La "coscienza della Lazio"
PAGINA IN ALLESTIMENTO
Estate 1971: un esonero mal digerito ed un arrivo non gradito


Uscita con le ossa rotte dal campionato 1970/71 che aveva visto la Lazio retrocedere in Serie B e dopo innumerevoli diatribe fra la presidenza e l'allenatore, le strade di Lorenzo e Lenzini si divisero con l'esonero del trainer da parte del contestatissimo presidente. Lenzini, dopo aver sondato il terreno con alcuni allenatori (Pugliese, Helenio Herrera, secondo i giornali) opta a sorpresa per Tommaso Maestrelli fresco anch'egli di retrocessione con il Foggia e, secondo la stampa ed i tifosi, nome di secondo piano nel panorama calcistico. La rottura del rapporto con Lorenzo aveva provocato, da parte dell'allenatore, numerose polemiche velenose che, alimentate dai giornali, avevano reso l'ambiente elettrico. A nulla valse la vittoria nella Coppa delle Alpi per stemperare gli animi surriscaldati che addensavano a Via Col di Lana 8. Malgrado un ottimo precampionato e la qualificazione in Coppa Italia (unica squadra di Serie B a qualificarsi) con una clamorosa vittoria nel derby, la ritrosia verso Maestrelli da parte di una frangia del tifo laziale non sembrava sopirsi, anzi montava giorno dopo giorno aspettando la scintilla giusta per accendere il fuoco della contestazione.
I bidoni di Terni


Il momento buono per scatenare la prima contestazione avviene venerdi 1 ottobre, quando la squadra preannuncia uno sciopero per la trasferta di Terni con conseguente rifiuto di scendere in campo nel caso non siano pagate le spettanze ed i premi partita per la qualificazioni in Coppa. Il general manager Sbardella preannucia denunce alla lega e sanzioni severe, assumendo un atteggiamento intransigende al quale si contrappone quello "buonista" di Lenzini che arriva a Sangemini la domenica mattina e salda le spettanze, creando un dissidio con quest'ultimo. Il neo capitano Pino Wilson addirittura riconsegna la fascia a Maestrelli dichiarandosi "Non idoneo", ma l'allenatore reagisce con fermezza bloccando il gesto sul nascere. Intanto sabato 2 ottobre venivano esposti 14 bidoni della spazzatura numerati da uno a tredici più uno con la scritta "mister" fuori dal campo di allenamento, dove sarebbe dovuta scendere la Lazio, che invece rimase chiusa in albergo a causa dell'ammutinamento dei giocatori. Dapprima si pensò ad un gesto ironico dei tifosi locali, ma poi si scopri che i bidoni venivano da Roma. Comunque il fatto fini su tutti i giornali scatenando l'ironia dei tifosi
Maestrelli e Lenzini i bersagli
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Martedi 5 ottobre i giocatori biancazzurri che si allenano allo stadio Flaminio vengono fatti oggetto di una violenta contestazione che costringe Maestrelli a sospendere la seduta e senza nessun timore va ad affrontare i tifosi inferociti iniziando a discutere con loro guardandoli negli occhi. La folla vuole le dimissioni di Lenzini, reo secondo loro, di essere la rovina della Lazio, ed invocano un nuovo presidente ed il ritorno di Lorenzo, che non ha mai smesso di inviare parole di fuoco a mezzo stampa. Lenzini da parte sua, pensa seriamente di lasciare la mano ad Ercoli o al dirigente delle minori Di Stefano. Inoltre le disastrose finanze della Lazio stanno convincendo il presidente a cedere Massa e anche Chinaglia per fare cassa, e la vicenda porta ancora più sconforto nell'ambiente laziale. Sbardella denucia un settimanale sportivo, reo di avere scritto che era stato lo stesso direttore generale a bloccare la cessione di Chinaglia a luglio, quando era già tutto concordato con una squadra del nord. La situazione si fa giorno dopo giorno sempre più insostenibile. Le contestazioni avvengono allo stadio con insulti all'uscita del presidente dallo stadio. Scritte sui muri appaiono in città assieme a volantinaggi firmati dal sedicente gruppo "La coscienza Della Lazio" che racchiude una parte degli oppositori all'attuale dirigenza e all'allenatore. In soccorso del presidente arrivano i due fratelli Aldo ed Angelo che portano un pò di soldi freschi che scongiurano cessioni eccellenti. Per aumentare la rosa a disposizione dell'allenatore si ricorre agli acquisti di due giocatori sulla via del tramonto: Facchin e Moschino. La Lazio comunque balbetta e non gioca bene. C'è malumore continuo anche se non si allontana mai dalle posizioni di vertice. Maestrelli è più volte contestato e più volte sull'orlo dell'esonero, ma la fermezza di Lenzini lo mette al riparo da ogni pericolo.
Nostalgia di Lorenzo o Lorenzo deus ex machina ?
Ma chi c'è dietro a tutte queste contestazioni? Non si sa; è un mistero. Nell'ambiente si vocifera che sia Lorenzo, assieme ad alcuni dirigenti biancazzurri a manovrare i fili della contestazione facendo leva su alcuni capitifosi a lui fedeli. Nella tifoseria è secca la smentita su Lorenzo, ma il sospetto è forte anche se non si indaga a fondo. C'è la sensazione che in società si abbia una sorta di paura di qualche ritorsione se si scava a fondo sui mandanti. L'inverno in casa biancoceleste è duro per l'altalena di risultati, per le dichiarazioni di Lorenzo dopo ogni sconfitta. La squadra ne risente ed è emblematico la ribellione del portiere Di Vincenzo che ha un violento alterco con l'allenatore durante una partita di allenamento. Insomma si va avanti cosi fino a primavera quando, nel marzo 1972 Lorenzo accetta l'ingaggio di allenare il San Lorenzo de Almagro e fa ritorno in Argentina. Di colpo si calmano le contestazioni e svaniscono nel nulla anche i contestatori della coscienza della Lazio. I buoni risultati della Lazio in lotta per la promozione fanno si che la tifoseria si schieri con Maestrelli e la squadra mettendo una pietra tombale su dissidi e contestazioni di ogni sorta.