Domenica 20 febbraio 1994 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Milan 0-1

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20 febbraio 1994 - 2597 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1993/94 - XXIV giornata

LAZIO: Marchegiani, Bacci, Favalli, Di Matteo, Negro, Cravero, Fuser (72' Casiraghi), Winter, Boksic, Gascoigne, Signori. A disp. Orsi, Bonomi, Sclosa, Di Mauro. All. Zoff.

MILAN: Rossi, Tassotti, Maldini, Albertini, Costacurta, Baresi, Eranio, Desailly, Papin (46' Simone), Boban, Massaro (74' Donadoni). A disp. Ielpo, Galli, Lentini. All. Capello.

Arbitro: Beschin (Legnago).

Marcatori: 45' Massaro.

Note: ammoniti Gascoigne, Baresi, Costacurta, Eranio. Calci d'angolo: 8-3.

Spettatori: 70.854 (34.849 paganti e 36.005 abbonati) per un incasso di £.2.990.557.

Dal Guerin Sportivo: una fase della gara
Dal Guerin Sportivo: VIP in tribuna
Dal Guerin Sportivo: una fase della gara
Dal Guerin Sportivo: una fase della gara
Dal Guerin Sportivo: una fase della gara
Dal Guerin Sportivo: una fase della gara

Il minimo ci è più che sufficiente. Firmato: Fabio Capello. Non c'è dubbio e non c'è velo al commento di una partita che il Milan ha vinto rischiando poco, spendendo nulla, segnando fuori orario e balzando all'improvviso dalla periferia della partita fin dentro alla consapevolezza dello scudetto già raggiunto: terzo consecutivo, se il vantaggio di sei punti non subirà rovinosi attentati a cominciare dal marzo crudele che incombe sui rossoneri (quattro partite di campionato, contro Juve, Samp, Inter e Napoli; tre di Champions League, più Germania Italia per i nazionali). Un gol su cinque tiri complessivi, mai un segno di comando durante i 90', tre stoici interventi di Costacurta e Baresi (al limite dell'espulsione, dopo un cartellino giallo), due "pezze" di bravura di Sebastiano Rossi, ormai a soli 40' dal record di Zoff. E poi una copertura assidua, molto possesso palla, il ritmo sotterrato nel palleggio. Infine, con l'ingresso di Donadoni per Massaro nell'ultimo quarto d'ora, il marchio di Capello: il 4 1 4 1, ovvero una sola punta (Simone) e il libero davanti alla difesa (Desailly), già sperimentato a Marassi contro il Genoa il 16 gennaio (0-0). Il Milan è questo: funzionale all'obiettivo, coerente con l'esito e indifferente alla qualità complessiva. Ci pensa il singolo e il singolo nel Milan quasi mai trasgredisce. La Lazio ha esibito il bello, non l'utile, visto che il Milan sgraffigna il successo al 47' del primo tempo con un mezzo tiro in caduta di Eranio, deviato da Favalli: Marchegiani è superato, la traversa fa sponda, Massaro usa la testa per trasformare il pallone in oro. I romani sono colpiti nella ragione, più che negli affetti: due tangibilissime occasioni (con Gascoigne all'8, una punizione di Signori al 33' e un diagonale ancora di Signori) avevano reso la Lazio prossima al vantaggio, legittimato dall'aggressività, sorretto dalla velocità, iniettato dalla forza: Boksic e Signori a scambiarsi posizioni per aprirsi larghissimi all'inserimento di Gascoigne, ordinato come poche volte prima. L'inglese, fino a quando lo ha assistito la condizione atletica, si è dimostrato anche dotato dei tempi giusti per l'inserimento e di quel cambio di passo con il pallone al piede che toglie il respiro all'avversario. Per un tempo, anche Boksic ha lasciato sprigionare l'uragano che è in lui: dedicandosi ai recuperi e ripartendo con forza, il croato ha cercato soprattutto la soluzione di testa (9', cross di Signori) o la difesa del pallone per lo scambio stretto con il compagno. Boksic si è confermato in debito su due fronti: la precisione e la potenza di tiro (uno, fiacco, al 10', controllato da Rossi). La difesa del Milan ha penato fino al vantaggio: le ammonizioni a Baresi e Costacurta non sono infatti venute da semplici falli, ma da deliberate opposizioni (rispettivamente su Boksic e Gascoigne), assolutamente dettate dalla necessità. La variazione laziale allo sfondamento centrale era infatti il lancio a saltare nel cuore della retroguardia cercando di ovviare a un centrocampo rossonero ulteriormente protettivo. Il limite della squadra di Zoff è stato quello di trasformare il lancio nell'unico strumento di avvicinamento all'area, favorendo la disposizione difensiva del Milan, sempre ben organizzato. Nella ripresa, una girata di Boksic (14' su invito di Winter) e un cross, mancato dal croato, sono venute da un timido tentativo di accelerazione dalle fasce, proprio la zona del campo restituita per prima all'avversario. Zoff, inserendo Casiraghi per Fuser a una ventina di minuti dalla fine, pensava di aumentare il peso e le soluzioni aeree. Invece, senza l'unico laterale in grado di crossare, la mossa è stata vana: Casiraghi ha avuto l'opportunità per una girata al 31', ma in area ha finito per mancare goffamente l'aggancio. Il Milan si è limitato ad accentuare la sua vera natura, la Lazio i suoi difetti. Poteva raddoppiare Simone 35', ma sarebbe stato troppo. Mezzo gol affoga ogni illusione.

Fonte: Corriere della Sera