Domenica 22 febbraio 1981 - Catania, stadio Cibali - Catania-Lazio 2-2

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22 febbraio 1981 - 22 - Campionato di Serie B 1980/81 - XXII^ Giornata

CATANIA: Sorrentino, Labrocca, Raimondi, Casale, Salvatori (73' Ciampoli), Croci, Castagnini, Barlassina, Bonesso, Morra II, Piga Marco. A disp. Papale, Mastrangioli, Tarallo, Cantone. All. Mazzetti.

LAZIO: Nardin, Spinozzi, Citterio, Perrone, Pochesci, Sanguin, Viola, Bigon, Chiodi, Mastropasqua, Greco (79' Garlaschelli). A disp. Marigo, Pighin, Ghedin, Scarsella. All. Castagner.

Arbitro: Sig. Vitali (Bologna).

Marcatori: 4' Morra, 12' Viola, 50' Mastropasqua, 66' Piga Marco.

Note: giornata nuvolosa con pioggia. Terreno pesante. Ammoniti Salvatori, Croci e Chiodi. Angoli 11-2 per il Catania.

Spettatori: 20.000 circa.

Una fase della gara
(Gent. conc. Francesco Di Salvo)
Una fase della gara
(Gent. conc. Francesco Di Salvo)

La Lazio dà l'impressione di gestire questo suo campionato secondo il minimo indispensabile, s'è trovata a disagio all'inizio, sorpresa dalla veemente partenza del Catania e da uno strambo gol al quale non è certamente estranea la sua difesa, ma ha reagito subito in maniera decisa e naturale. E colto il pareggio dopo otto minuti, con una prodezza di Viola, ha proceduto sullo slancio dando la sensazione di poter dominare la partita. Ma valicati i confini del minimo indispensabile, i biancazzurri si sono placati, concedendo interamente al Catania gli ultimi venti minuti del primo tempo, senza farsi mai schiacciare, ma dando quasi una sensazione di passività.

Gli attacchi massicci del Catania avrebbero dovuto prestarsi al famoso gioco di rilancio dei laziali; ma in realtà, in avanti c'era solo il Chiodi, piuttosto impietrito, e di tanto in tanto conduceva scorribande frenetiche il dinamicissimo Sanguin. Per il resto, la Lazio era tutta una selva di accorti disimpegni, condotti da centrocampisti più votati al palleggio che ad azioni di forza. In avvio di ripresa questo piano utilitaristico dei laziali sembrava dovesse allungarsi, anche dinanzi a un Catania più deciso e più temerario. Al 5' però i laziali tiravano fuori una delle loro vampate di classe.

E d'un sol colpo realizzavano quello che il Catania non era riuscito ad ottenere con tanti sforzi. Sembrava davvero, quella di Mastropasqua, la stoccata vincente. Ma la Lazio non smentiva i suoi strani umori: eccola nuovamente rientrare nel suo guscio di attendismo, con una metà campo che, attorno all'irriconoscibile Bigon, non riusciva più a garantire un filtro decente. Il meglio del Catania veniva fuori a questo punto, con Barlassina e Morra in cattedra e con uno sgusciante Piga in avanti. Il pareggio restava a lungo nell'aria, e al 21' si decideva finalmente a planare sulla testa di Piga.

A questo punto, la situazione avrebbe potuto prestarsi al peggio per la squadra laziale, ma procedendo di stranezza in stranezza, i biancoazzurri saltavano fuori ancora una volta quasi a dimostrare che non tutto il potenziale di questa bella e lunatica squadra era stato espresso. E nel finale, con Sorrentino battuto, prima Ciampoli, poi Labrocca, salvavano il Catania dalla sconfitta. Le conclusioni sono ovvie e altrettanto pacifiche. La Lazio resta una delle «fuoriserie» del campionato. Parecchi dei suoi uomini base non hanno forse il ritmo della serie B (Bigon e Viola, soprattutto) ma la classe riesce a compensare in abbondanza. La storia dei gol è telegrafica. Al 4' punizione di Morra dal vertice sinistro dell'area. Palla tagliatissima a rientrare, saltano Pochesci e Bonesso finendo con l'ingannare Nardin che resta fermo. E la palla s'infila. Al 12' punizione di Sanguin (per fallo su Citterio) e splendido colpo di testa di Viola. Vola Sorrentino, sfiora la palla ma non le impedisce di insaccarsi all'incrocio dei pali, alla sua sinistra. Al 50' gran rilancio laziale con Citterio lanciato sulla sinistra. Stupendo traversone Salvatori non interviene e Mastropasqua in piena corsa, può sfoderare un superbo tiro al volo, decisamente imparabile. Al 66' corner di Castagnini e statuario stacco di Piga che da dieci metri, centra di testa l'angolino alto.