Giovedì 25 novembre 2004 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-FK Partizan Beograd 2-2

Da LazioWiki.

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25 novembre 2004 - 3121 - Coppa UEFA 2004/05 - Fase a gruppi - gara 3

LAZIO: Sereni, Oddo, Negro, Fernando Couto, Seric (90' Pandev), Dabo, E.Filippini, Manfredini (53' Muzzi), Di Canio, Rocchi (46' Cesar), S.Inzaghi. A disposizione: Peruzzi, Oscar Lopez, A.Filippini, Liverani. Allenatore: Caso.

PARTIZAN BEOGRAD: Kralj, Mirkovic, Djordjevic, Emeghara, Rnic, Tomic, Brnovic, Ilic (90' Bayic), Ciric (66' Petrovic), Vukcevic (77' Radovic), Boya. A disposizione: Pantic, Milovic, Grubjesic, Radonjic. Allenatore: Vermezovic.

Arbitro: Sig. Stredak (Slovacchia).

Marcatori: 6' Boya, 24' Boya, 52' Di Canio, 73' S.Inzaghi.

Note: serata fresca, terreno in buone condizioni. Ammoniti Sereni, Di Canio e Boya per comportamento non regolamentare, Seric, Negro, E.Filippini e Tomic per gioco scorretto. La Lazio ha fallito un calcio di rigore con Simone Inzaghi nei minuti di recupero del primo tempo (48'). Recuperi: 2' p.t., 6' s.t.

Spettatori: 11.500 circa per un incasso di 150.396,50 euro.


Boya, autore di una doppietta, in un fotogramma dopo la seconda rete contestata
Simone Inzaghi si dispera dopo aver fallito il calcio di rigore concesso nei minuti di recupero del primo tempo
Paolo Di Canio ha appena realizzato la rete dell'1-2
L'esultanza di Paolo Di Canio dopo la rete segnata

La Gazzetta dello Sport titola: "La Lazio ingrana tardi. Sbaglia un rigore, poi la rimonta. Ma il 2-2 ora potrebbe non bastare. Di Canio-Inzaghi i marcatori. Feriti due vigili, un tifoso serbo accoltellato".

Continua la "rosea": Non è ancora un addio, ma per la Lazio la stagione europea può considerarsi conclusa. Avrebbe dovuto vincere la squadra di Caso contro il Partizan, dopo aver ottenuto un solo punto nelle prime due partite del girone. Non è invece andata oltre un pareggio per 2-2, ammirevole per come si erano messe le cose (i serbi erano andati al riposo sul 2-0), ma inutile sul piano pratico, anche se la matematica concede ancora qualche chance alla squadra romana (ma il successo del Villarreal sul Middlesbrough complica ulteriormente le cose). Contro un Partizan che si rivela uno splendido mix tra giocatori esperti e giovani molto dotati tecnicamente (non a caso capolista del campionato serbo), alla Lazio il miracolo è riuscito a metà. Dopo un primo tempo passato in balìa dell'avversario (ma anche di un arbitro che ha fatto di tutto per rendere la vita difficile a Negro e compagni), la Lazio si è riscatta nella ripresa, ma le è mancato l'acuto finale. La serata si mette subito male per i biancocelesti. Il Partizan, tenendo fede ai proclami della vigilia, dimostra di voler fare la partita piuttosto che attendere gli avversari. E nei primi sei minuti per ben tre volte si affaccia minacciosamente nell'area avversaria. Alla terza occasione è gol: l'ex romanista Tomic (beccato ovviamente dal pubblico laziale) trova il corridoio giusto per Boya che d'esterno destro anticipa l'uscita di Sereni. Bella la combinazione dei serbi, ma la difesa della Lazio, già impacciata in precedenza, nell'occasione si apre in maniera imbarazzante.

La squadra di Caso ci mette un po' a riorganizzarsi, rischia ancora qualcosina dietro, ma col passare dei minuti trova finalmente un certo equilibrio e, sia pur timidamente, prende il comando delle operazioni. Ma, proprio nel momento in cui la partita potrebbe raddrizzarsi per i padroni di casa, ci pensa l'arbitro Stredak a mettere loro il bastone fra le ruote. Nel giro di cinque minuti, tra il 21' e il 26', il direttore di gara slovacco prima annulla una rete a Inzaghi per un fuorigioco che vede solo il suo assistente Ruzbarsky, poi convalida il 2-0 dei serbi, viziato da un fallo di Boya su Sereni. Sul cross di Vukcevic, il colpo di testa del centravanti camerunese viene neutralizzato dal portiere della Lazio, dalle cui mani Boya strappa il pallone per ribadirlo in rete. Una mazzata che la Lazio paga anche in termini di cartellini gialli, perché il nervosismo che segue la doppia decisione contestata di Stredak porta nel giro di pochi minuti alle ammonizioni di Sereni, Seric, E.Filippini e Negro. La formazione biancoceleste, però, avrebbe la possibilità di riaprire la partita nel recupero della prima frazione di gioco. Ma Inzaghino si fa parare da Kralj un rigore che lui stesso si era procurato (il fallo è di Djordjevic).

Ci pensa però Di Canio a rimediare all'errore del compagno all'inizio della ripresa. Su un cross di Seric, l'ex giocatore del Charlton si avventa come una furia e firma così anche il suo primo gol su azione da quando è tornato alla Lazio. Rientrata finalmente in partita è un'altra Lazio. Gioca col cuore, più che con la testa, ci mette la foga più che l'organizzazione tattica, ma riesce comunque a raddrizzare la partita. Il gol del 2-2 arriva al 28' e lo realizza Inzaghi (al suo 20° gol europeo) su cross di Cesar, entrato all'inizio della ripresa al posto di Rocchi. Il Partizan bello e spigliato della prima frazione di gioco scompare (anche se in contropiede sfiora comunque il terzo gol). Ma con un po' di mestiere e molta malizia i serbi riescono lo stesso a portare a casa un 2-2 che con molta probabilità consentirà loro di continuare l'avventura europea. Che per la Lazio, invece, è vicina al capolinea. Da segnalare due brutti episodi prima della partita. In una rissa un tifoso serbo è stato accoltellato (lievi per fortuna le conseguenze). Aggrediti dai tifosi laziali anche due vigili urbani: soccorsi dai colleghi sono stati prontamente medicati nell'infermeria dello stadio, per loro solo qualche contusione.


La Repubblica titola: "I biancocelesti sotto per 0-2 rimontano: Di Canio e Inzaghi che ha anche fallito un calcio di rigore. Si complica la classifica. La Lazio, recupero in 45 minuti: con il Partizan finisce 2-2. Accuse all'arbitro per la seconda rete di Boya: 'Fallo su Sereni'".

Continua il quotidiano: La Lazio non va oltre il pareggio per 2-2 con il Partizan, risultato che complica le classifica per il passaggio del turno di coppa Uefa. A compromettere tutto il pessimo primo tempo della formazione di Caso, una pesante doppietta di Boya e alcune indecisioni arbitrali. La Lazio è apparsa trasformata nella ripresa e con grande cuore e grinta, soprattutto grazie a giocatori come Di Canio, E.Filippini e Inzaghi è riuscita a pareggiare i conti. Caso deve fare a meno degli infortunati Siviglia, Zauri e Giannichedda, oltre che degli argentini non inseriti nella lista Uefa. In campo dal primo minuto Paolo Di Canio, l'unica punta di ruolo è Simone Inzaghi. Il tecnico serbo Vladimir Vermezovic si affida a due vecchie conoscenze del calcio italiano, l'ex romanista Ivan Tomic e l'ex Juventino Zoran Mirkovic. L'unico indisponibile è Nadj. In avanti gioca il solo Boja. Falsa partenza della Lazio, il Partizan prende subito le misure e già al 3' si fa pericoloso con un colpo di testa di Boya che sfiora la traversa. Al 6' ospiti in vantaggio, complice la difesa biancoceleste, che si fa trovare impreparata dal contropiede serbo finalizzato da Boya: l'attaccante raccoglie un lancio di Tomic e infila Sereni in uscita con un esterno destro. La Lazio accusa il colpo, non riesce a far pressing e lascia l'iniziativa al Partizan, che domina il centrocampo ed evidenzia facilità estrema nel palleggio. Al 13' ci prova Inzaghi dalla sinistra da posizione decentrata mandando fuori.

A complicare la situazione ci pensa la terna arbitrale con alcune gravi decisioni che penalizzano la Lazio, come al 21', quando viene annullato un gol a Inzaghi, in posizione regolare. E ancora di più al 24' in occasione del raddoppio del Partizan: Vukcevic dalla destra mette in mezzo per Boya, che colpisce di testa in perfetta solitudine, Sereni blocca il pallone sulla linea con entrambe le mani, ma Boya in scivolata ribadisce in rete. Per l'arbitro è regolare. La partita si fa nervosa con diversi interventi fallosi e diverbi tra i giocatori. Al 43' il solito Boya manca clamorosamente il terzo gol, mandando al volo sopra la traversa da distanza ravvicinata. Ci sarebbe l'opportunità per riaprire la partita proprio in pieno recupero quando Djordjevic commette un netto fallo in area su Inzaghi: è rigore ma l'attaccante biancoceleste calcia nel peggiore dei modi, consentendo al portiere Kralj di parare senza problemi. Ad inizio ripresa resta negli spogliatoi Rocchi, che nel primo tempo aveva rimediato una distorsione alla caviglia e al suo posto gioca Cesar. E' una Lazio diversa, che cambia decisamente atteggiamento e al 7' accorcia le distanze con Di Canio, che con un esterno destro al volo infila Kraij. La Lazio schiaccia il Partizan e sfiora il pareggio in diverse occasioni: al 10' con Emanuele Filippini, che manda la palla poco lontana dal palo destro; al 15' con Negro, che davanti al portiere manda in scivolata con il sinistro a lato. Al 28' il pareggio: cross dalla destra di Cesar e zampata vincente di Inzaghi. Nel finale Lazio in avanti alla ricerca del gol vittoria, ma la difesa del Partizan è attenta e non si lascia sorprendere.


Il sito web "Uefa.com" commenta così la gara:

Grazie a un ottimo secondo tempo, la SS Lazio riesce a rimontare il FK Partizan e a ottenere un insperato pareggio nella terza giornata del Gruppo E della Coppa UEFA. In svantaggio 2-0 all'intervallo in virtù della doppietta di Pierre Boya, la squadra di Domenico Caso raggiunge gli avversari grazie ai guizzi di Paolo Di Canio e Simone Inzaghi, che in precedenza aveva fallito un calcio di rigore. Il pari permette ai biancocelesti di mantenere flebili speranze qualificazione. Rispetto alla vittoriosa gara con il Bologna FC in campionato, Caso presenta quattro volti nuovi. Paolo Di Canio prende il posto di César, mentre la difesa è rivoluzionata: Massimo Oddo, Paolo Negro e Fernando Couto rimpiazzano Oscar Lopez, José Talamonti e Matias Emanuel Lequi (gli ultimi due non sono stati iscritti nelle liste UEFA). Nella squadra serba, il tecnico Vladimir Vermezovic ripropone la stessa identica squadra che due settimane fa ha battuto l'Egaleo FC. Saša Ilic, bomber della squadra nel campionato serbo con sette reti e autore di una doppietta contro la squadra greca, è il giocatore più temuto dai padroni di casa. La squadra serba non ha intenzione di fare da spettatrice e lo dimostra subito. Al 3' Zoran Mirkovic, ex Juventus e Atalanta, trova un buon varco sulla destra: il suo cross per Boya è perfetto, ma il colpo di testa del giocatore è alto. L'attaccante si riscatta dopo tre minuti. Ivan Tomic, ex romanista, lo serve alla perfezione in verticale tra Couto e Negro: Matteo Sereni esce alla disperata, ma il tocco sotto del camerunense lo beffa.

La Lazio si sveglia dal suo torpore al 13'. Inzaghi prova il tiro tutto defilato sulla sinistra, ma non riesce a inquadrare lo specchio. Al 22' l'attaccante biancazzurro riesce a pareggiare, dopo una bella combinazione tra Tommaso Rocchi] e Anthony Seric: ma l'arbitro slovacco Anton Stredak, su segnalazione del guardalinee, annulla per fuorigioco millimetrico. Dopo una sortita senza effetto di Ilic, la squadra serba colpisce di nuovo. Su un cross dalla destra di Dragan Ciric, Boya può colpire di testa in perfetta solitudine. Sereni riesce miracolosamente a parare, ma il camerunense ribadisce in goal strappandogli il pallone dalle mani. Le proteste dei laziali sono inutili, l'estremo difensore è addirittura ammonito. Di Canio si fa vedere al 40', mandando a lato in spaccata dopo una bella percussione di Emanuele Filippini. Tre minuti dopo Boya fa venire ancora i brividi ai tifosi biancazzurri, ma il suo piatto destro – su perfetto assist di Simon Vukcevic – termina alto di un soffio. La Lazio potrebbe accorciare le distanze allo scadere, quando il direttore di gara sanziona con il rigore una trattenuta di Nenad Djordjevic a Inzaghi: sul dischetto si presenta lo stesso attaccante, ma Ivica Kralj respinge il tiro. A inizio ripresa Caso si gioca la carta César: il brasiliano prende il posto di Rocchi. Ma sono ancora i serbi a rendersi pericolosi, prima con Boya e poi con Ciric. Poi sale in cattedra Di Canio: su un bel cross di Seric, Inzaghi non riesce a colpire di testa. Ma alle sue spalle c'è proprio il numero 9 della Lazio, che con un destro sotto misura fulmina Kralj e riduce lo svantaggio.

I ragazzi di Caso sembrano trasformati. Al 55' Roberto Muzzi, subentrato a Christian Manfredini, non riesce a colpire di testa su spiovente di Di Canio: Ifeani Emeghara libera, ma lo fa sui piedi di Filippini che però non trova la porta. Al 58' Sereni respinge di piede una botta a colpo sicuro di Ilic, due minuti dopo Negro in spaccata non centra lo specchio su una punizione calciata da Oddo. Al 66' Vermezovic richiama Ciric per far spazio a Branimir Petrovic, ma la pressione dei padroni di casa non si allenta. Muzzi su lungo spiovente di Oddo sfiora di testa il 2-2, che Inzaghi realizza invece al 73': l'assist di César] è al bacio, l'attaccante biancazzurro non deve far altro che spingere il pallone in rete. L'Olimpico esplode. La squadra di Caso si sbilancia e gli ospiti sfiorano il goal in contropiede. Prima Miroslav Radovic (subentrato a Vukcevic) di testa, poi Petrovic arrivano alla conclusione, ma in entrambe le circostanze Sereni è attentissimo. Caso si gioca la carta Goran Pandev, che rileva Seric. Dall'altra parte Bayic sostituisce uno sfinito Ilic. Ma è troppo tardi, nonostante i sei minuti di recupero concessi dall'arbitro e il clamoroso goal fallito da Tomic: a Roma finisce 2-2.