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RCD Mallorca-Lazio 1-2 del 19 maggio 1999 - Supercoppa Europea 
19 maggio 1999 - Coppa delle Coppe 1998/99 - Finale
LAZIO: Marchegiani, Pancaro, Nesta, Mihajlovic, Favalli, D.Stankovic (56' Sergio Conceicao), R.Mancini (89' Fernando Couto), Almeyda, Nedved (84' Lombardo), Vieri, Salas. A disp. Ballotta, Negro, Gottardi, De La Peña. Allenatore: Eriksson.
REAL MALLORCA: Roa, Olaizola, Marcelino, Siviero, Soler, Lauren, Engonga, J.Stankovic, Ibagaza, Dani, Biagini (74' Paunovic). A disp. Cesar Galvez, Carreras, Carlos, C.Soler, Fernando Nino, Lopez. Allenatore: Cuper.
Arbitro: Sig. Benko (Austria).
Marcatori: 7' Vieri, 10' Dani, 81' Nedved.
Note: ammoniti Mihajlovic e Siviero per gioco scorretto, Vieri e Marchegiani per comportamento non regolamentare. Angoli 6-3 per il Maiorca.
Spettatori: 33.021 paganti.







L'ultima edizione della Coppa delle Coppe, a novantanove anni dalla sua Fondazione, è della Lazio che scrive, per la prima volta, il suo nome su una manifestazione europea. Ci pensa Nedved, spesso trascurato da Eriksson, a regalare il sogno alla tifoseria biancoceleste azzeccando, nel finale, un bolide che distrugge l'incubo Real Mallorca.
Impegnati ad onorare la cinquantesima finale d'una squadra italiana nelle manifestazioni europee, i biancazzurri premono subito contro i dirimpettai spagnoli, puntando sulle fasce per attivare l'accoppiata Favalli-Nedved o, in alternativa, Pancaro e Dejan Stankovic. Cadenze serrate, mentre gli spagnoli cedono volentieri il possesso palla e restano corti sui centrali Ibazaga-Engonga, che circondano soprattutto Mancini, collocato dietro l'attacco. Sorpresa internazionale, il club delle Baleari applica puntiglioso gli ordini di mister Cuper, ossessionato soprattutto dalla prepotenza fisica di Christian Vieri, che infatti s'arrampica nell'aria al primo spiovente di Pancaro e castiga Roa, pescandolo fuori porta.
Bella rete di testa, e vantaggio biancoceleste che però dura pochi minuti, lasciandosi banalmente raggiungere. Cortocircuito imbarazzante, con Biagini sfilato via all'ombra del nostro Stankovic lungo la corsia sinistra per favorire la sovrapposizione rasoterra di Soler. Nessuno chiude davanti a Marchegiani, che l'irrompente Dani trafigge sotto misura. L'effetto pare traumatizzante, aggravato dal successivo scontro aereo tra Siviero e Vieri, impegnati ad aggiudicarsi il solito lancio lungo che azzarda Almeyda. L'attaccante laziale ha la peggio e proseguirà bendato alla fronte fino all'intervallo. Così prendono quota gli avversari, con rapidi contropiede di cui è capace Ibagaza, verso Biagini e Dani, sempre bravi ad incrociarsi, sempre indigesti laddove dovrebbero dominare tanto Nesta quanto Mihajlovic.
Solo Vieri lotta allo spasimo, salvo vanificare (ancora di testa) una rara idea griffata Mancini. Va meglio il Mallorca, pieno di volontà e nerbo. Per fortuna Marchegiani s'oppone alla botta obliqua di Lauren, quando appare irreale la superiorità degli antagonisti. Ma da una strattonata che provoca Almeyda, lampeggia il k.o. che regala ai biancocelesti il primo trofeo internazionale e il ventiseiesimo per l'Italia che supera così l'Inghilterra ferma a 25. Prima Vieri, mattatore assoluto, carica la stangata fra un groviglio di maglie rossonere, poi, sul rimpallo, proprio Nedved fulmina Roa. Il ceco esulta come mai aveva fatto prima d'ora. Gli ultimi minuti sono spasmodici, con i laziali chiusi in difesa sostenuti da oltre 15.000 supporters giunti da Roma. Al triplice fischio la gioia contagia tutti e non sono poche le lacrime sul campo e sugli spalti.
La Gazzetta dello Sport titola: "Sei proprio forte, Lazio! Vieri di testa e capolavoro di Nedved: conquistata la prima coppa europea. La Lazio vince perchè è più forte e sa superare i momenti difficili. Segna subito con Vieri, ma appena 4' è raggiunta da Dani. Subisce il colpo ma regge: la gara è tesa, il Maiorca ben organizzato. Chi segna prima vince: e Nedved trova il gol partita."
Continua la "rosea": L'ultima coppa delle Coppe si sposa con la prima coppa europea della Lazio. Figlie femmine ("la" Coppa dei Campioni - Champions League) è il minimo che si possa augurare al club di Cragnotti, mentre quello maschio ("lo" scudetto) viene chiamato a gran voce da una curva impazzita, che festeggia l'alzata di coppa di capitan Nesta cantando "vinceremo il tricolor". Serata magnifica, per chi è laziale e per chi è sportivo: perché una stagione del genere, comunque finisca domenica, va incorniciata, e perché lo spettacolo dei giocatori italiani che vanno ad applaudire la curva spagnola, ricevendone in cambio un'ovazione, scioglie in piacere allo stato puro 90' di tensione mica da ridere. La Lazio vince perché è più forte del Maiorca - Real nella capacità di rintuzzare un'avversaria superiore -, e perché "tiene" con la testa i molti momenti nei quali il match rischia di sfuggirle. Eriksson ottiene molto da alcuni uomini, Vieri e Almeyda soprattutto, e pochino da altri, Mancini e Salas in primis. Ma di fronte a una squadra nel vero senso della parola, anche chi non è in serata sa stringere i denti per consentire ai baciati dalla grazia di emergere. E decidere. Il botta e risposta iniziale è di fortissimo impatto psicologico ed entrambe le squadre sono brave a superarlo, sia pure in modo diverso.
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