Domenica 23 dicembre 1984 - Avellino, stadio Partenio - Avellino-Lazio 1-0
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23 dicembre 1984 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1984/85 - XIII giornata
AVELLINO: Paradisi, Ferroni II, Lucarelli (46' Pecoraro), De Napoli, Amodio, Garuti, Barbadillo, Tagliaferri, Diaz, Colomba, A.Colombo (70' Faccini). A disp. Coccia, Murelli, Casale. All. Angelillo.
LAZIO: Orsi, Vianello, Podavini, Calisti, Batista, Filisetti, D'Amico (59' Dell'Anno), Vinazzani (76' Garlini), Giordano, Laudrup, Manfredonia. A disp. Cacciatori, Storgato, Torrisi. All. Lorenzo.
Arbitro: Pairetto (Torino).
Marcatori: 74' Filisetti (aut).
Note: ammoniti Ferroni e Podavini.
Spettatori: 25.000 circa.
"Questi tiengo", ha esclamato Lorenzo a fine partita. L'ennesima persa, stavolta in casa dell'Avellino. "Questi" sono i giocatori, ai quali certo l'apprezzamento del vulcanico tecnico argentino non deve essere piaciuto in questa vigilia di Natale intristita oltremodo da un gravissimo attentato con sedici morti sul rapido 904 sotto una galleria della linea appenninica a San Benedetto Val di Sambro. Giornata nera per l'Italia e in campo calcistico per una Lazio ancora una volta rinunciataria, stretta a difendere lo 0-0 anche contro un'avversaria per un tempo inconsistente e altrettanto impaurita per l'importanza del risultato. Angelillo ha sciolto i suoi nella ripresa, quando si è reso conto che D'Amico non riusciva a costruire e Giordano e Laudrup erano talmente abbandonati a loro stessi da non produrre alcuna influenza sul match. Non che facessero molto di più Barbadillo e Diaz sul fronte opposto, specie per l'imprecisione dell'argentino più volte fermato da Orsi, peraltro bravo a mettere una pezza anche su Colombo, quando è riuscito a liberarsi alla conclusione. Nonostante il recupero di Vinazzani e i miglioramenti di Batista rispetto a domenica scorsa, il centrocampo laziale si è limitato a cercare di interrompere la manovra avversaria senza produrne una propria. La classica tattica attendista da cui il tecnico argentino non riesce proprio a liberarsi. A furia di chiuderti è inevitabile che prima o poi gli avversari riescano a sfruttare un'occasione favorevole e così è puntualmente accaduto a un quarto d'ora dalla fine, quando Filisetti ha incredibilmente spedito di testa sotto l'incrocio della propria porta un innocuo assist di Faccini, appena entrato, indirizzato sempre di testa verso Diaz: il difensore laziale, goffo e incauto, invece di liberare in tutta calma si è avventato sul pallone sorprendendo Orsi che a sua volta avrebbe fatto molto meglio a uscire in presa aerea. Troppo poco tempo a una Lazio disabituata ad attaccare per tentare il recupero: il solo Giordano si è reso realmente pericoloso, mentre Garlini, spedito in campo in tutta fretta al posto di Vinazzani, si è visto contrare in mischia un paio di opportunità. Al novantesimo Giordano avrebbe anche trovato il pareggio, rubando il pallone al portiere Paradisi che si apprestava al rinvio, "alla Peirò" per intenderci, ma l'arbitro Pairetto vi ha visto un fallo che forse non c'era. Ma prendersela con l'arbitro dopo una prestazione così infima sarebbe un'assurdità.