Garbuglia Gianfranco

Da LazioWiki.

Gianfranco Garbuglia

Difensore, nato a Corridonia (Macerata) il 24 novembre 1940 e ivi deceduto il 21 gennaio 2020.

Inizia nelle giovanili della squadra della cittadina marchigiana e si mette subito in mostra per le spiccate doti. Nel 1959/60 è segnalato da un osservatore e acquistato dalla Sambenedettese dove orbita tra prima squadra e giovanili. Alla fine del campionato passa in prestito all'Udinese ma non trova l'occasione per esordire con i grandi. Rientrato dal prestito, nel campionato 1961/62 viene impiegato dalla Samb nel ruolo di centromediano. Nella Lazio, che milita in Serie B, Gianfranco arriva per 15 milioni nel novembre del '62 e si mette subito in luce tanto da convincere l'allenatore Juan Carlos Lorenzo a farlo esordire subito nella partita Cosenza-Lazio terminata 1-1. Molti esperti sono scettici sulle qualità dell'atleta ma Lorenzo intuisce subito che il ruolo più adatto per il giocatore è quello di terzino. Favorito dall'essere ambidestro, chiuso a destra dall'affidabile e solido Diego Zanetti, Garbuglia finisce sulla fascia sinistra dove dà prova di avere doti di marcatore non comuni. Alla fine della stagione la Lazio viene promossa in serie A e l'allenatore, nonostante le numerose richieste, pretende la conferma del calciatore che diviene così un punto di forza della difesa biancoceleste. Nel frattempo, a Bari, Gianfranco gioca anche nella Nazionale di Lega contro la Francia. Anche in Serie A Garbuglia è spesso titolare. Questo nonostante un impiego assiduo del terzino sinistro Bruno Mazzia, in prestito dalla Juventus, avrebbe consentito alla Lazio un risparmio del 50% sul costo del cartellino al raggiungimento della quindicesima presenza. Gianfranco contribuisce perciò in modo rilevante al raggiungimento del brillante ottavo posto con cui la neopromossa Lazio conclude il campionato. Infortunatosi nel frattempo a causa di uno strappo muscolare Garbuglia - uomo dal carattere schietto e diretto - polemizza con Lorenzo, reo a suo dire di averlo messo da parte senza un perché e di non ritenerlo più al centro del suo progetto. Al termine della sua seconda annata romana, per una questione di principio Garbuglia accetta quindi la cessione al Messina. In Sicilia il marchigiano disputa cinque campionati da protagonista. Conclude la carriera, dopo altre quattro stagioni trascorse nel Potenza, nel 1972/73. Nella Capitale Garbuglia ha giocato 52 partite di campionato e una di Coppa Italia, senza mai segnare.

Garbuglia, di media altezza ma con un fisico elastico veloce aggressivo e sempre concentrato, è stato un difensore che si è lasciato apprezzare dai tifosi laziali per il forte attaccamento alla maglia e per le incredibili doti acrobatiche. Le sue prestazioni erano caratterizzate spesso da spettacolari ed emozionanti interventi difensivi. Non sempre a proprio agio con le ali molto tecniche che partivano da dietro, Garbuglia trovava nello scontro fisico e muscolare il terreno su cui meglio competere. Intervistato alla fine degli anni settanta dai giornalisti, il grande Gigi Riva dichiarò, rispondendo ad una domanda specifica, che il difensore che l'aveva marcato meglio nella sua carriera rispondeva al nome di Gianfranco Garbuglia. Tale riconoscimento è il migliore complimento che questo atleta umile e fiero potesse mai avere. Negli ultimi anni la sua presenza sulle tribune dell'Olimpico in occasione dei match tra Lazio e Messina, le squadre a cui era più legato, è stata costante.





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