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[[Immagine:Maestrelli aprile76.jpg|thumb|left|180px|Tommaso Maestrelli]] |
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[[Immagine:maestro.primo.gol.jpg|right|160px|thumb|La cronaca del Littoriale, sul primo goal di Maestrelli in Serie A]] |
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[[Immagine:Maestrelli_esordio1939.jpg|thumb|left|180px|L'articolo de "Il Littoriale" sull'esordio di Tommaso Maestrelli]] |
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► <b> [[Maestrelli Tommaso|Tommaso Maestrelli]] </b> |
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Attaccante, nato a Robbio (PV) il [[29 settembre]] [[1913]], deceduto a Gattinara (VC) il [[4 ottobre]] [[1996]]. |
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Tommaso Maestrelli nasce a Pisa il [[7 ottobre]] [[1922]] e muore a Roma il [[2 dicembre]] [[1976]]. |
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Silvio Piola è stato il più prolifico centravanti italiano di tutti i tempi. Iniziò giovanissimo la carriera nella [[Pro Vercelli]], esordendo sedicenne in [[Serie A]] nel [[campionato]] [[1929/30]] e diventando titolare l'anno seguente. Si dimostrò subito un goleador di razza segnando 13 reti all'età di soli 17 anni. Nell'estate [[1934]] lascia Vercelli dopo aver segnato con la casacca bianca 51 reti in [[Campionato]], diventando il massimo bomber dei piemontesi in [[Serie A]]. Molte squadre vorrebbero averlo in formazione; alla fine è la Lazio ad aggiudicarsene i favori grazie anche ad un intervento da parte del Partito Fascista (il giocatore avrebbe preferito [[Inter|Ambrosiana]] o [[Torino]], ma gli interventi del segretario amministrativo del Partito Fascista, Marinelli, e del [[Vaccaro Giorgio|generale Giorgio Vaccaro]], risulteranno decisivi per il trasferimento a Roma). Dopo una lunga trattativa, per la straordinaria cifra di 250.000 lire, la Lazio lo acquista dalla [[Pro Vercelli]], squadra nella quale è cresciuto. |
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Figlio di un impiegato delle Ferrovie dello Stato, segue il padre in diverse città italiane, fino a stabilirsi, nel [[1935]], a Bari. |
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In maglia biancoazzurra rimane per nove stagioni dando il meglio di sé: è due volte capocannoniere, nel [[1936/37]] e nel [[1942/43]], realizza ben 142 reti in [[campionato]] e 6 in [[Coppa Italia]], con una media gol per partita invidiabile. Al periodo laziale sono legati i suoi successi in maglia azzurra. Con la nazionale [[Domenica 24 Marzo 1935 - Vienna, Wiener Stadion, Prater, Austria-Italia 0-2|esordisce con una doppietta]] il [[24 marzo]] [[1935]] contro l'Austria al Prater di Vienna, prendendo il posto che era stato di Angelo Schiavio, centravanti bolognese decisivo alla vittoria della Coppa del Mondo del [[1934]]. In Francia nel [[1938]] realizza due doppiette fondamentali, l'una [[Domenica 12 Giugno 1938 - Parigi, Stade de Colombes - Italia-Francia 3-1|nei quarti contro i padroni di casa]], la seconda, assolutamente memorabile, [[Domenica 19 Giugno 1938 - Parigi, Stade de Colombes - Italia-Ungheria 4-2|nella finalissima contro l'Ungheria]]. |
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===I primi passi=== |
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Ragazzo sveglio ed amante dello sport, appena stabilitosi nella città pugliese fa un provino nella locale squadra del [[Bari]] dove viene subito tesserato. Fa tutta la trafila nelle giovanili biancorosse alternando i banchi di scuola con gli impolverati campi di calcio. Nel [[1938]], messosi in evidenza nelle squadre minori del sodalizio barese, è convocato in prima squadra dall'allora allenatore Giuseppe Ging. Il giovanotto ha solo 16 anni. Nel capoluogo pugliese, intanto, aveva conosciuto anche una ragazza, [[Barberini Maestrelli Lina|Lina Barberini]], figlia di un vigile urbano della città. Fra i due nasce subito un intenso amore e si fidanzano. |
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===L'esordio e la guerra=== |
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[[Immagine:Vaccaro2.jpg|thumb|left|150px|Il Generale Giorgio Vaccaro]] |
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[[Immagine:Vaccaro1.jpg|thumb|right|150px|Un'altra foto di Vaccaro]] |
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[[File:vacca1.jpg|thumb|right|150px|Il giovane Giorgio Vaccaro quando praticava il ciclismo]] |
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[[Immagine:Vaccaro5.jpg|thumb|left|150px|Giorgio Vaccaro in un'altra immagine]] |
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Per Maestrelli l'esordio in [[Serie A]] avviene di lì a poco ed infatti il [[26 febbraio]] [[1939]], in occasione dell'incontro tra il [[Milan AC|Milan]] ed il [[Bari]] terminato 3-1, il ragazzo scende in campo a soli 16 anni, 4 mesi e 19 giorni vestendo la maglia biancorossa da titolare. Il [[campionato]] seguente, quello del [[1939/40]], lo vede nella squadra delle riserve del [[Bari]] fino quasi alla fine del torneo, quando gioca le ultime 5 partite contribuendo al raggiungimento della salvezza e segnando il suo primo goal in [[Serie A]] nell'ultima partita di [[campionato]] contro la [[Fiorentina]]. Una bella soddisfazione per un ragazzino che si affacciava da poco tempo nel proscenio della [[Serie A|massima serie]]. |
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► <b> [[Vaccaro Giorgio|Giorgio Vaccaro]] </b> |
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Purtroppo l'Italia era entrata in Guerra e a Maestrelli giunse la chiamata alle armi. Il suo status di giocatore gli permette, tuttavia, di giocare 18 gare e di segnare un'altra rete, grazie ai permessi speciali datigli dal Regio Esercito. Purtroppo a poco vale il suo contributo, perchè i biancorossi retrocedono in [[Serie B]]. Maestrelli viene inviato in guerra in Jugoslavia e qui è ferito in maniera lieve ad una gamba. Appena ristabilitosi, cade in un'imboscata e viene fatto prigioniero dalle truppe tedesche. Rimane in un campo di prigionia per un po', fino a quando le truppe germaniche devono abbandonare le posizioni e lasciano incustoditi i prigionieri. Così Maestrelli, insieme ad alcuni compagni, riesce, in modo fortunoso, a rientrare a Bari dove può abbracciare la famiglia e la sua [[Barberini Maestrelli Lina|Lina]] in pena per la mancanza di notizie. |
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Giorgio Vaccaro nasce a San Marzanotto d'Asti (AT) il [[12 ottobre]] [[1892]], deceduto a Roma il [[25 settembre]] [[1983]]. Giunto in giovane età a Roma, si può considerare romano a tutti gli effetti. In gioventù pratica diversi sport tra cui il pugilato, la scherma ed il ciclismo con ottimi profitti. Fu anche uno dei fondatori della Sezione Rugby della Lazio. |
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===Calciatore in serie A=== |
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Finita la guerra, in un'Italia devastata da lutti e macerie, il calcio pian piano riprende il suo cammino per allietare le folle che sempre più numerose accorrono allo stadio. Il [[2 agosto]] [[1947]] Tommaso riesce nel suo più grande sogno: sposare la sua amata [[Barberini Maestrelli Lina|Lina]], da cui avrà due figlie: Patrizia e Tiziana. Nel [[Bari]] intanto è ormai titolare inamovibile e gioca sempre con grande coraggio e passione. Riesce sempre più a mettersi in mostra e per questo è convocato in Nazionale per le Olimpiadi di Londra nel [[1948]]. In predicato di passare a giocare nel grande [[Torino]], rischia di trovarsi nell'aereo che precipita a Superga il [[4 maggio]] [[1949]]. E' invece ceduto alla [[Roma AS|Roma]], della quale diviene anche capitano, proprio nel periodo peggiore della storia della squadra romana, che si concluse con la retrocessione in [[Serie B]], la prima di una squadra della Capitale. |
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===Giovane atleta e combattente=== |
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Durante la [[Prima Guerra Mondiale]] parte per il fronte dove ottiene la medaglia d'argento per le azioni compiute in battaglia. Dopo il conflitto aderisce al Partito Nazionale Fascista dove scala diverse gerarchie e ritorna a Roma, dopo alcuni anni di lontanza, nel [[1922]] per rimanerci stavolta stabilmente. Nonostante la carriera militare, il Luogotenente Generale della Milizia Giorgio Vaccaro non dimentica l'amore per lo sport ed in pochi anni ricopre numerose cariche: da consigliere nella Federazione Italiana Scherma a presidente di quella del Rugby. Nel [[1926]] viene nominato consigliere della [[F.I.G.C.]] ed in seguito presidente del C.O.N.I., carica che manterrà fino al [[1939]]. |
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Nel [[1922]] divenne socio della Lazio, polisportiva che incarnava in pieno i suoi ideali di sport ed aveva in [[Bitetti Olindo|Olindo Bitetti]] un amico fraterno. Il [[5 maggio]] [[1933]] succede a Leandro Arpinati alla presidenza della [[F.I.G.C.]] organizzando con successo i [[II Coppa del Mondo - Italia 1934|Campionati del Mondo in Italia]] nel [[1934]]. Nel [[1939]] diviene anche membro del C.I.O.. Praticamente ha in mano tutto lo sport nazionale grazie alla sua competenza ed organizzazione che fanno dell'Italia un Paese all'avanguardia in quegli anni. |
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===Il rifiuto della fusione=== |
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Nella primavera del [[1927]] il Partito Fascista dà ordine al Federale Foschi di creare una nuova squadra che portasse il nome della Capitale, assorbendo in un'unica società tutte le squadre della città di Roma. Un inquietante telegramma giunse anche alla sede della Lazio, con ''"l'ordine di presentarsi dal Federale Foschi per importanti comunicazioni''". |
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[[Bitetti Olindo|Olindo Bitetti]] capì subito il pericolo che stava correndo la Lazio e si recò subito dall'amico Vaccaro per chiedere aiuto e scongiurare la fusione. Vaccaro prese immediatamente sul serio la faccenda capendo che il vero scopo di Italo Foschi era quello di assorbire la Lazio perchè era l'unica ad avere uno stadio degno della [[Serie A|massima serie]]. Consigliò così a [[Bitetti Olindo|Bitetti]] di indire un'assemblea immediata in cui nominare lui stesso Vicepresidente, mentre alla presidenza doveva essere eletto il Generale di Cavalleria [[Varini Ettore|Ettore Varini]]. |
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► [[Vaccaro Giorgio|Clicca qui per continuare la lettura]] |
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Versione delle 19:26, 7 ott 2013




Biografia-carriera
Tommaso Maestrelli nasce a Pisa il 7 ottobre 1922 e muore a Roma il 2 dicembre 1976. Figlio di un impiegato delle Ferrovie dello Stato, segue il padre in diverse città italiane, fino a stabilirsi, nel 1935, a Bari.
I primi passi
Ragazzo sveglio ed amante dello sport, appena stabilitosi nella città pugliese fa un provino nella locale squadra del Bari dove viene subito tesserato. Fa tutta la trafila nelle giovanili biancorosse alternando i banchi di scuola con gli impolverati campi di calcio. Nel 1938, messosi in evidenza nelle squadre minori del sodalizio barese, è convocato in prima squadra dall'allora allenatore Giuseppe Ging. Il giovanotto ha solo 16 anni. Nel capoluogo pugliese, intanto, aveva conosciuto anche una ragazza, Lina Barberini, figlia di un vigile urbano della città. Fra i due nasce subito un intenso amore e si fidanzano.
L'esordio e la guerra
Per Maestrelli l'esordio in Serie A avviene di lì a poco ed infatti il 26 febbraio 1939, in occasione dell'incontro tra il Milan ed il Bari terminato 3-1, il ragazzo scende in campo a soli 16 anni, 4 mesi e 19 giorni vestendo la maglia biancorossa da titolare. Il campionato seguente, quello del 1939/40, lo vede nella squadra delle riserve del Bari fino quasi alla fine del torneo, quando gioca le ultime 5 partite contribuendo al raggiungimento della salvezza e segnando il suo primo goal in Serie A nell'ultima partita di campionato contro la Fiorentina. Una bella soddisfazione per un ragazzino che si affacciava da poco tempo nel proscenio della massima serie.
Purtroppo l'Italia era entrata in Guerra e a Maestrelli giunse la chiamata alle armi. Il suo status di giocatore gli permette, tuttavia, di giocare 18 gare e di segnare un'altra rete, grazie ai permessi speciali datigli dal Regio Esercito. Purtroppo a poco vale il suo contributo, perchè i biancorossi retrocedono in Serie B. Maestrelli viene inviato in guerra in Jugoslavia e qui è ferito in maniera lieve ad una gamba. Appena ristabilitosi, cade in un'imboscata e viene fatto prigioniero dalle truppe tedesche. Rimane in un campo di prigionia per un po', fino a quando le truppe germaniche devono abbandonare le posizioni e lasciano incustoditi i prigionieri. Così Maestrelli, insieme ad alcuni compagni, riesce, in modo fortunoso, a rientrare a Bari dove può abbracciare la famiglia e la sua Lina in pena per la mancanza di notizie.
Calciatore in serie A
Finita la guerra, in un'Italia devastata da lutti e macerie, il calcio pian piano riprende il suo cammino per allietare le folle che sempre più numerose accorrono allo stadio. Il 2 agosto 1947 Tommaso riesce nel suo più grande sogno: sposare la sua amata Lina, da cui avrà due figlie: Patrizia e Tiziana. Nel Bari intanto è ormai titolare inamovibile e gioca sempre con grande coraggio e passione. Riesce sempre più a mettersi in mostra e per questo è convocato in Nazionale per le Olimpiadi di Londra nel 1948. In predicato di passare a giocare nel grande Torino AC, rischia di trovarsi nell'aereo che precipita a Superga il 4 maggio 1949. E' invece ceduto alla Roma, della quale diviene anche capitano, proprio nel periodo peggiore della storia della squadra romana, che si concluse con la retrocessione in Serie B, la prima di una squadra della Capitale.
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