La "coscienza della Lazio": differenze tra le versioni

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[[image:arrivo_maestrelli71.jpg|right|200px|thumb|L'arrivo di Maestrelli a Tor di Quinto il 7 Giugno 1971]]
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Uscita con le ossa rotte dal campionato [[1970/71]] che aveva visto la Lazio retrocedere in [[Serie B]] e dopo innumerevoli diatribe fra la presidenza e l'allenatore, le strade di [[Lorenzo Juan Carlos|Lorenzo]] e [[Lenzini Umberto|Lenzini]] si divisero con l'esonero del trainer da parte del contestatissimo presidente.
Uscita con le ossa rotte dal campionato [[1970/71]] che aveva visto la Lazio retrocedere in [[Serie B]] e dopo innumerevoli diatribe fra la presidenza e l'allenatore, le strade di [[Lorenzo Juan Carlos|Lorenzo]] e [[Lenzini Umberto|Lenzini]] si divisero con l'esonero del trainer da parte del contestatissimo presidente.
Lenzini, dopo aver sondato il terreno con alcuni allenatori (Pugliese, Helenio Herrera, secondo i giornali) opta a sorpresa per [[Maestrelli Tommaso|Tommaso Maestrelli]] fresco anch'egli di retrocessione con il [[Foggia US|Foggia]] e, secondo la stampa ed i tifosi, nome di secondo piano nel panorama calcistico.
Lenzini, dopo aver sondato il terreno con alcuni allenatori (Pugliese, Helenio Herrera, secondo i giornali), opta a sorpresa per [[Maestrelli Tommaso|Tommaso Maestrelli]] fresco anch'egli di retrocessione con il [[Foggia US|Foggia]] e, secondo la stampa ed i tifosi, nome di secondo piano nel panorama calcistico.
La rottura del rapporto con Lorenzo aveva provocato, da parte dell'allenatore, numerose polemiche velenose che, alimentate dai giornali, avevano reso l'ambiente elettrico.
La rottura del rapporto con Lorenzo aveva provocato, da parte dell'allenatore, numerose polemiche velenose che, alimentate dai giornali, avevano reso l'ambiente elettrico.
A nulla valse la vittoria nella [[Venerdì 25 giugno 1971 - Basilea-Lazio 1-3|Coppa delle Alpi]] per stemperare gli animi surriscaldati che addensavano a [[Via Col di Lana]].
A nulla valse la vittoria nella [[Venerdì 25 giugno 1971 - Basilea-Lazio 1-3|Coppa delle Alpi]] per stemperare gli animi surriscaldati che si addensavano a [[Via Col di Lana]].
Malgrado un ottimo precampionato e la qualificazione in [[Coppa Italia]] (unica squadra di [[Serie B]] a qualificarsi) con una clamorosa [[Domenica 29 agosto 1971 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Roma 1-0|vittoria nel derby]], la ritrosia verso Maestrelli da parte di una frangia del tifo laziale non sembrava sopirsi, anzi montava giorno dopo giorno aspettando la scintilla giusta per accendere il fuoco della contestazione.
Malgrado un ottimo precampionato e la qualificazione in [[Coppa Italia]] (unica squadra di [[Serie B]] a qualificarsi) con una clamorosa [[Domenica 29 agosto 1971 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Roma 1-0|vittoria nel derby]], la ritrosia verso Maestrelli da parte di una frangia del tifo laziale non sembrava sopirsi, anzi montava giorno dopo giorno e si aspettava la scintilla giusta per accendere il fuoco della contestazione.


===I bidoni di Terni===
===I bidoni di Terni===
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[[Immagine:Bidoni.jpg|right|200px|thumb|I bidoni esposti a Terni]]
[[Immagine:Bidoni.jpg|right|200px|thumb|I bidoni esposti a Terni]]


Il momento buono per scatenare la prima contestazione avviene venerdi [[1 ottobre]], quando la squadra preannuncia uno sciopero per la trasferta di [[Domenica 3 ottobre 1971 - Terni, stadio Liberati - Ternana-Lazio 1-0|Terni]], con conseguente rifiuto di scendere in campo nel caso non siano pagate le spettanze ed i premi partita per la qualificazioni in Coppa.
Il momento buono per scatenare la prima contestazione avvenne venerdi [[1 ottobre]], quando la squadra preannuncia uno sciopero per la trasferta di [[Domenica 3 ottobre 1971 - Terni, stadio Liberati - Ternana-Lazio 1-0|Terni]], con conseguente rifiuto di scendere in campo nel caso non fossero state pagate le spettanze ed i premi partita per la qualificazioni in Coppa.
Il general manager [[Sbardella Antonio|Sbardella]] preannucia denunce alla Lega e sanzioni severe, assumendo un atteggiamento intransigente al quale si contrappone quello "buonista" di [[Lenzini Umberto|Lenzini]] che arriva a Sangemini la domenica mattina e salda le spettanze, creando un dissidio con quest'ultimo.
Il general manager [[Sbardella Antonio|Sbardella]] preannuciava intanto denunce alla Lega e sanzioni severe, assumendo un atteggiamento intransigente al quale si contrappose quello "buonista" di [[Lenzini Umberto|Lenzini]] che arrivò a Sangemini la domenica mattina e saldò le spettanze, creando un dissidio con il dirigente. Il neo capitano [[Wilson Giuseppe|Pino Wilson]] addirittura riconsegnò la fascia a Maestrelli dichiarandosi "non idoneo", ma l'allenatore reagì con fermezza bloccando il gesto sul nascere.
Intanto sabato [[2 ottobre]] vennero esposti 14 bidoni della spazzatura, numerati da uno a tredici più uno con la scritta "mister" fuori dal campo di allenamento dove sarebbe dovuta scendere la Lazio, che invece rimase chiusa in albergo a causa dell'ammutinamento dei giocatori.
Il neo capitano [[Wilson Giuseppe|Pino Wilson]] addirittura riconsegna la fascia a Maestrelli dichiarandosi "Non idoneo", ma l'allenatore reagisce con fermezza bloccando il gesto sul nascere.
Intanto sabato [[2 ottobre]] venivano esposti 14 bidoni della spazzatura, numerati da uno a tredici più uno con la scritta "mister" fuori dal campo di allenamento, dove sarebbe dovuta scendere la Lazio, che invece rimase chiusa in albergo a causa dell'ammutinamento dei giocatori.
Dapprima si pensò ad un gesto ironico dei tifosi locali, ma poi si scopri che i bidoni venivano da Roma.
Dapprima si pensò ad un gesto ironico dei tifosi locali, ma poi si scopri che i bidoni venivano da Roma.
Comunque il fatto fini su tutti i giornali scatenando l'ironia dei tifosi
Comunque il fatto fini su tutti i giornali scatenando l'ironia dei tifosi
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[[image:cont_maestrelli71.jpg|left|200px|thumb|Un momento della contestazione a Maestrelli nell'ottobre 1971]]
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[[image:cont71.JPG|right|200px|thumb|Dall'Unità del 6/10/71:la cronaca della contestazione al Flaminio]].
[[image:cont71.JPG|right|200px|thumb|Dall'Unità del 6/10/71:la cronaca della contestazione al Flaminio]].
Martedi [[5 ottobre]] i giocatori biancazzurri che si allenano allo [[Stadio Flaminio - Roma|stadio Flaminio]] vengono fatti oggetto di una violenta contestazione che costringe Maestrelli a sospendere la seduta e senza nessun timore va ad affrontare i tifosi inferociti iniziando a discutere con loro guardandoli negli occhi.
Martedi [[5 ottobre]] i giocatori biancazzurri che si allenavano allo [[Stadio Flaminio - Roma|stadio Flaminio]] vennero fatti oggetto di una violenta contestazione che costrinse Maestrelli a sospendere la seduta ma senza nessun timore andò ad affrontare i tifosi inferociti iniziando a discutere con loro guardandoli negli occhi.
La folla vuole le dimissioni di Lenzini, reo secondo loro, di essere la rovina della Lazio, ed invocano un nuovo presidente ed il ritorno di Lorenzo, che non ha mai smesso di inviare parole di fuoco a mezzo stampa.
La folla voleva le dimissioni di Lenzini reo, secondo loro, di essere la rovina della Lazio, per sostituirlo con un nuovo presidente ed il ritorno di Lorenzo, che intanto non smetteva di inviare parole di fuoco a mezzo stampa.
Lenzini da parte sua, pensa seriamente di lasciare la mano ad [[Ercoli Andrea|Ercoli]] o al dirigente delle minori [[Di Stefano Fabrizio|Di Stefano]].
Lenzini da parte sua, pensava seriamente di lasciare la mano ad [[Ercoli Andrea|Ercoli]] o al dirigente delle minori [[Di Stefano Fabrizio|Di Stefano]].
Inoltre le disastrose finanze della Lazio stanno convincendo il presidente a cedere [[Massa Giuseppe|Massa]] e anche [[Chinaglia Giorgio|Chinaglia]] per fare cassa, e la vicenda porta ancora più sconforto nell'ambiente laziale.
Inoltre le disastrose finanze della Lazio stavano convincendo il presidente a cedere [[Massa Giuseppe|Massa]] e [[Chinaglia Giorgio|Chinaglia]] per fare cassa, e la vicenda portò ancora più sconforto nell'ambiente laziale.
Sbardella denucia un settimanale sportivo, reo di avere scritto che era stato lo stesso direttore generale a bloccare la cessione di Chinaglia a luglio, quando era già tutto concordato con una squadra del nord.
Sbardella denuciò persino un settimanale sportivo, reo di avere scritto che era stato lo stesso direttore generale a bloccare la cessione di Chinaglia nel luglio precedente quando era già tutto concordato con una squadra del nord.
La situazione si fa giorno dopo giorno sempre più insostenibile.
La situazione nel frattempo si faceva giorno dopo giorno sempre più insostenibile.
Le contestazioni avvengono allo stadio con insulti all'uscita del presidente dallo stadio.
Le contestazioni avvenivano domenicalmente allo stadio con insulti all'uscita del presidente. Scritte offensive apparvero sui muri in città assieme a volantini firmati dal sedicente gruppo "La Coscienza della Lazio" che racchiudeva una parte degli oppositori alla dirigenza e all'allenatore.
In soccorso del presidente arrivarono i due fratelli [[Lenzini Aldo|Aldo]] ed [[Lenzini Angelo|Angelo]] che portano un po' di soldi freschi che scongiurarono cessioni eccellenti.
Scritte sui muri appaiono in città assieme a volantinaggi firmati dal sedicente gruppo "La Coscienza della Lazio" che racchiude una parte degli oppositori all'attuale dirigenza e all'allenatore.
Per aumentare la rosa a disposizione dell'allenatore si ricorse agli acquisti di due giocatori sulla via del tramonto: [[Facchin Carlo|Facchin]] e [[Moschino Giambattista|Moschino]].
In soccorso del presidente arrivano i due fratelli [[Lenzini Aldo|Aldo]] ed [[Lenzini Angelo|Angelo]] che portano un po' di soldi freschi che scongiurano cessioni eccellenti.
La Lazio comunque balbettava e non giocava bene. C'era malumore continuo anche se la squadra, in definitiva, non si allontanò mai dalle posizioni di vertice.
Per aumentare la rosa a disposizione dell'allenatore si ricorre agli acquisti di due giocatori sulla via del tramonto: [[Facchin Carlo|Facchin]] e [[Moschino Giambattista|Moschino]].
Maestrelli fu più volte contestato e rischiò l'esonero. La fermezza di Lenzini lo mise però al riparo da ogni pericolo.
La Lazio comunque balbetta e non gioca bene. C'è malumore continuo anche se la squadra non si allontana mai dalle posizioni di vertice.
Maestrelli è più volte contestato e più volte sull'orlo dell'esonero, ma la fermezza di Lenzini lo mette al riparo da ogni pericolo.


===Nostalgia di Lorenzo o Lorenzo deus ex machina ?===
===Nostalgia di Lorenzo o Lorenzo deus ex machina ?===
[[image:16feb72.jpg|left|200px|thumb|Dall'Unità del 16/2/72: La ribellione di Di Vincenzo]]
[[image:16feb72.jpg|left|200px|thumb|Dall'Unità del 16/2/72: La ribellione di Di Vincenzo]]
[[image:ciaolorenzo72.jpg|right|thumb|200px|Dal Corsport del 25/3/72:Lorenzo lascia l'Italia]]Ma chi c'è dietro a tutte queste contestazioni? Non si sa; è un mistero.
[[image:ciaolorenzo72.jpg|right|thumb|200px|Dal Corsport del 25/3/72:Lorenzo lascia l'Italia]]Ma chi c'era dietro a tutte queste contestazioni? Non fu mai chiarito. Nell'ambiente si vociferava che fosse stato Lorenzo, assieme ad alcuni dirigenti biancazzurri a manovrare i fili della contestazione facendo leva su alcuni capitifosi a lui fedeli.
La tifoseria smentì seccamente quest'ipotesi, ma il sospetto rimase e non si fece molto per chiarire la situazione. C'era anche la sensazione che in società si avesse una sorta di timore di qualche ritorsione se si fosse scavato a fondo sui mandanti.
Nell'ambiente si vocifera che sia Lorenzo, assieme ad alcuni dirigenti biancazzurri a manovrare i fili della contestazione facendo leva su alcuni capitifosi a lui fedeli.
L'inverno in casa biancoceleste fu duro per l'altalena di risultati e per le dure dichiarazioni di Lorenzo dopo ogni sconfitta.
Nella tifoseria è secca la smentita su Lorenzo, ma il sospetto è forte anche se non si indaga a fondo.
La squadra ne risentì e fu emblematica la ribellione del portiere [[Di Vincenzo Rosario|Di Vincenzo]] che ebbe un violento alterco con l'allenatore durante una partita di allenamento.
C'è la sensazione che in società si abbia una sorta di paura di qualche ritorsione se si scava a fondo sui mandanti.
Insomma si andò avanti così fino a primavera quando, il [[25 marzo]] [[1972]], Lorenzo accettò l'ingaggio di allenare il San Lorenzo de Almagro e fece ritorno in Argentina.
L'inverno in casa biancoceleste è duro per l'altalena di risultati e per le dichiarazioni di Lorenzo dopo ogni sconfitta.
Di colpo si calmarono le contestazioni e svanirono nel nulla anche i contestatori della Coscienza della Lazio.
La squadra ne risente ed è emblematica la ribellione del portiere [[Di Vincenzo Rosario|Di Vincenzo]] che ha un violento alterco con l'allenatore durante una partita di allenamento.
I buoni risultati della Lazio in lotta per la promozione fecero che la tifoseria si schierasse finalmente con Maestrelli e con la squadra mettendo così una pietra tombale su dissidi e contestazioni di ogni sorta.
Insomma si va avanti così fino a primavera quando, il [[25 marzo]] [[1972]], Lorenzo accetta l'ingaggio di allenare il San Lorenzo de Almagro e fa ritorno in Argentina.
Di colpo si calmano le contestazioni e svaniscono nel nulla anche i contestatori della Coscienza della Lazio.
I buoni risultati della Lazio in lotta per la promozione fanno si che la tifoseria si schieri con Maestrelli e la squadra mettendo una pietra tombale su dissidi e contestazioni di ogni sorta.





Versione delle 20:35, 9 feb 2011

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Estate 1971: un esonero mal digerito ed un arrivo non gradito

Dal Corsport: uno dei tanti litigi fra Lenzini e Lorenzo
L'arrivo di Maestrelli a Tor di Quinto il 7 Giugno 1971

Uscita con le ossa rotte dal campionato 1970/71 che aveva visto la Lazio retrocedere in Serie B e dopo innumerevoli diatribe fra la presidenza e l'allenatore, le strade di Lorenzo e Lenzini si divisero con l'esonero del trainer da parte del contestatissimo presidente. Lenzini, dopo aver sondato il terreno con alcuni allenatori (Pugliese, Helenio Herrera, secondo i giornali), opta a sorpresa per Tommaso Maestrelli fresco anch'egli di retrocessione con il Foggia e, secondo la stampa ed i tifosi, nome di secondo piano nel panorama calcistico. La rottura del rapporto con Lorenzo aveva provocato, da parte dell'allenatore, numerose polemiche velenose che, alimentate dai giornali, avevano reso l'ambiente elettrico. A nulla valse la vittoria nella Coppa delle Alpi per stemperare gli animi surriscaldati che si addensavano a Via Col di Lana 8. Malgrado un ottimo precampionato e la qualificazione in Coppa Italia (unica squadra di Serie B a qualificarsi) con una clamorosa vittoria nel derby, la ritrosia verso Maestrelli da parte di una frangia del tifo laziale non sembrava sopirsi, anzi montava giorno dopo giorno e si aspettava la scintilla giusta per accendere il fuoco della contestazione.

I bidoni di Terni

Dal Corriere dello Sport del 16 luglio 1971
I bidoni esposti a Terni

Il momento buono per scatenare la prima contestazione avvenne venerdi 1 ottobre, quando la squadra preannuncia uno sciopero per la trasferta di Terni, con conseguente rifiuto di scendere in campo nel caso non fossero state pagate le spettanze ed i premi partita per la qualificazioni in Coppa. Il general manager Sbardella preannuciava intanto denunce alla Lega e sanzioni severe, assumendo un atteggiamento intransigente al quale si contrappose quello "buonista" di Lenzini che arrivò a Sangemini la domenica mattina e saldò le spettanze, creando un dissidio con il dirigente. Il neo capitano Pino Wilson addirittura riconsegnò la fascia a Maestrelli dichiarandosi "non idoneo", ma l'allenatore reagì con fermezza bloccando il gesto sul nascere. Intanto sabato 2 ottobre vennero esposti 14 bidoni della spazzatura, numerati da uno a tredici più uno con la scritta "mister" fuori dal campo di allenamento dove sarebbe dovuta scendere la Lazio, che invece rimase chiusa in albergo a causa dell'ammutinamento dei giocatori. Dapprima si pensò ad un gesto ironico dei tifosi locali, ma poi si scopri che i bidoni venivano da Roma. Comunque il fatto fini su tutti i giornali scatenando l'ironia dei tifosi

Maestrelli e Lenzini i bersagli

Un momento della contestazione a Maestrelli nell'ottobre 1971
Dall'Unità del 6/10/71:la cronaca della contestazione al Flaminio

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Martedi 5 ottobre i giocatori biancazzurri che si allenavano allo stadio Flaminio vennero fatti oggetto di una violenta contestazione che costrinse Maestrelli a sospendere la seduta ma senza nessun timore andò ad affrontare i tifosi inferociti iniziando a discutere con loro guardandoli negli occhi. La folla voleva le dimissioni di Lenzini reo, secondo loro, di essere la rovina della Lazio, per sostituirlo con un nuovo presidente ed il ritorno di Lorenzo, che intanto non smetteva di inviare parole di fuoco a mezzo stampa. Lenzini da parte sua, pensava seriamente di lasciare la mano ad Ercoli o al dirigente delle minori Di Stefano. Inoltre le disastrose finanze della Lazio stavano convincendo il presidente a cedere Massa e Chinaglia per fare cassa, e la vicenda portò ancora più sconforto nell'ambiente laziale. Sbardella denuciò persino un settimanale sportivo, reo di avere scritto che era stato lo stesso direttore generale a bloccare la cessione di Chinaglia nel luglio precedente quando era già tutto concordato con una squadra del nord. La situazione nel frattempo si faceva giorno dopo giorno sempre più insostenibile. Le contestazioni avvenivano domenicalmente allo stadio con insulti all'uscita del presidente. Scritte offensive apparvero sui muri in città assieme a volantini firmati dal sedicente gruppo "La Coscienza della Lazio" che racchiudeva una parte degli oppositori alla dirigenza e all'allenatore. In soccorso del presidente arrivarono i due fratelli Aldo ed Angelo che portano un po' di soldi freschi che scongiurarono cessioni eccellenti. Per aumentare la rosa a disposizione dell'allenatore si ricorse agli acquisti di due giocatori sulla via del tramonto: Facchin e Moschino. La Lazio comunque balbettava e non giocava bene. C'era malumore continuo anche se la squadra, in definitiva, non si allontanò mai dalle posizioni di vertice. Maestrelli fu più volte contestato e rischiò l'esonero. La fermezza di Lenzini lo mise però al riparo da ogni pericolo.

Nostalgia di Lorenzo o Lorenzo deus ex machina ?

Dall'Unità del 16/2/72: La ribellione di Di Vincenzo
Dal Corsport del 25/3/72:Lorenzo lascia l'Italia

Ma chi c'era dietro a tutte queste contestazioni? Non fu mai chiarito. Nell'ambiente si vociferava che fosse stato Lorenzo, assieme ad alcuni dirigenti biancazzurri a manovrare i fili della contestazione facendo leva su alcuni capitifosi a lui fedeli.

La tifoseria smentì seccamente quest'ipotesi, ma il sospetto rimase e non si fece molto per chiarire la situazione. C'era anche la sensazione che in società si avesse una sorta di timore di qualche ritorsione se si fosse scavato a fondo sui mandanti. L'inverno in casa biancoceleste fu duro per l'altalena di risultati e per le dure dichiarazioni di Lorenzo dopo ogni sconfitta. La squadra ne risentì e fu emblematica la ribellione del portiere Di Vincenzo che ebbe un violento alterco con l'allenatore durante una partita di allenamento. Insomma si andò avanti così fino a primavera quando, il 25 marzo 1972, Lorenzo accettò l'ingaggio di allenare il San Lorenzo de Almagro e fece ritorno in Argentina. Di colpo si calmarono le contestazioni e svanirono nel nulla anche i contestatori della Coscienza della Lazio. I buoni risultati della Lazio in lotta per la promozione fecero sì che la tifoseria si schierasse finalmente con Maestrelli e con la squadra mettendo così una pietra tombale su dissidi e contestazioni di ogni sorta.