facilitato dalla svagatezza di Cataldi, ma l’azione è stata di respiro, quel genere di manovra ampia che anni fa era tipica del Napoli di Sarri. Poi Mertens si è preso la scena. Strepitosa la prima rete personale, una danza classica di finte, controfinte e dribbling, l’assolo di chi è in stato di grazia ed è mosso da motivazioni superiori. Altrettanto bella la seconda, un tiro a rientrare perfetto per tecnica e precisione. Il 2-0 e il 3-0 di Mertens sono arrivati al fondo di percorsi arabescati e razionali allo stesso tempo. Il 2-0 è stato il coronamento di un palleggio lungo, 21 passaggi consecutivi, una sequenza in cui il Napoli muoveva gli uomini e il pallone, mentre la Lazio portava pressioni fuori sincrono, a vuoto. Insistiamo, pareva la recitazione del miglior Napoli di Sarri. La legge del contrappasso per l’allenatore che qui è stato il comandante di una rivoluzione incompiuta.

Lazio stordita. Facile la lettura tattico-strategica: il primo tempo il Napoli ha stretto la Lazio alla gola, l’ha aggredita e rinchiusa negli ultimi 30-40 metri, l’ha stordita con un possesso ad alta velocità, filante e preciso. Azzurri da sinistra a destra o viceversa, sempre avanti, e la palla dentro, al centro, nel momento esatto dell’inserimento. I primi 20 minuti sono stati imbarazzanti per l’abisso di atteggiamento e padronanza che divideva le due squadre. Sul 2-0 la Lazio si è ribellata a se stessa con qualche fiammata di orgoglio. Una ripartenza di Immobile chiusa da un tiro leggibile sul primo palo. Una superba botta al volo di Luis Alberto, deviata in volo da Ospina. Una traversa di Acerbi su corner. Nello sviluppo del gioco però non c’è mai stata parità. La Lazio ha rinnegato ogni precetto “sarriano” e dall’alto si percepiva il nervosismo, i battibecchi tra i giocatori e con la panchina.

In controllo. Nella ripresa il Napoli è entrato in modalità controllo, ha congelato il pallone e vigilato su eventuali colpi di coda laziali, che non ci son stati. Sarri ha rimescolato il mazzo con qualche cambio, ma il buio è rimasto tale. Lazzari non ha rianimato la fascia destra, depressa dalle non prestazioni di Patric e Anderson, né Basic è andato oltre Milinkovic. Fabian Ruiz si è tolto lo sfizio del 4-0, con un tiro meraviglioso. La Lazio precipita nell’ennesima crisi di rigetto. Sembrava che il “sarrismo” stesse per attecchire, ma il messaggio di ieri è chiaro, un’altra giornata di passi indietro. Il Napoli, Osimhen o no, conferma l’impressione lasciata fin qui: lo scudetto è possibile perché ci sono sostanza e struttura, in 14 giornate sono stati incassati soltanto 7 gol, e perché ieri si è visto un grande gioco palla a terra, una circolazione pulita, rapida e penetrante. Spalletti ha vinto alla Sarri, diabolico Luciano, anche se tanti napoletani la pensano come il regista Paolo Sorrentino, è stata la mano di Dio(s), e qualcuno giura di aver rivisto Maradona.


Il Corriere dello Sport titola: .

Prosegue il quotidiano sportivo romano:

Il Messaggero titola: .

Prosegue il quotidiano romano:



La formazione biancoceleste:
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La formazione iniziale biancoceleste in grafica




► Per questa partita il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ha convocato i seguenti calciatori:

  • Portieri: Adamonis, Reina, Strakosha;
  • Difensori: Acerbi, Hysaj, Lazzari, Luiz Felipe, Patric, Radu, Vavro;
  • Centrocampisti: Akpa Akpro, Basic, Cataldi, Escalante, Leiva, Luis Alberto, Milinkovic;
  • Attaccanti: Felipe Anderson, Immobile, Moro, Muriqi, Pedro, Romero, Zaccagni.
I convocati in grafica






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