Domenica 1 marzo 1981 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Pescara 0-0

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1 marzo 1981 - 24 - Campionato di Serie B 1980/81 - XXIV^ Giornata

LAZIO: Nardin, Spinozzi, Citterio, Perrone, Pochesci, Sanguin, Garlaschelli, Viola, Chiodi, Mastropasqua, Greco. A disp. Marigo, Pighin, Simoni, Scarsella, Albani. All. Castagner.

PESCARA: Piagnerelli, Arecco, Chinellato, D'Alessandro, Prestanti, Taddei, Silva (87' Nobili), Boni, Trevisanello I, Negrisolo, Di Michele (46' Cosenza). A disp. Pacchiarotti, Eusepi, Cerilli. All. Agroppi.

Arbitro: Sig. Falzier (Treviso).

Note: ammoniti Negrisolo, Trevisanello e Spinozzi. Angoli 4-4.

Spettatori: 20.000 circa di cui 7.381 paganti.

Lo stopper Prestanti, Chiodi e Citterio in azione
(Gent. conc. Lorenzo D'Amario

Lazio e Pescara hanno mortificato il gioco del calcio offrendo uno degli spettacoli più avvilenti che siano mai stati visti all'Olimpico. Lo 0-0 che ha suggellato il risultato, vale anche come punteggio per la condotta delle due squadre. La critica coinvolge soprattutto la compagine di Agroppi, almeno per quanto riguarda la prima parte della gara. Gli abruzzesi si sono stretti nella loro area con il solo scopo di distruggere i patetici tentativi degli avversari. Il Pescara non si è mai preoccupato di creare un filtro a centrocampo, oppure di tentare qualche contropiede. Ha aspettato i laziali al limite della sua area di rigore per poi intervenire energicamente sull'uomo. Sono fioccate le punizioni a favore dei biancoazzurri, rimaste tuttavia senza esito per i madornali errori di mira. La squadra di Castagner, con Chiodi totalmente inesistente, imitato, però anche da molti compagni, ha commesso l'errore di cercare lo sfondamento centrale, quando sarebbe stato opportuno aggirare il «bunker» sfruttando le fasce laterali. Ci ha provato Citterio che ha spesso portato avanti qualche palla pericolosa, nonostante la rigida marcatura di Trevisanello. Ma il cross del difensore laziale venivano regolarmente sciupati dai compagni della prima linea. In particolare Garlaschelli, che non è stato fra i peggiori, ha avuto sul piede due splendidi palloni, spediti alle stelle per troppa precipitazione.

I biancoazzurri tentavano di passare affidandosi anche agli spunti personali, ma senza risultati apprezzabili. Mastropasqua, al momento del tiro colpiva un compagno; Chiodi, nell'unico affondo di tutta la gara, sfiorava il palo e Viola, infine, dopo un ottimo scambio con Mastropasqua, trovava sul suo cammino il portiere Piagnerelli che gli toglieva la soddisfazione del gol. Nella ripresa Agroppi azzeccava una buona mossa mettendo al posto dell'inutile Di Michele, il vivacissimo Cosenza. Non accadeva niente di eccezionale, però finalmente il Pescara si distendeva anche in avanti infondendo almeno un minimo di raziocinio alla sua manovra apparsa nel primo tempo esageratamente votata al difensivismo. La Lazio produceva qualche veemente fiammata, sfiorava il bersaglio con Sanguin, Viola, Greco. Ma quando la squadra biancoazzurra, sfiancata, ha allentato le briglie, per poco non veniva beffata. Al 71' Pochesci, con un allungo disperato, riusciva a deviare una palla di Cosenza che stava per finire in gol. Sei minuti più tardi lo stesso Cosenza colpiva l'esterno della rete laziale. Dopo questa scialba esibizione, sarà assai più difficile per i giocatori della Lazio contrattare i premi di Coppa Italia con Sbardella, il quale ha tutte le ragioni di offrire un gettone di 250 mila lire per la partita di mercoledì con il Bologna.