Tozzi Barbosa Humberto: differenze tra le versioni
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Attaccante, nato in Brasile a Sao Cristovao (RJ) il [[4 febbraio]] [[1934]] e deceduto a Rio de Janeiro il [[17 aprile]] [[1980]]. Noto in Brasile come Humberto. |
Attaccante, nato in Brasile a Sao Cristovao (RJ) il [[4 febbraio]] [[1934]] e deceduto a Rio de Janeiro il [[17 aprile]] [[1980]]. Noto in Brasile come Humberto. |
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Cominciò la carriera nella squadra della sua città di nascita, dove restò dal [[1950]] al [[1953]], distinguendosi come implacabile goleador e ottenendo la convocazione per la Selezione brasiliana olimpica a Helsinki nel [[1952]]. Nel [[1953]] fu acquistato dal [[Palmeiras]] e per due volte vinse il titolo di capocannoniere del [[Campionato|campionato]] paulista, nel [[1953]] con 22 reti e nel [[1954]] con 36 reti, avendo come compagno di reparto Josè Altafini. [[Tessarolo Costantino|Costantino Tessarolo]] lo comprò nel [[1956]] e lo portò a Roma in cambio di una notevole somma. Il presidente dovette vincere la resistenza della Federazione italiana che pose obiezioni sull'incerto stato di oriundo del calciatore e finalmente il [[16 dicembre]] [[1956]] Humberto [[Domenica 16 dicembre 1956 - Milano, stadio San Siro - Milan-Lazio 3-2| |
Cominciò la carriera nella squadra della sua città di nascita, dove restò dal [[1950]] al [[1953]], distinguendosi come implacabile goleador e ottenendo la convocazione per la Selezione brasiliana olimpica a Helsinki nel [[1952]]. Nel [[1953]] fu acquistato dal [[Palmeiras]] e per due volte vinse il titolo di capocannoniere del [[Campionato|campionato]] paulista, nel [[1953]] con 22 reti e nel [[1954]] con 36 reti, avendo come compagno di reparto Josè Altafini. [[Tessarolo Costantino|Costantino Tessarolo]] lo comprò nel [[1956]] e lo portò a Roma in cambio di una notevole somma. Il presidente dovette vincere la resistenza della Federazione italiana che pose obiezioni sull'incerto stato di oriundo del calciatore e finalmente il [[16 dicembre]] [[1956]] Humberto [[Domenica 16 dicembre 1956 - Milano, stadio San Siro - Milan-Lazio 3-2|poté esordire]] in [[Milan]]-Lazio. Era la Lazio di [[Carver Jesse|Jesse Carver]] che si dibatteva sul fondo della classifica. Tozzi, in coppia con [[Selmosson Bengt Arne|Arne Selmosson]], divenne una delle punte più pericolose del torneo e contribuì al raggiungimento della terza posizione finale in [[Campionato|campionato]]. |
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Tozzi giocò nella Lazio per quattro stagioni e disputò 93 gare di [[Campionato|campionato]] e 11 di [[Coppa Italia]]. Nella prima stagione segnò 9 reti, nella seconda 7, nella terza 14 e nell'ultima 2. In [[Coppa Italia]] fece 10 reti in 9 partite nel [[1957/58]], contribuendo notevolmente [[Mercoledì 24 settembre 1958 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Fiorentina 1-0|alla vittoria finale del trofeo]] e 2 nell'anno successivo. I quattro anni di permanenza di Tozzi a Roma furono caratterizzati da una continua serie di problemi. Non andò d'accordo con nessun allenatore e non amava impegnarsi negli allenamenti. Ritardatario cronico e spesso affetto da più o meno presunte malattie, fu la disperazione di dirigenti e tifosi. Amante della bella vita, non dava importanza al denaro, salvo nel momento di trattare l'ingaggio. Le sue bizze lo resero inviso a molti compagni, ma di fronte ai suoi goal e a certe sue sublimi giocate, gli si perdonava tutto. Un impressionante senso del goal, uno scatto bruciante, una tecnica di matrice brasiliana, un dribbling stretto e secco e la potenza fisica (m 1,75, kg 76), lo resero tra i più ammirati campioni del periodo. Risentì molto della cessione di [[Selmosson Bengt Arne|Selmosson]] e il suo carattere s'incupì ulteriormente. Il comportamento che assumeva in campo a volte era sconcertante. |
Tozzi giocò nella Lazio per quattro stagioni e disputò 93 gare di [[Campionato|campionato]] e 11 di [[Coppa Italia]]. Nella prima stagione segnò 9 reti, nella seconda 7, nella terza 14 e nell'ultima 2. In [[Coppa Italia]] fece 10 reti in 9 partite nel [[1957/58]], contribuendo notevolmente [[Mercoledì 24 settembre 1958 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Fiorentina 1-0|alla vittoria finale del trofeo]] e 2 nell'anno successivo. I quattro anni di permanenza di Tozzi a Roma furono caratterizzati da una continua serie di problemi. Non andò d'accordo con nessun allenatore e non amava impegnarsi negli allenamenti. Ritardatario cronico e spesso affetto da più o meno presunte malattie, fu la disperazione di dirigenti e tifosi. Amante della bella vita, non dava importanza al denaro, salvo nel momento di trattare l'ingaggio. Le sue bizze lo resero inviso a molti compagni, ma di fronte ai suoi goal e a certe sue sublimi giocate, gli si perdonava tutto. Un impressionante senso del goal, uno scatto bruciante, una tecnica di matrice brasiliana, un dribbling stretto e secco e la potenza fisica (m 1,75, kg 76), lo resero tra i più ammirati campioni del periodo. Risentì molto della cessione di [[Selmosson Bengt Arne|Selmosson]] e il suo carattere s'incupì ulteriormente. Il comportamento che assumeva in campo a volte era sconcertante. |
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A titolo d'esempio, si può ricordare un Lazio-[[Bologna]] del [[21 dicembre]] [[1958]]: il [[Bologna]] passò in vantaggio al 45' con Pascutti. Quel giorno Tozzi non toccò letteralmente palla. Fermo sulla trequarti, era indifferente alle fasi del gioco e scansava ogni pallone che gli si avvicinava, insensibile ai fischi del pubblico e alle urla dell'allenatore [[Bernardini Fulvio|Fulvio Bernardini]]; sembrava in trance. Al 78' una palla vagante gli |
A titolo d'esempio, si può ricordare un Lazio-[[Bologna]] del [[21 dicembre]] [[1958]]: il [[Bologna]] passò in vantaggio al 45' con Pascutti. Quel giorno Tozzi non toccò letteralmente palla. Fermo sulla trequarti, era indifferente alle fasi del gioco e scansava ogni pallone che gli si avvicinava, insensibile ai fischi del pubblico e alle urla dell'allenatore [[Bernardini Fulvio|Fulvio Bernardini]]; sembrava in trance. Al 78' una palla vagante gli sbatté su una gamba; Humberto sembrò svegliarsi dal torpore e l'agganciò. In rapida sequenza dribblò l'intera difesa felsinea ed entrato in area, con una finta fece cadere il portiere e infilò in rete per il pareggio. La palla venne riportata a centro campo per la ripresa del gioco da parte del [[Bologna]], Tozzi se ne appropriò e replicando la stessa medesima azione, dette [[Domenica 21 dicembre 1958 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Bologna 2-1|la vittoria alla Lazio]] tra il tripudio dei tifosi e dei compagni. "[[Il Messaggero]]", nella cronaca sportiva del giorno dopo, titolò su nove colonne: "Humberto Tozzi, discusso ma grande". Il carattere, però, non può modificarsi e nel [[1959/60]] il giocatore cadde, presumibilmente, malato. Presumibilmente, in quanto non si conobbe mai il morbo che lo affliggeva. Si parlò persino di una grave malattia venerea, ma la verità non trapelerà mai. La Lazio, retrocessa in [[Serie B]], decise di privarsi del campione brasiliano e lo cedette al [[Torino]]. Tozzi riuscì a ottenere l'iperbolico ingaggio di 36 milioni, ma appena firmato il contratto, tornò in Brasile irrevocabilmente. |
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Fu ingaggiato dal [[Palmeiras]] con il quale vinse la Taça |
Fu ingaggiato dal [[Palmeiras]] con il quale vinse la La Taça Brasil (Coppa Brasile), quindi passò al Fluminense e più tardi al Portuguesa dove terminò la carriera. L'immensa classe del giocatore è avvalorata anche dalla sua partecipazione ai [[Campionato|Campionati]] del Mondo del [[1954]] in Svizzera (una presenza con espulsione nei quarti di finale contro l'Ungheria). Nella Nazionale verde-oro disputò in tutto 11 partite e segnò 3 reti. Quando smise di giocare, di Tozzi si persero le tracce. Quando morì, nel [[1980]], si parlò di misere condizioni economiche e di una vita di stenti. La Lazio nel [[1995]], in Brasile, disputò una partita a lui dedicata nel "Trofeo Humberto Tozzi" contro il [[Guarani]] e [[Martedì 13 giugno 1995 - Campinas, Estádio Brinco de Ouro da Princesa - Guarani-Lazio 2-3|si aggiudicò la coppa messa in palio vincendo per 3-2]], con doppietta di [[Casiraghi Pierluigi|Casiraghi]] e rete di [[Fuser Diego|Fuser]]. |
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Attaccante, nato in Brasile a Sao Cristovao (RJ) il 4 febbraio 1934 e deceduto a Rio de Janeiro il 17 aprile 1980. Noto in Brasile come Humberto.
Cominciò la carriera nella squadra della sua città di nascita, dove restò dal 1950 al 1953, distinguendosi come implacabile goleador e ottenendo la convocazione per la Selezione brasiliana olimpica a Helsinki nel 1952. Nel 1953 fu acquistato dal Palmeiras e per due volte vinse il titolo di capocannoniere del campionato paulista, nel 1953 con 22 reti e nel 1954 con 36 reti, avendo come compagno di reparto Josè Altafini. Costantino Tessarolo lo comprò nel 1956 e lo portò a Roma in cambio di una notevole somma. Il presidente dovette vincere la resistenza della Federazione italiana che pose obiezioni sull'incerto stato di oriundo del calciatore e finalmente il 16 dicembre 1956 Humberto poté esordire in Milan AC-Lazio. Era la Lazio di Jesse Carver che si dibatteva sul fondo della classifica. Tozzi, in coppia con Arne Selmosson, divenne una delle punte più pericolose del torneo e contribuì al raggiungimento della terza posizione finale in campionato.
Tozzi giocò nella Lazio per quattro stagioni e disputò 93 gare di campionato e 11 di Coppa Italia. Nella prima stagione segnò 9 reti, nella seconda 7, nella terza 14 e nell'ultima 2. In Coppa Italia fece 10 reti in 9 partite nel 1957/58, contribuendo notevolmente alla vittoria finale del trofeo e 2 nell'anno successivo. I quattro anni di permanenza di Tozzi a Roma furono caratterizzati da una continua serie di problemi. Non andò d'accordo con nessun allenatore e non amava impegnarsi negli allenamenti. Ritardatario cronico e spesso affetto da più o meno presunte malattie, fu la disperazione di dirigenti e tifosi. Amante della bella vita, non dava importanza al denaro, salvo nel momento di trattare l'ingaggio. Le sue bizze lo resero inviso a molti compagni, ma di fronte ai suoi goal e a certe sue sublimi giocate, gli si perdonava tutto. Un impressionante senso del goal, uno scatto bruciante, una tecnica di matrice brasiliana, un dribbling stretto e secco e la potenza fisica (m 1,75, kg 76), lo resero tra i più ammirati campioni del periodo. Risentì molto della cessione di Selmosson e il suo carattere s'incupì ulteriormente. Il comportamento che assumeva in campo a volte era sconcertante.
A titolo d'esempio, si può ricordare un Lazio-Bologna del 21 dicembre 1958: il Bologna passò in vantaggio al 45' con Pascutti. Quel giorno Tozzi non toccò letteralmente palla. Fermo sulla trequarti, era indifferente alle fasi del gioco e scansava ogni pallone che gli si avvicinava, insensibile ai fischi del pubblico e alle urla dell'allenatore Fulvio Bernardini; sembrava in trance. Al 78' una palla vagante gli sbatté su una gamba; Humberto sembrò svegliarsi dal torpore e l'agganciò. In rapida sequenza dribblò l'intera difesa felsinea ed entrato in area, con una finta fece cadere il portiere e infilò in rete per il pareggio. La palla venne riportata a centro campo per la ripresa del gioco da parte del Bologna, Tozzi se ne appropriò e replicando la stessa medesima azione, dette la vittoria alla Lazio tra il tripudio dei tifosi e dei compagni. "Il Messaggero", nella cronaca sportiva del giorno dopo, titolò su nove colonne: "Humberto Tozzi, discusso ma grande". Il carattere, però, non può modificarsi e nel 1959/60 il giocatore cadde, presumibilmente, malato. Presumibilmente, in quanto non si conobbe mai il morbo che lo affliggeva. Si parlò persino di una grave malattia venerea, ma la verità non trapelerà mai. La Lazio, retrocessa in Serie B, decise di privarsi del campione brasiliano e lo cedette al Torino AC. Tozzi riuscì a ottenere l'iperbolico ingaggio di 36 milioni, ma appena firmato il contratto, tornò in Brasile irrevocabilmente.
Fu ingaggiato dal Palmeiras con il quale vinse la La Taça Brasil (Coppa Brasile), quindi passò al Fluminense e più tardi al Portuguesa dove terminò la carriera. L'immensa classe del giocatore è avvalorata anche dalla sua partecipazione ai Campionati del Mondo del 1954 in Svizzera (una presenza con espulsione nei quarti di finale contro l'Ungheria). Nella Nazionale verde-oro disputò in tutto 11 partite e segnò 3 reti. Quando smise di giocare, di Tozzi si persero le tracce. Quando morì, nel 1980, si parlò di misere condizioni economiche e di una vita di stenti. La Lazio nel 1995, in Brasile, disputò una partita a lui dedicata nel "Trofeo Humberto Tozzi" contro il Guarani e si aggiudicò la coppa messa in palio vincendo per 3-2, con doppietta di Casiraghi e rete di Fuser.
Palmares
- 1
Coppa Italia (Lazio) nel 1957/58 - 1
Coppa del Presidente della Repubblica 1955/56
- Galleria Fotografica
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Un giovanissimo Humberto
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Humberto Tozzi è fotografato con il centravanti della Roma Dino Da Costa, anch'esso brasiliano
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L'arrivo di Humberto Tozzi a Roma, accolto entusiasticamente dai sostenitori laziali
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La figurina della serie "Record"
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Humberto Tozzi Barbosa
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Humberto Tozzi Barobosa
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Un'immagine del calciatore
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Una foto di Humberto Tozzi
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Humberto Tozzi
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Humberto Tozzi in azione
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Humberto Tozzi
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Una figurina di Humberto Tozzi
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Una figurina raffigurante il campione brasiliano
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Una figurina edizioni Lampo raffigurante Tozzi
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Una figurina di Tozzi edizioni Sport Napoli 1958/59
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Dalla rivista Football
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In questa foto del giugno 1957, Tozzi impara a fare il caffè nel comodo bar interno della sede di Via Frattina
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Tozzi insieme a Selmosson
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Tozzi in copertina insieme a Selmosson
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La copertina di una rivista sportiva brasiliana
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Tozzi con la maglia del Fluminense
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Mentre scende dalla scalatta dell'aereo (per gentile concessione di Lorenzo D'Amario)
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Mentre strige la mano al presidente Siliato
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Con l'autista Armando
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Nei pressi dello spogliatoio con Franco Carradori
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(per gentile concessione del http://www.ilmuseodellalazio.it/)
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(per gentile concessione del http://www.ilmuseodellalazio.it/)
- Articoli di giornale
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La pagina del Mundo Esportivo, del 20 maggio 1955, riferita alla trattativa per l'acquisto di Humberto Tozzi
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Dalla rivista Football
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Dal Corriere dello Sport del 18 febbraio 1956
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Un articolo di "O Mundo Ilustrado"
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Un altro articolo di "O Mundo Ilustrado"
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Da la "Revista de Esporte"
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Da la "Revista de Esporte"
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Da la "Revista de Esporte"
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Da la "Revista de Esporte"
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Da la "Revista de Esporte"
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Da la "Revista de Esporte"
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Da la "Revista de Esporte"
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Da la "Revista de Esporte"
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Da la "Revista de Esporte"
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Da la "Revista de Esporte"
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Da la "Revista de Esporte"
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Da la "Revista de Esporte"
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Da la "Revista de Esporte"
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Da la "Revista de Esporte"
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Da "Il Messaggero" del 19 aprile 1980
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