Articolo del giorno

17 ottobre
Carlo Giovanni Colombo
Medico, professore di fisiologia. Nato a Oleggio (NO) il 12 agosto 1869 e deceduto a Roma il 17 ottobre 1918.
Laureato in medicina, fervente sostenitore della formazione fisica dei giovani dell'epoca. Studia a fondo il movimento "scouts" che sta nascendo in Inghilterra. Diviene famoso non tanto per la sua appartenenza alla S.P. Lazio come presidente della sezione ginnastica, bensi come autore, nel Gennaio 1912, dello "statuto" di una nuova associazione che chiama "Corpo Nazionale dei Giovani Esploratori Italiani" (Boy Scouts d'Italia) e "Unione Nazionale delle Giovinette Esploratrici Italiane" (Girl Scouts d'Italia). Con un gruppo di giovani escursionisti e ginnasti appartenenti alla Società Podistica Lazio, Colombo compie un esperimento, conclusosi nell'ottobre del 1912, ai prati della Farnesina a Roma: è un gran successo e da quell'iniziativa ha origine il Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani, ufficialmente fondato a Roma il 30 giugno 1913. Nell'Assemblea Generale della Lazio del febbraio 1913 viene eletto vicepresidente della Sezione Istruzione premilitare.
Parte per il fronte il 19 marzo 1917, assegnato come medico di una Compagnia Alpini in prima linea sul Monte Zugna dove è presente un piccolo ospedale militare e viene decorato con la medaglia di bronzo al valor militare. Una seconda d’argento sul Passo del Tonale e la croce di guerra per il coraggio e per l’abnegazione dimostrata. Alla fine di agosto del 1918 il ministero lo richiama a Roma per assistere al II Convegno Nazionale del Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani. Si mette subito in viaggio verso la capitale, ma è fortemente debilitato dalla febbre tifoide che lo porta alla morte due mesi più tardi all'ospedale del Celio a Roma. ► Clicca qui per continuare la lettura

Gabriella Grassi
esponsabile della Segreteria, nata a Cattolica (RN) il 17 ottobre.
Storica e competente responsabile della segreteria della Lazio dal 1969 al 2003. ► Clicca qui per continuare la lettura

Antonio Sbardella
Arbitro, nato a Palestrina (RM) il 17 ottobre 1925 e deceduto a Roma il 14 gennaio 2002. Portiere delle minori e Dirigente biancoceleste negli anni '70.
Negli anni '60 e '70 Antonio Sbardella e Concetto Lo Bello erano i due arbitri di punta del nostro Campionato. Due grandi arbitri, temprati pure da polemiche e discussioni che non mancavano anche allora, capaci di dar vita a una rivalità assai enfatizzata in un Paese come il nostro, sempre sensibile ai dualismi che i due protagonisti vissero sempre con grande rispetto e correttezza. Il top della sua carriera arbitrale, Sbardella lo raggiunge ai mondiali di Messico '70, quando diresse la finale per il terzo e quarto posto tra Uruguay e Germania, perchè gli azzurri di Valcareggi gli sbarrarono la strada della finalissima, che sarebbe spettata di diritto al direttore di gara, premiato con il Fischietto d'Oro come miglior arbitro del torneo.
Con la giacchetta comincia l'attività nel 1950, quando la frattura all'omero e alla clavicola gli preclude l'attività di portiere. A causa del suo carattere irruento, è ricordato come arbitro anche per episodi non molto felici, come il record di cinque espulsi della Turris nella gara contro la Reggina che scatena una violenta invasione di campo dei tifosi campani. A Palermo, invece, Sbardella subisce un vero e proprio assedio dopo la partita col Napoli, che sarà ricordata per il salvataggio da parte di un elicottero dei Carabinieri che preleva l'arbitro sul campo. A otto anni dal suo debutto arbitrale in Serie B (in Novara-Brescia) nel 1959, debutta in Serie A in Fiorentina-Atalanta. Cinque anni dopo, nel 1964, diventa internazionale. Al termine della stagione 1966/67, Sbardella ottiene il Premio Mauro quale migliore arbitro in attività. Complessivamente dirige 167 partite di Serie A e ben 70 incontri internazionali. Dopo vent'anni Sbardella conclude la sua carriera arbitrale e comincia quella di dirigente. ► Clicca qui per continuare la lettura
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