L'addio a Nanni Gilardoni: differenze tra le versioni

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[[Gilardoni Giovanni|Giovanni Gilardoni]] avrà visto centomila partite della Lazio, anche quelle di allenamento del giovedì. A bordo campo non mancava mai, in tribuna c'era sempre, in Italia e all'estero, in [[campionato]] e nelle Coppe. Il suo sorriso biancoceleste, l'eleganza di un gentleman, l'arguzia di un grande dirigente: Nanni ci ha lasciato ieri con discrezione, senza disturbare, proprio come aveva vissuto. Bob e Tommaso l'avranno già abbracciato, come tanti anni fa, inseparabili amici nella vita e nella morte.
[[Gilardoni Giovanni|Giovanni Gilardoni]] avrà visto centomila partite della Lazio, anche quelle di allenamento del giovedì. A bordo campo non mancava mai, in tribuna c'era sempre, in Italia e all'estero, in [[campionato]] e nelle Coppe. Il suo sorriso biancoceleste, l'eleganza di un gentleman, l'arguzia di un grande dirigente: Nanni ci ha lasciato ieri con discrezione, senza disturbare, proprio come aveva vissuto. Bob e Tommaso l'avranno già abbracciato, come tanti anni fa, inseparabili amici nella vita e nella morte.


In un altro articolo del quotidiano sportivo romano è riportato:

Il cordoglio per la scomparsa di [[Gilardoni Giovanni|"Nanni" Gilardoni]] è unanime. Chi nel mondo biancoceleste l'ha conosciuto da vicino non riesce a trattenere l'emozione. ''"E' stato un grande laziale, generoso, che si approcciava sempre con i dovuti modi signorili'' - ricorda con affetto [[Zoff Dino|Dino Zoff]] - ''Una pietra importante nella storia della Lazio anche in tempi di subbuglio. Per me è stato un amico ammirevole. Un dirigente'' - chiude l'ex allenatore della Lazio – ''bravo e intelligente. Una persona a modo, aperta con cui il rapporto atleta-dirigente andava oltre le classiche modalità"''. [[Governato Nello|Nello Governato]] nella Lazio è stato tutto: prima calciatore e poi dirigente. Cresciuto gomito a gomito con [[Gilardoni Giovanni|Gilardoni]]. ''"L'ho conosciuto nel [[1961|'61]] quando io avevo appena 23 anni, lui otto anni di più. Da lì in poi ci ha accompagnato sempre"''. [[Governato Nello|Governato]] pesa le parole, ma non si trattiene: ''"E' sato l'uomo più buono che ha conosciuto nella mia vita. L'uomo più comprensivo, più altruista. Innamorato della Lazio, di questa società, di questi colori. E' sempre stato appassionato"''. Ieri mattina [[Governato Nello|Governato]] ha avuto modo di parlare con i familiari del dirigente: ''"Ho raccontato loro che non l'ho mai sentito parlar male di un calciatore. Una persona splendida. Difficile raccontare la sua gentilezza, la sua passione, la sua amicizia. Sapeva di calcio, capiva gli interpreti. E' sempre stato positivo in tutto. Vicino e generoso"''.

I ricordi personali delineano il ritratto di una persona: ''"Mi ricordo che quando tornai da calciatore ci fu il suo zampino. Lui spesso metteva dei soldi di tasca sua. E quando io lasciai il [[Vicenza]] per riabbracciare la Lazio lui partecipò... Non lo posso dimenticare"''. [[Mancini Roberto|Roberto Mancini]] è stato uno degli ultimi idoli di Nanni. ''"Sono orgoglioso di averlo conosciuto e di aver condiviso con lui grandi momenti di lazialità"''. Ci fu la Lazio dei campioni. Il capitano [[Wilson Giuseppe|Pino Wilson]] ha ricordi indelebili: ''"Credo che sia stato uno dei personaggi più vicino alla Lazio del [[1974|'74]] a livello di potere. Era molto ascoltato da [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]]. Con alcuni di noi del [[1969|'69]] aveva un rapporto privilegiato, c'è stato vicino nel senso più lato della parola, come professionista e come amico"''. Le parole di Nanni resteranno scolpite nel cuore di [[Wilson Giuseppe|Wilson]]: ''"Dopo una mia partita notturna molto buona, qualcuno disse, ''"Un lusso per la Lazio"''. Ma lui rispose, ''"No, è proprio per questo che giocherà nella Lazio"''. Indimenticabile. ''"Una figura unica e insostituibile"'' secondo il presidente della Polisportiva Lazio, [[Buccioni Antonio|Antonio Buccioni]].


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Versione delle 21:51, 11 lug 2013

Giovanni "Nanni" Gilardoni

Stagione


La scheda di Giovanni Gilardoni

Il 10 luglio 2013 ci ha lasciato Giovanni "Nanni" Gilardoni, figura storica nel mondo biancoceleste. Negli articoli seguenti, tratti dagli organi di stampa, ricordiamo la figura del dirigente.


Dal Corriere dello Sport dell'11 luglio 2013:

Dalla Lazio di Brivio, datata 1962, a quella di Sergio Cragnotti, fino ai primi passi di Claudio Lotito nel mondo del calcio, giusto il tempo di accompagnarlo con la consueta serietà e discrezione. Cinquant'anni dentro alla Lazio giorno e notte, ottantatré anni di Lazio da tifoso: Nanni Gilardoni, il 2 novembre del 1930, era nato con il cuore biancoceleste. Nessun altro amore nella vita oltre ai suoi piccoli nipoti, Carlo, Guido, Marzia e Alessio, che oggi sono diventati grandi e vivranno con il ricordo di uno zio davvero speciale, custode di una storia diventata leggenda. Nanni era il "notaio" per tutti, per gli amici e per i clienti, per i laziali e per i romanisti. Nel suo studio, in via Nicotera, in Prati, sono stati chiusi tutti i più importanti affari della Lazio, soprattutto quelli legati alla società. Da presidente a presidente, era diventato l'uomo ombra che gestiva gli stati di crisi più che i successi: perché se la squadra era nei guai, ci pensava lui. Era una sorta di salvagente sempre a disposizione: discreto, mai in prima pagina oppure in vetrina in cerca di popolarità, ma determinante in tutto e per tutto. Rispondeva solo al suo grande amore: la Lazio.

Lo ricordiamo, tanto per fare un esempio, quando nel 1966 fu costretto a comunicare a Nello Governato, uno dei suoi più grandi amici, che la Lazio stava per cederlo all'Internazionale FC. "Ci servono i soldi per sopravvivere" gli disse con le lacrime agli occhi. Ma Nanni non riusciva a darsi pace quando lo vide con un'altra maglia e poco più di un anno dopo lo ricomprò mettendo la differenza che la società non poteva sostenere. Costo del cartellino, 20 milioni di lire, in parte coperti dal notaio Gilardoni che era sempre pronto a sostenere economicamente la società. Governato, ex giornalista di Tuttosport, fu riportato nel club anche come direttore sportivo proprio da Nanni, che ha trascorso la sua vita accanto a tutti i laziali più importanti della storia. Visse gli anni di Maestrelli nella gioia e nel dolore, condividendo con la famiglia una morte inaccettabile. Si era legato al dottor Ziaco, a Bob Lovati, a Felice Pulici, a Bruno Giordano, a Giancarlo Oddi, a Pino Wilson, a Vincenzo D'Amico, a Fernando Orsi e negli anni più recenti a Dino Zoff oltre che a Roberto Mancini. Seguì da vicino la crescita di Alessandro Nesta, che rappresentava la lazialità più bella negli anni della gestione-Cragnotti: Nanni, per amore della società, riuscì ad accettare anche la cessione del giovane capitano al Milan AC. D'altronde aveva vissuto l'addio di Giorgio Chinaglia prima di ispirare il suo rientro a Roma e anche quello di Paolo Di Canio quando i fratelli Calleri riuscirono ad evitare il fallimento avviando, con lui e Carlo Regalia, la ricostruzione.

Giovanni Gilardoni avrà visto centomila partite della Lazio, anche quelle di allenamento del giovedì. A bordo campo non mancava mai, in tribuna c'era sempre, in Italia e all'estero, in campionato e nelle Coppe. Il suo sorriso biancoceleste, l'eleganza di un gentleman, l'arguzia di un grande dirigente: Nanni ci ha lasciato ieri con discrezione, senza disturbare, proprio come aveva vissuto. Bob e Tommaso l'avranno già abbracciato, come tanti anni fa, inseparabili amici nella vita e nella morte.


In un altro articolo del quotidiano sportivo romano è riportato:

Il cordoglio per la scomparsa di "Nanni" Gilardoni è unanime. Chi nel mondo biancoceleste l'ha conosciuto da vicino non riesce a trattenere l'emozione. "E' stato un grande laziale, generoso, che si approcciava sempre con i dovuti modi signorili - ricorda con affetto Dino Zoff - Una pietra importante nella storia della Lazio anche in tempi di subbuglio. Per me è stato un amico ammirevole. Un dirigente - chiude l'ex allenatore della Lazio – bravo e intelligente. Una persona a modo, aperta con cui il rapporto atleta-dirigente andava oltre le classiche modalità". Nello Governato nella Lazio è stato tutto: prima calciatore e poi dirigente. Cresciuto gomito a gomito con Gilardoni. "L'ho conosciuto nel '61 quando io avevo appena 23 anni, lui otto anni di più. Da lì in poi ci ha accompagnato sempre". Governato pesa le parole, ma non si trattiene: "E' sato l'uomo più buono che ha conosciuto nella mia vita. L'uomo più comprensivo, più altruista. Innamorato della Lazio, di questa società, di questi colori. E' sempre stato appassionato". Ieri mattina Governato ha avuto modo di parlare con i familiari del dirigente: "Ho raccontato loro che non l'ho mai sentito parlar male di un calciatore. Una persona splendida. Difficile raccontare la sua gentilezza, la sua passione, la sua amicizia. Sapeva di calcio, capiva gli interpreti. E' sempre stato positivo in tutto. Vicino e generoso".

I ricordi personali delineano il ritratto di una persona: "Mi ricordo che quando tornai da calciatore ci fu il suo zampino. Lui spesso metteva dei soldi di tasca sua. E quando io lasciai il Vicenza per riabbracciare la Lazio lui partecipò... Non lo posso dimenticare". Roberto Mancini è stato uno degli ultimi idoli di Nanni. "Sono orgoglioso di averlo conosciuto e di aver condiviso con lui grandi momenti di lazialità". Ci fu la Lazio dei campioni. Il capitano Pino Wilson ha ricordi indelebili: "Credo che sia stato uno dei personaggi più vicino alla Lazio del '74 a livello di potere. Era molto ascoltato da Maestrelli. Con alcuni di noi del '69 aveva un rapporto privilegiato, c'è stato vicino nel senso più lato della parola, come professionista e come amico". Le parole di Nanni resteranno scolpite nel cuore di Wilson: "Dopo una mia partita notturna molto buona, qualcuno disse, "Un lusso per la Lazio". Ma lui rispose, "No, è proprio per questo che giocherà nella Lazio". Indimenticabile. "Una figura unica e insostituibile" secondo il presidente della Polisportiva Lazio, Antonio Buccioni.



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