Mercoledì 9 febbraio 2022 - Milano, stadio Giuseppe Meazza - Milan-Lazio 4-0

Da LazioWiki.

InCostruzione.jpg

Stagione

Turno precedente

9 febbraio 2022 – Milano, stadio Giuseppe Meazza - Coppa Italia, Quarti di finale - inizio ore 21.00

MILAN: Maignan, Calabria (77' Tomori), Kalulu, Romagnoli, Hernandez, Tonali (46' Bennacer), Kessie, Messias (61' Saelemaekers), Diaz, Leao (77' Maldini), Giroud (61' Rebic). A disposizione: Tatarusanu, Mirante, Castillejo, Lazetic, Florenzi, Krunic, Bakayoko. Allenatore: Pioli

LAZIO: Reina, Hysaj (61' Lazzari), Luiz Felipe, Patric, Marusic, Milinkovic-Savic, Cataldi, Basic (50' Luis Alberto), Felipe Anderson (50' Pedro), Immobile (69' Moro), Zaccagni. A disposizione: Strakosha, Adamonis, Floriani M., Kamenovic, Radu, Leiva, André Anderson, Romero. Allenatore: Sarri

Arbitro: Sig. Sozza (Seregno) - Assistenti Sigg. Tolfo e Vono - Quarto uomo Sig. Cosso - V.A.R. Sig. Massa - A.V.A.R. Sig. Bindoni.

Marcatori: 24' Leao, 41' Giroud, 45'+1' Giroud, 79' Kessie.

Note: ammonito al 15' Luiz Felipe, al 22' Tonali . Angoli . Recuperi: 2' p.t., 0' s.t.

Spettatori: .


Toma Basic
Foto Getty Images
Lucas Leiva
Foto Getty Images
Sergej Milinkovic-Savic
Foto Getty Images
Luis Alberto
Foto Getty Images
Elseid Hysaj
Foto Getty Images
Mattia Zaccagni
Foto Getty Images
Ciro Immobile
Foto Getty Images
Patric in azione di contrasto
Foto Getty Images
Luiz Felipe
Foto Getty Images
Felipe Anderson
Foto Getty Images

I calciatori convocati per la partita odierna

La Gazzetta dello Sport titola: "Milan indiavolato. Sarà derby. Show di Leao e Giroud. Lazio travolta in 45'. In semifinale c'è l'Inter. I rossoneri dominano, la squadra di Sarri non si vede: 3 gol nel primo tempo, nella ripresa c'è il poker di Kessie".

Continua la "rosea": Aveva ragione Sarri: la Coppa Italia non è per niente democratica. Il Milan va subito all’assalto del palazzo, annienta la flebile resistenza degli oppositori con un paio di blitz irresistibili e si prende tutto il potere. Quattro gol, una dittatura spietata. Giroud è il ras di San Siro, una doppietta come nel derby: dieci gol su dieci li ha segnati qui. Leao un predestinato che se soltanto troverà continuità sarà presto uno dei top mondiali. E Pioli uno stratega che davvero moltiplica il rendimento della truppa. Lazio cancellata in un tempo, anzi nei suoi venti minuti finali, quando Leao diventa la pallina imprevedibile di un flipper e Giroud fa il centravantone da “una palla un gol”. Nella ripresa va a segno Kessie rivitalizzato d’improvviso. Sarà derby anche in semifinale di Coppa: in ventiquattr’ore Milano batte Roma 2-0. Ma i giallorossi, dopo il ceffone iniziale dell’Inter, avevano almeno reagito. La Lazio mai: a qualsiasi ora e con qualsiasi sorteggio, caro Sarri, sarebbe finita così. E lamentarsi preventivamente offre alibi ai giocatori, non carica positiva.

Lazio quanti problemi. Infatti il Milan è autoritario ma la Lazio si arrende prima di cominciare. Quei dieci minuti di pressing alto di Immobile, Anderson e Milinkovic sono un’illusione, anzi offrono subito al Milan una chiave di lettura importante del match: spostare avanti la Lazio, che mantiene le distanze strette tra i reparti, e lasciare scoperta la difesa dove Patric non è Acerbi ma in realtà nessuno è in versione barricadera. Da quattro partite Sarri non prendeva gol, qualcosa è saltato. Come dice lo stesso tecnico, se il problema è fisico si può correre ai ripari, se invece è mentale c’è da preoccuparsi. Luis Alberto, ancora in panchina per il dannoso Basic, entra nella ripresa ma si limita al minimo sindacale e non è l’unico. Si sente odore di spaccatura interna. Il Milan non poteva non approfittare.

Tre gol travolgenti. Il successo del derby non doveva esaltare troppo, perché era stata soprattutto l’Inter a perdere. Ma non può essere sempre merito o colpa degli altri. Quando è in condizione, quando ritrova umiltà, il Milan mette in mostra un gioco moderno, arioso, nel quale la classe dei singoli si combina con una tattica elegante e moderna. Su tutti Leao. Il primo gol è uno spettacolo di velocità, dribbling e tiro, e nasce dal lancione “alla Bonucci” di Romagnoli che taglia la povera linea difensiva laziale. Leao si ripete inventando il 2-0 a sinistra con un’azione vecchi tempi e cross al centro: Giroud deve soltanto appoggiare, ma in origine c’è la Lazio che sbaglia. Il 3-0 ancora sottorete di Giroud nasce da una grande azione di Diaz, preceduta dal quiproquo Basic-Cataldi. Lo spagnolo sembra ritornato quello che a inizio stagione poteva far dimenticare Calhanoglu, impresa non facile. Forse ha trovato posizione ideale, spreca meno energie e punge tra le linee, rubando palla e partendo in dribbling letale nello stretto.

Pedro ci prova. Se quei tre, Leao, Giroud e Diaz, sono uno spettacolo, c’è una struttura che sorregge il tutto e il pilone centrale si chiama Tonali, ancora una volta a tutto campo. L’ammonizione e il 3-0 suggeriscono la sostituzione veloce a Pioli, ma tanto non cambia niente. Sarri ha forse esagerato nel turnover iniziale: Basic non può prendere il posto di Luis Alberto, e Pedro è l’unico a dare anima e profondità, tanto che il primo e unico tiro laziale in porta è suo, al 12’ del secondo tempo. Ma non c’è gioco, solo iniziativa individuale, e per una squadra di Sarri è forse il peggior giudizio possibile. Lo spagnolo entra con la luna storta, Milinkovic perde presto le misure, Zaccagni non si vede, Anderson fatica invano. Difficile trovare uno che si salvi.

Ma quale coppa. Sarà anche Coppa Italia, ma affrontarla come fosse campionato è un segnale di forza interiore che non può essere sottovalutato. Oltretutto il Milan è fuori dall’Europa e quindi potrà concentrarsi sui due fronti, mentre l’Inter ha il Liverpool che mette paura e che costringerà a un triplice impegno. In pochi giorni Pioli ha capito che l’esperimento “falso trequartista”, se non ha il Nainggolan esagerato di Spalletti, non è replicabile con questo Kessie, ma non ce n’è neanche bisogno se Diaz è in questa condizione. E anche Ibra può recuperare con tranquillità visto che Giroud ha ritrovato la vena dei tempi migliori, quella per esempio che al Chelsea, con Sarri, l’aveva reso capocannoniere dell’Europa League vinta. Tempi lontani per il tecnico laziale che trema anche per l’infortunio di Immobile, uscito zoppicando.

Mancini in tribuna. Sarri e Mancini, in tribuna, sperano non si aggiunga un altro guaio a quelli che hanno entrambi. A proposito del c.t.: le buone notizie sono arrivate da Tonali, quelle brutte dalla condizione del portoghese Leao, potenziale rivale in finale. Quelle da decifrare dalla difesa dove il tanto atteso Luiz Felipe ha sfigurato di fronte a Romagnoli che, piano piano, ste ritrovando misure e sicurezza. Anche qui Pioli non dev’essere del tutto estraneo. Dovunque arrivi questo Milan creato dal nulla, il primo top player è lui.


Il Corriere dello Sport titola: .

Prosegue il quotidiano sportivo romano:

Il Messaggero titola: .

Prosegue il quotidiano romano:



La formazione biancoceleste:
 ;
La formazione iniziale biancoceleste in grafica




► Per questa partita il tecnico biancoceleste Simone Inzaghi ha convocato i seguenti calciatori:

  • Portieri: Adamonis, Reina, Strakosha;
  • Difensori: Floriani M., Hysaj, Kamenovic, Lazzari, Luiz Felipe, Marusic, Patric, Radu;
  • Centrocampisti: André Anderson, Basic, Cataldi, Leiva, Luis Alberto, Milinkovic;
  • Attaccanti: Cabral, Immobile, Felipe Anderson, Moro, Pedro, Romero, Zaccagni.
I convocati in grafica






<< Turno precedente Torna alla Stagione Torna ad inizio pagina