Domenica 30 dicembre 1979 - Roma, stadio Olimpico – Lazio-Torino 2-1

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30 dicembre 1979 - 2024 - Campionato di Serie A 1979/80 - XIV giornata

LAZIO: Cacciatori, Tassotti, Citterio, Wilson, Manfredonia, Manzoni, Garlaschelli (82' A.Lopez), Montesi, Giordano, D'Amico, Viola. A disp. Avagliano, Todesco. All. Lovati.

TORINO: Terraneo, Volpati, Mandorlini, P.Sala, Danova, Masi, C.Sala, Pecci, Graziani, Zaccarelli, Mariani (68' Sclosa). A disp. Copparoni, Paganelli. All. Radice.

Arbitro: Barbaresco (Cormons).

Marcatori: 1' Mariani, 50' D'Amico, 68' Citterio.

Note: ammonito C.Sala per proteste. Antidoping negativo. Calci d'angolo 7 a 4 per il Torino. Esordio in serie A per Sclosa classe 1961.

Spettatori: 20.000 circa di cui 10.623 paganti per un incasso di £. 42.811.900 (abbonati 13.114).

Il biglietto della gara
L'esultanza di Mariani
La rete di Citterio
Giordano a terra dopo un fallo
Giordano in azione
Un momento della gara
La cronaca della gara
Giordano contrastato da Masi

E Torino si getta alle spalle, con una sconfitta incredibile, un'annata maledetta, tutta da dimenticare. L'influenza negativa degli astri, però, c'entra poco nel tonfo romano: la squadra di Radice, trasformatasi in befana con una settimana d'anticipo, ha fatto opera di beneficenza. I granata si sono praticamente suicidati, consentendo non solo alla Lazio di rimontare il gol a freddo di Mariani con D'Amico (50'), ma di assicurarsi poi con Citterio (68') un successo che infrange una tradizione contraria dal 14 febbraio 1971, giorno dell'ultima affermazione biancazzurra sui torinesi. Poteva essere l'occasione per un rilancio in grande stile, ma il Torino l'ha sprecata per le ingenuità e le distrazioni della difesa, per l'appannamento atletico di un elemento-chiave come Claudio Sala e la forma incerta di Zaccarelli che ha la parziale attenuante di essere sceso in campo in non perfette condizioni fisiche.

La partita s'era iniziata sotto i migliori auspici per i granata, trovatisi in vantaggio dopo una manciata di secondi. Una situazione ideale, anche sotto il profilo tattico, perché la Lazio era costretta ad uscire allo scoperto offrendosi al contropiede. Viceversa, dopo un primo tempo discreto in cui il Torino aveva sfiorato il raddoppio grazie a Manfredonia (sfortunata deviazione di testa contro l'incrocio dei pali) e con Graziani, la Lazio pareggiava con D'Amico e metteva al sicuro il risultato con Citterio colpendo ancora di rimessa. E così, quella che doveva essere una prerogativa degli ospiti, è stata l'arma decisiva degli avversari che, dall'11 novembre, non assaporavano la vittoria. Il Torino, gratificato inizialmente dallo sbandamento difensivo della Lazio in occasione del gol-lampo di Mariani, non ha saputo approfittarne per «finire» i padroni di casa, che apparivano in evidente affanno. Alla distanza, ha scontato la giornata infelice di Claudio Sala e Zaccarelli, nonché il minore apporto che l'acciaccato Mariani dava alla manovra d'attacco nella quale Graziani era l'unico a tenere in costante allarme la retroguardia laziale, facendo anche «pressing» e sostenendo, con i suoi rientri, il centrocampo dove il bravo Pecci doveva sobbarcarsi sia il lavoro di filtro che di rilancio.

Nel secondo tempo è cresciuta la Lazio e s'è progressivamente disgregato il Torino che non ha trovato la forza di reagire anche se Mandorlini ha avuto sul piede la palla-gol del 2-1. Zaccarelli ha concesso troppa libertà a D'Amico il quale non solo ha siglato il pareggio ma ha propiziato il bellissimo passaggio che ha mandato a bersaglio Citterio. C'è da sottolineare che la difesa granata, apparsa già distratta nella prima frazione un paio di volte, s'era fatta sorprendere da Giordano che, svettando su Danova e Masi, aveva scodellato di testa a D'Amico il pallone dell'1-1. I torinesi, credendo D'Amico In fuorigioco, s'erano fermati e lo stesso Terraneo aveva tardato ad uscire facendosi beffare dal pallonetto di D'Amico. Il forfait, di Vullo, colpito da un attacco influenzale alla vigilia, aveva un po' scompaginato i piani di Radice, costretto a ripresentare Mandorlini.

Il giovane terzino s'era trovato in difficoltà a seguire Viola che si spostava ora a destra, ora sul centro-sinistra e, quando era finalmente riuscito a prendergli le misure, era venuto fuori D'Amico approfittando di uno Zaccarelli lontano dal miglior rendimento. Ma sono state anche la costante spinta di Manzoni, al quale la controfigura di Claudio Sala non ha saputo opporsi validamente, e le sgroppate di Citterio a promuovere la riscossa laziale. La generosità di Graziani, la lucida regia di Pecci, l'impegno di Patrizio Sala (che, però s'è lasciato sfuggire Citterio nell'azione del raddoppio) e la valida prestazione di Volpati non sono bastate al Torino per chiudere il 1979 con un risultato utile. Neppure l'innesto del diciottenne Sclosa, al suo esordio in Serie A, al posto dell'infortunato Mariani (69'), è servito, anche se il biondo centrocampista della «Primavera» s'è battuto bene nei venti minuti a sua disposizione, partecipando attivamente al «forcing» finale, ben contenuto per altro, dalla Lazio. Era scritto che il Torino dovesse perdere ma il destino, spesso, lo si costruisce con le proprie mani, e i granata debbono soltanto recitare il «mea culpa». E' già accaduto troppe volte nel corso del girone d'andata. E' bene che Radice corra al ripari affinché il bisestile 1980 torni a riservare qualche soddisfazione agli sconcertati tifosi.

Fonte: La Stampa