Gasperi Vincenzo: differenze tra le versioni
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Difensore, nato a Roncadelle (BS) il [[27 giugno]] [[1937]]. |
Difensore, nato a Roncadelle (BS) il [[27 giugno]] [[1937]]. Deceduto nel [[2003]]. |
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Cominciò la sua carriera nella squadra del suo paese. Un osservatore lo segnalò al [[Brescia]] che lo acquistò nella stagione [[1955/56]]. Esordì in quello stesso [[Campionato]], in [[Serie B]], nel ruolo di centrocampista e giocò da titolare 15 partite segnando due reti. Fu notato dai tecnici del |
Cominciò la sua carriera nella squadra del suo paese. Un osservatore lo segnalò al [[Brescia]] che lo acquistò nella stagione [[1955/56]]. Esordì in quello stesso [[Campionato]], in [[Serie B]], nel ruolo di centrocampista e giocò da titolare 15 partite segnando due reti. Fu notato dai tecnici del Bologna e la società felsinea lo acquistò nel campionato [[1956/57]] e lo fece esordire in [[Serie A]] il [[13 gennaio]] [[1957]] nella partita Udinese-Bologna finita 1-5. |
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Nello stesso [[Campionato]] giocò per altre otto partite. La vera consacrazione avvenne nel torneo seguente quando, nonostante la forte concorrenza, riuscì a giocare 17 gare. Il suo carattere scevro da compromessi gli provocò improvvisamente un certo ostracismo da parte dell'allenatore [[Allasio Federico|Allasio]] che, nell'ultima parte della stagione, lo tenne fuori squadra per tre mesi. La stima che il presidente Dall'Ara aveva per il giocatore, gli permise di trasferirsi prima alla |
Nello stesso [[Campionato]] giocò per altre otto partite. La vera consacrazione avvenne nel torneo seguente quando, nonostante la forte concorrenza, riuscì a giocare 17 gare. Il suo carattere scevro da compromessi gli provocò improvvisamente un certo ostracismo da parte dell'allenatore [[Allasio Federico|Allasio]] che, nell'ultima parte della stagione, lo tenne fuori squadra per tre mesi. La stima che il presidente Dall'Ara aveva per il giocatore, gli permise di trasferirsi prima alla Spal nel campionato [[1958/59]] dove fu titolare fisso per 28 partite, e poi l'anno seguente in prestito al Padova dove giocò 25 incontri, divenendo uno dei punti di forza della squadra veneta. |
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Nel [[1960/61]] fu acquistato dall'[[Atalanta]] dove giocò ben 33 volte segnando una rete. Fu autore di un'ottima partita contro la Lazio e per questo l'anno seguente i dirigenti biancocelesti lo vollero a Roma per ricostruire la squadra che per la prima volta nella sua storia era retrocessa in [[Serie B]]. Sotto la presidenza di [[Giovannini Massimo|Giovannini]] e con [[Todeschini Paolo|Todeschini]] allenatore, Gasperi affrontò il campionato nel ruolo di libero. In quell'anno giocò 29 volte segnando due reti. La promozione fu fallita per un punto a causa dell'errore dell'arbitro Rigato di Mestre che non convalidò una rete regolarissima di [[Seghedoni Gianni|Seghedoni]] nella partita [[Domenica 4 marzo 1962 - Roma, stadio Flaminio - Lazio-Napoli 0-0|Lazio-Napoli]]. |
Nel [[1960/61]] fu acquistato dall'[[Atalanta]] dove giocò ben 33 volte segnando una rete. Fu autore di un'ottima partita contro la Lazio e per questo l'anno seguente i dirigenti biancocelesti lo vollero a Roma per ricostruire la squadra che per la prima volta nella sua storia era retrocessa in [[Serie B]]. Sotto la presidenza di [[Giovannini Massimo|Giovannini]] e con [[Todeschini Paolo|Todeschini]] allenatore, Gasperi affrontò il campionato nel ruolo di libero. In quell'anno giocò 29 volte segnando due reti. La promozione fu fallita per un punto a causa dell'errore dell'arbitro Rigato di Mestre che non convalidò una rete regolarissima di [[Seghedoni Gianni|Seghedoni]] nella partita [[Domenica 4 marzo 1962 - Roma, stadio Flaminio - Lazio-Napoli 0-0|Lazio-Napoli]]. |
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L'anno successivo, con l'allenatore argentino [[Lorenzo Juan Carlos|Lorenzo]], Gasperi diventò il vero fulcro della difesa e con le sue 37 gare da titolare diede un contributo decisivo al ritorno in [[Serie A]] della squadra romana. Nella Lazio giocherà, ad alti livelli, per altri tre campionati nella massima serie e assommerà altre 74 partite. Nel [[1966/67]], anche a causa di un brutto infortunio subito l'anno prima e per alcune criticabili convinzioni dell'allenatore [[Mannocci Umberto|Mannocci]], Gasperi fu ceduto incautamente al |
L'anno successivo, con l'allenatore argentino [[Lorenzo Juan Carlos|Lorenzo]], Gasperi diventò il vero fulcro della difesa e con le sue 37 gare da titolare diede un contributo decisivo al ritorno in [[Serie A]] della squadra romana. Nella Lazio giocherà, ad alti livelli, per altri tre campionati nella massima serie e assommerà altre 74 partite. Nel [[1966/67]], anche a causa di un brutto infortunio subito l'anno prima e per alcune criticabili convinzioni dell'allenatore [[Mannocci Umberto|Mannocci]], Gasperi fu ceduto incautamente al Varese in [[Serie B]]. Qui il calciatore ritornò protagonista e contribuì con le sue 30 partite alla promozione in [[Serie A]] dei lombardi. L'anno successivo giocò solo 7 partite anche a causa di condizioni fisiche precarie. Concluse la sua lunga carriera nel Modena, tra i cadetti, giocando appena 3 partite. |
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Vincenzo Gasperi, di costituzione non armonica ma solida e di media statura, fu un giocatore che fece dell'affidabilità e della continuità i suoi punti di forza. La prima parte della sua carriera giocò a metà campo in fase costruttiva e ciò gli permise, una volta spostato a libero, di avere sempre una chiara visione di gioco. Sempre calmo, sobrio, corretto e al tempo stesso tempestivo nelle chiusure, introverso caratterialmente, era determinante nell'economia della manovra e se i suoi compagni di reparto avevano in lui un sicuro punto di riferimento, anche gli attaccanti si servivano dei suoi precisi e improvvisi lanci per imbastire pericolosi contropiedi. |
Vincenzo Gasperi, di costituzione non armonica ma solida e di media statura, fu un giocatore che fece dell'affidabilità e della continuità i suoi punti di forza. La prima parte della sua carriera giocò a metà campo in fase costruttiva e ciò gli permise, una volta spostato a libero, di avere sempre una chiara visione di gioco. Sempre calmo, sobrio, corretto e al tempo stesso tempestivo nelle chiusure, introverso caratterialmente, era determinante nell'economia della manovra e se i suoi compagni di reparto avevano in lui un sicuro punto di riferimento, anche gli attaccanti si servivano dei suoi precisi e improvvisi lanci per imbastire pericolosi contropiedi. |
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Versione delle 00:58, 15 mar 2010



Difensore, nato a Roncadelle (BS) il 27 giugno 1937. Deceduto nel 2003.
Cominciò la sua carriera nella squadra del suo paese. Un osservatore lo segnalò al Brescia che lo acquistò nella stagione 1955/56. Esordì in quello stesso Campionato, in Serie B, nel ruolo di centrocampista e giocò da titolare 15 partite segnando due reti. Fu notato dai tecnici del Bologna e la società felsinea lo acquistò nel campionato 1956/57 e lo fece esordire in Serie A il 13 gennaio 1957 nella partita Udinese-Bologna finita 1-5.
Nello stesso Campionato giocò per altre otto partite. La vera consacrazione avvenne nel torneo seguente quando, nonostante la forte concorrenza, riuscì a giocare 17 gare. Il suo carattere scevro da compromessi gli provocò improvvisamente un certo ostracismo da parte dell'allenatore Allasio che, nell'ultima parte della stagione, lo tenne fuori squadra per tre mesi. La stima che il presidente Dall'Ara aveva per il giocatore, gli permise di trasferirsi prima alla Spal nel campionato 1958/59 dove fu titolare fisso per 28 partite, e poi l'anno seguente in prestito al Padova dove giocò 25 incontri, divenendo uno dei punti di forza della squadra veneta.
Nel 1960/61 fu acquistato dall'Atalanta dove giocò ben 33 volte segnando una rete. Fu autore di un'ottima partita contro la Lazio e per questo l'anno seguente i dirigenti biancocelesti lo vollero a Roma per ricostruire la squadra che per la prima volta nella sua storia era retrocessa in Serie B. Sotto la presidenza di Giovannini e con Todeschini allenatore, Gasperi affrontò il campionato nel ruolo di libero. In quell'anno giocò 29 volte segnando due reti. La promozione fu fallita per un punto a causa dell'errore dell'arbitro Rigato di Mestre che non convalidò una rete regolarissima di Seghedoni nella partita Lazio-Napoli.
L'anno successivo, con l'allenatore argentino Lorenzo, Gasperi diventò il vero fulcro della difesa e con le sue 37 gare da titolare diede un contributo decisivo al ritorno in Serie A della squadra romana. Nella Lazio giocherà, ad alti livelli, per altri tre campionati nella massima serie e assommerà altre 74 partite. Nel 1966/67, anche a causa di un brutto infortunio subito l'anno prima e per alcune criticabili convinzioni dell'allenatore Mannocci, Gasperi fu ceduto incautamente al Varese in Serie B. Qui il calciatore ritornò protagonista e contribuì con le sue 30 partite alla promozione in Serie A dei lombardi. L'anno successivo giocò solo 7 partite anche a causa di condizioni fisiche precarie. Concluse la sua lunga carriera nel Modena, tra i cadetti, giocando appena 3 partite.
Vincenzo Gasperi, di costituzione non armonica ma solida e di media statura, fu un giocatore che fece dell'affidabilità e della continuità i suoi punti di forza. La prima parte della sua carriera giocò a metà campo in fase costruttiva e ciò gli permise, una volta spostato a libero, di avere sempre una chiara visione di gioco. Sempre calmo, sobrio, corretto e al tempo stesso tempestivo nelle chiusure, introverso caratterialmente, era determinante nell'economia della manovra e se i suoi compagni di reparto avevano in lui un sicuro punto di riferimento, anche gli attaccanti si servivano dei suoi precisi e improvvisi lanci per imbastire pericolosi contropiedi.
Dotato di un calcio forte e teso non poche volte ha sorpreso i portieri avversari con tiri da lontano. Negli anni trascorsi a Roma, i migliori della sua carriera, il suo nome fu sovente accostato a quello della Nazionale ma discutibili scelte di tipo geopolitico gli preclusero tali traguardi. In maglia biancoceleste Vincenzo Gasperi ha disputato in tutto 141 partite in Campionato e 9 in Coppa Italia, mettendo a segno 6 reti.