La "coscienza della Lazio"

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Estate 1971: un esonero mal digerito ed un arrivo non gradito

Maestrelli arriva a Roma accolto da Sbardella
L'arrivo di Maestrelli a Tor di Quinto il 7 Giugno 1971

Uscita con le ossa rotte dal campionato 1970/71 che aveva visto la Lazio retrocedere in Serie B e dopo innumerevoli diatribe fra la presidenza e l'allenatore, le strade di Lorenzo e Lenzini si divisero con l'esonero del trainer da parte del contestatissimo presidente. Lenzini, dopo aver sondato il terreno con alcuni allenatori (Pugliese, Helenio Herrera, secondo i giornali), opta a sorpresa per Tommaso Maestrelli fresco anch'egli di retrocessione con il Foggia e, secondo la stampa ed i tifosi, nome di secondo piano nel panorama calcistico. La rottura del rapporto con Lorenzo aveva provocato, da parte dell'allenatore, numerose polemiche velenose che, alimentate dai giornali, avevano reso l'ambiente elettrico. A nulla valse la vittoria nella Coppa delle Alpi per stemperare gli animi surriscaldati che si addensavano a Via Col di Lana 8. Malgrado un ottimo precampionato e la qualificazione in Coppa Italia (unica squadra di Serie B a qualificarsi) con una clamorosa vittoria nel derby, la ritrosia verso Maestrelli da parte di una frangia del tifo laziale non sembrava sopirsi, anzi montava giorno dopo giorno e si aspettava la scintilla giusta per accendere il fuoco della contestazione.

I bidoni di Terni

Dal Corriere dello Sport del 16 luglio 1971
I bidoni esposti a Terni

Il momento buono per scatenare la prima contestazione avvenne venerdi 1 ottobre, quando la squadra preannuncia uno sciopero per la trasferta di Terni, con conseguente rifiuto di scendere in campo nel caso non fossero state pagate le spettanze ed i premi partita per la qualificazioni in Coppa. Il general manager Sbardella preannuciava intanto denunce alla Lega e sanzioni severe, assumendo un atteggiamento intransigente al quale si contrappose quello "buonista" di Lenzini che arrivò a Sangemini la domenica mattina e saldò le spettanze, creando un dissidio con il dirigente. Il neo capitano Pino Wilson addirittura riconsegnò la fascia a Maestrelli dichiarandosi "non idoneo", ma l'allenatore reagì con fermezza bloccando il gesto sul nascere. Intanto sabato 2 ottobre vennero esposti 14 bidoni della spazzatura, numerati da uno a tredici più uno con la scritta "mister" fuori dal campo di allenamento dove sarebbe dovuta scendere la Lazio, che invece rimase chiusa in albergo a causa dell'ammutinamento dei giocatori. Dapprima si pensò ad un gesto ironico dei tifosi locali, ma poi si scopri che i bidoni venivano da Roma. Comunque il fatto fini su tutti i giornali scatenando l'ironia dei tifosi

Maestrelli e Lenzini i bersagli

Un momento della contestazione a Maestrelli nell'ottobre 1971
Dall'Unità del 6/10/71:la cronaca della contestazione al Flaminio

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Maestrelli affronta i tifosi

Martedi 5 ottobre i giocatori biancazzurri che si allenavano allo stadio Flaminio vennero fatti oggetto di una violenta contestazione che costrinse Maestrelli a sospendere la seduta ma senza nessun timore andò ad affrontare i tifosi inferociti iniziando a discutere con loro guardandoli negli occhi. La folla voleva le dimissioni di Lenzini reo, secondo loro, di essere la rovina della Lazio, per sostituirlo con un nuovo presidente ed il ritorno di Lorenzo, che intanto non smetteva di inviare parole di fuoco a mezzo stampa. Lenzini da parte sua, pensava seriamente di lasciare la mano ad Ercoli o al dirigente delle minori Di Stefano. Inoltre le disastrose finanze della Lazio stavano convincendo il presidente a cedere Massa e Chinaglia per fare cassa, e la vicenda portò ancora più sconforto nell'ambiente laziale. Sbardella denunciò persino un settimanale sportivo, reo di avere scritto che era stato lo stesso direttore generale a bloccare la cessione di Chinaglia nel luglio precedente quando era già tutto concordato con una squadra del nord. La situazione nel frattempo si faceva giorno dopo giorno sempre più insostenibile. Le contestazioni avvenivano domenicalmente allo stadio con insulti all'uscita del presidente. Scritte offensive apparvero sui muri in città assieme a volantini firmati dal sedicente gruppo "La Coscienza della Lazio" che racchiudeva una parte degli oppositori alla dirigenza e all'allenatore. In soccorso del presidente arrivarono i due fratelli Aldo ed Angelo che portano un po' di soldi freschi che scongiurarono cessioni eccellenti. Per aumentare la rosa a disposizione dell'allenatore si ricorse agli acquisti di due giocatori sulla via del tramonto: Facchin e Moschino. La Lazio comunque balbettava e non giocava bene. C'era malumore continuo anche se la squadra, in definitiva, non si allontanò mai dalle posizioni di vertice. Maestrelli fu più volte contestato e rischiò l'esonero. La fermezza di Lenzini lo mise però al riparo da ogni pericolo.

Nostalgia di Lorenzo o regista ?

Dall'Unità del 16/2/72: La ribellione di Di Vincenzo
Dal Corsport del 25/3/72:Lorenzo lascia l'Italia

Ma chi c'era dietro a tutte queste contestazioni? Non fu mai chiarito. Nell'ambiente si vociferava che fosse stato Lorenzo, assieme ad alcuni dirigenti biancazzurri a manovrare i fili della contestazione facendo leva su alcuni capitifosi a lui fedeli.

La tifoseria smentì seccamente quest'ipotesi, ma il sospetto rimase e non si fece molto per chiarire la situazione. C'era anche la sensazione che in società si avesse una sorta di timore di qualche ritorsione se si fosse scavato a fondo sui mandanti. L'inverno in casa biancoceleste fu duro per l'altalena di risultati e per le dure dichiarazioni di Lorenzo dopo ogni sconfitta. La squadra ne risentì e fu emblematica la ribellione del portiere Di Vincenzo che ebbe un violento alterco con l'allenatore durante una partita di allenamento. Insomma si andò avanti così fino a primavera quando, il 25 marzo 1972, Lorenzo accettò l'ingaggio di allenare il San Lorenzo de Almagro e fece ritorno in Argentina. Di colpo si calmarono le contestazioni e svanirono nel nulla anche i contestatori della Coscienza della Lazio. I buoni risultati della Lazio in lotta per la promozione fecero sì che la tifoseria si schierasse finalmente con Maestrelli e con la squadra mettendo così una pietra tombale su dissidi e contestazioni di ogni sorta.