Garlaschelli Renzo: differenze tra le versioni
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[[Immagine:Garlaschelli scudetto.jpg|thumb|left|180px|Renzo Garlaschelli]] |
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[[Immagine:vidigulfo.jpg|thumb|right|180px|Uno scorcio di Vidigulfo negli anni '60]] |
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[[Immagine:Garlaschelli 8.jpg|thumb|right|180px|Garlaschelli nel Como nel 1971]] |
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[[Immagine:Garlaschelli 3.jpg|thumb|left|180px|Garlaschelli nel [[1980/81]]]] |
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==Biografia== |
==Biografia== |
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Ala, nato a Vidigulfo (PV) il [[29 marzo]] [[1950]]. |
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Renzo Garlaschelli nasce in un piccolo paesino di non più di 3.000 anime, dove la gente per campare coltiva mais, frumento o si dà all'allevamento. Figlio di Domenico, operaio in fabbrica, e di Maria, è l'unico maschio di casa oltre il padre. Gli svaghi per un bimbo in quel periodo non sono tanti, ma c'è sempre un oratorio e una palla da calciare. Ed è lì che il piccolo Renzo s'innamora del calcio e diventa bravo tanto che nel [[1964]] si ritrova a giocare all'ala perché ha un tocco di palla delizioso e ottima velocità. |
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===Dagli inizi al Como=== |
===Dagli inizi al Como=== |
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[[Immagine:Garlaschelli 8.jpg|thumb|left|150px|Garlaschelli nel Como nel 1971]] |
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La sua carriera di calciatore vero e proprio inizia nel [[1968]] con la chiamata al Sant'Angelo Lodigiano, in serie D a pochi chilometri da casa, facile da raggiungere nonostante i pochi mezzi a disposizione. Qui si mette subito in mostra, giocando 32 partite in cui segna 6 reti e gli osservatori del [[Como]] lo chiamano per un provino. Il trasferimento si concretizza e al ragazzo conviene anche perché così può entrare nella compagnia atleti di Orvieto per svolgere il servizio militare. La squadra lariana milita in [[Serie B]] e per il giocatore è una buona vetrina per far vedere le sue qualità. Il [[campionato]] [[1969/70]] lo vede in campo appena 15 volte, ma sufficienti per segnare 2 reti. |
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[[Immagine:vidigulfo.jpg|thumb|right|150px|Uno scorcio di Vidigulfo anni '60]] |
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L'anno seguente diventa titolare inamovibile collezionando 34 gettoni, sempre con 2 reti all'attivo. Il terzo anno, con i lariani guidati da Eugenio Bersellini, è il più difficile: solo 23 presenze ma con i soliti 2 goals. Gioca anche [[Domenica 24 ottobre 1971 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Como 3-1|contro la Lazio]], ma la sua prestazione passa inosservata. E' un [[campionato]] di vertice e per poco il [[Como]] non viene promosso in [[Serie A|A]]. La delusione è cocente ma il ragazzo (soprannominato dai tifosi ''Garrincha'') fa spallucce e parte per le sospirate vacanze sulla costa romagnola, dove può dedicarsi alla ''"Caccia alle Tedesche"'', lo sport preferito dai giovani atleti in quegli anni durante le vacanze. |
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Ala. Nato a Vidigulfo (Pv) il [[29 Marzo]] [[1950]]. |
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Renzo Garlaschelli nasce in un piccolo paesino di non più di 3.000 anime, dove la gente per campare coltiva mais, frumento o si dà all'allevamento. |
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Figlio di Domenico, operaio in fabbrica, e di Maria, è l'unico maschio di casa oltre il padre. |
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Gli svaghi per un bimbo in quel periodo non sono tanti, ma c'è sempre un oratorio e una palla da scalciare. |
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Ed è lì che il piccolo Renzo s'innamora del calcio e diventa bravo tanto che nel [[1964]] si ritrova a giocare all'ala perchè ha un tocco di palla delizioso e ottima velocità. La sua carriera di calciatore vero e proprio inizia nel [[1968]] con la chiamata al [[Sant'Angelo Lodigiano]], in [[serie D]] a pochi chilometri da casa, facile da raggiungere nonostante i pochi mezzi a disposizione. |
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Qui si mette subito in mostra, giocando 32 partite e segnando 6 reti e gli osservatori del [[Como|Como]] lo chiamano per un provino. |
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Il trasferimento si concretizza e al ragazzo conviene anche perchè così può entrare nella compagnia atleti di Orvieto per svolgere il servizio militare. |
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La squadra lariana milita in [[Serie B]] e per il giocatore è una buona vetrina per far vedere le sue qualità. |
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Il campionato [[1969/70]] lo vede in campo appena 15 volte, ma sufficienti per segnare 2 reti. |
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L'anno seguente diventa titolare inamovibile collezionando 34 gettoni, sempre con 2 reti all'attivo. |
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Il terzo anno, con i lariani guidati da Eugenio Bersellini, è il più difficile, solo 23 presenze ma con i soliti 2 goals. |
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Gioca anche contro la [[24 ottobre 1971 - Roma, - Lazio-Como 3-1|Lazio]], ma la sua prestazione passa inosservata. E' un campionato di vertice e per poco il Como non viene promosso in A. |
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La delusione è cocente ma il ragazzo fa spallucce e parte per le sospirate vacanze sulla costa romagnola, dove può dedicarsi alla ''"Caccia alle Tedesche"'', lo sport preferito dai giovani atleti in quegli anni durante le vacanze. |
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===L'arrivo a sorpresa alla Lazio=== |
===L'arrivo a sorpresa alla Lazio=== |
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[[Immagine:Garlaschelli 2.jpg|thumb|left|150px|In un momento di relax]] |
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A Cattolica, dove sta trascorrendo le ferie, viene raggiunto da una chiamata in albergo. Dall'altro capo del telefono il Ds lariano Beltrami gli comunica il suo passaggio alla Lazio. |
A Cattolica, dove sta trascorrendo le ferie, viene raggiunto da una chiamata in albergo. Dall'altro capo del telefono il Ds lariano Beltrami gli comunica il suo passaggio alla Lazio. Per Garlaschelli è un fulmine a ciel sereno perché non si aspettava di essere ceduto e inoltre lasciare la sua Lombardia rappresenta un trauma vero e proprio, soprattutto per uno come lui che non si era quasi mai allontanato da casa. |
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In realtà, il direttore sportivo biancoceleste [[Sbardella Antonio|Antonio Sbardella]], era andato a trattare altri giocatori lariani, tra cui Vallongo, [[Trinchero Giuseppe|Trinchero]] e Correnti, ma le esigue casse biancocelesti portarono solo Garlaschelli e lo stesso [[Trinchero Giuseppe|Trinchero]], poi girato ad altra società. I tifosi biancazzurri mugugnarono non poco leggendo sui giornali del suo acquisto e in molti pensarono di aver preso solo una riserva del [[Como]]. Il buon Renzo era sconosciuto ai più, ma non si perde d'animo, come conviene a chi viene da un paese di gente abituata a lavorare sodo. E così per poco più di 200 milioni di lire eccolo approdare alla corte di [[Maestrelli Tommaso|Tommaso Maestrelli]], che lo accoglie con le solite raccomandazioni di fare una sana vita da atleta in una città tentatrice come Roma. |
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Per Garlaschelli è un fulmine a ciel sereno perchè non si aspettava di essere ceduto e inoltre lasciare la sua Lombardia rappresenta un trauma vero e proprio, soprattutto per uno come lui che non si era quasi mai allontanato da casa. |
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In realtà, il direttore sportivo biancoceleste [[Sbardella Antonio|Antonio Sbardella]], era andato a trattare altri giocatori lariani, tra cui Vallongo, Trinchero e Correnti, ma le esigue casse biancocelesti portarono solo Garlaschelli e lo stesso Trinchero, poi girato ad altra società. |
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I tifosi biancazzurri mugugnarono non poco leggendo sui giornali del suo acquisto e in molti pensarono di aver preso solo una riserva del [[Como]].Il buon Renzo era sconosciuto ai più, ma non si perse d'animo, come conviene a chi viene da un paese di gente abituata a lavorare sodo. |
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E così per poco più di 200 milioni di lire eccolo approdare alla corte di [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]], che lo accoglie con le solite raccomandazioni di fare una sana vita da atleta in una città tentatrice come Roma. |
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===Un'ala perfetta=== |
===Un'ala perfetta=== |
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[[image:Garlaschelli 7.jpg|left|150px]] |
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Nel ritiro di [[Pievepelago]], nell'estate [[1972]], poche persone si accorgono della sua presenza nei primi giorni di allenamento. I cronisti lo ignorano ma lui s'allena bene e quando scende in campo è un motorino perpetuo. La Lazio, però, non gira per niente bene e in [[Coppa Italia]] viene eliminata dopo una serie di figuracce eclatanti. Ma poco prima dell'inizio del [[campionato]] [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]] trova il bandolo della matassa e la squadra si trasforma in un'invincibile armata calcistica. A Firenze nella [[Domenica 1 ottobre 1972 - Firenze, stadio Comunale - Fiorentina-Lazio 0-1|seconda giornata]], grazie al suo primo goal in [[Serie A]] (una saetta a girare sotto l'incrocio dei pali), la Lazio espugna il campo dei viola. I giornali si accorgono ora di lui e per molti è nata una stella. |
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Nel ritiro di [[Pievepelago]], nell'estate [[1972]], poche persone si accorgono della sua presenza nei primi giorni di allenamento. |
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Il suo movimento sulla fascia provoca sconquasso nelle difese avversarie e i suoi cross pennellati permettono agli avanti di creare molte occasioni da rete. Diventa subito un idolo per i tifosi che vedendo quella maglia numero 7 correre a perdifiato si esaltano. Fuori dal campo, il buon Renzo si crea la fama di "tombeur de femme" e anche i giornali rosa, ogni tanto, lo danno come fidanzato di qualche "soubrette". [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]] tollera tutto perché il ragazzo esce sempre con la maglia madida di sudore e quello che combina fuori dal campo non lo riguarda più di tanto. Comunque il mister vigila da lontano il calciatore e non gliele manda a dire quando è il caso. |
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I cronisti lo ignorano ma lui s'allena bene e quando scende in campo è un motorino perpetuo. |
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La Lazio, però non gira per niente bene e in [[Coppa Italia]] viene eliminata dopo una serie di figuracce eclatanti. |
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ma poco prima dell'inizio del campionato [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]] trova il bandolo della matassa e la squadra si trasforma in un'invincibile armata calcistica. |
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A [[Domenica 1 ottobre 1972 - Firenze, stadio Comunale - Fiorentina-Lazio 0-1|Firenze]] nella seconda giornata, grazie al suo primo goal in [[Serie A]] (una saetta a girare sotto l'incrocio dei pali), la Lazio espugna il campo dei viola. |
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I giornali si accorgono, ora di lui, e per molti, è nata una stella. |
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Il suo movimento sulla fascia provoca sconquasso nelle difese avversarie e i suoi cross pennellati permettono agli avanti di creare molte occasioni da rete. |
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Diventa subito un idolo per i tifosi che vedendo quella maglia numero 7 correre a perdifiato si esaltano. |
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Fuori dal campo, il buon Renzo si crea la fama di ''Tombeur de femme"'', e anche i giornali rosa, ogni tanto lo danno come fidanzato di qualche soubrette. |
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Maestrelli, tollera tutto, perchè il ragazzo esce sempre con la maglia matida di sudore, e quello che combina fuori dal campo, non lo riguarda più di tanto. |
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Comunque il mister vigila da lontano e non gliele manda a dire quando è il caso. |
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Garlaschelli ha preso domicilio alla Balduina, ma la sera preferisce le discoteche più in di Roma. |
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Comunque in campo è una saetta. |
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La Lazio sorprende tutti e arriva a giocarsi lo [[Scudetto]] fino a un minuto dalla fine del campionato. |
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A [[Domenica 20 maggio 1973 - Napoli, stadio San Paolo - Napoli-Lazio 1-0|Napoli]], i sogni s'infrangono, e per Garlaschelli la delusione è cocente, anche se al suo primo campionato in massima serie può vantare 7 reti in 29 partite tutte da ricordare. |
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Garlaschelli prende domicilio alla Balduina e la sera preferisce le discoteche più "in" di Roma, ma comunque in campo è una saetta. La Lazio sorprende tutti e arriva a giocarsi lo [[Scudetto]] fino a un minuto dalla fine del [[campionato]]. Tuttavia a Napoli [[Domenica 20 maggio 1973 - Napoli, stadio San Paolo - Napoli-Lazio 1-0|i sogni tricolori s'infrangono]] e per Garlaschelli la delusione è cocente, pur se al suo primo [[campionato]] in [[Serie A|massima serie]] può vantare 7 reti in 29 partite tutte da ricordare. Viene convocato anche per la Lega Nazionale Italiana e per la nazionale Under 23, all'epoca l'anticamera della nazionale maggiore, dove gioca 4 partite realizzando un goal. |
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===Uno scudetto da protagonista=== |
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[[Immagine:Garlaschelli.jpg|left|150px]] |
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La stagione [[1973/74]] è quella della consacrazione definitiva per la giovane ala. |
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Il campionato è dominato dalla Lazio e lui segna e fa segnare. |
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Viene convocato anche per la nazionale Under 23, all'epoca l'anticamera della nazionale maggiore, giocando 4 gare con ottimi risultati. |
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Le sue sgroppate sulla fascia sono il grimaldello per scardinare le difese più ostiche. |
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grazie ai suoi assist [[Chinaglia Giorgio|Chinaglia]] segna in quantità industriale e lui si laurea vicecapocannoniere con 9 reti. |
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Ed è suo il cross che provoca il rigore dello scudetto contro il [[Foggia Us|Foggia]], fermato dalla mano di Scorsa, che fa arrabbiare i giocatori rossoneri, ma che è netto. Garlaschelli ha il cuore in gola quando vede la palla calciata da Chinaglia insaccarsi in rete. |
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I giocatori foggiani cominciano a colpirlo in maniera plateale, lo innervosiscono e a 15 minuti dalla fine, subisce l'unica espulsione della sua carriera per un fallo di reazione. |
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Esce dallo stadio e si rifugia sotto la doccia, poi va a vedere il finale della gara davanti alla tv in bassa frequenza. La Lazio vince lo scudetto e lui salterà, per la prima volta in quella stagione vissuta da protagonista, proprio la passerella finale a [[Bologna Fc| Bologna]] scontando un turno di squalifica. |
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===Uno scudetto da protagonista=== |
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La stagione [[1973/74]] è quella della consacrazione definitiva per la giovane ala. Il [[campionato]] è dominato dalla Lazio e lui segna e fa segnare. Le sue sgroppate sulla fascia sono il grimaldello per scardinare le difese più ostiche. Grazie ai suoi assist [[Chinaglia Giorgio|Giorgio Chinaglia]] segna in quantità industriale e lui si laurea vicecapocannoniere con 10 reti. Ed è suo il cross che provoca il rigore dello [[scudetto]] [[Domenica 12 maggio 1974 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Foggia 1-0|nella gara]] contro il [[Foggia]], fermato dalla mano di Scorsa, che fa arrabbiare i giocatori rossoneri, ma che è netto. Garlaschelli ha il cuore in gola quando vede la palla calciata da [[Chinaglia Giorgio|Chinaglia]] insaccarsi in rete. I giocatori foggiani cominciano a colpirlo in maniera plateale, lo innervosiscono e a 15 minuti dalla fine, subisce l'unica espulsione della sua carriera per un fallo di reazione. Esce dallo stadio e si rifugia sotto la doccia, poi va a vedere il finale della gara davanti alla tv in bassa frequenza. La Lazio vince lo [[scudetto]] e lui salterà, per la prima volta in quella stagione vissuta da protagonista, proprio [[Domenica 19 maggio 1974 - Bologna, stadio Comunale - Bologna-Lazio 2-2|la passerella finale a Bologna]] scontando un turno di squalifica. |
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===Anni difficili=== |
===Anni difficili=== |
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[[Immagine:Garlaschelli 9.jpg|right|150px]] |
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Con lo [[scudetto]] sul petto, Renzo Garlaschelli continua ad impressionare per costanza e rendimento in campo. Purtroppo la malattia di [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]] impedisce ai biancocelesti di bissare il successo. Con il nuovo allenatore [[Corsini Giulio|Giulio Corsini]], Renzo non va d'accordo e solo il ritorno del Maestro salva la Lazio dalla retrocessione tra [[Serie B|i cadetti]]. La morte di [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]] prima e di [[Re Cecconi Luciano|Luciano Re Cecconi]] poi, sono un brutto colpo per lui. Gli anni passano ma la sua maglia è sempre lì a correre lungo la fascia. Il suo nuovo compagno in avanti è successivamente [[Giordano Bruno|Bruno Giordano]] con il quale si trova a meraviglia. E' grazie a Renzo ed ai suoi numerosi assist che il centravanti trasteverino vince il titolo dei cannonieri. |
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[[Immagine:Garlaschelli 6.jpg|left|150px]] |
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Nel [[1980]], pur ricevendo offerte e avendo la possibilità di restare in [[serie A]], preferisce non abbandonare la Lazio retrocessa nella [[Serie B|serie cadetta]]. |
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Con lo scudetto sul petto, Renzo Garlaschelli, continua ad impressionare per costanza e rendimento in campo. |
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Purtroppo la malattia di [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]], impedisce di bissare il successo. |
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Con il nuovo allenatore [[Corsini Giulio|Corsini]], non va d'accordo e solo il ritorno del Maestro salva la Lazio dalla retrocessione tra i cadetti. |
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La morte di Maestrelli prima e [[Re Cecconi Luciano|Re Cecconi]], sono un brutto colpo per lui. |
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Gli anni passano, ma la sua maglia è sempre lì a correre lungo la fascia. |
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Il suo nuovo compagno in avanti è [[Giordano Bruno|Bruno Giordano]], con cui si trova a meraviglia. |
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E grazie a lui ed ai suoi numerosi assist che il centravanti trasteverino vince il titolo dei cannonieri. |
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Nel [[1980]] con la vicenda [[calcioscommesse 1980|Calcioscommesse]] Garlaschelli, che insieme a [[D'Amico Vincenzo | D'Amico]], sarà l'unica bandiera a non rimanere coinvolta nello scandalo, viene interrogato e va sotto processo sportivo, ma viene stabilita la sua completa estraneità ai fatti. Pur ricevendo offerte e avendo la possibilità di restare in serie A, preferisce non abbandonare la Lazio retrocessa nella serie cadetta. |
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===L'addio alla Lazio e gli ultimi anni da calciatore=== |
===L'addio alla Lazio e gli ultimi anni da calciatore=== |
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Ventisei presenze e due reti nello sfortunato [[campionato]] [[1980/81]], mentre nella stagione [[1981/82]] (soltanto tre presenze) finisce fuori rosa e al minimo di stipendio; l'esclusione motivata dal tecnico [[Castagner Ilario|Ilario Castagner]] come scelta tecnica e una lunga sciatalgia segnano la fine della sua esperienza in biancoceleste. Nell'estate del [[1982]], mentre la Lazio è allenata da [[Clagluna Roberto |Roberto Clagluna]], Renzo torna verso i luoghi d'origine terminando la sua carriera al Pavia in C2 (46 presenze e 11 reti in due [[Campionato|campionati]]). |
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Nell'estate del [[1982]], mentre alla Lazio è allenata da [[Clagluna Roberto | Clagluna]], Renzo torna verso i luoghi d'origine terminando la sua carriera al [[Pavia]] in C2. |
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Renzo Garlaschelli ha vestito la maglia della Lazio per dieci anni, collezionando |
Renzo Garlaschelli ha vestito la maglia della Lazio per dieci anni, collezionando 228 presenze e 51 reti in [[Campionato]], 38 presenze e 9 reti in [[Coppa Italia]] e 10 presenze e 4 reti in [[Coppa UEFA]]. |
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Garlaschelli resta nella memoria dei Laziali per le sue capacità tecniche, per il suo attaccamento alla maglia e per un rendimento costante che gli ha permesso di risolvere parecchie partite con goal di pregevole fattura e con l'abilità nel saper prendere in campo la posizione più conforme alle necessità della squadra. E' stata un'ala veloce ma anche potente che non aveva paura di puntare la porta e di tentare tiri difficili. Di indole pacifica riuscì a non lasciarsi coinvolgere nelle rivalità che dilaniavano la squadra dello scudetto. Anche per questo è stato e resta un riferimento per i sostenitori biancocelesti. |
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Garlaschelli resta nella memoria dei laziali per le sue capacità tecniche, per il suo attaccamento alla maglia e per un rendimento costante che gli ha permesso di risolvere parecchie partite con goal di pregevole fattura e con l'abilità nel saper prendere in campo la posizione più conforme alle necessità della squadra. E' stata un'ala veloce ma anche potente che non aveva paura di puntare la porta e di tentare tiri difficili. Di indole pacifica riuscì a non lasciarsi coinvolgere nelle rivalità che dilaniavano la squadra dello [[scudetto]]. Anche per questo è stato e resta un riferimento per i sostenitori biancocelesti. |
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Oggi vive con la sorella a Vidigulfo, ogni tanto viene a Roma per vedere una gara della Lazio, ma con il calcio ha chiuso da tempo. L'ultima apparizione in campo risale al [[9 Gennaio]] [[2000]], quando prese parte ai festeggiamenti per il [[Il Centenario|Centenario]] della Lazio. |
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Oggi vive con la sorella a Vidigulfo, ogni tanto viene a Roma per vedere una gara della Lazio, ma con il calcio ha chiuso da tempo. L'ultima apparizione in campo risale al [[9 gennaio]] [[2000]], quando prese parte ai festeggiamenti per [[Centenario del 9 gennaio 2000|il Centenario della Lazio]]. Collabora come opinionista nell'emittente radiofonica romana RadioSei. |
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== Palmares == |
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* 1 [[Immagine:Scudetto.png|10px]] Scudetto (Lazio) nel [[1973/74]] |
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* 1 [[File:Scudetto.png|15px]] Campionato Under 23 [[1973/74]] |
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Image:Garlaschelli Como.jpg|Una figurina del calciatore nel Como |
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Image:Garlaschelli Reli.jpg|Una figurina Relì [[1970/71]] nel Como |
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Image:GarlaschelliFigurinaComo.jpg|Una figurina Edis [[1970/71]] nel Como |
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Immagine:Garlaschelli 10.jpg|Nel Como |
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Image:Garlaschelli 11.jpg|Renzo Garlaschelli |
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Image:21apr74g.jpg|Renzo Garlaschelli |
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Image:Garlaschelli edisport.jpg|Una figurina di Garlaschelli |
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Image:Garlaschelli figu.jpg|Una figurina di Garlaschelli |
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Image:Garlaschelli 07.jpg|Renzo Garlaschelli |
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Image:Garlaschelli 15.jpg|Nel [[1980/81]] |
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Image:Garlaschelli 17.jpg|Nel [[1981/82]] |
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file:garlaschelli_1974 (1).jpg| Garlaschelli nel 1973 <BR> (Gent. conc. Famiglia Vespasiani) |
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file:garla80.jpg|Garlaschelli a Tor di Quinto alla fine degli anni 70 <br> (Gent. conc. Famiglia Vespasiani) |
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file:garlaschelli_1974 (3).jpg| Garlaschelli a Tor di Quinto <BR> (Gent. conc. Famiglia Vespasiani) |
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file:garlaschelli_1974 (2).jpg| Garlaschelli ad un ricevimento attorniato da belle donne <BR> (Gent. conc. Famiglia Vespasiani) |
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file:garlaschelli_1974 (4).jpg| Garlaschelli allo specchio di casa <BR> (Gent. conc. Famiglia Vespasiani) |
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Image:Garlaschelli figu1.jpg| |
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[[Categoria:Biografie|Garlaschelli, Renzo]] |
[[Categoria:Biografie|Garlaschelli, Renzo]] |
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Versione attuale delle 20:58, 10 mar 2024











Biografia
Ala, nato a Vidigulfo (PV) il 29 marzo 1950.
Renzo Garlaschelli nasce in un piccolo paesino di non più di 3.000 anime, dove la gente per campare coltiva mais, frumento o si dà all'allevamento. Figlio di Domenico, operaio in fabbrica, e di Maria, è l'unico maschio di casa oltre il padre. Gli svaghi per un bimbo in quel periodo non sono tanti, ma c'è sempre un oratorio e una palla da calciare. Ed è lì che il piccolo Renzo s'innamora del calcio e diventa bravo tanto che nel 1964 si ritrova a giocare all'ala perché ha un tocco di palla delizioso e ottima velocità.
Dagli inizi al Como
La sua carriera di calciatore vero e proprio inizia nel 1968 con la chiamata al Sant'Angelo Lodigiano, in serie D a pochi chilometri da casa, facile da raggiungere nonostante i pochi mezzi a disposizione. Qui si mette subito in mostra, giocando 32 partite in cui segna 6 reti e gli osservatori del Como lo chiamano per un provino. Il trasferimento si concretizza e al ragazzo conviene anche perché così può entrare nella compagnia atleti di Orvieto per svolgere il servizio militare. La squadra lariana milita in Serie B e per il giocatore è una buona vetrina per far vedere le sue qualità. Il campionato 1969/70 lo vede in campo appena 15 volte, ma sufficienti per segnare 2 reti. L'anno seguente diventa titolare inamovibile collezionando 34 gettoni, sempre con 2 reti all'attivo. Il terzo anno, con i lariani guidati da Eugenio Bersellini, è il più difficile: solo 23 presenze ma con i soliti 2 goals. Gioca anche contro la Lazio, ma la sua prestazione passa inosservata. E' un campionato di vertice e per poco il Como non viene promosso in A. La delusione è cocente ma il ragazzo (soprannominato dai tifosi Garrincha) fa spallucce e parte per le sospirate vacanze sulla costa romagnola, dove può dedicarsi alla "Caccia alle Tedesche", lo sport preferito dai giovani atleti in quegli anni durante le vacanze.
L'arrivo a sorpresa alla Lazio
A Cattolica, dove sta trascorrendo le ferie, viene raggiunto da una chiamata in albergo. Dall'altro capo del telefono il Ds lariano Beltrami gli comunica il suo passaggio alla Lazio. Per Garlaschelli è un fulmine a ciel sereno perché non si aspettava di essere ceduto e inoltre lasciare la sua Lombardia rappresenta un trauma vero e proprio, soprattutto per uno come lui che non si era quasi mai allontanato da casa. In realtà, il direttore sportivo biancoceleste Antonio Sbardella, era andato a trattare altri giocatori lariani, tra cui Vallongo, Trinchero e Correnti, ma le esigue casse biancocelesti portarono solo Garlaschelli e lo stesso Trinchero, poi girato ad altra società. I tifosi biancazzurri mugugnarono non poco leggendo sui giornali del suo acquisto e in molti pensarono di aver preso solo una riserva del Como. Il buon Renzo era sconosciuto ai più, ma non si perde d'animo, come conviene a chi viene da un paese di gente abituata a lavorare sodo. E così per poco più di 200 milioni di lire eccolo approdare alla corte di Tommaso Maestrelli, che lo accoglie con le solite raccomandazioni di fare una sana vita da atleta in una città tentatrice come Roma.
Un'ala perfetta
Nel ritiro di Pievepelago, nell'estate 1972, poche persone si accorgono della sua presenza nei primi giorni di allenamento. I cronisti lo ignorano ma lui s'allena bene e quando scende in campo è un motorino perpetuo. La Lazio, però, non gira per niente bene e in Coppa Italia viene eliminata dopo una serie di figuracce eclatanti. Ma poco prima dell'inizio del campionato Maestrelli trova il bandolo della matassa e la squadra si trasforma in un'invincibile armata calcistica. A Firenze nella seconda giornata, grazie al suo primo goal in Serie A (una saetta a girare sotto l'incrocio dei pali), la Lazio espugna il campo dei viola. I giornali si accorgono ora di lui e per molti è nata una stella. Il suo movimento sulla fascia provoca sconquasso nelle difese avversarie e i suoi cross pennellati permettono agli avanti di creare molte occasioni da rete. Diventa subito un idolo per i tifosi che vedendo quella maglia numero 7 correre a perdifiato si esaltano. Fuori dal campo, il buon Renzo si crea la fama di "tombeur de femme" e anche i giornali rosa, ogni tanto, lo danno come fidanzato di qualche "soubrette". Maestrelli tollera tutto perché il ragazzo esce sempre con la maglia madida di sudore e quello che combina fuori dal campo non lo riguarda più di tanto. Comunque il mister vigila da lontano il calciatore e non gliele manda a dire quando è il caso.
Garlaschelli prende domicilio alla Balduina e la sera preferisce le discoteche più "in" di Roma, ma comunque in campo è una saetta. La Lazio sorprende tutti e arriva a giocarsi lo Scudetto fino a un minuto dalla fine del campionato. Tuttavia a Napoli i sogni tricolori s'infrangono e per Garlaschelli la delusione è cocente, pur se al suo primo campionato in massima serie può vantare 7 reti in 29 partite tutte da ricordare. Viene convocato anche per la Lega Nazionale Italiana e per la nazionale Under 23, all'epoca l'anticamera della nazionale maggiore, dove gioca 4 partite realizzando un goal.
Uno scudetto da protagonista
La stagione 1973/74 è quella della consacrazione definitiva per la giovane ala. Il campionato è dominato dalla Lazio e lui segna e fa segnare. Le sue sgroppate sulla fascia sono il grimaldello per scardinare le difese più ostiche. Grazie ai suoi assist Giorgio Chinaglia segna in quantità industriale e lui si laurea vicecapocannoniere con 10 reti. Ed è suo il cross che provoca il rigore dello scudetto nella gara contro il Foggia, fermato dalla mano di Scorsa, che fa arrabbiare i giocatori rossoneri, ma che è netto. Garlaschelli ha il cuore in gola quando vede la palla calciata da Chinaglia insaccarsi in rete. I giocatori foggiani cominciano a colpirlo in maniera plateale, lo innervosiscono e a 15 minuti dalla fine, subisce l'unica espulsione della sua carriera per un fallo di reazione. Esce dallo stadio e si rifugia sotto la doccia, poi va a vedere il finale della gara davanti alla tv in bassa frequenza. La Lazio vince lo scudetto e lui salterà, per la prima volta in quella stagione vissuta da protagonista, proprio la passerella finale a Bologna scontando un turno di squalifica.
Anni difficili
Con lo scudetto sul petto, Renzo Garlaschelli continua ad impressionare per costanza e rendimento in campo. Purtroppo la malattia di Maestrelli impedisce ai biancocelesti di bissare il successo. Con il nuovo allenatore Giulio Corsini, Renzo non va d'accordo e solo il ritorno del Maestro salva la Lazio dalla retrocessione tra i cadetti. La morte di Maestrelli prima e di Luciano Re Cecconi poi, sono un brutto colpo per lui. Gli anni passano ma la sua maglia è sempre lì a correre lungo la fascia. Il suo nuovo compagno in avanti è successivamente Bruno Giordano con il quale si trova a meraviglia. E' grazie a Renzo ed ai suoi numerosi assist che il centravanti trasteverino vince il titolo dei cannonieri. Nel 1980, pur ricevendo offerte e avendo la possibilità di restare in serie A, preferisce non abbandonare la Lazio retrocessa nella serie cadetta.
L'addio alla Lazio e gli ultimi anni da calciatore
Ventisei presenze e due reti nello sfortunato campionato 1980/81, mentre nella stagione 1981/82 (soltanto tre presenze) finisce fuori rosa e al minimo di stipendio; l'esclusione motivata dal tecnico Ilario Castagner come scelta tecnica e una lunga sciatalgia segnano la fine della sua esperienza in biancoceleste. Nell'estate del 1982, mentre la Lazio è allenata da Roberto Clagluna, Renzo torna verso i luoghi d'origine terminando la sua carriera al Pavia in C2 (46 presenze e 11 reti in due campionati).
Renzo Garlaschelli ha vestito la maglia della Lazio per dieci anni, collezionando 228 presenze e 51 reti in Campionato, 38 presenze e 9 reti in Coppa Italia e 10 presenze e 4 reti in Coppa UEFA.
Garlaschelli resta nella memoria dei laziali per le sue capacità tecniche, per il suo attaccamento alla maglia e per un rendimento costante che gli ha permesso di risolvere parecchie partite con goal di pregevole fattura e con l'abilità nel saper prendere in campo la posizione più conforme alle necessità della squadra. E' stata un'ala veloce ma anche potente che non aveva paura di puntare la porta e di tentare tiri difficili. Di indole pacifica riuscì a non lasciarsi coinvolgere nelle rivalità che dilaniavano la squadra dello scudetto. Anche per questo è stato e resta un riferimento per i sostenitori biancocelesti. Oggi vive con la sorella a Vidigulfo, ogni tanto viene a Roma per vedere una gara della Lazio, ma con il calcio ha chiuso da tempo. L'ultima apparizione in campo risale al 9 gennaio 2000, quando prese parte ai festeggiamenti per il Centenario della Lazio. Collabora come opinionista nell'emittente radiofonica romana RadioSei.
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Una figurina del calciatore nel Como
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Una figurina Relì 1970/71 nel Como
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Nel Como
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Renzo Garlaschelli
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Renzo Garlaschelli
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Una figurina di Garlaschelli
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Una figurina di Garlaschelli
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Renzo Garlaschelli
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Nel 1980/81
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Nel 1981/82
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Garlaschelli nel 1973
(Gent. conc. Famiglia Vespasiani) -
Garlaschelli a Tor di Quinto alla fine degli anni 70
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Garlaschelli a Tor di Quinto
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Garlaschelli ad un ricevimento attorniato da belle donne
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Garlaschelli allo specchio di casa
(Gent. conc. Famiglia Vespasiani)
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