Sabato 19 agosto 1995 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-San Lorenzo de Almagro 3-0

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19 agosto 1995 - Amichevole pre-campionato 1995/96

LAZIO: Marchegiani, Gottardi, Favalli (46' Nesta, 53' Cravero), Di Matteo (65' Marcolin), Negro, Chamot, M. Esposito, Fuser, Boksic, Piovanelli, Signori (65' Casiraghi). A disposizione: Orsi. Allenatore: Zeman.

SAN LORENZO DE ALMAGRO: Alves, Arevalo, Manusevich (16' Gaitan), Escudero, Galetto, Ruggeri (34' Quinteros), Rivadero (60' Netto), Monserrat, Biaggio, Ortega Sanchez (60' Rossi), Arbarello (60' Gonzales). A disposizione: Angelucci, Grama. Allenatorei: Veira.

Arbitro: sig. Nicchi (Arezzo).

Marcatori: 37' Boksic, 55' Boksic, 78' Piovanelli.

Note: angoli 8 a 2 per la Lazio. Espuso al 22' del secondo tempo Arevalo per fallo su Boksic. Ammoniti: Gottardi, Quinteros, Monserrant e Chamot.

Spettatori: paganti 8.978 per un incasso di 159 milioni.

La Lazio del primo tempo: Chamot, Boksic, Negro, Favalli, Marchegiani; Signori, Esposito, Di Matteo, Fuser, Gottardi, Piovanelli
Il saluto dei capitani
Una fase della gara

Il Corriere della Sera titola: "Olimpico semideserto per il test con gli argentini del San Lorenzo (3-0). Boksic riprende il posto a forza 2. Una doppietta del croato trascina la Lazio imballata, poi Piovanelli arrotonda".

L'articolo così prosegue: Questa è forse la sera che paradossalmente rilancia il "maleamato" Boksic, distributore e finalizzatore oltre le tagliole argentine, pronto ad entrare due volte nel tabellino dei marcatori, avviando il 3-0 con prepotenza d'esterno destro, da centravanti d'area (verticalizza Signori, rifinisce Piovanelli), dopo 37' di tango laziale senza sbocchi, senza accelerazioni corali, così come pretenderebbe Zeman. Cos'è cambiato, allora, a una settimana dal campionato? Cosa sta mutando nel gruppo ancora imballato causa il duro lavoro giapponnese, e forse un po' depresso dopo la cinquina di Amsterdam? I palleggiatori del San Lorenzo de Almagro, campioni d'Argentina senza torpori vacanzieri, ma anzi addirittura furibondi nei contrasti e negli anticipi chiariscono dentro l'Olimpico quanto segue: la difesa che il precettore boemo sta smontando e rimontando non presenta tuttora una compattezza rassicurante, pur avendo qui assimilato Chamot centrale accanto a Negro, mentre Gottardi e Favalli sfrecciano quali supporti esterni, salvo arrancare nei recuperi, quando i sudamericani ribaltano l'azione. Ci pensa così Marchegiani a disinnescare un paio di pericoli, aspettando che il canonico 4-3-3 diventi devastante, secondo ambizioni. Illusioni: la Lazio non è ancora pronta e faticano ad imporsi soprattutto i centrocampisti: quando per l'incapacità di Di Matteo nel raccorciare le distanze tra i reparti; quando per colpa d'uno stonato Fuser, evanescente quanto Piovanelli, provato nella parte di Winter. Davanti gira solo il croato: una saetta, un pericolo costante per gli oppositori raccolti attorno a Ruggeri, che prima dell'intervallo si ritrova con l'arcata sopracciliare spaccata in un contrasto. Migliora il rendimento laziale nella ripresa, quando Signori svaria ovunque secondo estri risvegliati e Esposito, controfigura di Rambaudi, diventa più altruista nel tridente offensivo. Così Boksic può festeggiarsi ancora di testa (cross di Signori) e chiudere da assist man per la terza rete firmata Piovanelli. A Casiraghi restano nel finale una ventina di minuti senza emozioni, schierato al posto di Signori. Alen Boksic non molla...



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