Salas Melinão José Marcelo: differenze tra le versioni

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[[Immagine:MSalas5.jpg|thumb|left|200px|Marcelo Salas]]
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Attaccante, nato a Temuco (Cile) il [[24 dicembre]] [[1974]], meglio noto come Marcelo Salas. Soprannominato "El Matador" per il caratteristico modo di esultare dopo un gol: un inchino simile a quello dei toreri nell'arena.

Attaccante, nato a Temuco (Cile) il [[24 dicembre]] [[1974]], meglio noto come Marcelo Salas. Soprannominato "El Matador" per il caretteristico modo di esultare dopo un gol: un inchino simile a quello dei toreri nell'arena.


Comincia nelle squadre giovanili del Santos Temuco in cui gioca dal [[1983]] al [[1991]]. Nell'estate del [[1991]] viene acquistato dall'Universidad de Chile dove rimane 2 stagioni nelle giovanili, per poi passare in prima squadra dove gioca, tra il [[1993]] e il [[1996]], 62 partite, mettendo a segno 49 reti in totale e vincendo due titoli di Prima Divisione e il trofeo assegnato al miglior giocatore cileno. Nelle stagioni [[1996/97]] e [[1997/98]] milita nella squadra argentina del [[River Plate]], che lo acquista per 3,7 milioni di dollari, e qui s'impone all'attenzione di tutti gli esperti giocando 53 gare con 24 reti totali. Vince due titoli nazionali di Apertura e uno di Chiusura e la Supercopa Sudamericana, dove segna una doppietta nella seconda partita della finale con il Sao Paolo, al Monumental del [[River Plate]] (vinta dagli argentini 2 a 1). Inoltre nel [[1997]] vince il corrispondente sudamericano del Pallone d'oro europeo come miglior giocatore di squadre di club oltre al trofeo come miglior giocatore del [[campionato]] argentino.
Comincia nelle squadre giovanili del Santos Temuco in cui gioca dal [[1983]] al [[1991]]. Nell'estate del [[1991]] viene acquistato dall'Universidad de Chile dove rimane 2 stagioni nelle giovanili, per poi passare in prima squadra dove gioca, tra il [[1993]] e il [[1996]], 62 partite, mettendo a segno 49 reti in totale e vincendo due titoli di Prima Divisione e il trofeo assegnato al miglior giocatore cileno. Nelle stagioni [[1996/97]] e [[1997/98]] milita nella squadra argentina del [[River Plate]], che lo acquista per 3,7 milioni di dollari, e qui s'impone all'attenzione di tutti gli esperti giocando 53 gare con 24 reti totali. Vince due titoli nazionali di Apertura e uno di Chiusura e la Supercopa Sudamericana, dove segna una doppietta nella seconda partita della finale con il Sao Paolo, al Monumental del [[River Plate]] (vinta dagli argentini 2 a 1). Inoltre nel [[1997]] vince il corrispondente sudamericano del Pallone d'oro europeo come miglior giocatore di squadre di club oltre al trofeo come miglior giocatore del [[campionato]] argentino.
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Nel Gennaio del [[1998]] il presidente laziale [[Cragnotti Sergio|Sergio Cragnotti]], che lo aveva ammirato nelle qualificazioni del Campionato del Mondo del [[1998]], lo strappa alla squadra argentina e lo porta in biancoceleste sotto la guida di [[Eriksson Sven Goran|Sven Goran Eriksson]]. A Roma rimane tre stagioni, gioca 79 partite e segna 34 reti in [[campionato]] e 48 reti in 117 gare totali. Nelle tre stagioni laziali vince una [[Supercoppa Italiana]], una [[Supercoppa Europea]] (in cui segna il goal della vittoria nella [[Venerdì 27 agosto 1999 - Montecarlo, stadio Louis II - Manchester United-Lazio 0-1|finale]] con il [[Manchester United]]), una [[Coppa Italia]], uno [[Scudetto]] e una [[Coppa delle Coppe]].
Nel Gennaio del [[1998]] il presidente laziale [[Cragnotti Sergio|Sergio Cragnotti]], che lo aveva ammirato nelle qualificazioni del Campionato del Mondo del [[1998]], lo strappa alla squadra argentina e lo porta in biancoceleste sotto la guida di [[Eriksson Sven Goran|Sven Goran Eriksson]]. A Roma rimane tre stagioni, gioca 79 partite e segna 34 reti in [[campionato]] e 48 reti in 117 gare totali. Nelle tre stagioni laziali vince una [[Supercoppa Italiana]], una [[Supercoppa Europea]] (in cui segna il goal della vittoria nella [[Venerdì 27 agosto 1999 - Montecarlo, stadio Louis II - Manchester United-Lazio 0-1|finale]] con il [[Manchester United]]), una [[Coppa Italia]], uno [[Scudetto]] e una [[Coppa delle Coppe]].


All'inizio della stagione [[2001/02]] la [[Juventus]], battendo la concorrenza del [[Real Madrid]] e del [[Valencia]], convince [[Cragnotti Sergio|Cragnotti]] a cedere il calciatore, in cambio di una considerevole cifra (circa 25 miliardi di lire e il centravanti [[Kovacevic Darko|Darko Kovacevic]]). A Torino il giocatore milita per 2 stagioni ma, anche a causa di un grave infortunio al ginocchio, gioca solo 18 gare con appena 2 reti all'attivo. Ciononostante contribuisce a far vincere ai bianconeri due [[Scudetto|Scudetti]] e una [[Supercoppa Italiana]]. La [[Juventus]], non credendo troppo nella ripresa fisica del giocatore, decide di dare in prestito il giocatore che torna in Argentina, dove lo accoglie di nuovo il [[River Plate]]. Con i Platensi gioca per 2 stagioni e totalizza 32 presenze, segnando 10 reti e vincendo il titolo nazionale di Chiusura. Nel [[2005]], dopo aver rescisso il contratto con la [[Juventus]], torna a giocare in Cile con la maglia della squadra che lo aveva lanciato, l'Universidad de Chile. Alla fine del [[2008]] annuncia il suo ritiro dal calcio. Attualmente ([[2013]]) è presidente e direttore sportivo del Unión Temuco, squadra cilena di Primera B.
All'inizio della stagione [[2001/02]] la [[Juventus]], battendo la concorrenza del [[Real Madrid]] e del [[Valencia]], convince [[Cragnotti Sergio|Cragnotti]] a cedere il calciatore, in cambio di una considerevole cifra (circa 25 miliardi di lire e il centravanti [[Kovacevic Darko|Darko Kovacevic]]). A Torino il giocatore milita per 2 stagioni ma, anche a causa di un grave infortunio al ginocchio, gioca solo 18 gare con appena 2 reti all'attivo. Ciononostante contribuisce a far vincere ai bianconeri due [[Scudetto|Scudetti]] e una [[Supercoppa Italiana]]. La [[Juventus]], non credendo troppo nella ripresa fisica del giocatore, decide di dare in prestito il giocatore che torna in Argentina, dove lo accoglie di nuovo il [[River Plate]]. Con i Platensi gioca per 2 stagioni e totalizza 32 presenze, segnando 10 reti e vincendo il titolo nazionale di Chiusura.

Nel [[2005]], dopo aver rescisso il contratto con la [[Juventus]], torna a giocare in Cile con la maglia della squadra che lo aveva lanciato, l'Universidad de Chile. Alla fine del [[2008]] annuncia il suo ritiro dal calcio.
Nel [[2008]] è fondatore, presidente e direttore sportivo del Unión Temuco - con il quale Salas raggiunse la Serie B cilena - dal [[2013]] l'ex attaccante fa parte del consiglio direttivo del Deportes Temuco, squadra storica del Cile con cui l'Uniòn si è fusa, assicurando maggiore stabilità economica al vecchio sodalizio; i risultati ottenuti da Marcelo, in veste di dirigente, tuttavia non sono eccezionali, dal momento che il suo club milita spesso in Seconda divisione, senza fare il salto di qualità fra le società cilene di primo livello.


Nella Nazionale cilena Salas ha giocato 70 partite, la prima nel [[1994]] e l'ultima nel novembre [[2007]], e ha segnato 37 reti, di cui alcune di grande importanza. È il calciatore cileno che ha segnato più volte per la sua nazionale. Marcelo Salas è stato un fuoriclasse assoluto. Non molto alto, m 1,74, ma massiccio muscolarmente, kg 76, ha unito ad un eccezionale senso del goal, una tecnica sopraffina, un tempismo perfetto nei colpi di testa, grandi doti acrobatiche e un'estrema combattività. Alcuni gesti tecnici, come lo stop di petto seguito da una disorientante finta di corpo, rimangono esemplari. Il tiro preciso e abbastanze potente con entrambi i piedi, gli ha permesso di segnare diversi goal dalla media distanza. In possesso di un dribbling stretto e di una solidità notevole anche in piena velocità, ha spesso servito ottimi assist ai compagni di reparto.
Nella Nazionale cilena Salas ha giocato 70 partite, la prima nel [[1994]] e l'ultima nel novembre [[2007]], e ha segnato 37 reti, di cui alcune di grande importanza. È il calciatore cileno che ha segnato più volte per la sua nazionale. Marcelo Salas è stato un fuoriclasse assoluto. Non molto alto, m 1,74, ma massiccio muscolarmente, kg 76, ha unito ad un eccezionale senso del goal, una tecnica sopraffina, un tempismo perfetto nei colpi di testa, grandi doti acrobatiche e un'estrema combattività. Alcuni gesti tecnici, come lo stop di petto seguito da una disorientante finta di corpo, rimangono esemplari. Il tiro preciso e abbastanza potente con entrambi i piedi, gli ha permesso di segnare diversi goal dalla media distanza. In possesso di un dribbling stretto e di una solidità notevole anche in piena velocità, ha spesso servito ottimi assist ai compagni di reparto.


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Immagine:MSalas6.jpg|Prima stagione laziale
File:SalasMatador.jpg
Immagine:Marcelo Salas a.jpg|L'esultanza del "Matador" dopo una marcatura
Immagine:MSalas2.jpg|Marcelo Salas|In una trasferta a Milano
Immagine:Salas_a.jpg|Marcelo Salas
Immagine:MSalas7.jpg|Nell'anno del Tricolore
Immagine:Salas.jpg|Marcelo Salas
Immagine:MSalas5.jpg|In posa per la Champions
Immagine:MSalas.jpg|Esultante con Matias Almeyda
Immagine:MSalas.jpg|Esultante con Matias Almeyda
Immagine:MSalas2.jpg|Marcelo Salas
Immagine:MSalas3.jpg|Salas-gol! Il grido di gioia...
Immagine:MSalas3.jpg|L'esultanza dopo una marcatura
Immagine:Marcelo Salas a.jpg|... poi la corsa sfrenata...
Immagine:MSalas4.jpg|L'esultanza dopo una marcatura
Immagine:Salas_a.jpg|... muovendo le braccia...
Immagine:MSalas6.jpg|Un'immagine dell'attaccante biancoceleste
Immagine:MSalas4.jpg|... per poi inginocchiarsi: El Matador!
Immagine:MSalas7.jpg|Una figurina del calciatore cileno
Immagine:Salas_despedida.jpg|Da "Olé" (Argentina) l'addio di Salas
Immagine:Salas_despedida.jpg|Da "Olé" (Argentina) l'addio di Salas
Immagine:Salasadios1.jpg|Da "La Cuarta" (Cile) l'addio di Salas <br> (Gent. conc. Sig. Francisco Marin)
Immagine:Salasadios1.jpg|Da "La Cuarta" (Cile) l'addio di Salas <br> (Gent. conc. Sig. Francisco Marin)
Immagine:Salasadios2.jpg|Da "El Mercurio" (Cile) l'addio di Salas <br> (Gent. conc. Sig. Francisco Marin)
Immagine:Salasadios2.jpg|Da "El Mercurio" (Cile) l'addio di Salas <br> (Gent. conc. Sig. Francisco Marin)
Immagine:Salasadios3.jpg|Da "El Mercurio" (Cile) l'addio di Salas <br> (Gent. conc. Sig. Francisco Marin)
Immagine:Salasadios3.jpg|Da "El Mercurio" (Cile) l'addio di Salas <br> (Gent. conc. Sig. Francisco Marin)
Immagine:11mar2017CDS1.jpg|Il Corriere dello Sport dell'11 marzo 2017 racconta una visita di Marcelo Salas al Centro Sportivo di Formello
Immagine:11mar2017CDS1.jpg|Il ritorno di Salas a Formello nel 2017
File:salaw.jpg|thumb|right|200px|Salas con Simone Inzaghi in una recente immagine
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Versione delle 02:04, 29 set 2022

Marcelo Salas
El Matador

Attaccante, nato a Temuco (Cile) il 24 dicembre 1974, meglio noto come Marcelo Salas. Soprannominato "El Matador" per il caratteristico modo di esultare dopo un gol: un inchino simile a quello dei toreri nell'arena.

Comincia nelle squadre giovanili del Santos Temuco in cui gioca dal 1983 al 1991. Nell'estate del 1991 viene acquistato dall'Universidad de Chile dove rimane 2 stagioni nelle giovanili, per poi passare in prima squadra dove gioca, tra il 1993 e il 1996, 62 partite, mettendo a segno 49 reti in totale e vincendo due titoli di Prima Divisione e il trofeo assegnato al miglior giocatore cileno. Nelle stagioni 1996/97 e 1997/98 milita nella squadra argentina del River Plate, che lo acquista per 3,7 milioni di dollari, e qui s'impone all'attenzione di tutti gli esperti giocando 53 gare con 24 reti totali. Vince due titoli nazionali di Apertura e uno di Chiusura e la Supercopa Sudamericana, dove segna una doppietta nella seconda partita della finale con il Sao Paolo, al Monumental del River Plate (vinta dagli argentini 2 a 1). Inoltre nel 1997 vince il corrispondente sudamericano del Pallone d'oro europeo come miglior giocatore di squadre di club oltre al trofeo come miglior giocatore del campionato argentino.

Nel Gennaio del 1998 il presidente laziale Sergio Cragnotti, che lo aveva ammirato nelle qualificazioni del Campionato del Mondo del 1998, lo strappa alla squadra argentina e lo porta in biancoceleste sotto la guida di Sven Goran Eriksson. A Roma rimane tre stagioni, gioca 79 partite e segna 34 reti in campionato e 48 reti in 117 gare totali. Nelle tre stagioni laziali vince una Supercoppa Italiana, una Supercoppa Europea (in cui segna il goal della vittoria nella finale con il Manchester United), una Coppa Italia, uno Scudetto e una Coppa delle Coppe.

All'inizio della stagione 2001/02 la Juventus, battendo la concorrenza del Real Madrid e del Valencia, convince Cragnotti a cedere il calciatore, in cambio di una considerevole cifra (circa 25 miliardi di lire e il centravanti Darko Kovacevic). A Torino il giocatore milita per 2 stagioni ma, anche a causa di un grave infortunio al ginocchio, gioca solo 18 gare con appena 2 reti all'attivo. Ciononostante contribuisce a far vincere ai bianconeri due Scudetti e una Supercoppa Italiana. La Juventus, non credendo troppo nella ripresa fisica del giocatore, decide di dare in prestito il giocatore che torna in Argentina, dove lo accoglie di nuovo il River Plate. Con i Platensi gioca per 2 stagioni e totalizza 32 presenze, segnando 10 reti e vincendo il titolo nazionale di Chiusura.

Nel 2005, dopo aver rescisso il contratto con la Juventus, torna a giocare in Cile con la maglia della squadra che lo aveva lanciato, l'Universidad de Chile. Alla fine del 2008 annuncia il suo ritiro dal calcio. Nel 2008 è fondatore, presidente e direttore sportivo del Unión Temuco - con il quale Salas raggiunse la Serie B cilena - dal 2013 l'ex attaccante fa parte del consiglio direttivo del Deportes Temuco, squadra storica del Cile con cui l'Uniòn si è fusa, assicurando maggiore stabilità economica al vecchio sodalizio; i risultati ottenuti da Marcelo, in veste di dirigente, tuttavia non sono eccezionali, dal momento che il suo club milita spesso in Seconda divisione, senza fare il salto di qualità fra le società cilene di primo livello.

Nella Nazionale cilena Salas ha giocato 70 partite, la prima nel 1994 e l'ultima nel novembre 2007, e ha segnato 37 reti, di cui alcune di grande importanza. È il calciatore cileno che ha segnato più volte per la sua nazionale. Marcelo Salas è stato un fuoriclasse assoluto. Non molto alto, m 1,74, ma massiccio muscolarmente, kg 76, ha unito ad un eccezionale senso del goal, una tecnica sopraffina, un tempismo perfetto nei colpi di testa, grandi doti acrobatiche e un'estrema combattività. Alcuni gesti tecnici, come lo stop di petto seguito da una disorientante finta di corpo, rimangono esemplari. Il tiro preciso e abbastanza potente con entrambi i piedi, gli ha permesso di segnare diversi goal dalla media distanza. In possesso di un dribbling stretto e di una solidità notevole anche in piena velocità, ha spesso servito ottimi assist ai compagni di reparto.



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