Domenica 2 dicembre 1990 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Roma 1-1

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2 dicembre 1990 - 2466 - Campionato di Serie A 1990/91 - XI giornata

LAZIO: Fiori, Bergodi, Sergio, Pin, Gregucci, Soldà, Madonna (73' Troglio), Sclosa, Riedle, Domini, Sosa (84' Saurini). A disp.: Orsi, Lampugnani, Bacci. All. Zoff.

ROMA: Zinetti, Tempestilli, Carboni, Berthold, Aldair, Comi, Desideri, Di Mauro, Voller, Salsano (62' Muzzi), Gerolin (82' Piacentini). A disp.: Cervone, Pellegrini, Conti. All. Bianchi.

Arbitro: Sig. Lo Bello (Siracusa).

Marcatori: 45' Voller (rig), 55' Sosa.

Note: ammoniti Madonna, Sclosa, Di Mauro.

Spettatori: paganti 43.111, incasso L. 1.731.659.000; abbonati 15.816, quota abbonati 460.932.000 lire.

Il biglietto (rosso) in "Distinti Ovest"
Il biglietto (rosa) in "Curva Nord"
L'iniziativa de Il Messaggero "Insieme contro la droga"
Il pareggio di Sosa
Voller porta la Roma in vantaggio
Riedle e Aldair

Il derby comincia e per oltre venti minuti vive nell'afflitta speranza che succeda qualcosa. Sperano soprattutto gli spettatori (che non riempiono l'Olimpico), messi in guardia dalla vocazione al tatticismo spinto di Bianchi e di Zoff. Sono minuti di meditazione e studio, cioè di noia. Si paventa il peggio, ma proprio quando la fede vacilla, ecco che la partita sussulta e si scuote. E' finalmente un derby. Non eccelso, non illuminato da prodigi tecnici, ma pervaso d'uno straordinario fervore. La Lazio disegna se stessa con belle linee eleganti. I congegni funzionano come se uscissero da un lunghissimo, elaborato banco di prova. La difesa esegue disciplinatamente i suoi compiti, il centrocampo cattura quello della Roma e lo annulla, Riedle riceve in attacco tutti i palloni che secondo i programmi deve ricevere. Il fatto che Aldair, suo marcatore, glieli spazzoli via quasi tutti dalla testa è tatticamente secondario.

La Lazio è decisamente più bella, più sciolta, più squadra. La Roma, che è stata la prima ad aprire i fuochi con un'incursione Gerolin-Di Mauro, ripiega sotto le avanzate biancocelesti sempre più minacciose. Riedle azzecca il colpo al 25' e Zinetti devia sopra la traversa, poi ancora Riedle carica Pin che spara a lato: è l'annuncio di un dominio laziale che non cesserà sino al 45', allorché segna la Roma. Come sarebbe? Non erano forse i giallorossi a subire l'avversario? Certo, ma il bello (o il brutto, dipende) di una partita di calcio sta anche in questo stravagante particolare: c'è una squadra che impone il suo gioco, che mette sotto la concorrenza, e le busca.

C'è una squadra che impone al portiere nemico due parate salvezza e malgrado ciò viene infilzata. C'è una squadra che colpisce il palo (Soldà al 38') ed è ugualmente destinata a inchinarsi. Vediamo. Ridotta praticamente a una pizza sotto la pressione laziale, la Roma rilievita al 43' con una discesa Di Mauro-Salsano che finisce con un tiro a lato. Una cosina da nulla. Ma al 45', Berthold, che sino a quel momento ha vegetato, fiorisce e lancia Desideri, che sino a quel momento avrebbe anche potuto non esserci e nessuno se ne sarebbe accorto. Desideri si materializza e si esibisce in una esimia rovesciata. Fiori dovrebbe essere in porta, ma ha preferito andarsene a passeggio. Tra i pali è retrocesso Soldà e il luogo e l'occasione lo inducono a riparare con la mano. Rigore. Lo batte l'unico romanista che merita il successo per la costante dedizione unita al desiderio di sfondare: Voller, il grande protagonista d'una formazione intristita dall'assenza di Giannini, languidamente sostituito da Salsano.

Voller non fallisce la botta e Zoff, ma non solo Zoff, si chiede a che cosa serve essere migliori, a che cosa serve aver insegnato al rivale come si sta in campo, se poi a segnare sono gli altri. I laziali sbalordiscono. Ci risiamo con la magia dell'Olimpico che grazia la Roma? Per quanto il calcio si burli della logica, esiste un limite a tutto. Nella ripresa, la Lazio riaccende le micce, è ancora lei che conduce le manovre. E al 54' Pin, Riedle e Sosa sfoderano un'azione che è la sciccheria del pomeriggio. Riedle, ottimamente rifornito, la spunta di testa su Aldair e Aldair non fa a tempo a meravigliarsene che la palla capita sulla fronte di Sosa il quale decide che è arrivato l'attimo fatale. Zinetti si arrende: uno a uno. II derby non accenna a consumare le sue vampe, la Lazio, sempre mantenendo un perfetto ordine zoffiano, non smette di attaccare. La Roma replica con la sola arma vera che possiede: l'irresistibile Voller sul quale Gregucci è costretto a spremersi in furiosi straordinari. I giallorossi, soddisfatti di riassumersi nel formidabile tedesco, tirano un giustificato sospiro di sollievo al novantesimo. E' andata.

Fonte: La Stampa