Martedì 17 marzo 1998 - Auxerre, stade Abbé des Champs - Auxerre-Lazio 2-2

Da LazioWiki.

Stagione

Turno precedente - Turno successivo

17 marzo 1998 - 2.782 - Coppa UEFA 1997/98 - Quarti di finale, gara di ritorno

AUXERRE: Cool, Danjou, Silvestre, Goma, Rabarivony (66' Ciechelski), Jeunechamp, Agboh, Lamouchi, Marlet, Guivarc'h, Jaures (46' Gonzalez, 86' Compan). A disposizione: Assati, Sektioui, Nivet, Bouchard. Allenatore: Roux.

LAZIO: Marchegiani, Pancaro, Nesta, Negro, Favalli, Gottardi (55' Almeyda), Fuser, Venturin, Nedved (46' Marcolin), Boksic (91' G.Lopez), Mancini. A disposizione: Ballotta, Grandoni, Chamot, Rambaudi. Allenatore: Eriksson.

Arbitro: Sig. Lopez Nieto (Spagna).

Marcatori: 7' Mancini (rig), 13' Gottardi, 39' Guivarc'h, 80' Guivarc'h.

Note: ammoniti Nesta e Marcolin per gioco falloso, Nedved per simulazione. Assenti per infortuni: Okon, Casiraghi e Charbonnier, per squalifica: Jugovic e Diomede. Angoli 10-4.

Spettatori: 20.000 circa.

Roberto Mancini trasforma il calcio di rigore assegnato alla Lazio
Un altro fotogramma della prima rete biancoceleste
L'abbraccio dei compagni all'attaccante biancoceleste
Guerino Gottardi scocca il tiro in diagonale che vale il raddoppio laziale
L'esultanza del calciatore svizzero
L'abbraccio dei compagni
Il tiro di Guivarc'h con cui l'Auxerre accorcia le distanze
Il pareggio della formazione francese
Alen Boksic in azione
Matias Almeyda in azione

Splendida partita dei biancocelesti guidati da Eriksson che per un'ora mostrano i muscoli in ogni parte del campo esprimendo grande forza in difesa, un efficace centrocampo ed un attacco veloce e sempre pericoloso. Sin dall'inizio del primo tempo Boksic (sarà il migliore in campo) si dimostra una spina nel fianco della difesa transalpina che, schierata "a uomo" dal tecnico Roux, soffrirà per tutta la partita le improvvise incursioni del croato. Passano solo 7 minuti dal fischio di inizio e Boksic, servito da Fuser, si incunea inarrestabile nella difesa francese che con Goma ricorre al fallo per fermarlo: calcio di rigore. Mancini con un tiro alla sinistra del portiere segna l'1-0. L'Auxerre, colpito "a freddo" reagisce immediatamente con veemente orgoglio riversandosi nella metà campo biancoceleste, ma la Lazio è spietata nei contrattacchi e, 6 minuti dopo la prima segnatura, Nedved lancia in verticale per Gottardi che, veloce, entra in area sulla destra e con un preciso tiro incrociato batte Cool nell'angolo più lontano, è il 2-0. Sotto di due gol dopo 13 minuti l'Auxerre non va al tappeto, ma, indomito, continua nei suoi attacchi.

Al 16' Guivarc'h colpisce la traversa con una punizione dalla lunga distanza. La partita è giocata con grande agonismo e velocità, Nedved da una parte e Lamouchi dall'altra sfiorano il gol. Alla mezz'ora Mancini intercetta di petto un cross di Favalli e segna, ma l'arbitro annulla per fallo di mano. Al 39' Guivarc'h, con un tiro straordinario dai trenta metri, accorcia le distanze su punizione. Il secondo tempo parte veloce come il primo e subito Marchegiani si distingue per una grande parata su colpo di testa del solito Guivarc'h, ma la Lazio controlla la partita e col passare dei minuti il ritmo cala un po' e subentra la stanchezza. Nel finale Guivarc'h pareggia (2-2) con un bel colpo di testa imprendibile per Marchegiani. La Lazio approda alla semifinale di Coppa UEFA con una prova di grande autorità e di maturità internazionale, uscendo a fine partita tra gli applausi dello sportivo pubblico di Auxerre.


La Gazzetta dello Sport titola: "I biancocelesti pareggiano con l'Auxerre. Lazio, storica semifinale. Primo tempo capolavoro: non era mai andata così avanti in Europa. Laziali padroni del campo con un Boksic scatenato che conquista un rigore (segnato da Mancini) e Gottardi che raddoppia. Nella ripresa Fuser e compagni calano, ne approfittano i francesi che mettono paura con una doppietta di Guivarc'h. Ma la qualificazione è ampiamente meritata".

Continua la "rosea": La Lazio per la prima volta approda ad una semifinale europea. E lo fa con una prova di grande autorità su un campo difficile, dove molte grandi - ultima, venerdì scorso, il Monaco campione di Francia - sono state piegate. La squadra di Eriksson ha collezionato così il 21esimo risultato utile consecutivo e soprattutto ha dimostrato una capacità di volo anche nei cieli d'Oltralpe. Per un'ora i biancazzurri hanno disputato una grande partita, prima di concedere la rimonta d'onore ai bellicosi e indomiti avversari, che nel finale hanno sfiorato la storia. Salda in difesa, efficacissima a centrocampo, sempre pericolosa in attacco, la Lazio ha dimostrato il suo straordinario momento di forma che, se sarà mantenuto, gli può rendere possibile ogni traguardo. Nel finale di partita ha ricevuto l'applauso dallo sportivo pubblico francese. Grande attesa prima del via. Fair play dei borgognoni. "Bienvenue aux supporters Aux supporters Lazio", dice un cartello sui fianchi dello stadio. La Lazio è priva di Casiraghi, autore del gol dell'andata, infortunato, e di Jugovic, squalificato. Eriksson allestisce una nuova linea di centrocampo: Gottardi-Fuser-Venturin-Nedved. Nell'Auxerre mancano il portiere Charbonnier, Diomede, squalificato, Lachuer infortunato.

La Lazio gioca a zona col classico 4-4-2. L'Auxerre, invece, difende a uomo, con Danjou libero, Goma su Boksic, Silvestre su Mancini, Jeunechamp su Nedved. Boksic è subito irresistibile. Squarcia la difesa con l'irruenza terribile di un cavalierie di Gengis Khan. Quando Fuser lo serve, s'incunea in area tra Danjou e Goma, il libero lo ferma col fallo. Calcio di rigore. Mancini segna di piatto destro alla sinistra del portiere (0-1). L'Auxerre reagisce con furore. Il cannoniere Guivarc'h, 44 gol in 51 partite, prova il destro. Ma la Lazio è mortale nei contrattacchi. Nedved lancia in verticale Gottardi, che fugge via imprendibile per Rabarivony e incrocia nell'angolo più lontano (0-2). Magnifica esecuzione. E' un 1-2 che metterebbe al tappeto anche un toro Miura, ma non l'Auxerre, che è splendido per furore e combattività. Guivarc'h con una punizione da trenta metri colpisce la parte alta della traversa (16'). Marchegiani è costretto a domare un sinistro insidioso di Lamouchi. La partita è straordinaria. Grande agonismo. Velocità. Massima incisività. La Lazio la controlla con stupefacente autorità. Dimostrando grande maturità internazionale. Nedved si fa luce in area e di sinistro sfiora il palo (29'). Poi Favalli mette in area una palla di testa, il libero Danjou fallisce l'intervento, Mancini ferma di petto, avanza e trafigge il portiere (32'). Ma l'arbitro annulla per un fallo di mano, che dalla tribuna non abbiamo visto. Ancora una bella azione Mancini-Nedved, che sfiora il terzo gol. Poi Guivarc'h con un destro folgorante all'incrocio dei pali trasforma una punizione toccatagli da Lamouchi (1-2). Straordinaria l'esecuzione balistica, da almeno trenta metri del cannoniere francese che torna al gol dopo 5 partite di astinenza. Il tempo si chiude con Nedved che esce zoppicante dal campo.

Nella ripresa Marcolin subentra a Nedved e, dopo pochi minuti, Almeyda a Gottardi. La linea del centrocampo laziale diventa così Fuser-Almeyda-Venturin-Marcolin. Una linea da combattimento. Marchegiani compie subito un capolavoro parando in tuffo un colpo di testa di Guivarc'h lanciato da Silvestre (6'). Boksic replica con un bel destro. Il ritmo della gara cala un po', dopo la furia del p.t. Ma la partita resta aperta, interessante. L'eccellente Lamouchi lancia Guivarc'h, che gira di sinistro, ma Marchegiani è ben piazzato (24'). Lopez Nieto non vede un fallo da rigore di Favalli su Gonzalez (25'). Poi, a un pugno di minuti dal termine, a qualificazione ormai raggiunta, Guivarc'h raggiunge il pareggio: su un bel centro di Marlet domina Nesta nel duello di testa e infila il pallone nell'angolo più lontano (2-2). Questo attaccante si dimostra di altissima qualità. Possiede un tiro potentissimo e preciso, è molto abile di testa, è grintoso e combattivo e dotato anche di grande mobilità. Con la doppietta si porta a 46 gol in 52 partite, bottino eccezionale. La Lazio comunque mantiene l'imbattibilità in coppa e conquista un traguardo mai raggiunto: per la prima volta è in semifinale.


la Repubblica titola: "Un avvio da fuoriclasse, francesi senza scampo".

L'articolo così prosegue: La Lazio non era mai arrivata a una semifinale europea, in novantotto anni non era mai rimasta imbattuta per ventuno partite: ma il punto è un altro, al di là dei record c'è la disarmante facilità con la quale è arrivata a tanto. La magia continua, in tredici minuti l'Auxerre era già annichilito, tutti i timori della vigilia erano dissolti, la squadra di Eriksson aveva tirato fuori dal suo zaino di talento un paio di azioni che avevano stordito i francesi e avevano reso inutile il resto della gara. Un vantaggio immediato al 7', al primo muoversi di Boksic che ha subito messo nel panico la difesa dell'Auxerre: Danjou e Goma lo stringevano, irregolarmente diceva l'arbitro spagnolo (un amico, va detto, nonostante un'impeccabile ammonizione a Nesta, che costa al centrale laziale la qualifica per la semifinale di andata) che decretava il rigore, che poi Mancini trasformava. Era il gol dell'estro puro, logico che la Lazio passasse così, è la sua natura di adesso, così pure era logico il raddoppio, nato da un tacco di Boksic per Nedved, un lancio lungo per Gottardi che, dalla destra, infilava l'angolo lontano della porta di Cool. E questo era il gol dell'anima operaia della Lazio, fusa così bene con quella degli artisti. Il punteggio finale è ingannevole, tutto era finito da tempo, quando poi un po' trascinandosi e con un centrocampo smozzicato nel quale era apparso anche Almeyda la Lazio alla fine concedeva qualcosa all'Auxerre.

Festa per i pulman partiti nella notte da Roma e che hanno scaricato qui un migliaio di inebriati tifosi. "Benvenuti" diceva il display luminoso, un minimo segno di civiltà: il pareggio finale è quasi un ringraziamento per tanta ospitalità. L'Auxerre era stato segnato dalle assenze importanti, oltre al portiere Charbonnier e all'ala Diomede squalificato, era mancato anche Lachuer. Certo in questo doppio confronto non gliene è andata bene una, anche in casa prima di arrivare al gol di Guivarc'h su punizione sul finire del primo tempo, era dovuta passare per un'altra traversa, dello stesso Guivarc'h e ancora su punizione, dalla stessa zona, una traiettoria che ha messo in difficoltà Marchegiani la prima volta e poi lo ha messo ko la seconda. Ma la differenza tecnica è stata abissale, contro Fuser Roux è stato costretto a mandare Agboh, un ventenne togano, con quattro presenze in prima squadra, che poi ha avuto anche qualcosa da ridire con il laziale. Il piano tattico di Eriksson è stato premiato subito, non voleva dare punti di riferimento al marcamento a uomo degli avversari e così è stato. Mentre il modesto Goma conosceva un'altra notte di sconforto contro Boksic, Mancini veniva guardato da Silvestre e Gottardi piantonato da Rabarivony. Ma entrambi arretravano sapientemente, lasciando la metà campo libera per gli inserimenti di Nedved. La prima mezz'ora è stata una dimostrazione esemplare della Lazio a orologeria, che poi persino Jacquet, il ct francese, avrebbe esaltato. Dopo la perfezione dell'inizio naturalmente è venuta qualche sofferenza, soprattutto, sotto i colpi di qualche contrasto, si è spento Nedved, costretto a uscire zoppicante alla fine del primo tempo.

Al 28' aveva mancato di poco il gol, con un tiro di sinistro fuori di poco, al 31' Mancini si era visto annullare un gol per essersi portato avanti la palla con il braccio, poi c'era stato un altro diagonale di Nedved e una conclusione di Boksic. Mancini, da un lato, guardava irritato, era sempre libero e nessuno gli aveva dato la palla. Poi veniva il gol di Guivarc'h, squadra e pubblico ritrovavano la voglia della partita, la Lazio decideva che era tempo di far rientrare dopo tanto anche Almeyda. Jacquet poteva verificare che Guivarc'h non era quel lentone senza concretezza che si era visto a Roma. In apertura di ripresa la sua mole si faceva sentire in area, al 5' su un cross di Silvestre colpiva di testa, deviava in acrobazia Marchegiani. La furia dell'Auxerre si placava, c'era ancora uno spunto di Guivarc'h, che al 23' sfilava in area, ma il suo sinistro era debole e Marchegiani bloccava con sicurezza. La Lazio lentamente perdeva voglia di giocare e alla fine i francesi si riaffacciavano in avanti, finché al 35' arrivava il pareggio, con un colpo di testa, ancora di Guivarc'h, nell'angolo alla destra di Marchegiani. Un tiro di Compan nel recupero era l'ultima minaccia alla magia che perdura.


Sempre tratte dalla "rosea", alcune dichiarazioni post-gara:

Mentre Guy Roux tuona nel suo angolino contro l'arbitro spagnolo Lopez Nieto, Sven Goran Eriksson assapora nell'angolino opposto del minuscolo corridoio che fa da anticamera ai due spogliatoi questo pareggio che permette alla sua Lazio di continuare la sua lunga serie di risultati positivi e di accedere per la prima volta alle semifinali europee. "Direi che siamo felici - ammette quasi con imbarazzo Eriksson - e che ora possiamo archiviare per quindici giorni la coppa Uefa. Dobbiamo recuperare e pensare ad altro, al campionato, alla prossima partita con il Piacenza. La prestazione della squadra è stata buona direi: 2-0 dopo 13 minuti e tantissimo gioco. Poi siamo calati un pochino, abbiamo rallentato ma meritiamo largamente la qualificazione. Bravissimi tutti, anche perché davanti a noi non c'era una squadretta ma una formazione che non ha mai rinunciato". Eriksson lancia sorrisi e complimenti. Dice un gran bene di Mancini che il cittì francese Jacquet ha osservato e ammirato e del quale ha persino detto che gli piacerebbe averlo nella sua formazione per illuminare il gioco. "Mancini ha giocato splendidamente - dice Eriksson - è un grandissimo centrocampista, un centrocampista puro. Ha illuminato il gioco della squadra. Bravissimi Boksic e Nedved che purtroppo si è infortunato e che speriamo di poter recuperare contro il Piacenza, bravissimi tutti".

Poi l'allenatore svedese parla del futuro. Pensa alla coppa Uefa, certo, ma anche alla Coppa Italia e naturalmente allo scudetto: "Non dimentichiamo che siamo in pista su tre fronti. Se dovessi scegliere quale obiettivo preferirei centrare? Io parto dal principio che da qui alla fine della stagione dobbiamo giocare tutte le partite per vincerle una dopo l'altra. Non dobbiamo scegliere o abbandonare degli obiettivi. Ora archiviamo per un attimo la coppa Uefa ma pensiamo già al Piacenza. Cosa auguro alla Juve che gioca a Kiev? Di far bene e di qualificarsi. La Juventus è un'avversaria che combatto in campionato ma che rispetto e alla quale voglio anche bene". Eriksson poi fa un mini-bilancio di questo retour-match che definisce difficile ed intenso: "L'Auxerre è un'ottima squadra e lo ha dimostrato per novanta minuti. Dopo aver incassato due reti non ha mai mollato. Ha spinto fino alla fine, ci ha creduto ed è uscita dalla competizione a testa alta. Noi purtroppo rientriamo a casa con Nedved infortunato e con Nesta squalificato per le semifinali. Spero di recuperare Nedved al più presto e per la squalifica di Nesta direi che non è il caso di farne un dramma. Anzi direi che arrivare in semifinale con un solo squalificato è già soddisfacente". Nel suo angolino l'allenatore della Lazio continua a ripetere quasi a cantilena la sua soddisfazione, la sua gioia e la sua decisione a continuare fino alla fine della stagione così: accumulare risultati positivi e vittorie e restare in pista fino all'ultimo sui tre fronti. Eriksson da Auxerre invia un messaggio più che chiaro: la sua Lazio non rinuncia a nulla.




<< Turno precedente Turno successivo >> Torna alla Stagione Torna ad inizio pagina