Domenica 14 gennaio 2024 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Lecce 1-0

Da LazioWiki.

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14 gennaio 2024 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, XX giornata - inizio ore 12.30


LAZIO: Provedel, Marusic, Patric (24' Romagnoli), Gila, Pellegrini (65' Lazzari), Guendouzi, Rovella, Luis Alberto (65' Vecino), Isaksen (46' Pedro), Felipe Anderson, Zaccagni (79' Immobile). A disposizione: Sepe, Mandas, Casale, Hysaj, Cataldi, Kamada, Basic, Sana Fernandes. Allenatore: Sarri.

LECCE: Falcone, Gendrey (56' Venuti), Pongracic, Baschirotto, Gallo (85' Dorgu), Oudin (85' Piccoli), Ramadani, Gonzalez (72' Strefezza), Almqvist, Krstovic, Kaba (72' Blin). A disposizione: Brancolini, Samooja, Berisha, Listkowski, Smajlovic. Allenatore: D`Aversa.

Arbitro: Sig.ra Ferrieri Caputi (Livorno) - Assistenti Sigg. Bindoni e Tegoni - Quarto uomo Sig. Colombo - V.A.R. Sig. Chiffi - A.V.A.R. Sig. Di Paolo.

Marcatori: 58' Felipe Anderson.

Note: ammoniti 45' Zaccagni, 45'+1' Gendrey, 75' Venuti, 77` Guendouzi, 81` Ramadani, 89' Vecino, 90'+3' Immobile, 90'+4' Pongracic . Angoli 2 a 5. Recuperi: 2' p.t., 4' s.t.

Spettatori: 35.000 circa.


Mario Gila
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Mattia Zaccagni
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Ciro Immobile
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Felipe Anderson
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Gustav Isaksen
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Luis Alberto
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Nicolò Rovella
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Adam Marusic
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Matteo Guendouzi
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Pedro
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I calciatori convocati per la partita odierna

• Il Corriere dello Sport titola: “Lampo Felipe. Poker Lazio”. Prosegue il quotidiano sportivo romano: “Il quarto successo di fila (cinquina contando il derby di Coppa Italia) proietta Mau di nuovo in quota Champions: può essere la svolta dopo tante sofferenze. Sarri piega un bel Lecce con il gol del brasiliano ma perde Immobile e Zaccagni per la gara con il Napoli”.

Salto Champions. È andata bene e forse può essere la svolta, l’alba di un nuovo inizio per la Lazio, solida e spietata, come succede alle grandi squadre quando devono portare a casa il risultato in emergenza, non importa come. Sarri ha centrato il poker, quarto successo di fila e non succedeva in campionato dalla scorsa primavera. Cinquina, contando il successo nei quarti di Coppa Italia con la Roma e si sapeva quanto il derby avrebbe tolto in termini di energie mentali e nervose. Mancava il Taty e Zaccagni ha giocato con un piede gonfio. Rischi calcolati, brutto primo tempo, più cattiveria dopo l’intervallo. L’hanno risolta un lampo di Felipe, di nuovo falso nueve, e un assist di Luis Alberto, al rientro dopo un mese di stop. Hanno deciso i fantasisti, logica riflessione, ma non sarebbe stato possibile senza l’ordine tattico, l’abnegazione, la capacità di soffrire e di tenere il campo della Lazio. Squadra vera, paziente e matura, sorretta dal gioco e da un’identità precisa: qualche mese fa, venendo meno un certo tipo di compattezza, non avrebbe vinto la stessa partita. E non era scontato mettere sotto il Lecce, come suggerivano i precedenti delle ultime due stagioni: due sconfitte subìte in rimonta al Via del Mare e un pari all’Olimpico.

Pressione. Questa volta i rimpianti appartengono a D’Aversa. Ha costruito la partita giusta e ha pagato l’unica distrazione, quando i suoi difensori si sono addormentati su un fallo laterale. Rovella l’ha rimessa dentro, Luis Alberto si era inserito, morbido il tocco di prima per Felipe, lasciato libero non si sa come. Il brasiliano ha preso la mira e ha infilato in diagonale Falcone. Non segnava all’Olimpico da quasi otto mesi, secondo centro in campionato. Il Lecce non si è arreso e ha continuato a giocare, tenendo in bilico il risultato sino ai minuti di recupero. Un colpo di testa di Krstovic e un diagonale a lato di Kaba hanno creato qualche apprensione. Già nel primo tempo, i pugliesi erano andati vicino al gol, dando la solita sensazione: sanno prendere le misure alla costruzione dal basso di Sarri. Provedel, oltre a due parate preziose, ha avuto la capacità di indirizzare bene il gioco. Luis Alberto era costantemente anticipato da Kaba. Guendouzi soffriva la pressione di Gonzalez. Gendrey e Zaccagni avevano inscenato un duello rusticano, pieno di spinte, falli e contrasti. Non è stato facile l’impatto per la Lazio, lenta e involuta: davanti non trovava sbocchi e Isaksen, ogni volta in cui si è trovato nelle condizioni di incidere, ha sbagliato scelta. Gol divorato, rifiniture imprecise.

Allungo. Meglio dopo l’intervallo, quando Felipe e Luis Alberto hanno alzato i giri del motore, Rovella e Guendouzi si sono messi a spingere, anche Zaccagni (ammonito) ha cominciato a sterzare, vincendo i duelli con il subentrato Venuti. Trovato il gol, la Lazio ha esibito un’attenzione feroce nel difenderlo. Sarri ha scoperto nuove energie con gli ingressi di Lazzari e Vecino. Meno bene Pedro nella gestione di palloni delicati. Si era fatto male Patric. Romagnoli e Gila, provvidenziale nel finale, hanno blindato il successo. L’unica macchia il cartellino a Ciro. Da censurare le scintille di nervosismo tra Falcone e mezza Lazio al fischio finale di Maria Sole Ferrieri, brava a tenere in pugno la partita. Ora sotto con la Supercoppa. Mau è tornato in quota Champions. E sa tanto di miracolo, con buona pace dei suoi contestatori.


La Gazzetta dello Sport titola: .

Continua la "rosea":


• Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

.



La formazione biancoceleste:

La formazione iniziale biancoceleste in grafica



► Per questa partita il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ha convocato i seguenti calciatori:

I convocati in grafica






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