Domenica 6 gennaio 2002 - Milano, stadio Giuseppe Meazza - Inter-Lazio 0-0

Da LazioWiki.

Stagione

Turno precedente - Turno successivo

6 gennaio 2002 - 2980 - Campionato di Serie A 2001/02 - XVII giornata

INTER: Toldo, J.Zanetti, Materazzi (65' Simic), Sorondo, Gresko, Okan (77' Vivas), Di Biagio, C.Zanetti, Guglielminpietro (64' Emre), Kallon, Vieri. A disposizione: Fontana, Farinos, Ventola, Recoba. Allenatore: Cuper.

LAZIO: Marchegiani, Negro, Nesta (73' Pancaro), Fernando Couto, Favalli, Poborsky, Giannichedda, Liverani (64' Mendieta), Fiore, Crespo, C.Lopez. A disposizione: Concetti, Gottardi, Cesar, D.Baggio, S.Inzaghi. Allenatore: Zaccheroni.

Arbitro: Sig. Messina (Bergamo).

Note: ammoniti Marchegiani, Emre, Okan, Favalli. Recuperi 1' p.t., 3' s.t.

Spettatori: 55.000 circa.


Un'azione della gara
Un'azione della gara
Giuliano Giannichedda contrasta Christian Vieri

A chi si domandasse, peraltro in maniera inequivocabilmente oziosa visto lo 0-0 di ieri sera, chi sia in senso assoluto il migliore tra Hernan Crespo e Christian Vieri va data un'articolata risposta. Il laziale è certamente più completo e più continuo. Ma altrettanto certamente abbisogna di una punta di complemento per rendere al massimo. E Lopez, forse, non fa esattamente al caso suo. Vieri, al contrario, è in grado di completare il reparto da solo e, da solo, di apparire addirittura più devastante di quanto già non sia. È un merito che quasi nessun altro attaccante al mondo possiede. Tuttavia, a volte, come ieri sera, questa caratteristica può diventare un difetto. Esaminiamo quanto accaduto tra il 25' e il 40' del primo tempo in una partita caratterizzata, per parte nerazzurra, da una lenta circolazione di palla (complici Cristiano Zanetti e Di Biagio) oltre che da scarsi smarcamenti negli spazi, situazione che fino all'intervallo ha avvantaggiato la buona fase difensiva della Lazio. Vieri, dunque, che fino ad allora molto aveva fatto con una conclusione di piede dal limite e una di testa, ha preso a ignorare quasi costantemente Okan che, ben lungi dall'essere paragonato allo stesso Vieri, godeva però del preziosissimo bene della libertà in occasioni che avrebbero potuto portare l'Inter ad un passo dal gol, per il solo fatto di mettere un uomo (Okan o altri) davanti al portiere. Invece Vieri, che nel frattempo prendeva palla e la difendeva leoninamente, dopo questo esercizio preferiva l'affondo alla ricerca della soluzione personale, piuttosto che il più logico allargamento. Quando però l'Inter e Vieri hanno cominciato a tessere una manovra più vasta e più coinvolgente, le occasioni si sono moltiplicate e i nerazzurri hanno colpito un clamoroso palo (clamoroso perché interno) con Kallon proprio da azione susseguente ad un cross di Okan. Era il 40'. Eppure da quel momento in avanti la partita ha preso una direzione diversa rispetto alle previsioni. Perché la Lazio, che già dalla metà del primo tempo aveva mostrato di essere viva e presente, ha messo a fuoco alcuni contropiede assai prossimi al chirurgico colpo di bisturi.

L'Inter avrebbe potuto perdere. Dal 18' al 30' della ripresa, due volte Fiore e una volta Crespo si sono posti nelle condizioni di battere a colpo quasi sicuro. Quasi, perché un diagonale è finito fuori, un tiro è stato salvato da Simic ad un passo dalla linea, mentre lo slancio di Crespo, azionato da Lopez, è stato disinnescato da una strepitosa uscita di Toldo. Zaccheroni, alla fine, non ha colto i tre punti, però deve uscire da San Siro consolato dalla prestazione della squadra, davvero mai così competitiva con chi la precede in classifica. Forse neppure il successo interno con la Juventus, disceso da un episodio, era parso tanto convincente. I biancazzurri hanno saputo generalmente creare la superiorità numerica nella zona della palla, il che implica insieme pressing (azione collettiva) e pressione (azione individuale), per poi ripartire sganciando, oltre agli "incroci" di Lopez con Crespo, e viceversa, anche la variante-Fiore: da quarto centrocampista di sinistra a terzo attaccante dietro gli altri due. Neppure nel finale la Lazio ha sofferto, perché l'Inter ha chiuso la partita come l'aveva cominciata, cioè cercando Vieri quasi costantemente con lanci alti e prevedibili sui quali i difensori avversari erano sempre in vantaggio. La squadra di Cuper non ha esattamente giocato male. Però ha palesato difficoltà più evidenti che in altri casi nella costruzione del gioco: chiusa sulle fasce anche per i limiti costituzionali degli esterni, non ha saputo trovare una via alternativa. Forse non ce l'ha, forse si chiama Ronaldo. Ma se non c'è chi lo serve, neanche lui potrebbe sempre e comunque arrivare al gol.

Fonte: Corriere della Sera