Mercoledì 11 febbraio 1998 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Empoli 3-1

Da LazioWiki.

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11 febbraio 1998 - 2.773 - Campionato di Serie A 1997/98 - XX giornata

LAZIO: Marchegiani, Pancaro, Nesta, Negro, Chamot, Fuser, Venturin, Jugovic (94' Marcolin), Nedved, Casiraghi (91' Gottardi), R.Mancini (46' Boksic). A disposizione: Ballotta, Grandoni, G.Lopez, Favalli. Allenatore: Eriksson.

EMPOLI: Roccati, Fusco, Baldini (75' Martusciello), Bianconi, Ametrano (71' Cribari), Pane, Ficini, Tonetto, Bonomi, Cappellini, Esposito (70' Florijancic). A disposizione: Kocic, Bettella, Lucenti, Bisoli. Allenatore: Spalletti.

Arbitro: Sig. Borriello (Mantova).

Marcatori: 16' Nedved, 34' Cappellini, 54' Negro, 93' Gottardi.

Note: serata fredda. Ammoniti: Pane, Nedved, Tonetto. Calci d'angolo: 6-2.

Spettatori: paganti 6.513 per un incasso di Lire 227.445.000, abbonati 32.238 per una quota di Lire 962.039.369.

Il potente tiro di Pavel Nedved che origina il vantaggio biancoceleste
Alen Boksic in azione
Pavel Nedved in azione
Paolo Negro, autore del secondo vantaggio laziale, festeggiato da Giorgio Venturin ed Alessandro Nesta
Un momento della gara
Guerino Gottardi sigla la rete del definitivo 3-1

Dodici. La Lazio non si ferma, è inarrestabile. Sciorina vittorie e partite deliziose che mandano in visibilio i curvaroli della Nord. Dodici appunto i risultati "si". Pensate: è dal lontano 16 dicembre che i ragazzi di Eriksson hanno cancellato dal loro vocabolario la parola sconfitta. Stavolta la vittima sacrificale di un mercoledì notte freddo e umido è stata un Empoli niente male, disposto bene in campo. Ma contro la Lazio di questi tempi c'è poco da stare allegri. Mancini è un giocatore illuminante, Boksic una punta diabolica, Casiraghi una minaccia costante. Se a questo pacchetto offensivo si aggiungono due autentici fuoriclasse come Nedved e Jugovic, il quadro è completo perché se non è il tridente ad arrivare in porta, sono allora i centrocampisti a far quadrare il cerchio della manovra. E anche ieri, la partita con l'Empoli è stata sbloccata dopo diciassette minuti da un'azione velocissima incominciata da Mancini e portata a termine dal boemo di Praga con una fucilata che ha piegato le mani di Roccati.

Due parole sul portiere toscano: è stato uno dei migliori, se non il migliore della squadra ospite. Il che sta a significare che la Lazio ha prodotto una miriade di occasioni che non si sono a volte concretizzate un po' per la fretta, un po' per la prontezza di Roccati, che in un paio di occasioni ha tolto il pallone dalla porta. Sì, è vero che verso la fine del primo tempo i giovanotti di Eriksson hanno subito un calo, si sono fatti imbrigliare dagli avversari che sono riusciti addirittura ad acciuffare il pareggio con un bel gol di Cappellini, propiziato da una mezza gaffe della difesa biancazzurra. E' stato un bel colpo di testa su corner calciato da Pane. Marchegiani è stato a guardare, così come i suoi compagni. Va detto che il corner era stato propiziato da un errore di Nesta (uno dei pochissimi di questo campionato). Chiuso il primo tempo sull'uno a uno, Eriksson pensava bene di far riposare Mancini e di mandare in campo il solito Boksic, che cominciava a far traballare la difesa toscana con i suoi ubriacanti dribbling. Forse, di tanto in tanto, la Lazio accusava qualche pausa, ma in campo comandavano solo i biancazzurri. Le azioni si ripetevano al terzo, al sesto, al nono: finché, all'undicesimo, la solita botta di Nedved non era deviata da Negro che spiazzava completamente Roccati.

L'Empoli protestava, perché Casiraghi era in fuorigioco. E' vero, solo che la punta della Lazio non stava partecipando per nulla al gioco e quindi l'arbitro lo considerava ininfluente. La Lazio dilagava, continuava il suo forcing, finché in pieno recupero Gottardi non portava a tre i gol della Lazio. Sì, proprio lui: l'uomo del derby della Roma. Insomma, un difensore che aveva fatto davvero piangere i tifosi giallorossi. Adesso, la Lazio è terza in classifica insieme con l'Udinese. A tre punti è l'Inter, la Juve a sette. Come dire: il sogno non è svanito. E di quale sogno si tratti, i tifosi biancazzurri lo sanno, ma non lo dicono.


La Gazzetta dello Sport titola: "Importante balzo in avanti per la squadra di Eriksson al nono risultato utile consecutivo in campionato. La Lazio fa un salto sul podio. Nedved-Negro-Gottardi stendono l'Empoli e regalano il terzo posto in classifica. I biancocelesti partono benissimo. Mancini è ispirato, il vantaggio è meritato. Poi la Lazio si distrae e il ritorno dei toscani riapre la gara. Ma con Boksic è di nuovo un'altra musica".

Continua la "rosea": Lazio-day, questo mercoledì di campionato. Basta guardare gli altrui risultati, il terzo posto in classifica, il 3-1 rifilato al coraggioso Empoli. Assai meno facile di quanto non si creda. Decidono il talento di Mancini nel primo tempo e la strapotenza fisica di Boksic nella ripresa anche se i gol sono da ascrivere a Nedved (col pari di Cappellini), Negro e Gottardi. Sul gol di Negro proteste dell'Empoli per la posizione di Casiraghi (fuorigioco netto ma passivo) e dello stesso Negro, forse in linea e forse no con Baldini. Comunque gira tutto giusto ai biancocelesti, giunti alla nona vittoria all'Olimpico consecutiva tra campionato e coppe. Sussiegosa la Lazio, disinvolto l'Empoli. Spalletti propone un 3-4-3 per niente rinunciatario, con Cappellini che tiene occupati Negro e Nesta e con Bonomi ed Esposito che si scambiano le corsie esterne in avanti ma sono sempre pronti, specie il primo, a ripiegare a centrocampo. Dove le accoppiate sono subito obbligate, Ametrano-Nedved, Pane-Jugovic, Ficini-Venturin e Tonetto-Fuser. Eriksson, che lascia prudenzialmente in panchina Boksic e sempre privo di Almeyda e Rambaudi punta sul peso di Casiraghi, del quale s'occupa prevalentemente Bianconi (col libero Baldini in soccorso), e sull'estro di Mancini, che sfugge spesso a Fusco. L'Empoli non ha nessun rispetto e la Lazio nessuna fretta. Ma la notte esalta la fantasia di Mancini e tanto basta. Tutto suo il secondo quarto d'ora del primo tempo.

Ne escono fuori un gol e tre altre limpide occasioni da rete. Dall'assist per Fuser che spedisce a lato, a quello incantevole per Nedved che col sinistro più che trafiggere sfonda letteralmente Roccati (17'), per finire con due pallonetti in proprio tanto deliziosi quanto meritevoli di miglior sorte. Il pubblico si spella le mani e la Lazio, forte dell'1-0, si compiace. Fin troppo. E che la guardia sia insolitamente abbassata lo sa bene Nesta, quando è distratto lui è buon segno, ma solo per gli avversari. Sbaglia Nesta e Negro rimedia per il primo corner dell'Empoli (35'). Sul quale sbagliano proprio tutti, da Mancini che appoggiato sul primo palo si limita a osservare il pallone calciato da Bonomi che spiove un metro davanti a lui, a Nesta e Negro in altre faccende affaccendati per finire con Pancaro che insegue fuori tempo massimo Cappellini. Questi infila di testa con meritevole tempismo, la porta è la stessa di dieci giorni fa, quando il centravanti ha trafitto due volte Konsel. L'intervallo porta novità annunciate, quali la staffetta Mancini (col Milan era uscito malconcio) e Boksic. La Lazio cambia reparto offensivo ma anche pelle. Dalle creazioni in surplace del Mancio alla forza fisica d'un attacco che con l'aggiunta di Nedved (entrerà in tutti i gol) è in pratica a tre punte. Per l'Empoli, che ha in Fusco un marcatore troppo minuto per giganti di quella fatta, è un esame veramente terribile, perché la Lazio ha anche cambiato marcia. Sono dieci minuti da incorniciare, i primi della ripresa, che culminano col gol di Negro che spezza fortuitamente il bolide di Nedved mentre Casiraghi è certamente in fuorigioco di posizione, ma passivo.

E' dubbia però anche la posizione di Negro, vicino a Baldini ma non si sa fino a che punto in linea. L'Empoli non se ne dà pace. Ma il gol del 2-1 arriva comunque dopo una sequela impressionante di occasioni (quattro), un miracolo di Roccati su Casiraghi e un salvataggio sulla linea di Baldini sul devastante Boksic. Se le autentiche occasioni da rete continuano a essere della Lazio e Roccati si supera, l'Empoli ha fiato e organizzazione di gioco da spendere. Spalletti ci aggiunge nel giro di 5' due cambi intelligenti (Florjiancic e Cribari per Esposito e Ametrano) e uno obbligato (Martusciello per Baldini vittima di una brutta gomitata di Casiraghi). Quanto basta per tenere la Lazio in grande apprensione. Eriksson sostituisce infatti Casiraghi con Gottardi in pieno recupero. E Gottardi, imbeccato da Nedved, la butta dentro proprio come nel derby di ritorno di Coppa Italia contro la Roma. A conferma d'un mercoledì biancoceleste anche assai fortunato.


La Stampa titola: "Un errore di Nesta ha complicato la vita alla squadra di Eriksson. Nedved trascina la Lazio. Ma l'Empoli la fa soffrire a lungo.

L'articolo prosegue: Non inganni il 3-1 finale. La Lazio ha sofferto. Con l'Empoli non si può scherzare. I biancazzurri però dimenticano la lezione-sconfitta dell'andata e rischiano di pagare cara l'unica leggerezza di Nesta, uno che vale sempre il doppio. In vantaggio con un tiro assassino di Nedved, biancazzurri che dominano e Marchegiani in vacanza. Succede che su un disimpegno, Nesta passi male la palla a centro area, Negro salva a stento mettendo in corner. Tira Bonomi e nel mucchio Cappellini infila di testa. Pancaro non riesce a contenerlo. E' il gol del pareggio, si ricomincia. Una bella Lazio, che corre e triangola come nei giorni migliori, scopre con un certo disappunto che l'Empoli corre quanto lei. E' vero, ci vogliono nove giocatori di Spalletti per fermarne sei della Lazio, però ci riescono. Bonomi ed Esposito si sfiancano in favore della difesa, Baldini, estremo baluardo, giganteggia nelle mischie. Serve un'invenzione di Mancini per mettere davvero in crisi la difesa dell'Empoli. Sul limite l'ex sampdoriano temporeggia, tutti si aspettano il suo affondo in area. Così, quando Mancini lancia Nedved, la difesa dell'Empoli resta di ghiaccio.

Due passi e "bomba" che centra Roccati. Il tiro è così forte che il pallone sembra trapassare il portiere, in realtà devia di poco dopo l'urto sulla spalla. Lazio felice, Empoli per niente scoraggiato. Verso la mezz'ora due "delizie" senza fortuna del solito Mancini. Due pallonetti che lasciano immobile Roccati: il primo sfiora l'incrocio, l'altro si spegne appena oltre il palo. Chi non si vede è Casiraghi. Sui palloni alti comanda Baldini, su quelli bassi il centravanti appare in ritardo. Lento rispetto a compagni e rivali. E si arriva al 34', con il gol già descritto dell'Empoli e con la gioia di Spalletti e Cappellini. La Lazio incassa male, non combina più nulla di buono negli ultimi dieci minuti della prima frazione. Si riparte con Boksic in campo. Non c'è più Mancini. Una deviazione di Roccati manda il pallone sulla testa proprio di Boksic, palla che schizza sul fondo. All'Empoli servono parecchi passaggi per superare la metà campo, ovvio che arrivi, prima o dopo l'errore e siano guai per Roccati. Lazio costantemente in avanti, al 4' Boksic ha la palla buona e la tira sul portiere. Venturin e Casiraghi si esibiscono alla ricerca del tiro fortunato e rimediano solo fischi.

Roccati mette in angolo un'altra fucilata di Nedved. Cross di Fuser, altra grande parata su Casiraghi. Nuovo fortissimo tiro di Nedved, Negro (in sospetto fuorigioco) devia nell'altro angolo e palla in rete. L'Empoli ci riprova, va avanti con convinzione, ma un altro miracolo non arriva. Riesce solo a far soffrire un po' la Lazio. E Casiraghi completa la giornata no sbagliando un gol facile nel finale. Entra il portafortuna Gottardi e non si smentisce. Gol. Partita finita.


La Repubblica titola: "Inarrestabile Lazio. Nedved ancora show".

L'articolo prosegue: La Lazio conclude la sua lunga rincorsa al terzo posto superando con qualche impaccio l'Empoli, in una gara portata avanti a strappi, nella quale il solo Nedved è stato presente dall'inizio alla fine, mentre Mancini e Boksic, nei loro 45' giocati, hanno contribuito con pochi minuti di ispirazione. L'Empoli ha pagato il suo scarso peso in avanti: ma se ha avuto a lungo l'iniziativa è stato per un vizio mentale biancoceleste, dopo i due gol la Lazio ha avuto lunghi momenti di relax che hanno concesso fin troppo agli avversari. Poi è stata incapace di chiudere il match (prima del gol in ultimo di Gottardi), anche per la serata poco felice di Casiraghi. Come da suo recente costume, la squadra di Eriksson comincia in paziente attesa, lasciando il gioco all'Empoli e rispondendo in contropiede, ma dopo un quarto d'ora prende il comando. C'è la prima idea di Mancini al 14', un assist per Fuser che dalla destra manda di poco fuori, poi, due minuti dopo, subito il vantaggio. C'è un'apertura di Mancini per Nedved, con Fusco fuori posizione che non chiude.

Il boemo fa due passi e tira una botta violenta di sinistro, Roccati va contro il pallone a mani aperte e gli si piegano, è lui stesso a mandarla in rete. La Lazio va avanti in scioltezza, i suoi centrocampisti dominano, dall'altra parte Pane e compagnia sembrano intimiditi e incapaci di frenare gli affondi di Fuser e Nedved. E' un momento positivo per la squadra di Eriksson, anche se non riesce a mandare alla conclusione Casiraghi: il primo spunto del centravanti è solamente al 28'. Nei minuti seguenti due azioni identiche di Mancini, pescato in entrambe le circostanze sulla destra, lontano dalla porta ma abbastanza libero di calciare. Tutte e due le volte tenta il lob verso il palo lontano, il primo è di poco alto, il secondo di poco fuori, arrivano gli applausi degli estasiati. L'Empoli ha un gioco rapido, persino troppo frenetico e non riesce ad avvicinarsi alla porta. La Lazio sembra padrona del campo, si attende solo l'azione per il raddoppio e invece è tempo di pareggio. Tutto nasce da una insolita leggerezza di Nesta, un retropassaggio sbagliato, che porta a un calcio d'angolo: batte Bonomi, nel gruppo dei saltatori prevale Cappellini, che anticipa tutti e segna di testa. L'Olimpico è un campo di elezione per lui, ne aveva fatti già due alla Roma, dei quali uno di testa parimenti bello.

La Lazio deve ricominciare, accusa il colpo e si stranisce, prima della fine del tempo c'è ancora modo per un'azione di Bonomi, rimpallato in angolo. Nella ripresa la prevista staffetta tra Mancini e Boksic e con il croato subito al 1' il gioco della Lazio trova subito più profondità, al 3' ancora Boksic va oltre i difensori, la sua palla scavalca il portiere, ma c'è il salvataggio di Baldini. Al 6' è Nedved a tentare da fuori, Roccati respinge, la Lazio tenta di alzare il ritmo della partita e l'Empoli soffre. All'8' il cross di Fuser e il colpo di testa di Casiraghi, questa volta Roccati fa il fenomeno. Al 9' arriva il secondo vantaggio, c'è un tiro dalla distanza di Nedved, rimpalla su Negro che sembra al di là dei difensori empolesi (mentre Casiraghi lo è sicuramente), la deviazione spiazza Roccati, le proteste dei difensori (nel dopo partita rincarano la dose anche Baldini e Spalletti) non commuovono guardalinee e arbitro, che poi alla mezz'ora ignorerà una gomitata di Casiraghi a Baldini, costretto a uscire. Al 48' un altro gol tardivo (dopo quello alla Roma in Coppa Italia) di Gottardi, lanciato da Nedved.


Tratte dal quotidiano romano, alcune dichiarazioni post-gara:

Sven Goran Eriksson sembra Paperon de' Paperoni quando conta i suoi dollari. Ha lo stesso entusiasmo: "Ragazzi, le cifre parlano chiaro: nelle ultime dodici partite abbiamo messo insieme dieci vittorie e due pareggi. In campionato la squadra ha realizzato 23 punti su 27 in due mesi, arrivando a tre lunghezze dal secondo posto, cioè dall'Inter. Non mi sembra ci sia da aggiungere molto". Vero, le cifre parlano da sole, però sarebbe importante capire perché la Lazio ha sofferto così tanto contro l'Empoli: "Merito loro, hanno giocato alla grande, soprattutto dopo il gol del pareggio. Forse siamo stati un po' presuntuosi, anche se nella prima mezz'ora la squadra mi è piaciuta molto, giostrava in scioltezza. Poi quell'errore difensivo poteva costarci caro. Ma nella ripresa ho ritrovato la mia Lazio, quella che sa soffrire e vincere. E' questo il segreto: il carattere più l'unità del gruppo, più i tanti buoni giocatori che abbiamo in squadra. Sono proprio contento, dobbiamo continuare così".

La Lazio vince anche in Inghilterra, nel senso che Marcelo Salas - il cileno sarà presentato oggi pomeriggio in un noto albergo romano, domani si sottoporrà alle visite mediche - ha segnato i due gol che hanno permesso al Cile di espugnare Wembley. Ok l'acquisto è giusto, verrebbe da dire. Ma Eriksson per adesso preferisce esaltare Gottardi: "Sì, perché Salas sarà con noi da luglio. Ora bisogna applaudire i protagonisti di questa bellissima rincorsa". Paolo Negro, per esempio, che ieri ha segnato un gol decisivo deviando di precisione il solito bolide di Nedved (il ceco, ammonito, sarà squalificato): "Quelli dell'Empoli - dice il difensore - hanno protestato perché erano convinti che fossi in fuorigioco. A me non sembra, e comunque l'importante è che il gol sia stato convalidato. Adesso un pensierino alla Nazionale lo faccio, eccome. Sì, con Maldini in passato ci sono state delle incomprensioni, ma se mi convocherà sono certo che sarà tutto chiarito. Il secondo posto? Non ci pensiamo, adesso siamo concentrati sul Bari, sarà un'altra partita difficilissima". Eccola, la mentalità vincente della nuova Lazio. Che adesso aspetta i gol di Casiraghi e intanto dà il benvenuto a Marcelo Salas, il centravanti che ha conquistato Wembley e vuol fare innamorare la gente laziale.


Dalla Gazzetta dello Sport:

Ruolino di marcia da grande e Sven Goran Eriksson parte da questa considerazione per parlare del gruppo, discorso che mette avanti a tutto, anche se la battuta iniziale è riferita alla classifica: "Siamo a meno sette dalla Juventus? Ottimo. Abbiamo sofferto, l'Empoli stava giocando molto bene, però alla fine abbiamo vinto ed è l'aspetto più importante. Siamo stati bravi nella prima mezz'ora giocando un buon calcio, poi loro hanno segnato ed abbiamo avuto un calo. Era tempo che non subivamo un gol del genere. Disattenzione? No, bravo l'Empoli, hanno giocato calcio di qualità, sono messi bene in campo, tenevano palla e ci mettevano in difficoltà. Soffriamo però vinciamo ed è difficile batterci. Certo sono stato tranquillo solo quando Gottardi ha fatto 3-1. Errori? Se ne fanno sempre, ad esempio anziché mandare la palla in angolo che poi ci è costato il pareggio, potevamo gettarla via molto prima e non rischiare. Ad ogni modo gli avversari sono in campo per fare la loro parte, ha dei meriti anche Cappellini". - L'Inter è a soli 3 punti. Vuol parlarne? Lo aveva promesso. "Davvero ho detto così? Non ricordo e se l'ho detto era una bugia".

Si può parlare di calo atletico nella ripresa? "No, l'Empoli faceva pressing, giocava la palla in velocità. Però alla fine pericoli non ne abbiamo corsi, loro non hanno avuto grandi occasioni per segnare. Il gol di Negro? Sì ha toccato palla lui, io non ho visto dal campo, mi hanno detto che Casiraghi era in fuori gioco, ma sicuramente si trovava da una parte e non disturbava. Forse poteva essere in fuori gioco Negro, ma non sono in grado di dare un giudizio. Una cosa posso dirla, abbiamo ottenuto il dodicesimo risultato utile fra coppe e campionato, 10 vittorie 2 pareggi, le cifre contano, valgono più di qualsiasi giudizio. Il gruppo è sempre più compatto, felice, ha carattere e con questo spirito si superano i momenti difficili. Queste sono partite da vincere se vogliamo salire in classifica e se ci riusciamo vuol dire che andiamo in campo con la mentalità giusta. Mi spiace che Casiraghi non abbia fatto gol, lo meritava e sarebbe stato utile per il suo morale. Ad ogni modo, è pur vero che nella prima mezz'ora abbiamo avuto l'occasione per chiudere la partita, avesse segnato Mancini con quei due pallonetti bellissimi, sarebbe stato tutto diverso. La staffetta? Era prevista, Mancini giocando peggiorava nel correre e Boksic è ancora prudente nei contrasti. Gottardi? Bravissimo non per il gol ma per come sa farsi trovare pronto. La Juve? E' una sorpresa che non abbia vinto a Brescia, lo dico senza polemica e malignità, la reputo la migliore e penso sempre che con certe avversarie debba comunque vincere. Salas? Lieto che arrivi, parliamone a luglio, ora ci sono Boksic, Casiraghi e Mancini".

Gottardi esprime gioia misurata: "Prima partivo 100 metri dietro e non potevo vedere la porta, ora è diverso. Sì potrei anche giocare mezza punta. La Svizzera? Stanno vedendo con i documenti, in Italia sarebbe tutto più facile. Certo questi sono gol comunque utili": 2 in 6' giocati, ed il primo in assoluto in campionato, una buona media. Negro sul fuorigioco non si pronuncia: "Chiedete a loro che protestavano, io ho messo il piede per far gol e ci sono riuscito, mi basta. La nazionale? Non ci penso, ma se arrivasse...Con Maldini non ho più parlato ma potrebbe sempre esserci un momento per farlo".