Giovedì 19 settembre 2013 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Legia Varsavia 1-0

Da LazioWiki.

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19 settembre 2013 - Europa League - Fase a gironi, gara 1 - inizio ore 21.05

LAZIO: Marchetti, Cavanda, Ciani, Cana, Konko, A. Gonzalez, Onazi, Hernanes (75' Lulic), Ederson (70' Ledesma), Floccari, Keita (83' Novaretti). A disposizione: Berisha, Crecco, Candreva, Klose. Allenatore: Petkovic.

LEGIA VARSAVIA: Skaba, Broz, Rzezniczak, Dossa junior, Brzyski, Vrdoijak (70' Jodlowiec), Furman, Ojamaa, Radovic, Kosecki, Saganowski (68' Kucharczyk). A disposizione: Wienczatek, Dvalishvili, Pinto, Zyro, Lukasik. Allenatore. Urban.

Arbitro: Sig. Jakobsson (ISL) - Assistenti Sigg. Gudmundsson e Gunnarsson (ISL) - Quarto arbitro Sig. Oli Thorleifsson (ISL) - Assistenti arbitrali aggiunti Sigg. Hjaltalin e Jónsson (ISL).

Marcatori: 53' Hernanes.

Note: ammoniti Ederson e Ciani. Calci d'angolo: 8-5. Recuperi: 0' pt; 3' st.

Spettatori: 12.000 circa con 8.744 paganti e 3.025 abbonati.

La formazione biancoceleste
Un'altra immagine della formazione
Lorik Cana
Federico Marchetti, oggi capitano, allo scambio dei gagliardetti
Sergio Floccari in azione
Hernanes
Una fase di gioco
Abdoulay Konko
Ederson
Ogenyi Onazi
Hernanes festeggiato dopo la marcatura
Keita Balde Diao, dopo l'esordio in Serie A di domenica scorsa, ora quello in Europa League
Un'immagine dell'incontro
Esultanza biancocelese a fine gara
Una fase di gioco
Cana e Cavanda
Luis Pedro Cavanda
"Bubu" Konko

I calciatori convocati per la partita odierna

La Gazzetta dello Sport titola: "Un blitz di Hernanes lancia la Lazio-2".

Continua la "rosea": Missione compiuta col minimo sforzo e col risultato voluto. La Lazio parte col piede giusto nella sua ennesima avventura in Europa League (la quarta negli ultimi cinque anni). E lo fa, cosa ancora più importante, risparmiando i suoi uomini migliori, tenuti a riposo in vista del derby di domenica. Basta e avanza l’unico giocatore di prima fascia che Petkovic manda in campo lo stesso: Hernanes. E’ il Profeta che sveglia la Lazio nella seconda frazione di gioco ed è lui che firma il gol-vittoria, il primo nella fase a gironi di una coppa europea (finora aveva segnato solo nei preliminari). Lazio non trascendentale nel gioco, ma cinica e matura nel gestire una gara che si rivela più facile del previsto anche grazie alla concentrazione della squadra di Petkovic. Il tecnico ha di che gioire. Arriva al derby col morale alto e con mezza squadra riposata. Candreva e Klose si godono infatti la gara dalla panchina, mentre Ledesma e Lulic sudano solo nei minuti finali. Che viceversa vengono risparmiati a Hernanes. Le buone notizie della serata laziale continuano con il giovane Keita, al debutto da titolare. Emozionato e frenato all’inizio, si scioglie col passare dei minuti fino a fornire l’assist al bacio per il gol di Hernanes.

Lazio rimaneggiata in vista derby e, specie nel primo tempo, anche al piccolo trotto. I biancocelesti impongono alla gara ritmi bassi ai quali il Legia sostanzialmente si adegua, almeno fino all’intervallo. L’unico tra i polacchi che prova a movimentare la gara è il gioiellino Kosecki (elemento decisamente interessante). Non a caso capita sui suoi piedi l’unica vera palla-gol della prima frazione di gioco. Ma il tiro dell’esterno sinistro viene respinto dal solito, gigantesco Marchetti. Dopo il soporifero primo tempo nella ripresa la musica cambia. Determinante la novità tattica escogitata da Petkovic. Il tecnico lascia invariata la formazione negli uomini, ma la dispone con il 4-2-3-1 invece che con l’inconcludente 4-3-3 del primo tempo. Si sveglia la Lazio e si sveglia in particolare Hernanes che, partendo da posizione meno defilata (è uno dei due centrali con Onazi), può sprigionare meglio i suoi lampi. Ed è infatti proprio il Profeta a sbloccare la gara. Lo fa con un insolito (per lui) colpo di testa sul cross di Keita che viene poi abbracciato dai compagni come se a segnare fosse lui. Ed è ancora il Profeta ad andare vicino al raddoppio, questa volta con un pezzo tipico del suo repertorio (slalom e tiro dal limite), ma il palo lo ferma. La Lazio soffre solo un po' nel finale, ma porta a casa i tre punti.


Dal Corriere dello Sport:

Buon debutto della Lazio in Europa League. Senza spendere troppe energie, i ragazzi di Petkovic hanno piegato le resistenze del Legia Varsavia accompagnati in questa trasferta da molti tifosi, alcuni dei quali, peraltro, si sono distinti per la predisposizione ad atteggiamenti violenti. Hernanes (eroe della serata in quanto autore del gol-vittoria che avrebbe potuto bissare se il palo non si fosse sostituito a Skaba) e compagni non è che abbiano offerto uno spettacolo straordinario. Anzi, nel primo tempo sono stati decisamente dimessi, poi nella ripresa, avendo capito che era sufficiente una piccola accelerata per liberarsi felicemente dei polacchi, hanno provveduto a cercare il gol con maggiore determinazione trovandolo e sfiorandolo in due occasioni (il palo, appunto, e una gran parata in angolo di Skaba su una bella conclusione di Novaretti). Per non rischiare, Petkovic ha concluso con una ermetica difesa a cinque che i volenterosi ragazzi venuti da Varsavia non hanno tenuto particolarmente sotto pressione.

Come era ampiamente previsto e annunciato, Petkovic ha rinunciato a una buona parte dei suoi titolari (Ledesma, Klose, Lulic, Candreva) anche per non esporli al rischio di infortuni particolarmente inopportuni alla vigilia del derby. Ha spedito in campo Hernanes per valutarlo dopo la domenica di libertà causa squalifica e per un tempo non è che abbia brillato per furore agonistico e capacità di incidere sulla gara. Spazio ha trovato anche il giovane Keita che ha confermato di essere ancora un po' acerbo ma anche di avere notevoli qualità (emerse in occasione del gol). Una chance è stata data a Floccari che, invece, è apparso decisamente fuori dal contesto. Ha cambiato anche modulo, il tecnico bosniaco, affidandosi ai due trequartisti che partivano dall’esterno per supportare l’unica punta. Ma era evidente che le motivazioni della Lazio non erano analoghe a quelle del Legia. I polacchi sono apparsi più concentrati e dotati di gambe decisamente più veloci tanto è vero che normalmente sul pallone arrivavano per primi. Non è un caso che nei primi quarantacinque minuti, l’occasione più pericolosa l’abbiano costruita quelli del Legia con Kosecki che pressato da Cavanda è riuscito soltanto a spedire su Marchetti un pallone che sollecitava ben altro trattamento anche perché la posizione rispetto alla porta era estremamente ravvicinata. La Lazio ha incontrato enormi difficoltà a dare alla manovra continuità e soprattutto profondità confermando che Klose non ha, purtroppo, un sostituto.

Per quanto non disprezzabile, la squadra polacca è abbastanza povera di qualità tecnica. E se dal punto di vista dell’organizzazione complessiva, la Lazio abbia lasciato un po' a desiderare, alla fine è riuscita ad andare in vantaggio con un guizzo: una bella volata sulla fascia di Keita che si liberava di Broz e metteva in mezzo all’area una palla perfetta che di testa Hernanes spediva in rete sovrastando in elevazione Brzyski. Bisogna dire che il Legia, al di là di un certo ordine molto scolastico, non è che sia apparsa una squadra dotata di grandissime idee. E nemmeno di grandissimi giocatori. Evanescenti in avanti con tal Saganowski che non l’ha vista nemmeno in cartolina, sostituito in corso d’opera per evidente deficit di produttività. I due mediani, poi, limitano il loro contributo alla protezione della difesa ma nella trasformazione del gioco da difensivo a offensivo appaiono piuttosto inconcludenti. Insomma, molta buona volontà e anche determinazione, ma poca efficacia. La partita valeva soprattutto per le indicazioni che avrebbe dato a Petkovic in vista del derby. I segnali di Hernanes per il tecnico sono stati confortanti e Cavanda, a sua volta, appare in continua crescita, al pari di Ederson. Ma forse qualche motivo di riflessione è emerso nel mezzo della linea difensiva.


Dal Messaggero:

Massimo risultato col minimo sforzo per la Lazio all'esordio in Europa League. I biancocelesti avevano davanti il Legia Varsavia, appena estromesso dall'Europa che conta dallo Steaua Bucarest, ma soprattutto gli scalmanati 2.500 supporter arrivati da Varsavia belli carichi (e in parte anche ubriachi stando alle cronache del pomeriggio). Vincono 1-0 grazie ad un gol del ritrovato Hernanes, ma soprattutto grazie ad una mezza invenzione del baby Keita (classe '95), al suo esordio da titolare, che pennella un assist al bacio per il numero 8 brasiliano. Difficile d'altronde per i biancocelesti giocare due partite in una, considerato l'inevitabile pensiero al derby di domenica prossima che ha condizionato non poco Petkovic nella scelta degli 11 da mandare in campo.

Una tensione palpabile anche sugli spalti con i supporter biancocelesti che hanno più volte preso di mira i tifosi giallorossi con striscioni e cori offensivi. Dopo la pretattica della vigilia, l'allenatore bosniaco si affida al modulo standard, il 4-1-4-1, con Gonzalez davanti alla difesa, i due fantasisti Ederson-Hernanes, supportati da Onazi e Keita ai lati, dietro all'isolatissimo Floccari. Sempre pensando alla Roma (checchè ne dica) Petkovic risparmia i suoi magnifici quattro (Candreva, Lucic, Ledesma e Klose) nel nome del turnover e dei muscoli per domenica e così il gioco ne risente e non poco. Soprattutto per i due esterni, vero motore del gioco biancoceleste. Di contro, il Legia dimostra di non temere un palcoscenico come l'Olimpico, provando sempre a giocare palla a terra e creando buone trame offensive. A creare qualche problema, non alla Lazio ma alle forze dell'ordine, sono stati semmai i 2.500 rumorosissimi tifosi polacchi che fin dal pomeriggio hanno creato non poche tensioni nel centro di Roma e, ubriachi, tentato anche di varcare l'ingresso dell'Altare della Patria.

Dopo i primi 45' di una noia assoluta con soli due tiri nello specchio della porta (uno per parte), la partita si sveglia nella ripresa, grazie, come detto, all'iniziativa del giovanissimo Keita e alle giocate del ritrovato Hernanes, un gol e un palo. Il match si gioca tutta a centrocampo e i campioni di Polonia quando entrano in possesso palla sono abili nel far girare la sfera per imbeccare Saganowski e i tagli di Kosecki: quest'ultimo ha la palla gol quando il punteggio è ancora 0-0 ma Marchetti si dimostra ancora una volta un portiere davvero affidabile. Il gol ha il merito di svegliare una partita fin lì troppo moscia e incolore e le occasioni da gol fioccano. Petkovic si copre e butta dentro l'usato sicuro, Lulic e Ledesma (oltre al rientrante Novaretti dopo la debacle di Torino) per mettere ordine e portare a casa i primi 3 punti europei e, soprattutto, un po' di energie per domenica.


Il sito web Uefa.com commenta così la gara:

Missione compiuta per la S.S. Lazio, che riesce a conquistare i primi tre punti in UEFA Europa League, regolando per 1-0 il Legia Warszawa grazie al perfetto colpo di testa del brasiliano Hernanes. La squadra di Vladimir Petković cercava il successo nell’esordio in Europa League, ma l’ampio turnover ha consentito per larghi tratti di gara ai polacchi di domare le offensive biancocelesti. Con un secondo tempo di carattere però i padroni di casa sono riusciti a superare la squadra allenata da Jan Urban. Petković lascia fuori Miroslav Klose, Antonio Candreva e Senad Lulić, e schiera un offensivo 4-1-4-1 con Ogenyi Onazi davanti alla difesa, il giovane Keita Balde sull’esterno sinistro e Ederson e Hernanes in appoggio a Sergio Floccari. Urban opta per una squadra più coperta con il capitano Ivica Vrdoljak e Dominik Furman a presidiare il centrocampo e Miroslav Radović in appoggio a Marek Saganowski. Dopo una prima fase di studio, la gara si accende al 20’ quando Ederson prova la botta dal limite dell’area, ma sul tiro è bravo a immolarsi Jakub Rzeźniczak. Sugli sviluppi del corner è ancora il numero 10 a impensierire i polacchi cercando il destro su una palla vagante, ma trova ancora Dossa Júnio.

Sul capovolgimento di fronte bella occasione per Jakub Kosecki, che servito da Radović controlla di petto e calcia a botta sicura trovando la deviazione di Federico Marchetti. Al 27’ è ancora Kosecki a sfiorare il gol, con un destro a giro sul secondo palo. L'ultimo sussulto del primo tempo arriva su iniziativa di Luis Cavanda, che dopo aver saltato due uomini crossa nell’area piccola, ma non trova compagni pronti. Nella seconda frazione i capitolini partono bene: prima sfiorano il gol con un colpo di testa di Lorik Cana sugli sviluppi di un calcio d’angolo, poi trovano il vantaggio di testa con Hernanes. Il gol dei Biancocelesti arriva al 53’ quando Keita se ne va sulla sinistra e pennella al centro per il numero 8, il brasiliano anticipa Tomasz Brzyski e indirizza nell’angolino basso della porta di Wojciech Skaba. La reazione dei polacchi non è veemente, l’unica occasione degna di nota è un rapido contropiede di Radović, che però non trova nessuno pronto a sfruttare il suo cross. Al 65’ sono ancora i padroni di casa a rendersi pericolosi, con un rapido contropiede orchestrato da Cana, che trova Hernanes sulla sinistra, ma il Profeta vede il suo interno destro stamparsi sul palo.

Dopo il diagonale di Ederson che esce di pochissimo, il Legia si fa vedere dalle parti di Marchetti al 72’, con il colpo di testa di Kosecki che finisce alto. L’occasione migliore per gli uomini di Urban arriva al 76’ con Dossa Júnior che svetta sul corner di Brzyski, ma alza la mira del suo colpo di testa. Petković passa al 3-5-2 e la Lazio sfiora il raddoppio con un destro deviato di Lulić e il colpo di testa di Novaretti, ma basta la testa del Profeta per festeggiare il primo successo in Europa.


Tratte dalla Gazzetta dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

Tre obiettivi centrati in uno: partire bene nel girone, risparmiare i big per il derby e far guadagnare un giocatore alla Lazio: Keita. Vladimir Petkovic se la ride: "Abbiamo vinto più con la testa che con il gioco, in certi momenti è giusto saper soffrire e noi l’abbiamo fatto. Noi favoriti del girone? A sentire le parole dei giocatori del Legia alla vigilia non si direbbe. Sono contento così, anche se mi dispiace per i pochi tifosi allo stadio: meritiamo un Olimpico pieno". Anche perché il fantasma della doppia sconfitta con la Juve pare allontanarsi: "Tolte quelle due partite abbiamo subito solo un gol, vuol dire che la difesa sta crescendo — ha aggiunto Petkovic —. Noi ci siamo rinforzati sul mercato, a differenza di altre squadre che hanno acquistato nomi altisonanti noi abbiamo pensato ad allungare la rosa. Volevamo creare competizione all’interno del gruppo, ci stiamo riuscendo, finora nessuno si lamenta. Il derby? Abbiamo la mente libera. Conosciamo la Roma, è un’ottima squadra, ma faremo una bella figura. Sono loro che dovranno aver paura di noi".

L’umore è migliorato, anche quello del presidente Lotito: "Questa vittoria, in formazione rimaneggiata, è la prova che il gruppo vale. Sul mercato abbiamo preferito la linea verde, i nostri giovani sapranno fare la differenza: presto vedrete Perea e Felipe Anderson, il prossimo anno Tounkara e Cataldi. La Lazio non è quella vista contro la Juve: abbiamo grandi potenzialità, basta solo tirarle fuori". E Lulic conferma: "Dopo la Juve siamo cresciuti molto, la partita contro la Roma arriva al momento giusto. Il 26 maggio non conta più, conta solo vincere la prossima partita". Detto dall’uomo derby, sembra quasi una promessa.


Dal Corriere dello Sport:

Promosso. Perché a 18 anni gli esami da superare non sono solo quelli di scuola. Soprattutto se ti interessa più il pallone dei libri. Era la sua notte, la prima da titolare per Keita con la maglia della Lazio, la Lazio vera. Troppo pochi i tre minuti giocati contro il Chievo per far vedere al mondo la sua classe. Largo a sinistra, poi a destra: corsa, fiato e piedi buoni. Non è finito sul tabellino dei marcatori, ma poco importante. Keita ha fornito l’assist vincente per Hernanes. Un pallone d’oro. Bruciati in un colpo solo Ojamaa e Broz. Poi un cross di sinistro, teso, all’altezza giusta, praticamente un cioccolatino già scartato. "Sono davvero contento per l’assist. Petkovic mi aveva detto di stare tranquillo e di fare le cose semplici. Sono felice di come è andata la partita. Loro si sono chiusi nel primo tempo e c’erano pochi spazi. Nella ripresa la squadra è cresciuta. Ringrazio tutti i compagni perché mi stanno vicino e mi danno consigli".

Partenza un po' timida, forse tradito dall’emozione. Qualche passaggio senza precisione, stop senza convinzione. Ma quando tocca palla e punta la porta la luce si accende. Non era facile, gli occhi di tutto lo stadio erano puntati su di lui, tifosi del Legia Varsavia esclusi. L’Europa League non è il campionato Primavera, dove Keita è abituato a giocare tre gradini sopra agli altri, a trascinare la Lazio di Bollini verso i titoli. Keita parla anche in ottica futura: "Sono a disposizione del mister. Se mi darà ancora fiducia proverò a farmi trovare pronto. Io sto molto bene alla Lazio, il mercato non mi interessa. Aspetto qui la mia occasione. Derby? Domani ci alleniamo tutti insieme, a me questa serata è piaciuta parecchio". Prova universale. Keita a tutto tondo. Bravo in copertura a mordere le caviglie quando c’è da pressare. Non è uno che corre e basta, uno che tira e pensa solo a se stesso. No, lui segna e fa segnare. E’ un attaccante moderno. Più che pronto al salto tra i big.

Soddisfatto il presidente a fine partita. Lotito lancia delle frecciatine e incorona il lavoro svolto dalla base, dal settore giovanile biancoceleste: "Abbiamo preferito attivare la linea verde. Quando tutti ci contestavano dicendo che non valorizzavamo il settore giovanile. I risultati stanno smentendo questa considerazione. I nostri giovani, quelli in prima squadra e quelli che approderanno da Petkovic, come Tounkara, Cataldi e altri, sapranno fare la differenza. E non dimentichiamo Perea e Felipe Anderson. La Lazio non è quella vista contro la Juve ma quella vista nelle ultime uscite. Manteniamo la mentalità e si farà bene. Nonostante la rosa rimaneggiata per dare spazio a tutti, la Lazio ha dimostrato il proprio valore". Testa alla stracittadina. L’eroe del derby è già carico: "Vogliamo vincere ancora. Non interessa chi ha vinto l’ultima volta. Non è la prima volta che gioco contro Maicon, che è un grande giocatore. Sentire il boato della Nord al 71’ è un’emozione incredibile, difficile da spiegare".


La magia di Keita, la capocciata di Hernanes. L’allievo che serve il maestro, che bellezza: "Keita ha messo una gran palla in mezzo all’area, ha fatto un assist bellissimo. Il gol è importante per me, per la squadra, per iniziare bene in Europa e acquisire fiducia in vista del derby. Vincendo s’impara a vincere...". Keita ha inventato, Hernanes ha rifinito, potere della fantasia: "Fa piacere che i giovani si mettano in mostra, ne abbiamo tanti. C’è Keita, ci sono Onazi, Crecco e Cavanda, le loro prestazioni servono a capire che è stato fatto un gran lavoro nel settore giovanile. Questi ragazzi possono aiutare la squadra, abbiamo bisogno di loro perché giocheremo tante partite, la rosa è più ampia". L’invenzione di Keita, il biglietto da visita migliore che potesse offrire nella notte dell’esordio con la maglia da titolare, nella notte del debutto europeo, a soli 18 anni. Ha affondato sulla fascia, s’è fatto largo con personalità, ha fatto partire una parabola liftata, elegante, chirurgica. Chi c’era pronto in area? Hernanes, non un centravanti. Eppure era travestito da bomber. L’ha sfruttato il Profeta quell’assist d’oro, l’ha fatto salendo in cielo, schiacciando il pallone in rete con la testa, segnando un gol diverso rispetto al solito repertorio.

Un gol per tutto e tutti, un gol per la vittoria contro il Legia, per ritrovare un buon Hernanes, per consacrare un baby come Keita, per preparare al meglio il derby: "La partita di domenica la considero una finale - ha detto il Profeta - è sempre così il derby. Abbiamo due finali ogni anno. Ora giocheremo la prima, poi ci sarà l’altra nel girone di ritorno, bisognerà dare tutto, bisognerà giocare col cuore. Sento la voglia di fare bene, sarà una gara diversa rispetto a quella del 26 maggio, ci teniamo a vincere...". Hernanes ha la ricetta pronta, ha imparato le tecniche del mental coach, è uno studioso attento. In Confederations ha trovato le parole giuste per caricare il Brasile, farà lo stesso con i compagni laziali, l’ha già fatto, basta sentirlo parlare. Hernanes usa la testa, lo fa per vincere e per vivere, oltre che per segnare: "Non dobbiamo pensare a quella vittoria, al successo di maggio. Dobbiamo ricominciare tutto dall’inizio, è un esercizio mentale indispensabile. Nel derby non c’è mai una squadra favorita, loro hanno cominciato meglio in campionato, durante i 90 minuti tutto si cancella. E’ una sfida unica. Il rinnovo? C’è sempre tempo".

Hernanes ha segnato il quarto gol europeo in 24 gare, è stato il primo messo a segno nella fase a gruppi, non aveva mai fatto centro da quando ha debuttato in Europa League. Hernanes ha messo dentro il secondo gol stagionale, il primo l’aveva firmato contro l’Udinese, all’esordio in campionato. Ma s’era perso nel doppio confronto con la Juve, il brasiliano aveva bisogno di ritrovarsi: "La mia condizione può crescere, può migliorare. Avevamo bisogno di vincere in casa la prima partita europea e ci siamo riusciti, sono contento soprattutto per questo motivo". Non è stata una partenza soft, il primo tempo ha creato sofferenze: "Nel primo tempo loro erano eccitati perché giocavano all’Olimpico, ci hanno messo in difficoltà. Queste sono squadre non tanto conosciute in Europa, serve l’approccio giusto per affrontarle. Alla lunga abbiamo preso le misure e abbiamo fatto un bel secondo tempo". Il Legia s’è rivelato tosto o forse la Lazio ha iniziato il match col freno a mano tirato: "Avevano molta adrenalina e hanno impresso un ritmo alto al match. Ma l’esperienza dice che non è possibile giocare sempre al massimo per 90 minuti e la partita si è sbloccata nel finale". L’avventura europea è appena iniziata, la speranza è che sia lunga: "Vogliamo fare bella figura quest’anno in Europa e siamo contenti di aver iniziato l’avventura col piede giusto. L’anno scorso l’eliminazione ci ha fatto male, speriamo di andare più avanti". Keita inventa, Hernanes colpisce, nascono talenti in casa Lazio e i big si confermano decisivi. L’Europa biancoceleste brilla.


Sempre dal quotidiano sportivo romano, il resoconto degli incedenti accaduti in città:

Sedici fermi e diversi sequestri di oggetti "atti ad offendere": è il consuntivo della giornata romana dei tifosi del Legia, che hanno invaso le strade del centro mettendo in subbuglio la città e creando non pochi disagi tra romani e turisti prima di dirigersi verso lo stadio. E prima del calcio d’inizio della sfida di Europa League si verificava anche un tentativo di sfondamento degli ingressi dello Stadio Olimpico, che ha richiesto una carica da parte della Polizia. Le maglie della squadra polacca ed i cori da stadio si sono fatti vedere e sentire già mercoledì sera sul litorale romano, dove un centinaio di ultras hanno trovato posto in campeggio. Alcuni di loro si sono rifiutati di pagare un taxi e poi hanno azionato il freno di emergenza del trenino Roma-Lido, costringendo all’intervento gli agenti del commissariato di Ostia. Polizia e Carabinieri hanno seguito i sostenitori del Legia per l’intera giornata, blindando di fatto il centro storico di Roma, dove qualche ora prima avevano creato scompiglio tra Campo de’ Fiori e Piazza di Spagna. Ieri i sostenitori polacchi hanno invaso le strade del centro storico, da via Nazionale al Colosseo: momenti di tensione a piazza Venezia, dove i tifosi hanno cercato di varcare i cancelli dell’Altare della Patria, e al Colosseo, dove sono stati radunati dalla Polizia in attesa dei pullman che li hanno poi portati allo stadio. Qui hanno tentato di sfondare gli ingressi costringendo gli agenti a una leggera carica.



La rete vincente di Hernanes



► Per questa partita il tecnico biancoceleste Vladimir Petkovic ha convocato i seguenti calciatori:



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