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[[image:ausenda_atto_di_morte.jpg|left|thumb|180px|Il nome di Ausenda nel libro dei caduti]]
[[Image:23apr95a.jpg|thumb|left|200px|Il biglietto (giallino) in "Distinti Nord"]]
[[Image:23aprile95d.jpg|thumb|left|200px|La rete di Casiraghi]]
==Arnaldo Ausenda==
[[Image:23apr1995bigl.jpg|thumb|left|200px|Il biglietto (amaranto) in "Curva Nord"]]
Pioniere
[[Image:23apr95k.jpg|left|thumb|200px|Il rigore di Signori]]
== Roma-Lazio 0-2 del 23 aprile 1995==


[[1994/95|Stagione]]
Nato a Sestri Ponente (GE) il [[21 aprile]] [[1895]], da Giuseppe ed Emilia Auselda. Statura: m. 1,74. Capelli: neri, lisci. Occhi: castani. Colorito: bruno. Studente.


[[Sabato 15 aprile 1995 - Padova, stadio Euganeo - Padova-Lazio 2-0|Turno precedente]] - [[Domenica 30 aprile 1995 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Cagliari 0-0|Turno successivo]]
La sua scheda militare recita: Soldato di leva di 1^ cat. matricola n. 975 e 1936. Chiamato alle armi nel gennaio [[1915]] nel 10° Reggimento Artiglieria da fortezza. Il [[24 ottobre]] [[1915]] è nominato Caporale Maggiore.


{{datalink|23|aprile|1995}} - '''[[1995|2651]]''' - [[Campionato]] di [[Serie A]] [[1994/95]] - '''XXVIII giornata'''
► [[Ausenda Arnaldo|Clicca qui per continuare la lettura]]


'''ROMA:''' Cervone, Aldair, Lanna, Statuto, Petruzzi, Carboni, Moriero, Piacentini (46' Cappioli), Balbo, Giannini, Totti (78' Maini). A disp.: Lorieri, Annoni, Benedetti. All. Mazzone.
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'''LAZIO:''' [[Marchegiani Luca|Marchegiani]], [[Negro Paolo|Negro]], [[Nesta Alessandro|Nesta]], [[Di Matteo Roberto|Di Matteo]], [[Bergodi Cristiano|Bergodi]], [[Chamot Josè Antonio|Chamot]], [[Rambaudi Roberto|Rambaudi]] (89' [[Di Vaio Marco|Di Vaio]]), [[Fuser Diego|Fuser]], [[Casiraghi Pierluigi|Casiraghi]], [[Venturin Giorgio|Venturin]], [[Signori Giuseppe|Signori]] (76' [[Gascoigne Paul|Gascoigne]]). A disp.: [[Orsi Fernando|Orsi]], [[Cravero Roberto|Cravero]], [[Colucci Leonardo|L.Colucci]]. All. [[Zeman Zdenek|Zeman]].
[[Immagine:FumagalliEgidio.jpg|left|thumb|180px|Egidio Fumagalli]]
==Egidio Fumagalli==


'''Arbitro:''' Amendolia (Messina).
Centrocampista, nato a Monza il [[21 aprile]] [[1937]].


'''Marcatori:''' 30' [[Casiraghi Pierluigi|Casiraghi]], 71' [[Signori Giuseppe|Signori]] (rig).
Viene acquistato nel [[1958]] dalla Novese. Disputa 4 stagioni in maglia biancoceleste. Nel [[1961/62]] viene ceduto al [[Novara]]. Dopo una non felice esperienza alla [[Salernitana]], trova ospitalità alla Lazio e prende parte ad alcune amichevoli della stagione [[1963/64]].


'''Note:''' ammoniti [[Di Matteo Roberto|Di Matteo]], [[Fuser Diego|Fuser]] e [[Signori Giuseppe|Signori]] per la Lazio, Petruzzi e Cappioli per la Roma. Espulso al 74' Giannini.


'''Spettatori:''' 34.806 incasso 1.796.986.000 abbonati 39.087 quota 935.031.000
► [[Fumagalli Egidio|Clicca qui per continuare la lettura]]


Derby brutto, anzi bellissimo solo per la curva laziale, una macchia d' azzurro nello stadio addobbato in prevalenza dai coreografi romanisti. Derby sottosopra, come capita quando i presunti favoriti vengono storditi dalle chiacchiere d' avvicinamento; come capito' il 27 novembre scorso quando l' esagerata presunzione "zemaniana" si sgonfio' sotto tre bordate giallorosse. Stavolta, volendo restituire quella mortificazione senza sciupare l' ultima occasione stagionale di prestigio, da oltre due miliardi e settecento milioni d' incasso, il precettore boemo ha rinnegato se stesso fino a raggrumare una Lazio vagamente catenacciara, tanto collosa nel soffocamento centrocampistico quanto acuminata nei rovesciamenti del secondo tempo, cioe' dopo la prodezza apripista timbrata Casiraghi, cosi' terapeutica, cosi' tossica dentro l' organizzazione mazzoniana. D' altra parte, arrivata sotto tono all' appuntamento stracittadino di campionato n. 104, la Lazio si presenta subito ingannevole con un sostanziale 4 5 1 attendistico, laddove le ambizioni residue renderebbero forse plausibile quel tridente d' attacco delle giornate si' , per prendere coraggio, per ripristinare almeno una par condicio Sensi Cragnotti 1994 95. Ma assenti lontani Winter e Boksic, l' improvvisa revisione tattica fa intanto galleggiare un Signori ancora convalescente (a rischio?) quale supporto esterno degli interditori Venturin Di Matteo Fuser, mentre lo stesso Rambaudi scala volentieri ad aiutare Negro, impendendo le avanzate di Carboni; o rendendo pletoriche certe variazioni che prevedono alternativamente Balbo, Totti e Statuto come scattisti sul versante sinistro.
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[[Immagine:Polentes scudetto.jpg|thumb|left|180px|Luigi Polentes]]
[[image:22apr2011f.jpg||thumb|right|180px|In posa al Flaminio 1972]]
==Luigi Polentes==


► [[Domenica 23 aprile 1995 - Roma, stadio Olimpico - Roma-Lazio 0-2|Clicca qui per continuare la lettura]]
Difensore, nato a Vittorio Veneto (TV) il [[12 ottobre]] [[1944]] ed ivi deceduto il [[21 aprile]] [[2011]].

Veneto purosangue, Polentes cominciò a giocare a 15 anni nel San Giacomo, da dove passò subito al Vittorio, esordendo appena diciottenne in [[Serie C]], e giocandovi tre [[Campionato|campionati]]. Dopo due stagioni all'[[Empoli]] in [[Serie C|C]], nel [[1968]] passò al [[Perugia]], dove giocò due anni in [[Serie B]]. Acquistato nel [[1969]] nel mercato autunnale dalla società umbra, rimane alla Lazio 8 stagioni, dimostrandosi uno stopper di qualità e molto disciplinato nei compiti assegnatigli.

Con la Lazio colleziona 110 presenze, realizza una sola rete in [[Serie A]] il [[5 aprile]] [[1970]] a Verona ([[Domenica 5 aprile 1970 - Verona, stadio Bentegodi - Verona-Lazio 1-1|1-1 finale]]), ma contribuisce alla promozione della Lazio nel [[1971/72]] ed allo [[Scudetto]] del [[1973/74]]. Nel dicembre del [[1977]] si trasferisce al [[Modena]]. Dopo un anno, il ritorno al Vittorio Veneto, con due stagioni in Promozione, prima di ritirarsi nel [[1980]]. Terminata la carriera agonistica diviene viticoltore nella zona collinare di S. Martino di Colle Umberto che, soprattutto per la vendemmia, si trasforma in un luogo di festa fra tanti amici ed i suoi vini vengono apprezzati nel settore. Sposato con la sig.ra Stanilla, ha due figlie: Paola e Daniela che gli regaleranno 6 nipoti. Difensore roccioso, prima stopper e poi terzino. ''"Il più forte attaccante che ho incontrato era Boninsegna'' - raccontava - ''Stava fermo in area, ma se ti distraevi eri fritto"''.

La sua lealtà lo fece rispettare da tutti gli avversari. Una volta smesso, uscì dal calcio, anche se continuava a seguire le gesta del Vittorio, perché ''"quando faccio qualcosa mi piace farlo bene, e allora se mi stanco al lavoro, cosa posso insegnare alla sera sul campo di calcio?"''. Fondò con alcuni amici le Vecchie Stelle Rossoblù, il sodalizio degli ex calciatori vittoriesi, di cui fu presidente a lungo: quando l'associazione visse un momento difficile, lo richiamarono alla presidenza per rimetterlo in sesto. Lo fece, e se ne uscì di nuovo.


► [[Polentes Luigi|Clicca qui per continuare la lettura]]

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[[Immagine:Paolo_Pucci2.jpg|left|thumb|180px|Paolo Pucci]]
[[Immagine:Paolo Pucci.jpg|thumb|right|180px|Paolo Pucci]]
[[File:pucci4.jpg|thumb|left|180px|Un articolo tratto da "Sport Illustrato" del luglio 1957]]
==Paolo Pucci==

Nuotatore e pallanuotista. Nato a Roma il [[21 aprile]] [[1935]].

Inizia a nuotare a sedici anni quando frequenta l'istituto Pio IX. E' il suo insegnante di ginnastica, il professor Ventura, a invogliarlo a scendere in acqua. Nel [[1951]] è tesserato dalla S.S. Lazio Nuoto su indicazione dell'allenatore [[Candela Renato|Renato Candela]] mettendosi in evidenza nelle prime gare sui 100 stile libero.L'anno successivo si appassiona alla pallanuoto sotto la guida di [[De Giovanni Camillo|Camillo De Giovanni]] facendo il suo debutto come terzino nella seconda squadra nel vittorioso incontro con la rappresentativa dell'Aeronautica ( [[14 luglio]]) . Nel [[1953]], dopo appena due anni di piscina, vince il [[campionato]] Juniores nei 1500 metri con 21'54" e si classifica secondo nei 400 con 5'21". Si cimenta anche sul Tevere conquistando alla Bissolati un secondo posto ad un soffio dal vincitore Branco Zisek,mentre alla coppa Sannibale riesce ad assicurarsi il successo ([[8 settembre]]) . Due anni più tardi l'allenatore Enzo Zabberoni subentra a [[Candela Renato|Candela]], rimanendo entusiasta nel vederlo nuotare e profetizza per lui un futuro da grande "centista". Inizia così con Pucci-Zabberoni uno dei binomi più importanti della storia del nuoto italiano. Pucci, che si iscrive alla Facoltà di Chimica, preferisce comunque la pallanuoto ottenendo la sua prima convocazione in Nazionale. Il [[1956]] è l'anno della sua esplosione. Ai [[Campionato|Campionati]] invernali di Genova scende sotto il minuto nei 100 s.l. (59" 9), ai [[Campionato|Campionati]] di Società a Terni ottiene 59"4. Le ottime prestazioni lo portano alle Olimpiadi di Melbourne dove con la pallanuoto sfiora il podio, mancando la finale dei 100 s.l. pur segnando il suo nuovo personale di 58"3. Conquista con la Lazio il titolo di [[Campione d'Italia]] di pallanuoto.


► [[Pucci Paolo|Clicca qui per continuare la lettura]]


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Versione delle 09:05, 23 apr 2014

Il biglietto (giallino) in "Distinti Nord"
La rete di Casiraghi
Il biglietto (amaranto) in "Curva Nord"
Il rigore di Signori

Roma-Lazio 0-2 del 23 aprile 1995

Stagione

Turno precedente - Turno successivo

23 aprile 1995 - 2651 - Campionato di Serie A 1994/95 - XXVIII giornata

ROMA: Cervone, Aldair, Lanna, Statuto, Petruzzi, Carboni, Moriero, Piacentini (46' Cappioli), Balbo, Giannini, Totti (78' Maini). A disp.: Lorieri, Annoni, Benedetti. All. Mazzone.

LAZIO: Marchegiani, Negro, Nesta, Di Matteo, Bergodi, Chamot, Rambaudi (89' Di Vaio), Fuser, Casiraghi, Venturin, Signori (76' Gascoigne). A disp.: Orsi, Cravero, L.Colucci. All. Zeman.

Arbitro: Amendolia (Messina).

Marcatori: 30' Casiraghi, 71' Signori (rig).

Note: ammoniti Di Matteo, Fuser e Signori per la Lazio, Petruzzi e Cappioli per la Roma. Espulso al 74' Giannini.

Spettatori: 34.806 incasso 1.796.986.000 abbonati 39.087 quota 935.031.000

Derby brutto, anzi bellissimo solo per la curva laziale, una macchia d' azzurro nello stadio addobbato in prevalenza dai coreografi romanisti. Derby sottosopra, come capita quando i presunti favoriti vengono storditi dalle chiacchiere d' avvicinamento; come capito' il 27 novembre scorso quando l' esagerata presunzione "zemaniana" si sgonfio' sotto tre bordate giallorosse. Stavolta, volendo restituire quella mortificazione senza sciupare l' ultima occasione stagionale di prestigio, da oltre due miliardi e settecento milioni d' incasso, il precettore boemo ha rinnegato se stesso fino a raggrumare una Lazio vagamente catenacciara, tanto collosa nel soffocamento centrocampistico quanto acuminata nei rovesciamenti del secondo tempo, cioe' dopo la prodezza apripista timbrata Casiraghi, cosi' terapeutica, cosi' tossica dentro l' organizzazione mazzoniana. D' altra parte, arrivata sotto tono all' appuntamento stracittadino di campionato n. 104, la Lazio si presenta subito ingannevole con un sostanziale 4 5 1 attendistico, laddove le ambizioni residue renderebbero forse plausibile quel tridente d' attacco delle giornate si' , per prendere coraggio, per ripristinare almeno una par condicio Sensi Cragnotti 1994 95. Ma assenti lontani Winter e Boksic, l' improvvisa revisione tattica fa intanto galleggiare un Signori ancora convalescente (a rischio?) quale supporto esterno degli interditori Venturin Di Matteo Fuser, mentre lo stesso Rambaudi scala volentieri ad aiutare Negro, impendendo le avanzate di Carboni; o rendendo pletoriche certe variazioni che prevedono alternativamente Balbo, Totti e Statuto come scattisti sul versante sinistro.


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