Domenica 31 marzo 1996 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Vicenza 3-0

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31 marzo 1996 - 2693 - Campionato di Serie A 1995/96 - XXVIII giornata

LAZIO: Marchegiani, Negro, Favalli, Di Matteo, Bergodi (27' Nesta), Chamot, Rambaudi (37' Iannuzzi), Fuser (84' Gottardi), Boksic, Winter, Signori. A disp.: F.Mancini, Marcolin. All. Zeman.

VICENZA: Mondini, Sartor, Bjorklund, Belotti, Mendez, Rossi (65' Lombardini), Di Carlo, Amerini, Viviani, Ambrosetti (50' Murgita), Otero. A disp.: Brivio, D'Ignazio, Grossi. All. Guidolin.

Arbitro: Farina (Novi Ligure).

Marcatori: 45' Signori (rig), 54' Signori, 59' Signori (rig).

Note: ammoniti Di Matteo, Signori, Di Carlo. Espulso l'allenatore del Vicenza Guidolin al 45' p.t. Calci d'angolo: 6-11.

Spettatori: 39.102 per lire 1.256.500.000 (abbonati 33.013 per una quota di lire 1.036.660.000, paganti 6.089 per un incasso di lire 219.840.000).

I tifosi contestano Cragnotti
Dal Guerin Sportivo: foto della gara
Le prime due reti di Signori
Dal Guerin Sportivo: foto della gara
Dal Guerin Sportivo: foto della gara
Iannuzzi in azione

Assicuratore a Novi Ligure, l'arbitro Stefano Farina recita dentro l'Olimpico biancoceleste soprattutto il vecchio ruolo del centravanti di sfondamento, per semplificare come d'incanto i problemi laziali nel contenzioso Uefa davanti al Vicenza. Superfluo allora decantare questo 3-0, che sopra la facciata bugiarda pare accomunare, dopo troppe mortificazioni, l'organizzazione zemaniana e Signori risorto (toccata quota 18, grazie a 11 rigori, si ritrova capocannoniere accanto a Protti). Qui, scavalcata quasi una prima frazione di non gioco ammassato centralmente, per sublimare solo quell'asfissiante 4 5 1 griffato Guidolin, prevale il "gratta e stravinci", legittimato dal fischietto trentaquattrenne, presunto emergente che inorgoglisce Casarin. Partita rovinata, proprio verso l'intervallo, quando un lancio sbagliato viene scaraventato da Mendez addosso a Negro, sceso per l'improbabile sovrapposizione. Mai dire mai: il rimpallo fa carambolare la palla sul braccio (attaccato al corpo) del difensore vicentino, distante due metri dall'omologo laziale. Il nostro Farina addita risoluto il capestro, decisiva polizza sulla futura vita di mastro Zdenek e inaspettato ossigeno per la sua squadra fin lì centrifugata, senza sbocchi, senza vere occasioni costruite. Immaginabili le reazioni che determinano l'espulsione dell'allenatore derubato con comica procedura, mentre più tardi il presidente Dalle Carbonare chioserà inviperito: "Siamo andati sotto causa un rigore inesistente come la Lazio antecedente l'episodio chiave". Signori utilizza l'elargizione, salvo poi scatenarsi nel prosieguo, che privilegia pure altri campioni delle sfide facili: lo scattista esterno Favalli, l'equilibratore Di Matteo, il trasvolatore Boksic, il ricamatore Winter e perfino il baby Iannuzzi, subentrato al frastornato Rambaudi in pieno cortocircuito zemaniano. Povero Vicenza! L'iniqua sorte ha sottratto energie e tranquillità tanto ai propulsori esterni quanto al pacchetto dei tre centrali (Di Carlo, Amerini, Viviani) che prima pressavano, chiudevano, ripartivano supportando Otero, unico riferimento avanzato. Né serve sottrarre l'interditore Ambrosetti per ridisegnare uno schieramento a due punte, comprensivo dello stralunato Murgita. Disinnescata dall'assicuratore della Provvidenza, forse a caccia di soluzioni compensative visto che all'andata le negò due rigori evidenti, questa Lazio può azzeccare uno scorcio di revival dei periodi migliori. Signori lo sfrutta uscendo dal letargo, per ingigantirsi sotto gli occhi dell'accoppiata Bjorklund-Belotti, quasi lo proponessero certi specchi da luna park. E Sartor, in disimpegno d'area approssimativo, lo autorizza ad arrotondare: giravolta rapida per liberare addirittura il destro alla stangata imparabile. Però gli innamorati sugli spalti semivuoti restano tiepidi, quasi disapprovassero gli snodi tecnici d'un rilancio immeritato, che non capovolge l'umore popolare, che non restituisce entusiasmi dispersi. Tuttavia, agganciata a Boksic, riciclato sprinter lungo il binario destro, la compagnia Zeman va sparata verso la tripletta Signori, sradicata tramite un altro penalty quanto meno dubbio. Alen propone, Beppe gol stavolta rifinisce, fruitore Winter, allupato dalla verticalizzazione. Sì, stavolta l' inseguitore Sartor accenna a spingere: dunque esiste uno straccio di contatto per discutere sul tuffo dell'olandese. L'assicuratore Farina invita ancora il bomber ad esibirsi nell'esecuzione preferita. Così vanno le cose nel nostro campionato miliardario e Francesco Guidolin deve giusto preoccuparsi d'evitare guai peggiori: "Escludo d'aver offeso l'arbitro, la mia è stata una protesta civile e mi auguro di non dovere pagare con la squalifica". Le moviole approfondiranno, ma il designatore Casarin ripeterà che i suoi prescelti funzionano a meraviglia. Signor Farina, si rilassi: lei resta un emergente.

Fonte: Corriere della Sera