Domenica 28 gennaio 2024 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Napoli 0-0
► Stagione
Turno precedente – Turno successivo
28 gennaio 2024 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, XXII giornata - inizio ore 18.00
LAZIO: Provedel, Lazzari (71' Pellegrini), Gila, Romagnoli, Marusic; Guendouzi (77' Vecino), Cataldi (83' Rovella), Luis Alberto, Isaksen (83' Pedro), Castellanos, Felipe Anderson. A disposizione: Sepe, Mandas, Kamada, Casale, Hysaj, Ruggeri, Sana Fernandes. Allenatore: Sarri.
NAPOLI: Gollini, Ostigard, Rrahmani, Juan Jesus, Di Lorenzo, Demme (60' Gaetano), Lobotka, Mario Rui (79' Mazzocchi), Politano (83' Lindstrom), Zielinski (83' Dendoncker), Raspadori (79' Ngonge). A disposizione: Contini, Idasiak, D`Avino, Gioielli. Allenatore: Mazzarri.
Arbitro: Sig. Orsato (Schio) - Assistenti Sigg. Berti e Moro - Quarto uomo Sig. Sacchi - V.A.R. Sig. Irrati - A.V.A.R. Sig. Paterna.
Note: ammoniti 48' Demme, 55' Romagnoli, 69' Gila, 82' Cataldi, 90'+5' Ostigard. Angoli 4 a 3. Recuperi: 0' p.t., 6' s.t.
Spettatori: .
► I calciatori convocati per la partita odierna
• Il Corriere dello Sport titola: “Lazio e Napoli a porte chiuse”. Prosegue il quotidiano sportivo romano: “Un pareggio senza reti e senza spettacolo anche se nel finale i biancocelesti vanno in forcing. Castellanos, gran gol annullato. Ngonge al debutto. Appena un tiro nello specchio. La squadra di Sarri ci prova di più. Mazzari si arrende alle assenze”.
Questa è la cronaca di una partita di (anti)calcio così brutta che più brutta non si può. Questi 90 minuti costituiscono l’impietosa rappresentazione dell’involuzione di massa della Lazio e del Napoli, d’una domenica in cui incrociandosi - così per caso - i campioni d’Italia e i loro vice hanno dimostrato come sia passato veloce il tempo e come i rispettivi miracoli della passata stagione, quello di Spalletti che vale la Storia e quello di Sarri che ha un suo peso, siano stati adagiati dentro un pomeriggio triste. Questo è uno 0-0 (apparentemente) senza futuro, nonostante la Champions League si intraveda (e non sia neppure distante) perché sta dentro un’ora e mezza che sa di niente - non di tecnica, non di tattica - e che viene raccontato dalle inesorabili statistiche: il primo e unico tiro (?) in porta arriva al 75', dopo un’ora e un quarto quasi strazianti.
EH, sì, però. E comunque ci sarà sempre un alibi buono che varrà per uscire da questa nuvola di nebbia che soffoca Lazio-Napoli: i tre assenti per Sarri (Immobile, Zaccagni e Patric), i nove - e sono un’enormità - per Mazzarri, sintetizzano le umanissime difficoltà di entrambe ma un’idea, pure una sola, si può scovare perfino nell’emergenza più inquietante.
La noia. Lazio e Napoli non riescono a farsi del male, non ne hanno, non ne trovano, non c’è niente che - stilisticamente - riconduca in una partita, vibrante soltanto sulla rovesciata di Castellanos (1' st), gol della vita annullato giustamente per fuorigioco. Ma ciò che vale, cioè il resto, è noiosamente anestetizzante, è titic-titoc della Lazio che va a sbattere contro il catenaccio del Napoli, tutti dietro e buona fortuna a Raspadori e Politano, abbandonati al loro destino malinconico. Senza l’autorevolezza degli esterni difensivi, senza l’intraprendenza di quelli offensivi, Sarri non ha potuto neanche imprecare alla luna: ha osservato, pensieroso, e ha capito che portare i centrocampisti oltre le linee avrebbe rappresentato un pericolo gratuito. Il 3-0 di Riyad con l'Inter ha lasciato effetti controproducenti e Mazzarri, con quelli che aveva, ha riempito la propria trequarti, per far passare la nottata.
Almeno loro. È in quel deserto che Lazio e Napoli s’accorgono della loro precarietà attuale, delle difficoltà d’essere vivi che appartiene, e meno male, ad Isaksen e ad un Lobotka travolgente nella sua volontà di sfuggire al copione, per tentare di stracciarlo. Ma Lazio-Napoli è teoria, neanche intenzioni, è un desiderio limpido in Sarri di evitare ripartenze eventualmente letali ed è poi la voglia matta di non scoprirsi neanche un lembo di spalla di Mazzarri, nove uomini sotto la linea del pallone e gabbie ovunque, facendo densità, strappando riferimenti. La Lazio è plasticamente inespressiva, non ha le profondità e rimane in un palleggio orizzontale che Cataldi fatica a sviluppare, che Luis Alberto non fa impennare e comunque, come raccontano i numeri, almeno non soffre; e il Napoli ha muscoli, centimetri e in scioltezza contiene persino la paura.
Difesa. Il Napoli un pensiero ce l’ha avuto, difendersi e difendersi e difendersi, standosene accovacciato intorno ai suoi tre energici difensori, lasciandosi accarezzare da un Lobotka illuminato, tenendo il pallone (vero: 60%) ma concedendo a Provedel la possibilità di non sporcarsi la maglia, né di sudarla... Ma sarà stato un atto di umiltà, suggerito dalle circostanze, dalla lontananza di Osimhen e di Anguissa, di Kvara e di Olivera, perché gli assenti hanno sempre ragione. Pure quelli di Sarri.
• La Gazzetta dello Sport titola: .
Continua la "rosea":
• Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
.
► Per questa partita il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ha convocato i seguenti calciatori:
|
![]() Dal sito http://www.legaseriea.it/it/serie-a/ |
![]() Dal sito http://www.legaseriea.it/it/serie-a/ |
<< Turno precedente | Turno successivo >> | ► Torna alla Stagione | ▲ Torna ad inizio pagina |