Rozzoni Orlando

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Una bella immagine di Orlando Rozzoni
Orlando Rozzoni
Una figurina di Rozzoni
Rozzoni in Nazionale Giovanile
Un'altra foto di Orlando Rozzoni
Un Rozzoni giovanissimo quando giocava con l'Atalanta
Juan Carlos Lorenzo e Rozzoni nel 1964
Rozzoni in allenamento
Rozzoni e Bernardini
Il telegramma di condoglianze inviato da LazioWiki
Il Corriere dello Sport del 10 agosto 2009

Attaccante, nato a Treviglio (BG) il 23 luglio 1937 ed ivi deceduto nella tarda serata del 7 agosto 2009.

Cominciò la sua carriera in una squadra minore di Treviglio (C.S. Trevigliese) legata all'Atalanta che lo prelevò nella stagione 1955/56. Esordì diciottenne in Serie A giocando 20 partite e mettendo a segno 4 reti. Alla fine della stagione passò alla Fiorentina ma il calciatore, chiuso da attaccanti fortissimi, riuscì a scendere in campo solo 9 volte segnando 3 reti. Nel 1957/58, ritenuto inutile dai dirigenti viola, si trasferì in provincia alla Spal dove restò due stagioni in Serie A giocando 38 partite totali e segnando 10 reti. La Lazio lo acquistò nel 1959/60 e a volerlo fu soprattutto Bernardini che sfruttò a pieno le capacità tecniche e agonistiche del giocatore.

Rozzoni s'impose all'attenzione dei critici e degli sportivi romani per le sue indubbie qualità e perchè s'integrava magnificamente con l'altro attaccante della squadra, il fortissimo brasiliano Tozzi. Potente e aggressivo il primo, tecnico e raffinato il secondo. Nella prima stagione disputò 25 partite e segnò 13 reti di cui addirittura due nella partita d'esordio al Flaminio contro il L.R. Vicenza l'11 ottobre 1959. L'anno seguente la Lazio retrocesse per la prima volta nella sua storia in Serie B dopo un pessimo campionato in cui Rozzoni giocò 30 partite segnando 12 reti. L'unica soddisfazione la Lazio l'ottenne nel derby del 19 marzo 1961 quando, reduce da tre sconfitte consecutive e con la Roma in vantaggio per 1-0, Rozzoni stesso, nel giro di tre minuti, prima pareggiò e poi mise a segno il goal della vittoria. Nel campionato 1961/62 con la Lazio in B Orlando Rozzoni riuscì a disputare 2 sole partite prima di essere ceduto il 17 ottobre all'Udinese. La cessione fu causata non da motivi tecnici ma economici; la Lazio infatti incassò ben 110 milioni di lire indispensabili per le sue esauste casse.

Nella squadra friulana, che giocava in Serie A, il giocatore lombardo scese in campo 20 volte segnando 9 reti. A furor di popolo l'anno successivo fu riacquistato dalla Lazio dove in 18 gare realizzò 10 reti, contribuendo al ritorno della squadra in A; un suo goal contro la Triestina fu giudicato dai critici e dai tecnici il più bel goal segnato in Italia quell'anno. La scarsità delle partite giocate fu dovuta a un gravissimo incidente patito contro il Como quando, in un tremendo scontro con il portiere lariano Geotti, si fratturò il ginocchio. Nel 1963/64 il calciatore stentò molto. La gravità dell'infortunio e la lunga assenza dai campi di gioco non gli permisero di essere risolutivo. Giocò infatti solo 15 gare e segnò 1 solo goal. Cominciò la parabola discendente del calciatore: Rozzoni infatti non si riprese mai completamente dall'infortunio subìto. Nel 1964/65 fu ceduto al Catania dove disputò 14 partite segnando 6 goal. Tornò ancora una volta alla Lazio l'anno successivo ma fu schierato solo 4 volte (anche a causa del rapporto non buono con l'allenatore Mannocci) e realizzò 1 rete. I due campionati seguenti (dal novembre 1966) lo videro tornare a Ferrara, dove fu schierato in tutto 32 volte con 8 reti totali. Nel 1968/69 il calciatore passò alla Ternana in Serie B: 17 furono le gare che disputò e 3 le reti. Terminata la carriera agonistica allenò il Montevarchi (C2 1978/79), Città di Castello (Interregionale 1981/82) e Pergocrema (C2 1983/84).

Orlando Rozzoni ha collezionato con la maglia biancoceleste 94 presenze e 37 reti in Campionato, 6 presenze e 5 reti in Coppa Italia.

Orlando Rozzoni è ancora considerato degno rappresentante di quella serie di centravanti che hanno reso lustro alla storia della Lazio. Pur ricordando per il tipo di gioco, per il suo agonismo, per la potenza dei suoi tiri sia di destro che di sinistro, per le sue doti acrobatiche nel colpire di testa, il grandissimo Piola, egli non ebbe di quest'ultimo la raffinata tecnica. Molto prestante fisicamente (m 1,86 per kg 83), ha posseduto una dote che caratterizza i grandi attaccanti: il senso del goal. A cavallo fra gli anni '50 e '60 il tifoso laziale, pur vivendo stagioni non particolarmente felici, si sentì rappresentato da questo generoso e forte calciatore affettuosamente soprannominato l'"Orlando Furioso". In più ebbe la fortuna e il merito di aver segnato goal decisivi alla Roma nei derby cittadini e questo contribuì alla sua popolarità.

Ha vissuto a Milano ed è stato uno dei più assidui frequentatori delle cene sociali che il Lazio club di Milano organizza periodicamente. Non a caso tale club ha intitolato a lui (quando era ancora in vita) e all'altro grande campione biancoceleste Garlaschelli la denominazione sociale. Muore alla vigilia del giorno in cui la sua Lazio si aggiudica la terza Supercoppa Italiana della sua storia.