Petrelli Sergio: differenze tra le versioni
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Inizia così l'avventura in biancoceleste che lo porterà ai massimi livelli della sua carriera, in un periodo di eccessi e di vittorie culminato con lo scudetto del [[Domenica 12 maggio 1974 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Foggia 1-0|12 Maggio 1974]]. |
Inizia così l'avventura in biancoceleste che lo porterà ai massimi livelli della sua carriera, in un periodo di eccessi e di vittorie culminato con lo scudetto del [[Domenica 12 maggio 1974 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Foggia 1-0|12 Maggio 1974]]. |
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Tuttavia anche alla Lazio la partenza è complicata; il primo anno gioca come riserva solo 9 spezzoni di partita, [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]] gli preferisce [[Facco Mario|Facco]]. Al secondo anno si parla già di una sua cessione ma l'infortunio di Facco rallenta le decisioni. |
Tuttavia anche alla Lazio la partenza è complicata; il primo anno gioca come riserva solo 9 spezzoni di partita, [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]] gli preferisce [[Facco Mario|Facco]]. Al secondo anno si parla già di una sua cessione ma l'infortunio di Facco rallenta le decisioni. |
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La svolta per emergere arriva per caso in un derby di [[Coppa Italia|Coppa Italia]] del [[Domenica 9 settembre 1973 - Roma - Roma-Lazio 0-0|9 Settembre 1973]]: partito da titolare riesce a contenere l'attacco di [[Pierino Prati|Prati]], l'idolo giallorosso |
La svolta per emergere arriva, per caso, in un derby di [[Coppa Italia|Coppa Italia]] del [[Domenica 9 settembre 1973 - Roma - Roma-Lazio 0-0|9 Settembre 1973]]: partito da titolare riesce a contenere l'attacco di [[Pierino Prati|Prati]], l'idolo giallorosso e a guadagnarsi la fiducia dell'allenatore. |
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Da lì in poi diventerà inamovibile nella stagione d'oro, un esemplare unico di difensore: [[Maestrelli Tommaso | Maestrelli]] confeziona per il suo numero due un ruolo su misura, marcatore e incursore allo stesso tempo. "El Pedro", questo il soprannome datogli dai tifosi laziali per la sua fama di abile pistolero, nato come ala riesce a sdoppiarsi mirabilmente divenendo il terzino destro, ma di piede mancino, dello scudetto. |
Da lì in poi diventerà inamovibile titolare nella stagione d'oro, un esemplare unico di difensore: [[Maestrelli Tommaso | Maestrelli]] confeziona per il suo numero due un ruolo su misura, marcatore e incursore allo stesso tempo. "El Pedro", questo il soprannome datogli dai tifosi laziali per la sua fama di abile pistolero, nato come ala, riesce a sdoppiarsi mirabilmente divenendo il terzino destro, ma di piede mancino, dello scudetto. |
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Per lui il grande calcio finisce in biancoceleste; dopo quattro stagioni, 65 presenze e 5 reti tra Campionato e Coppe, nell'estate del [[1976]], quando lo spirito di corpo della Lazio si sta pian piano sfaldando, Sergio si riavvicina a casa e scende in C con l'Anconitana. Poi scivola in quarta serie, nel Tortoreto, come allenatore-giocatore |
Per lui il grande calcio finisce in biancoceleste; dopo quattro stagioni, 65 presenze e 5 reti tra Campionato e Coppe, nell'estate del [[1976]], quando lo spirito di corpo della Lazio si sta pian piano sfaldando, Sergio si riavvicina a casa e scende in C con l'Anconitana. Poi scivola in quarta serie, nel Tortoreto, come allenatore-giocatore privo del patentino di Coverciano. |
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Nella stagione [[1978/79]] va all'Aquila dove terminerà la sua carriera nel [[1982]] a 38 anni. |
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Versione delle 16:03, 24 mar 2008


Difensore, nato ad Ascoli Piceno il 27 Luglio 1944 da un pilota dell'Aeronautica militare e una maestra elementare, secondo di quattro figli. Comincia a giocare a pallone a 14 anni, ad Ascoli, nella Del Duca Monte di Nove, mostrando agli arbitri la carta d'identità del fratello Corrado di 16 anni, età minima per giocare in prima categoria. Al terzo campionato, durante il quadrangolare finale di Torino, viene notato dai dirigenti della Juventus che lo vogliono nelle loro giovanili nelle quali Sergio vincerà due campionati Juniores. Tuttavia a 18 anni la società bianconera lo manda a farsi le ossa in serie C alla Carrarese; dopo un'apparizione nella Nazionale di serie C, nel 1965/66 viene rigirato in prestito al Pisa che a fine stagione verrà promossa in serie B grazie anche al bellissimo campionato di Petrelli coronato da 5 goal decisivi. L'anno successivo la Juventus lo manda al Verona, militante in serie cadetta: il primo anno è in prestito, il secondo è in comproprietà, il terzo è acquistato a titolo definitivo per un prezzo da record: 400 milioni di lire. Il Verona dello svedese Liedholm centra la serie A e a Petrelli giunge la chiamata di Marchini, nuovo presidente della Roma AS. Così nel 1969 è in giallorosso sotto la guida di Herrera con il quale però si trova in aperto contrasto non condividendone i metodi d'allenamento. Sarà "el mago" stesso, dopo tre stagioni, a volerlo mettere sul mercato. E' l'estate del 1972 e avviene un passaggio insolito ma indolore per i tifosi giallorossi: il difensore viene ceduto alla Lazio in cambio del portiere Sulfaro e di 18 milioni di lire. Inizia così l'avventura in biancoceleste che lo porterà ai massimi livelli della sua carriera, in un periodo di eccessi e di vittorie culminato con lo scudetto del 12 Maggio 1974. Tuttavia anche alla Lazio la partenza è complicata; il primo anno gioca come riserva solo 9 spezzoni di partita, Maestrelli gli preferisce Facco. Al secondo anno si parla già di una sua cessione ma l'infortunio di Facco rallenta le decisioni. La svolta per emergere arriva, per caso, in un derby di Coppa Italia del 9 Settembre 1973: partito da titolare riesce a contenere l'attacco di Prati, l'idolo giallorosso e a guadagnarsi la fiducia dell'allenatore. Da lì in poi diventerà inamovibile titolare nella stagione d'oro, un esemplare unico di difensore: Maestrelli confeziona per il suo numero due un ruolo su misura, marcatore e incursore allo stesso tempo. "El Pedro", questo il soprannome datogli dai tifosi laziali per la sua fama di abile pistolero, nato come ala, riesce a sdoppiarsi mirabilmente divenendo il terzino destro, ma di piede mancino, dello scudetto. Per lui il grande calcio finisce in biancoceleste; dopo quattro stagioni, 65 presenze e 5 reti tra Campionato e Coppe, nell'estate del 1976, quando lo spirito di corpo della Lazio si sta pian piano sfaldando, Sergio si riavvicina a casa e scende in C con l'Anconitana. Poi scivola in quarta serie, nel Tortoreto, come allenatore-giocatore privo del patentino di Coverciano. Nella stagione 1978/79 va all'Aquila dove terminerà la sua carriera nel 1982 a 38 anni.