Domenica 6 maggio 1984 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Ascoli 2-1

Da LazioWiki.

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6 maggio 1984 - 2204 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1983/84 - XXIX giornata

Lazio: Orsi, Podavini, Filisetti, Spinozzi, Manfredonia, Cupini, Piga, Vinazzani, Giordano, Laudrup, D'Amico. A disp. Cacciatori, Piscedda, Miele, Marini, Piconi. All. Carosi.

Ascoli: L.Muraro, Mandorlini, Citterio, Perrone, Pochesci, Anzivino (68' Dell'Oglio), Novellino, De Vecchi, Juary (53' Borghi), Greco, E.Nicolini. A disp. M.Schiavi, G.Iachini, D.Agostini. All. Mazzone (in panchina Colautti).

Arbitro: Barbaresco (Cormons).

Marcatori: 36' E.Nicolini (aut), 43' Giordano (aut), 48' Cupini.

Note: giornata estiva, terreno in ottime condizioni.

Spettatori: 58.360 (17.357 abbonati per una quota di L. 210.526.000, 41.003 paganti per un incasso di L. 462.098.000).

L'attesa per una sfida decisiva
Una vittoria fondamentale
L'autorete di Nicolini
Bruno Giordano in azione
Il biglietto (arancione) in "Curva Sud"
Il biglietto (rosa) in "Curva Sud Ridot."
(Gent. conc. Sig. Roberto Farina)
La rete di Cupini
Il biglietto (ocra) in "Distinti Sud Ridot."
La curva Nord
Vincenzo D'Amico in azione
Un tiro di Manfredonia
Podavini e gli ex Citterio e Perrone in una fase di gioco
La festosa invasione di campo finale
Michael Laudrup a fine gara
Le emozioni, minuto per minuto, di una domenica vissuta al cardiopalmo
L'autorete di Nicolini su tiro di Giordano
Il tiro di De Vecchi, deviato in rete da Giordano
Il goal della vittoria di Angelo Cupini
Il tifo biancoceleste

► Il Corriere dello Sport racconta una partita palpitante e sofferta per la grande posta in palio, descrivendo in ogni passaggio lo straordinario apporto del pubblico in una domenica sportivamente drammatica ed emozionante: “La Lazio vince in… sessantamila – Trascinata da un pubblico eccezionale liquida l’Ascoli con Cupini ed è a un passo dalla salvezza – Clamoroso: ha tremato per un’autorete di Giordano! Il centravanti, che aveva procurato il vantaggio con una punizione deviata da Nicolini, ha messo fuori causa Orsi su tiro di De Vecchi. Di Cupini il gol vittoria. Straripante generosità dei biancazzurri”.

Roma - La Lazio è tornata in campo in anticipo, all'inizio della ripresa, e tutta raccolta al centro si è rivolta al pubblico chiedendone l'appoggio morale, l'applauso confortante. È stato un attimo di delirio. L'Olimpico sembrava preparato per accogliere la finale della Coppa dei Campioni. Gremito di gente, affollato di bandiere, traboccante di passione.

In questo generoso incontro tra squadra e folla, è maturata una vittoria che forse significa la salvezza. La Lazio andrà domenica prossima sul campo di un Pisa già retrocesso, mentre il Genoa ospiterà la Juventus campione d'Italia, una squadra abituata, per tradizione, per stile, per natura, a non regalare niente a nessuno. Basta un solo pareggio, a Pisa oppure a Genova, per mettere la Lazio in salvo.

La sofferenza - La Lazio tra le braccia della sua folla, dunque. La squadra si è battuta, la folla ha partecipato con tutta l’intensità possibile, ed insieme hanno sofferto. Perché è stata un'altra sofferenza. Non ci va, assolutamente no, di criticare Paolo Carosi proprio in questa occasione. Sta portando la Lazio in salvo, tra sette giorni forse Carosi meriterà il trionfo. Ma è successo qualcosa che bisogna pur dire.

Ed è successo che l'impiego di Piga per rimediare all'assenza di Batista ha provocato scompensi gravissimi a centrocampo. D'Amico, sullo slancio, ha giocato tutto in avanti ed ha svolto benissimo questa parte: è stato tra i migliori. Piga sulla fascia destra non ha quasi mai sfondato ed ha perduto un’infinità di palloni, favorendo i rilanci dell'Ascoli. Manfredonia e Vinazzani hanno dovuto rimediare a tutto, lottando da soli contro mezzo Ascoli. Vinazzani è retrocesso molto in copertura, e così l'Ascoli ha avuto tutti gli spazi che ha voluto. E li ha sfruttati. L'Ascoli si è sempre fatto minacciosamente sotto, replicando botta su botta.

Generosità straripante - La Lazio ha vinto in virtù della sua generosità straripante, Giocava in modo sbilenco, ma si buttava su tutti i palloni, e si impegnava in recuperi asfissianti. C'era più ordine, più logica e più lucidità nell’Ascoli. Ma la Lazio sapeva di dover vincere a tutti i costi.

La sua difesa è stata implacabile: tutti bravi. Cupini ha fatto, sulla sinistra, tutto quello che Piga non è riuscito a fare dall'altra parte. Cupini non solo ha segnato un bel gol, storico per la Lazio, ma ha soccorso i compagni con rifornimenti costanti. Giordano più di questo (cioè di una coraggiosa partecipazione) non può e Pochesci lo ha bloccato senza ricorrere a maniere brutali. In avanti, è stato Laudrup a seminare il terrore con i suoi dribbling irresistibili, che però poi non trovavano sbocchi.

La paura - La Lazio è corsa a chiedere l'aiuto del pubblico, all'inizio della ripresa, perché un brivido la stava percorrendo. Non era neppure lecito dubitare di una folla che aveva già ininterrottamente manifestato la sua passione, ma il momento era decisivo.

La Lazio aveva impiegato trentasei minuti per segnare il suo primo gol, ma sei minuti dopo era stata già raggiunta. Adesso aveva a disposizione un secondo tempo che valeva tutto il suo campionato.

Sempre Giordano - È proprio un destino: nella Lazio, nella sua vita, c'è sempre Bruno Giordano, qualunque cosa succeda. E stavolta Bruno, dopo aver propiziato il goi che è sembrato la liberazione da un incubo, è incorso nel primo autogol della sua carriera! Prima ha esaltato la Lazio, poi ha rischiato, involontariamente, di merceria in ginocchio.

Più di mezz’ora di assalti all’Ascoli, che non manifestava alcun segno di cedimento, e replicava benissimo. Ma era la Lazio, nella sua generosità, a comandare la partita, ad avere (ed a sbagliare) ripetute occasioni. Due volte Mandorlini aveva salvato in extremis.

Infine il 36'. Punizione per fallo di Citterio su Podavini. Da fuori area batteva Giordano, forte, teso: Nicolini in barriera deviava, ingannando Muraro. Sembrava fatta. Ma al 43' era l'Ascoli a battere una punizione. Nicolini per Greco, respinta, palla a De Vecchi, gran tiro sul quale interveniva... Giordano mandando in rete!

Poi la bellezza di Cupini. 49', lancio di Giordano, da un ascolano a Cupini che sulla sinistra entrava in area, poi faceva partire un diagonale imprendibile. Davvero bravo.

Tutta la partita, il suo significato, erano nei tre minuti di sospensione, per la folla che era entrata in... pista. E nell’ultimo brivido per la Lazio, con Orsi che al 92' deviava miracolosamente una staffilata di Dell’Oglio.


► Il Corriere dello Sport riporta le reazioni biancocelesti al termine della partita vinta, un risultato fondamentale che ora richiede la conquista di un punto a Pisa per poter festeggiare la salvezza: “E ora i tifosi si preparano a invadere Pisa – Saranno almeno ventimila (Chinaglia da ieri è al lavoro per organizzare personalmente una carovana di pullman) – Chinaglia: “Ho fatto rientrare in anticipo la squadra per la ripresa perché volevo che ringraziasse i tifosi”. Giordano spiega il primo autogol della carriera: “Ho messo istintivamente il piede sul tiro di De Vecchi”.

ROMA — E adesso ventimila tifosi laziali si preparano ad invadere gioiosamente Pisa per l'ultimo capitolo di un romanzo che dovrebbe essere a lieto fine. Giorgio Chinaglia già da ieri sera si è subito messo al lavoro per organizzare in prima persona una carovana di pullman: “E' il minimo - ha detto Giorgione negli spogliatoi, abbandonandosi esausto, con un fil di voce, su una poltrona — che la società può fare per questi meravigliosi tifosi che ancora una volta hanno trascinato la squadra al successo. Il merito della vittoria è al cento per cento dei tifosi”.

Dopo l'intervallo, i giocatori della Lazio erano rientrati in campo con metto anticipo per portarsi al centro del campo e salutare il pubblico a braccia alzate: un gesto che la folla ha motto apprezzato, raddoppiando cosi l’intensità del suo incitamento: “E' stata una mia idea — ha poi detto Chinaglia — ho consigliato alla squadra di portarsi prima in campo per ringraziare il nostro pubblico".

Una vittoria che per Chinaglia appartiene soprattutto ai sessantamila che hanno riempito l'Olimpico: "Al cinquanta per cento siamo salvi, speravo di poter festeggiare oggi, aspettavo una bella notizia da Firenze, purtroppo non è arrivata. Comunque, non credo che il Genoa possa riuscire a battere la Juve... - ha aggiunto il presidente biancazzurro - comunque a Pisa andremo in massa: confido nella sportività del mio collega Anconetani, sono convinto che non avrà difficoltà, a questo punto, a metterci i biglietti a disposizione, credo che interessi anche a lui fare un buon incasso. Mi spiace per il Pisa, è la legge del calcio, purtroppo…”.

Carosi invita ancora alla calma: “è quasi fatta, ma non molliamo, per carità: i ragazzi sono stati bravissimi, per cinque mesi si sono sacrificati in lunghi estenuanti ritiri, bisogna resistere ancora una settimana, anche a Pisa dovremo andare con lo spirito che ci ha accompagnati in questi mesi. Devo elogiare tutti i miei ragazzi che hanno disputato una partita molto intelligente. Cupini, tanto per fare un nome, ha disputato una grossa partita”.

All'ultimo momento il tecnico aveva sacrificato Miele (visto che l'Ascoli si presentava con una sola punta) per far posto a Mario Piga: “Avevo bisogno di due cursori sulle fasce che mi controllassero le avanzate di Citterio e Mandorlini” ha spiegato il tecnico, anche se alla prova dei fatti la sua mossa si è rivelata infelice, visto che Piga è stato il peggiore in campo; anche se Carosi ha strenuamente difeso la prova del suo “pupillo”: “Sulla fascia Piga ha lavorato parecchio, non accetto queste critiche, anche Piga è stato bravo".

Bruno Giordano ha realizzato il primo... autogol della sua carriera: “Ero vicino a De Vecchi, quando lui ha tirato ho messo istintivamente il piede e ho così deviato il pallone: è stato un autogol simile a quello di Barista a Udine. Pazienza...”.

La cronaca della partita nell'articolo de La Stampa.

La Lazio è quasi salva. Battendo l'Ascoli all'Olimpico, la squadra biancoceleste ha rafforzato notevolmente la speranza di poter rimanere in serie A. Per ottenere il conforto della certezza matematica, alla formazione di Carosi basterà un punto sul campo del Pisa retrocesso.

Se, al fischio di chiusura, gran parte della folla presente all'Olimpico si è riversata in campo con sfrenato entusiasmo, dopo aver incitato per tutti i novanta minuti la squadra, la partita ha riservato molte emozioni e colpi di scena solo nel primo tempo. A una Lazio che assaliva gli avversari, Greco, Novellino e Nicolini, guidati dal lucidissimo De Vecchi, tentavano spesso di mettere in movimento l'unica punta Juary che tuttavia non riusciva a trovare il guizzo vincente. Tanto bastava per tenere in costante allarme i laziali, che non sempre riuscivano a contrastare l marchigiani sul piano del gioco.

Uno splendido Manfredonia si incaricava di trascinare i compagni, che si impegnavano in una costante offensiva. Però soltanto Cupini, con il suo gran correre sulla fascia, e Laudrup, efficacissimo per alcuni spunti di limpida classe, riuscivano ad assecondarlo. Giordano, sul quale erano riposte le maggiori speranze per fare breccia nella difesa ospite, mostrava una condizione ancora approssimativa, rimanendo spesso tagliato fuori dalla manovra. All'infelice giornata del centravanti, si univa la scarsa vena di D'Amico, di Vinazzani, ma soprattutto di Piga.

Tuttavia la pressione dei biancocelesti riusciva a creare diversi pericoli alla rete difesa da Muraro. La Lazio costruiva almeno quattro palle gol con Piga, Laudrup, Manfredonia e D'Amico che si vedeva parare al 30' un gran bolide da Muraro. L'Ascoli replicava tranquillamente con azioni lineari, a volte spettacolari, che generavano parecchi timori fra gli avversari.

Al 36', però, esplodeva l'entusiasmo dell'Olimpico: per un fallo di Citterio su Podavini, l'arbitro concedeva alla Lazio una punizione all'altezza del vertice destro dell'area ascolana. D'Amico toccava lateralmente per Giordano. Il tiro violento del centravanti colpiva la spalla di Nicolini e la palla, dopo essersi inarcata, andava ad infilarsi a fil di traversa sorprendendo nettamente Muraro.

La gioia dei laziali durava appena 7 minuti. Un calcio di punizione, battuto da Greco per fallo di Manfredonia ai danni di De Vecchi, veniva respinto dalla barriera. Prontissimo, riprendeva al volo De Vecchi e tirava a colpo sicuro con Orsi fuori dai pali. Giordano, nel tentativo di contrastare l'avversario, allungava il piede deviando la sfera che terminava la corsa in gol. Si è avuta l'impressione, però, che la palla sarebbe entrata ugualmente.

Tutto da rifare, mentre le notizie che provenivano da S. Siro (il Pisa stava pareggiando) facevano calare un'ombra inquietante sulla giornata dei biancocelesti. Comunque, evitato il rischio di un cedimento sul piano psicologico, la Lazio affrontava con grande impegno il secondo tempo.

Dopo appena tre minuti veniva premiata. Nell'evitare Pochesci in dribbling, Giordano si allungava la palla che veniva conquistata rapidamente da Cupini. Galoppata del «motorino» biancoceleste lungo la linea del campo. Cupini, pressato da un avversario, entrava in area e da posizione angolata portava a termine un piccolo capolavoro, centrando la porta ascolana con un preciso diagonale rasoterra.

La rete di Blissett, annunciata dalle radioline, veniva accolta dal boato della folla. L'Ascoli, soddisfatto per aver mostrato il suo valore nella prima parte della gara, si limitava a un lavoro di ordinaria amministrazione. Dal canto suo la Lazio non aveva alcun interesse ad accendere la partita che praticamente terminava dopo il gol di Cupini. Ma proprio in chiusura Orsi era bravissimo a deviare in angolo un bolide scagliato da Dell'Oglio.