Domenica 18 maggio 1997 - Milano, stadio Giuseppe Meazza – Milan-Lazio 2-2

Da LazioWiki.

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Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1996/97 - 32ª giornata - Milan-Lazio 2-2

MILAN: Pagotto, Eranio, Costacurta (80' Daino), Maldini, Coco (46' Tassotti), Boban, Desailly, Albertini, Blomqvist, Dugarry, R.Baggio (84' Weah). n.e. S.Rossi, Reiziger, Vukotic. All. Sacchi.

LAZIO: Marchegiani, Negro, Nesta, Chamot, Favalli, Gottardi (72' Rambaudi), Fuser, Venturin, Nedved, Casiraghi (53' Signori), Protti. n.e. Orsi, Fish, Grandoni, Marcolin, Piovanelli. All. Zoff.

Arbitro: Sig. Pairetto (Nichelino).

Marcatori: 41' Weah, 56' Boban (aut), 64' Weah, 86' Nedved.

Note: ammoniti Nesta, Casiraghi e Nedved per gioco scorretto. Espulso Fuser al 28' s.t. per proteste.

Spettatori: circa 49.000, dei quali 3.249 paganti per un incasso di lire 134.823.000. Abbonati 45.355, per una quota di lire 1.305.002.832.

Nedved esulta dopo il suo goal che vale il 2-2
Protti protesta

La Gazzetta dello Sport titola: "Un'autorete di Boban e una rete di Nedved riequilibrano nel secondo tempo la sfida di San Siro. Solito Milan, veleno Lazio. Il pari non serve a Sacchi, ma tiene in Uefa Zoff che si arrabbia per un gol annullato. Il Milan resta lontano dall'Europa, la Lazio invece è salda al quarto posto. Due volte in vantaggio con Weah, i rossoneri sciupano tutto nel finale quando erano in superiorità numerica"

Continua la "rosea": Un pareggio inutile. Perché questo 2-2 con la Lazio allontana ulteriormente il Milan dall'Europa. Con due sole partite a disposizione, almeno tre squadre da superare, ma soprattutto ben cinque punti da rosicchiare a chi occupa il sesto posto (al momento Bologna e Udinese in coppia), soltanto una serie incrociata di risultati favorevoli potrebbe garantire ai rossoneri ciò che in fondo non meritano, alla luce di quanto hanno fatto, o meglio non hanno fatto, durante tutto il campionato. L'ultimo capitolo di un brutto romanzo da dimenticare in fretta, in fondo è il riassunto fedele di quanto si è già visto nelle puntate precedenti. Bravo a portarsi due volte in vantaggio, con altrettanti splendidi colpi di testa di Weah, il Milan sciupa tutto nel finale, non riuscendo neppure a sfruttare, e per di più sul 2-1, il vantaggio di giocare con un uomo in più nell'ultimo quarto d'ora abbondante, dopo l'espulsione di Fuser. E il fatto che nel tabellino dei tiri in porta figurino due traverse, è un alibi che regge fino ad un certo punto. Più dei singoli episodi, negli occhi resta infatti l'immagine di una squadra svuotata di energie mentali e fisiche, che procede a strappi, sospinta da alcuni stranieri (Weah e Desailly su tutti), e frenata da altri (Dugarry e Blomqvist), mentre tra gli italiani non bastano la generosità di Eranio e la grinta di Maldini per difendere un successo importantissimo. Di fronte a questo contraddittorio Milan, la Lazio ha il grave torto di giocare soltanto un tempo, il secondo, dopo essersi inspiegabilmente, ma colpevolmente, astenuta nei primi 45', quelli in cui, anche per mancanza di avversari, la truppa di Sacchi regala pericolose illusioni ai suoi tifosi.

Così, malgrado siano costretti a giocare con una difesa rivoluzionata con Eranio a destra, Coco a sinistra, Costacurta e Maldini al centro, in assenza di Baresi (per squalifica) e Vierchowod (per infortunio), i rossoneri nei primi tre quarti d'ora non sono mai infastiditi da Casiraghi e Protti. E anzi sono i quattro difensori della Lazio, da destra a sinistra Negro, Nesta, Chamot e Favalli a vacillare in più di una occasione. Non tanto per colpa di Dugarry che gira a vuoto, o di Baggio che tende a giocare alle spalle e non al fianco del francese, bensì per la spinta di Eranio e Boban dalla destra, che costringono sulla difensiva Nedved, o per la grinta di Desailly che impegna severamente Venturin, mentre Albertini fa il regista arretrato incrociando spesso Fuser. Ci sarebbe poi Blomqvist sulla sinistra, nel settore dove Zoff preferisce inizialmente Gottardi a Rambaudi, ma lo svedese conferma i suoi impacci, e così il Milan su quella fascia non è mai pericoloso. Salvata al 16' dalla traversa, su cui sbatte una terrificante bordata di Desailly da 20 metri, la Lazio dopo l'uscita di Baggio per infortunio che lascia il suo posto a Weah, va al riposo in svantaggio proprio per colpa del primo pallone appena sfiorato, di testa, da Weah su punizione di Albertini. Niente da dire, perché il Milan merita l'1-0, e anzi soltanto il palo nega il raddoppio a Boban in avvio di ripresa. Ma dopo l'ingresso di Tassotti al posto dell'acciaccato Coco sulla sinistra, la Lazio si sveglia quando Signori subentra a Casiraghi. Finalmente in partita, la squadra biancoceleste schiaccia il Milan e al primo tiro nello specchio della porta trova il gol, anzi l'autogol visto che Boban spiazza Pagotto, deviando il tiro-cross di Favalli. Ma proprio nel suo primo momento difficile, il Milan rialza la testa che è quella di Weah, splendido nel suo stacco su lancio di Eranio, col pallone che entra in porta dopo aver toccato il palo alla destra di Marchegiani.

La benzina e le idee dei rossoneri finiscono qui, perché poi si vede soltanto la Lazio, con un vivace Rambaudi al posto di Gottardi dal 27', un minuto prima del contestatissimo gol annullato per fuorigioco a Chamot, che devia alle spalle di Pagotto un tiro di Fuser, così arrabbiato da farsi espellere per proteste. Perso anche Costacurta per infortunio, con il giovane Daino in mezzo al campo e Desailly dietro, il Milan va in affanno e Signori, smarcato da Rambaudi tutto solo davanti a Pagotto, riesce a farsi bloccare la conclusione. Altri cinque minuti, ed ecco il pareggio, a quel punto più che meritato, con una punizione di Nedved che infila Pagotto. E così la Lazio può continuare a strizzare l'occhio all'Europa, mentre il Milan le dice, quasi definitivamente, addio.


Dal Corriere della Sera:

Adesso che tutto sta per esaurirsi (il campionato, l'avventura di Sacchi in rossonero, le speranze europee, con Bologna e Udinese cinque punti avanti), il Milan ha riscoperto di essere una squadra, che sa ancora divertire. Però nemmeno questo è bastato a superare la Lazio, che ha sonnecchiato nel primo tempo, ma che, quando si è svegliata, ha rimontato due volte l'avversario e ha allontanato il Milan dalla zona-Uefa, in maniera quasi definitiva. Che i rossoneri si avviassero ad una stagione senza nemmeno la ciliegina finale, era quasi scontato, però ora la realtà è dura da accettare. Con Zoff, invece, la Lazio continua ad essere una macchina da punti: 28 in quattordici partite. E, visti i risultati, proprio non si capisce perché Zoff non possa continuare ad allenare. Il Milan, che dopo dodici minuti ha ritrovato il tifo degli ultrà (si sono accontentati di insultare il solo Galliani), era partito con Dugarry-Baggio in attacco e Weah in panchina, per scelta tecnica (Zoff aveva rinunciato a Signori, preferendo Protti a fianco di Casiraghi). I rossoneri non hanno perso tempo a schiacciare la Lazio, sostenuti da un centrocampo poderoso e da Desailly, in giornata di massima ispirazione (traversa al 15'), al contrario di Dugarry, spento e impreciso. Però davanti alla porta di Marchegiani non c'era la cattiveria, che servirebbe quando si ha l'acqua alla gola. E per trovare il gol, che Baggio aveva sfiorato, con una soluzione dalla distanza al 34', bisognava aspettare il 41'. Weah aveva appena preso il posto di Baggio, fermato da una contrattura agli adduttori (stagione finita) e questo scatenava poi l'ira di Sacchi: "Sostituivo Roberto per tutelarlo, perché aveva problemi agli adduttori. Chi mi criticava ne ha avuta la prova. Ma gli asini non imparano mai". Weah, in centocinquanta secondi, stendeva la Lazio, con un gran colpo di testa su un'uscita imperfetta di Marchegiani. Era il premio meritato ad un primo tempo, nel quale si era mosso (bene) soltanto il Milan.

A giudicare dal gioco della Lazio nella ripresa, si può intuire che Zoff abbia alzato la voce nell'intervallo; Sacchi era stato costretto a cambiare Coco (risentimento alla coscia destra) con Tassotti (a sinistra) e la prima occasione era ancora del Milan (palo di Boban, uno dei migliori), prima che l'ingresso di Signori, al posto di Casiraghi in giornata negativa, desse più incisivitò alla Lazio. Però il gol del pareggio arrivava da una deviazione di Boban, su conclusione di sinistro di Favalli, sulla quale Pagotto nulla poteva fare. Qui la Lazio prendeva ulteriore slancio, la velocità degli uomini di Zoff metteva in difficoltà il Milan, che però riusciva a riportarsi in avanti con un altro colpo di testa di Weah, che lo riconciliava con il pubblico di San Siro; tutti in piedi per salutare la prodezza del liberiano, un gol come ai vecchi tempi, che riaccendeva le speranze europee del Milan. Mancavano ventisei minuti alla fine, Zoff aspettava il 27' per mandare in campo Rambaudi, al posto di Gottardi, diligente, ma frenato. La velocità del nuovo entrato aumentava la pericolosità della Lazio, che trovava subito il gol (28'): su lancio profondo di Fuser, Chamot scattava in posizione regolare (tenuto in gioco da Weah) e metteva fuori causa Pagotto. Il guardalinee Zucchini correva verso il centro del campo, ma Pairetto annullava il gol per un fuorigioco che la moviola confermava regolare. Parole grosse, frasi pesanti intorno a Pairetto, Fuser gli metteva una mano addosso e l'arbitro, che non è Bazzoli (Atalanta-Parma), estraeva il rosso. Ma nemmeno in dieci, la Lazio si arrendeva, anche perché il Milan perdeva pure Costacurta (distorsione alla caviglia destra) e al 41', Nedved, con un destro violento su punizione, firmava un pareggio che, salvo miracoli, significherà per il Milan un anno senza Europa. "Peccato, ma non è la fine del mondo, anche senza Coppa Uefa la vita continua", è stato il commento del risorto Weah. La vita continua, ma il Milan andrà avanti ancora con Weah? "Adesso mi incontrerò con i dirigenti. Il mio contratto scade nel '99, ma decideremo insieme il futuro". Quello di Sacchi, invece, è già segnato da mesi.

Quattro gol, ma il pareggio non accontenta nessuno. Dino Zoff è molto arrabbiato per l'arbitraggio. "Il gol di Chamot è stato annullato con una decisione incredibile. Pairetto era coperto dai giocatori del Milan e non poteva vedere. L'unico che era in condizioni di valutare era il guardalinee, ma non è stato ascoltato. Rimane una consolazione: abbiamo fatto di più del risultato ottenuto". La società biancoazzurra ha imposto il silenzio ai giocatori. Arrigo Sacchi invece è di parere opposto. "Credo che il Milan sia la squadra che ha giocato meglio, soltanto che gli infortuni di Baggio, Coco e Costacurta ci hanno tolto sicurezza e incisività. Altro a me non interessa, perché di professione non faccio l'arbitro. Sono discorsi da bar e da moviola".


Tratte dalla Gazzetta dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

L'ira di Dino su Pairetto. Zoff da sempre ha evitato polemiche con gli arbitri, ma stavolta non gli va giù l'atteggiamento del signore di Nichelino. Il 2-2, preso per i capelli con una bomba di Nedved su punizione, non rasserena il presidente-allenatore: "Perché noi il pareggio lo avevamo realizzato prima ed il gol era valido. E non parliamo poi dei danni che ci hanno procurato i tanti cartellini sventolati. Non ho fatto nemmeno i conti di quanti mancheranno domenica contro il Verona". Sono quattro: Casiraghi, Negro, Nesta e Fuser. "Ecco, non mi dite i nomi, così sto più tranquillo". L'episodio chiave è successo al 28' della ripresa: Fuser tira di controbalzo, sulla palla si avventano Rambaudi e Chamot, quest'ultimo anticipa Pagotto e segna. Il guardalinee va verso il centrocampo, ma Pairetto segnala un fuorigioco. Proteste veementi ed espulsione di Fuser: "Oltre al danno la beffa" sottolinea Zoff eccezionalmente alzatosi dalla panchina per parlare col guardalinee Zucchini: "l'ho fatto perché lui era in buona posizione ed ha valutato correttamente, non segnalando fuorigioco. L'arbitro era coperto anche da Weah e non era in linea. Dunque non poteva vedere e non era in grado di valutare". Parole dure perché pronunciate da un uomo di sport non avvezzo ai vittimismi. "Noi abbiamo fatto molto di più del risultato perché oltre a quel gol regolare, in 10 abbiamo costruito un'ottima occasione con Signori e poi abbiamo pareggiato di nuovo". Per evitare polemiche, in casa Lazio non parla nessuno dei giocatori e così è sempre Zoff a commentare la gara: "Nel primo tempo non siamo andati bene. Ma il merito è stato soprattutto del Milan, che ha fatto girare bene la palla, con Desailly che correva come un matto. Poi nella ripresa siamo venuti fuori noi, con grinta e carattere". E così la Lazio porta a 5 giornate la sua imbattibilità: 28 punti in 14 gare sono un ottimo bottino: "Già, ma purtroppo ancora non basta per garantirci un posto in Uefa". D'accordo, l'aritmetica non dà garanzie, ma 3 punti di vantaggio sulla settima con solo 2 partite da giocare non sono pochi, visto che domenica all'Olimpico arriva il retrocesso Verona.