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► <b> Lazio-[[Inter]] 2-2 dell'[[11 marzo]] [[2000]] </b> |
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[[Immagine:Ugo_Longo_a.jpg|thumb|right|150px|Ugo Longo alza la Coppa Italia vinta nel 2004]] |
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► [[Longo Ugo|Ugo Longo]] |
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Presidente, nato a Caltanissetta il [[1 gennaio]] [[1941]], deceduto a Roma il [[14 marzo]] [[2009]]. |
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Laureato ''cum laude'' in Giurisprudenza presso l'Università di Palermo e Patrocinante in Cassazione. Avvocato penalista dal [[1967]], nel corso della sua carriera si è occupato di numerosi casi di rilevante importanza. Nel [[1980]] difese [[Cordova Franco|Franco Cordova]] e Stefano Pellegrini durante il processo per il [[Calcioscommesse 1980|Calcioscommesse]]. Successivamente si occupò di casi come il delitto dell'Olgiata, lo scandalo dei fondi neri del SISDE e Tangentopoli. Fu a capo della Procura antidoping del C.O.N.I dal [[1997]]. Durante il periodo delle indagini successive alle accuse di doping avanzate da [[Zeman Zdenek|Zdeněk Zeman]] si dimette denunciando l'impossibilità di portare avanti la propria attività in modo proficuo a causa della carenza di mezzi a disposizione dell'organismo. Nella sua funzione di avvocato di fiducia della famiglia Cragnotti ha l'opportunità di difendere gli interessi della società biancoceleste in diverse occasioni, come nel caso del passaporto di [[Veron Juan Sebastian|Juan Sebastian Veron]], nei casi di doping e nella querelle con il [[Chievo]] su Luciano-Eriberto e [[Manfredini Sisostri Christian José|Christian Manfredini]], e ne fa anche parte come componente del Consiglio di Amministrazione. Con il crac Cirio, società di [[Cragnotti Sergio|Sergio Cragnotti]], quest'ultimo è costretto a cedere la Lazio e Longo cura gli aspetti legali dell'operazione. |
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'''LAZIO:''' [[Marchegiani Luca|Marchegiani]], [[Negro Paolo|Negro]] (75' [[Inzaghi (II) Simone|S.Inzaghi]]), [[Nesta Alessandro|Nesta]], [[Mihajlović Siniša|Mihajlovic]], [[Pancaro Giuseppe|Pancaro]], [[Stankovic Dejan|Stankovic]], [[Sensini Roberto Nestor|Sensini]] (64' [[Sérgio Conceição (Paulo Sergio Merceneiro da Conceição)|Conceição]]), [[Simeone Diego Pablo|Simeone]] (46' [[Ravanelli Fabrizio|Ravanelli]]), [[Nedved Pavel|Nedved]], [[Veron Juan Sebastian|Veron]], [[Salas Melinão José Marcelo|Salas]]. A disposizione: [[Ballotta Marco|Ballotta]], [[Couto Silva Fernando Manuel|Couto]], [[Gottardi Guerino|Gottardi]], [[Mancini Roberto|Mancini]]. Allenatore: [[Eriksson Sven Goran|Eriksson]]. |
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'''INTER:''' [[Peruzzi Angelo|Peruzzi]], Simic, Blanc, Cordoba, Panucci, Cauet (75' [[Colonnese Francesco|Colonnese]]), [[Di Biagio Luigi|Di Biagio]], J.Zanetti, Seedorf, Zamorano (85' Mutu), Recoba (46' Serena). A disposizione: Ferron, Georgatos, Moriero, R.Baggio. Allenatore: Lippi. |
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'''Arbitro:''' Sig. Braschi (Prato) - Guardalinee Sigg. Mazzei e Puglisi - Quarto uomo Sig. Cerofolini. |
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'''Marcatori:''' 19' Recoba, 79' [[Di Biagio Luigi|Di Biagio]], 83' [[Inzaghi (II) Simone|S.Inzaghi]], 88' [[Pancaro Giuseppe|Pancaro]]. |
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► [[Sampdoria]]-Lazio 0-4 del [[14 marzo]] [[1998]] |
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'''Note:''' serata fresca, terreno in buone condizioni. Espulso al 40' Cordoba per fallo da ultimo uomo su [[Salas Marcelo Melinão|Salas]]. Ammoniti: [[Mihajlović Siniša|Mihajlovic]] per comportamento non regolamentare, Cauet per gioco falloso. Angoli 12-1 per la Lazio. Recuperi: 2' p.t., 3' s.t. |
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'''Spettatori:''' 66.491 di cui 36.757 abbonati per un incasso di £. 2.869.570.284. |
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[[Immagine:11mar00c.jpg|thumb|left|180px|Simone Inzaghi accorcia le distanze per i biancocelesti]] |
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[[Immagine:12mar2000b.jpg|thumb|180px|right|La rete del bomber piacentino in un altro fotogramma]] |
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'''SAMPDORIA:''' Ferron, Balleri, Hugo (64' Vergassola), [[Mihajlović Siniša|Mihajlovic]], Mannini, Laigle, Boghossian, Franceschetti (77' [[Pesaresi Emanuele|Pesaresi]]), [[Veron Juan Sebastian|Veron]] (73' Salsano), Montella, [[Signori Giuseppe|Signori]]. A disposizione: Ambrosio, Castellini, Scarchilli, Omam-Biyik. Allenatore: Boskov. |
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Il big-match dell'[[Stadio Olimpico - Roma|Olimpico]] vede i biancazzurri affrontare l'[[Internazionale FC|Inter]] terza in classifica. Già dall'avvio i laziali si portano in avanti impegnando non poco il portiere [[Peruzzi Angelo|Peruzzi]]. Solo grazie all'abilità dell'estremo difensore nerazzurro la Lazio non passa in vantaggio. Ma come spesso accade nel calcio, è la squadra che si difende a realizzare e l'[[Internazionale FC|Inter]] ci riesce grazie ad un potente sinistro di Recoba che non lascia scampo a [[Marchegiani Luca|Marchegiani]]. La Lazio, ferita, si porta in attacco con più veemenza ma in modo confusionario. Al 40' Cordoba viene espulso per un fallaccio su [[Salas Melinão José Marcelo|Salas]] lasciando l'[[Internazionale FC|Inter]] in dieci per il resto della gara. Prima dello scadere un rigore netto per atterramento di [[Negro Paolo|Negro]] da parte di [[Peruzzi Angelo|Peruzzi]] non viene concesso dall'arbitro. Lippi nel secondo tempo corre ai ripari e sostituisce Recoba con Serena. Arriva poi una rete per i biancazzurri ad opera di [[Salas Melinão José Marcelo|Salas]], ma l'arbitro annulla per fuorigioco. [[Eriksson Sven Goran|Eriksson]] butta così nella mischia [[Inzaghi (II) Simone|Simone Inzaghi]] ma il pareggio non arriva, anzi sono i nerazzurri a raddoppiare con l'ex [[Di Biagio Luigi|Di Biagio]]. Sembra ormai tutto perduto quando all'83° [[Inzaghi (II) Simone|Simone Inzaghi]] riapre la gara siglando da pochi passi la rete dell'1-2. I biancazzurri a questo punto sono indemoniati ed attaccano con 4-5 giocatori senza pausa ed all'88' vengono premiati grazie a [[Pancaro Giuseppe|Pancaro]] abile a sfruttare una ribattuta in mischia di [[Peruzzi Angelo|Peruzzi]]. Da segnalare che anche nella [[Sabato 30 ottobre 1999 - Milano, stadio Giuseppe Meazza - Inter-Lazio 1-1|gara di andata]] il giocatore aveva regalato alla Lazio il pareggio sempre allo scadere. A fine gara si conteranno 28 tiri in porta da parte della Lazio contro i 5 dell'[[Internazionale FC|Inter]], con almeno 15 pericolosi. La classifica vede però la [[Juventus FC|Juventus]] allontanarsi a quota 56 punti, la Lazio segue a 50 ed il [[Milan AC|Milan]] a 47. |
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'''LAZIO:''' [[Marchegiani Luca|Marchegiani]], [[Pancaro Giuseppe|Pancaro]] (67' [[Grandoni Alessandro|Grandoni]]), [[Nesta Alessandro|Nesta]] (56' [[Lopez Giovanni|G.Lopez]]), [[Negro Paolo|Negro]], [[Favalli Giuseppe|Favalli]], [[Gottardi Guerino|Gottardi]], [[Fuser Diego|Fuser]], [[Jugovic Vladimir|Jugovic]], [[Nedved Pavel|Nedved]], [[Mancini Roberto|R.Mancini]] (78' [[Marcolin Dario|Marcolin]]), [[Boksic Alen|Boksic]]. A disposizione: [[Ballotta Marco|Ballotta]], [[Rambaudi Roberto|Rambaudi]], [[Casiraghi Pierluigi|Casiraghi]]. Allenatore: [[Eriksson Sven Goran|Eriksson]]. |
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'''Arbitro:''' Sig. Messina (Bergamo). |
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[[La Gazzetta dello Sport]] titola: "[[Pancaro Giuseppe|Pancaro]] è l'incubo dell'[[Internazionale FC|Inter]]. L'[[Internazionale FC|Inter]] in 10 si fa rimontare due gol nel finale: il difensore colpisce ancora. La Lazio domina, ma al 19' Recoba porta in vantaggio i nerazzurri. Alla fine del primo tempo Braschi espelle Cordoba per un discusso fallo su [[Salas Melinão José Marcelo|Salas]]. [[Peruzzi Angelo|Peruzzi]] però è insuperabile, e quando [[Di Biagio Luigi|Di Biagio]] realizza il 2-0 la gara sembra chiusa. Ma prima [[Inzaghi (II) Simone|Inzaghi]] e poi [[Pancaro Giuseppe|Pancaro]] agguantano il pari: anche [[Sabato 30 ottobre 1999 - Milano, stadio Giuseppe Meazza - Inter-Lazio 1-1|all'andata]] il difensore aveva segnato allo scadere il gol dell'1-1". |
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'''Marcatori:''' 1' [[Jugovic Vladimir|Jugovic]], 53' [[Nedved Pavel|Nedved]], 65' [[Fuser Diego|Fuser]], 80' [[Fuser Diego|Fuser]]. |
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Continua la "rosea": |
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Vince la [[Juventus FC|Juventus]]. Lazio e [[Internazionale FC|Inter]], così diverse e così ugualmente eroiche, finiscono col pareggiare (2-2) una partita bellissima e con mille veleni nella coda. Braschi, l'arbitro che a Torino sullo 0-0 di [[Juventus FC|Juventus]]-[[Roma AS|Roma]] non vide un netto rigore per fallo di Tacchinardi su Delvecchio, è al centro di diverse decisioni sulle quali si potrà discutere all'infinito. Decisioni che hanno tuttavia la caratteristica di essere tutte in danno dell'[[Internazionale FC|Inter]]: dall'espulsione di Cordoba per presunto fallo da ultimo uomo su [[Salas Melinão José Marcelo|Salas]] sul finire del primo tempo, ai due gol del rocambolesco pareggio biancoceleste dopo l'uno-due di Recoba e [[Di Biagio Luigi|Di Biagio]], quando la partita è agli sgoccioli. Sul gol di [[Inzaghi (II) Simone|Inzaghi]] c'è [[Salas Melinão José Marcelo|Salas]] in fuorigioco (più passivo che attivo), su quello di [[Pancaro Giuseppe|Pancaro]] c'è uno scontro sospetto fra [[Inzaghi (II) Simone|Inzaghi]] e [[Peruzzi Angelo|Peruzzi]], mattatore della serata con i suoi prodigiosi interventi. Finisce con [[Nesta Alessandro|Nesta]] e Panucci che fanno quasi a capocciate, un peccato. I primi diciotto minuti della Lazio sono fantastici. [[Eriksson Sven Goran|Eriksson]] schiera [[Veron Juan Sebastian|Veron]] appena dietro [[Salas Melinão José Marcelo|Salas]], unica punta, in pratica sui piedi di [[Di Biagio Luigi|Di Biagio]], e l'argentino straripa distribuendo gioco ovunque, bene assecondato sulle corsie laterali da [[Stankovic Dejan|Stankovic]] e [[Nedved Pavel|Nedved]], sui quali Zanetti e Simic (più di Panucci) hanno il loro daffare. Ne scaturiscono sei occasioni da rete, che non sono chiarissime solo perché la difesa dell'[[Internazionale FC|Inter]], da [[Peruzzi Angelo|Peruzzi]] al lucido Blanc per finire coi due piè veloci Cordoba e Simic, è bene affiatata, così da metter sempre in difficoltà chi è chiamato a concludere, sia esso [[Nedved Pavel|Nedved]], [[Stankovic Dejan|Stankovic]] o [[Veron Juan Sebastian|Veron]]. [[Peruzzi Angelo|Peruzzi]] deve opporsi due volte al ceko, ma non sono miracoli. E' comunque un'[[Internazionale FC|Inter]] che subisce, perché Seedorf è nella morsa di [[Sensini Roberto Nestor|Sensini]], Cauet e [[Simeone Diego Pablo|Simeone]] si fronteggiano in un rotear di bulloni, a Zamorano e Recoba, che svaria da una fascia all'altra, non arriva un pallone giocabile. Diciotto minuti. Poi arriva il diciannovesimo, che sarebbe piaciuto a Helenio Herrera, tanto è letale il contropiede dell'[[Internazionale FC|Inter]]. |
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'''Note:''' espulso Balleri al 24' per un pugno dato a [[Nedved Pavel|Nedved]]. Ammoniti [[Nesta Alessandro|Nesta]] e [[Pancaro Giuseppe|Pancaro]] per gioco falloso, [[Marchegiani Luca|Marchegiani]] per comportamento non regolamentare. [[Marchegiani Luca|Luca Marchegiani]] ha parato un calcio di rigore battuto da Montella. |
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'''Spettatori:''' 27 mila circa dei quali 7.165 paganti per un incasso di Lire 302.380.000 ed abbonati 19.146 per una quota di Lire 424.676.660. |
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► <b> Alejandro Demaría (Alessandro De Maria) e la tripletta nel [[derby]] dell'[[11 marzo]] [[1934]] </b> |
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[[Immagine:14mar1998aa.jpg|thumb|left|180px|Il tocco di Vladimir Jugovic, al primo minuto di gioco...]] |
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[[Immagine:14mar1998ai.jpg|thumb|left|180px|Vladimir Jugovic festeggiato dai compagni dopo la marcatura]] |
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[[Immagine:14mar1998ac.jpg|thumb|right|180px|Pavel Nedved scocca il tiro del raddoppio]] |
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[[Immagine:14mar1998ad.jpg|thumb|left|180px|L'esultanza del centrocampista ceco]] |
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[[Immagine:14mar1998af.jpg|thumb|left|180px|L'esultanza del centrocampista biancoceleste]] |
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L'uragano Lazio soffia nel secondo tempo e sradica quel che rimane di una [[Sampdoria]] sbagliata: sbagliata da Boskov, che pensa di marcare [[Mancini Roberto|Mancini]], arretrato sulla linea dei centrocampisti, con Mannini e soprattutto che pensava essere possibile la coesistenza in attacco tra Montella e [[Signori Giuseppe|Signori]]; sbagliata dall'ineffabile Enrico Mantovani, il presidente che dopo una campagna acquisti (e soprattutto cessioni) assai poco equilibrata, ha scelto la settimana tra la quarta sconfitta consecutiva (a [[Stadio San Siro - Milano|San Siro]] con il [[Milan]]) e la quinta (ieri) per incontrare Luciano Spalletti, tecnico dell'[[Empoli]], ufficializzandone di fatto l'ingaggio per la prossima stagione. In un organismo di psicolabilità molto sviluppata, come quello doriano, questi sono episodi che non possono transitare senza lasciare effetti. Infatti, una squadra già sulle ginocchia sul piano fisico (eppure si diceva che Boskov, una volta preso il posto di Cesar Luis Menotti, aveva rifatto la preparazione atletica) non può anche permettersi di giocare in inferiorità numerica per 65 minuti (l'imbelle Balleri), essendo sotto di un gol fin dal primo minuto ([[Jugovic Vladimir|Jugovic]], di destro in area, su assist dal fondo di [[Gottardi Guerino|Gottardi]]). La Lazio è stata convincente nella ripresa: essenziale e chirurgica. Il contrario di ciò che era sembrata nel primo tempo. [[Eriksson Sven Goran|Eriksson]] temeva la [[Sampdoria]] più di quanto fosse lecito. Questa preoccupazione si desumeva dal 4-5-1 schierato in campo dal tecnico svedese - [[Boksic Alen|Boksic]] unica punta sostenuta dagli inserimenti di [[Fuser Diego|Fuser]], [[Jugovic Vladimir|Jugovic]] e [[Nedved Pavel|Nedved]] - che, pur determinandosi spazi nei quali sarebbe stato facile pedalare in discesa, veniva frenato da stranissimi pudori. |
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Attaccante, nato a Votorantim (Brasile) il [[19 giugno]] [[1904]] e deceduto a Santos il [[17 marzo]] [[1968]]. Noto in Italia come Alessandro De Maria e soprannominato "Trippa di ferro". |
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Dire che lo 0-1 del primo tempo fosse fittizio e ingannevole non è certo azzardato: sia perché la fine è nota; sia perché la [[Sampdoria|Samp]] ha esercitato una qualche pressione solo al 9' con Montella (anticipo su [[Marchegiani Luca|Marchegiani]], salvataggio di [[Favalli Giuseppe|Favalli]]). Il possesso di palla, poi, era sterile e confuso. Probabilmente la [[Sampdoria]] avrebbe perso anche con Balleri in campo. Diversamente, forse, sarebbe andata con Boghossian e Franceschetti in condizione e un [[Veron Juan Sebastian|Veron]] appena decente. [[Mihajlovic]], impacciato e prevedibile nel ruolo determinante di libero, ha provocato il dispetto dell'intera tifoseria blucerchiata con punizioni e calci d'angolo carichi di velleità. Ma non è stata certo la cosa più grave. Riprovevole, dal punto di vista comportamentale, è stata la manata, proprio sotto gli occhi del quarto uomo, di Balleri a [[Nedved Pavel|Nedved]], dopo che quest'ultimo era rotolato a terra ringhiando insieme a [[Veron Juan Sebastian|Veron]]. L'arbitro Messina, opportunamente, avrebbe lasciato correre (il contatto tra i due giocatori era infatti in via di estinzione) se sul ceko non fosse piombato Balleri, letteralmente fuori di senno. Boskov, a fine partita, ha chiesto alla società di provvedere in modo esemplare. Mantovani non dovrebbe sorvolare. Da quel momento in avanti i doriani hanno cercato, prima che il riequilibro del risultato, il riequilibrio delle forze in campo, sperando nei falli di [[Nesta Alessandro|Nesta]] o di [[Pancaro Giuseppe|Pancaro]] che, già ammoniti, avrebbero dovuto finire fuori. Messina è stato bravo a non farsi turlupinare. Ma ad inizio di ripresa, quando ha pescato [[Nesta Alessandro|Nesta]] in netto ritardo su Montella, non ha provveduto al secondo cartellino giallo per il difensore laziale. Si era ancora sullo 0-1 e, in pura teoria, la partita sarebbe stata recuperabile dalla [[Sampdoria]]. |
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Inizia l'attività nell'Independência di Rio Branco per passare al Corinthians nel [[1928]] dove và a costituire una forte coppia d'attaco di sinistra con [[Castelli Josè (Rato)|Josè Castelli]]. La sua prima partita con la maglia del Corinthians è il [[22 luglio]] [[1928]] per l'amichevole con l'America Rio disputata in occasione dell'inaugurazione dello Stadio Parque São Jorge. La partita si conclude 2-2 ma Demaría ha la soddisfazione di realizzare il momentaneo gol del vantaggio della propria squadra dopo solo 29 secondi dall'inizio del match. Si aggiudica tre [[Campionato|Campionati]] Paulista nel [[1928]], [[1929]] e [[1930]]. Al suo attivo anche 4 presenze con la Nazionale verdeoro impreziosite dalla relizzazione di 3 gol. Durante la stagione [[1931]] viene acquistato dalla Lazio insieme allo stesso [[Castelli Josè (Rato)|Castelli]] e al terzino [[Del Debbio Armando|Armando Del Debbio]]. Disputa 4 stagioni in maglia biancoceleste, collezionando 103 presenze e 30 reti in [[Campionato]]. |
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► [[Sabato 14 marzo 1998 - Genova, stadio Luigi Ferraris - Sampdoria-Lazio 0-4|Clicca qui per continuare la lettura]] |
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Versione delle 12:20, 14 mar 2014



Presidente, nato a Caltanissetta il 1 gennaio 1941, deceduto a Roma il 14 marzo 2009.
Laureato cum laude in Giurisprudenza presso l'Università di Palermo e Patrocinante in Cassazione. Avvocato penalista dal 1967, nel corso della sua carriera si è occupato di numerosi casi di rilevante importanza. Nel 1980 difese Franco Cordova e Stefano Pellegrini durante il processo per il Calcioscommesse. Successivamente si occupò di casi come il delitto dell'Olgiata, lo scandalo dei fondi neri del SISDE e Tangentopoli. Fu a capo della Procura antidoping del C.O.N.I dal 1997. Durante il periodo delle indagini successive alle accuse di doping avanzate da Zdeněk Zeman si dimette denunciando l'impossibilità di portare avanti la propria attività in modo proficuo a causa della carenza di mezzi a disposizione dell'organismo. Nella sua funzione di avvocato di fiducia della famiglia Cragnotti ha l'opportunità di difendere gli interessi della società biancoceleste in diverse occasioni, come nel caso del passaporto di Juan Sebastian Veron, nei casi di doping e nella querelle con il Chievo su Luciano-Eriberto e Christian Manfredini, e ne fa anche parte come componente del Consiglio di Amministrazione. Con il crac Cirio, società di Sergio Cragnotti, quest'ultimo è costretto a cedere la Lazio e Longo cura gli aspetti legali dell'operazione.
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► Sampdoria-Lazio 0-4 del 14 marzo 1998
Turno precedente - Turno successivo
14 marzo 1998 - 2.781 - Campionato di Serie A 1997/98 - XXV giornata
SAMPDORIA: Ferron, Balleri, Hugo (64' Vergassola), Mihajlovic, Mannini, Laigle, Boghossian, Franceschetti (77' Pesaresi), Veron (73' Salsano), Montella, Signori. A disposizione: Ambrosio, Castellini, Scarchilli, Omam-Biyik. Allenatore: Boskov.
LAZIO: Marchegiani, Pancaro (67' Grandoni), Nesta (56' G.Lopez), Negro, Favalli, Gottardi, Fuser, Jugovic, Nedved, R.Mancini (78' Marcolin), Boksic. A disposizione: Ballotta, Rambaudi, Casiraghi. Allenatore: Eriksson.
Arbitro: Sig. Messina (Bergamo).
Marcatori: 1' Jugovic, 53' Nedved, 65' Fuser, 80' Fuser.
Note: espulso Balleri al 24' per un pugno dato a Nedved. Ammoniti Nesta e Pancaro per gioco falloso, Marchegiani per comportamento non regolamentare. Luca Marchegiani ha parato un calcio di rigore battuto da Montella.
Spettatori: 27 mila circa dei quali 7.165 paganti per un incasso di Lire 302.380.000 ed abbonati 19.146 per una quota di Lire 424.676.660.







L'uragano Lazio soffia nel secondo tempo e sradica quel che rimane di una Sampdoria sbagliata: sbagliata da Boskov, che pensa di marcare Mancini, arretrato sulla linea dei centrocampisti, con Mannini e soprattutto che pensava essere possibile la coesistenza in attacco tra Montella e Signori; sbagliata dall'ineffabile Enrico Mantovani, il presidente che dopo una campagna acquisti (e soprattutto cessioni) assai poco equilibrata, ha scelto la settimana tra la quarta sconfitta consecutiva (a San Siro con il Milan AC) e la quinta (ieri) per incontrare Luciano Spalletti, tecnico dell'Empoli, ufficializzandone di fatto l'ingaggio per la prossima stagione. In un organismo di psicolabilità molto sviluppata, come quello doriano, questi sono episodi che non possono transitare senza lasciare effetti. Infatti, una squadra già sulle ginocchia sul piano fisico (eppure si diceva che Boskov, una volta preso il posto di Cesar Luis Menotti, aveva rifatto la preparazione atletica) non può anche permettersi di giocare in inferiorità numerica per 65 minuti (l'imbelle Balleri), essendo sotto di un gol fin dal primo minuto (Jugovic, di destro in area, su assist dal fondo di Gottardi). La Lazio è stata convincente nella ripresa: essenziale e chirurgica. Il contrario di ciò che era sembrata nel primo tempo. Eriksson temeva la Sampdoria più di quanto fosse lecito. Questa preoccupazione si desumeva dal 4-5-1 schierato in campo dal tecnico svedese - Boksic unica punta sostenuta dagli inserimenti di Fuser, Jugovic e Nedved - che, pur determinandosi spazi nei quali sarebbe stato facile pedalare in discesa, veniva frenato da stranissimi pudori.
Dire che lo 0-1 del primo tempo fosse fittizio e ingannevole non è certo azzardato: sia perché la fine è nota; sia perché la Samp ha esercitato una qualche pressione solo al 9' con Montella (anticipo su Marchegiani, salvataggio di Favalli). Il possesso di palla, poi, era sterile e confuso. Probabilmente la Sampdoria avrebbe perso anche con Balleri in campo. Diversamente, forse, sarebbe andata con Boghossian e Franceschetti in condizione e un Veron appena decente. Mihajlović Siniša, impacciato e prevedibile nel ruolo determinante di libero, ha provocato il dispetto dell'intera tifoseria blucerchiata con punizioni e calci d'angolo carichi di velleità. Ma non è stata certo la cosa più grave. Riprovevole, dal punto di vista comportamentale, è stata la manata, proprio sotto gli occhi del quarto uomo, di Balleri a Nedved, dopo che quest'ultimo era rotolato a terra ringhiando insieme a Veron. L'arbitro Messina, opportunamente, avrebbe lasciato correre (il contatto tra i due giocatori era infatti in via di estinzione) se sul ceko non fosse piombato Balleri, letteralmente fuori di senno. Boskov, a fine partita, ha chiesto alla società di provvedere in modo esemplare. Mantovani non dovrebbe sorvolare. Da quel momento in avanti i doriani hanno cercato, prima che il riequilibro del risultato, il riequilibrio delle forze in campo, sperando nei falli di Nesta o di Pancaro che, già ammoniti, avrebbero dovuto finire fuori. Messina è stato bravo a non farsi turlupinare. Ma ad inizio di ripresa, quando ha pescato Nesta in netto ritardo su Montella, non ha provveduto al secondo cartellino giallo per il difensore laziale. Si era ancora sullo 0-1 e, in pura teoria, la partita sarebbe stata recuperabile dalla Sampdoria.
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