Domenica 15 settembre 1957 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Bologna 4-3

Da LazioWiki.

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15 settembre 1957 - Campionato di Serie A 1957/58 - II giornata

LAZIO: Lovati, Molino, Eufemi, Carradori, Pinardi, Fuin, Lucentini, Tozzi, Vivolo, Selmosson, Muccinelli. All. Ciric.

BOLOGNA: Giorcelli, Rota, Bodi, Gasperi, Greco I, Pilmark, Cervellati, Maschio, Pivatelli, Vukas, Pascutti. All. Bencic.

Arbitro: sig. Bonetto di Torino.

Marcatori: 18' Greco I (aut), 24' Pivatelli, 26' Maschio, 28' Bodi (aut), 51' Vivolo, 63' Selmosson, 82' Vukas.

Note: giornata soleggiata; terreno buono. Numerosi incidenti in campo. Lovati dopo aver parato un rigore a Pivatelli all'87', è colpito da quest'ultimo con un calcio che gli provoca la frattura della mano. Subito dopo si scatena una rissa in campo e vengono espulsi prima Pivatelli e subito dopo Lucentini e Pascutti. Dopo la partita Roberto Lovati, con la mano fratturata, ha cercato Pivatelli per riappacificarsi, ma quest'ultimo ha respinto la mano tesa del portiere laziale. Due spettatori hanno invaso il campo tentando di aggredire l'arbitro Bonetto. Uno dei due, subito fermato, è riuscito a colpire il direttore di gara che, caduto a terra, si è poi rialzato prontamente. Per questi episodi la partita è stata sospesa per 4 minuti. Calci d'angolo 8 a 4 in favore della Lazio.

Spettatori: 60.000 per un incasso di 25 milioni di lire.

Partita bellissima e... giallissima quella tra Lazio e Bologna in un Olimpico baciato dal sole e da sessantamila spettatori. Sette gol, due pali degli ospiti, il rigore del possibile pareggio felsineo parato nel finale da Bob Lovati, e conseguente parapiglia determinato da Pivatelli che ha rotto la spalla del portiere laziale nel tentativo di ribadire in gol. E ancora un'altra doppia espulsione e un tentativo di aggressione all'arbitro Bonetto da parte di uno spettatore placcato in tempo dalle forze dell'ordine. Supplemento di lavoro per la Lega per esaminare il referto ma appare chiaro che la partita sia stata condotta a termine e non si possa parlare di sospensione, se non momentanea di quattro minuti poi tutti recuperati.

E' la cronaca a dire già tutto, con una sarabanda di reti da brivido. Lazio aiutata sì da due autogol, il primo per una deviazione improvvida di Greco dopo un'incursione travolgente di Selmosson, il secondo di Bodi su tiro radente di Vivolo. Nel mezzo i due gol degli ospiti, siglati da un guizzo con tiro al volo di Pivatelli e da una bordata da fuori area di rara precisione di Maschio. E' l'esperto Vukas quello che incanta di più, suo il palo che farebbe meritare qualcosa di più agli ospiti a fine primo tempo.

Ma è soprattutto il gioco del calcio a essere onorato. Il motto di entrambe le squadre è: "Primo darle". Non aspettare insomma. E il bollettino di gara è zeppo di occasioni da rete. Nella ripresa però parte meglio la Lazio, a segno con Vivolo che sbuca indisturbato a onorare da due passi una travolgente triangolazione tra Tozzi e Muccinelli. Poi il primo vero "giallo" del match: una conclusione di Vukas che coglie l'angolo basso dell'incrocio dei pali di Lovati e fa gridare al gol. L'arbitro Bonetto, autentico protagonista in negativo del match (dicono le cronache che sia straricco di famiglia e neanche si alleni bene in settimana per mantenere il posto), prima indica il centrocampo e poi si fa convincere dal guardalinee che il pallone non è entrato (e in effetti non lo era) e fa riprendere il gioco con una rimessa dal fondo.

Arriva splendido il quarto gol firmato da "Raggio di luna": un'autentica apparizione in area, gioco di gambe e pallone imparabile nell'angolino opposto. Tifosi laziali in visibilio ma... il Bologna, nonostante le assenze, non è certo squadra da arrendersi: da azione d'angolo sbuca il solito Vukas a risolvere la faccenda e siamo sul 4-3. Ora gli ospiti vanno a mille, Lovati deve superarsi e sfila a lato una pericolosa conclusione di Maschio. Infine su cross di Gasperi, Eufemi tocca il pallone con la mano in maniera del tutto involontaria ma l'arbitro decreta il rigore. Il momento è topico, l'Olimpico in subbuglio perché il fischietto ha negato in precedenza almeno due penalty alla Lazio per altrettanti placcaggi di Bodi ai danni di Tozzi. Ma qui accade l'incredibile: Lovati sembra voltare le spalle al dischetto, quasi una forma di disimpegno, di protesta, ma in realtà è Pivatelli che cerca di fare il furbo, anticipando la rincorsa prima che il portiere lo guardi. Calcia però con troppa sicurezza e troppo piano, convinto di aver buggerato Lovati che invece sia pur sorpreso riesce a ribattere col piede e poi a buttarsi sul pallone per abbrancarlo. Pivatelli si comporta da autentico killer, gli va dritto addosso e gli colpisce spalla e mano, fratturandogli un dito. Un gesto bruttissimo che l'arbitro non può che punire con l'espulsione. Come punirà anche Pascutti e Lucentini protagonisti di una scazzottata ai margini della mischia creatasi. Mischia in cui tenterà di entrare anche uno dei due spettatori che hanno invaso il campo per avventarsi contro l'arbitro, placcato a stento da quattro carabinieri.

Bonetto recupererà i minuti trascorsi e fischierà la fine senza ulteriori palpiti, con Vivolo tra i pali al posto di Lovati portato via in barella. Le polemiche proseguiranno negli spogliatoi, dove emergeranno la classe e la signorilità di Lovati, che tranquillizzerà Pivatelli, redarguito anche dal suo presidente Dall'Ara, con una stretta di mano. Il portiere dovrà restar fuori un mese ma la Lazio si gode la vittoria, legittima se non proprio meritata, applaudendo gli sprazzi di un rinato Fuin e aspettando che Selmosson e Pinardi spicchino definitivamente il volo. Consensi per un Vivolo uomo-ovunque e per il grande lottatore Tozzi.