Sabato 19 marzo 2005 - Siena, stadio Artemio Franchi - Siena-Lazio 1-0

Da LazioWiki.

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19 marzo 2005 - 3140 - Campionato di Serie A 2004/05 - XXIX giornata

SIENA: Manninger, Mignani, Portanova, Tudor, Falsini (58' Taddei), Alberto (82' Cirillo), D'Aversa, Cozza, Vergassola, Maccarone, Chiesa (77' Pasquale). A disposizione: Fortin, Foglio, Di Donato, Pecchia. Allenatore: De Canio.

LAZIO: Sereni, Oddo (75' Pandev), Siviglia, Fernando Couto, Zauri (86' Seric), A.Filippini (62' Cesar), Dabo, Liverani, E.Filippini, Bazzani, Rocchi. A disposizione: Casazza, Talamonti, Manfredini, Muzzi. Allenatore: Papadopulo.

Arbitro: Sig. Tombolini (Ancona).

Marcatori: 60' Tudor.

Note: pomeriggio sereno, terreno in perfette condizioni. Ammoniti: Falsini, D'Aversa, Dabo, A.Filippini, Zauri e Siviglia per gioco falloso. calci d'angolo: 3 - 7. Recuperi: 0' p.t., 3' s.t.

Spettatori: paganti 4.352 per un incasso di euro 75.157, abbonati 6.139 per una quota di 92.736 euro.

Il biglietto della gara
La rete senese
Fabio Bazzani
Tommaso Rocchi in azione

La Gazzetta dello Sport titola: "Specialità della casa Tudor. Colpo di testa vincente, il Siena batte la Lazio e rivede la luce. Premiato il maggior slancio agonistico della squadra di De Canio. Primo tempo con molti falli e un solo tiro. Dopo il gol, sterile pressione laziale".

Continua la "rosea": C'è differenza tra festeggiare e fare la festa? Secondo Paolo De Luca, presidente del Siena, evidentemente sì. E così, prima del via, premia il Papadopulo tornato nella piazza dei suoi trionfi con una bella maglia; poi, gli sfila di tasca tutto il bottino e lo rimanda a Roma con tanta rabbia e tanti rimpianti. Basta un gol che più classico non si può: corner teso tirato da uno che lo sa fare (Chiesa), capocciata di uno che è alto come un papavero (Tudor). Tutto qua. E, detto così, sembra quasi facile. Invece non lo è stato per nulla. Il Siena, si sa, è una specie di naufrago in attesa di un tronco cui aggrapparsi. La posizione in classifica è quella che è, la lotta per non farsi mangiare dagli squali è terribile. La Lazio, invece, sta decisamente meglio, al punto che potrebbe coltivare pure qualche sognuzzo di Uefa. E, al tirar delle somme, la differenza è tutta qui, nella diversa "fame" che le squadre dimostrano di avere. Dal punto di vista tecnico, la Lazio ha sicuramente qualcosa in più. Assenze a parte (Peruzzi, Di Canio), in campo i ragazzi del Papa hanno piedi migliori rispetto alla banda De Canio che basa tutto sull'ardore agonistico e spera nelle invenzioni del suo uomo di maggior spessore, Enrico Chiesa. Papadopulo, alla vigilia, aveva punzecchiato la sua ex squadra. "Troppo buona", aveva detto. Peggio per lui (e per la Lazio): solo nel primo tempo, i senesi commettono la bruttezza di 20 falli (saranno 34 al termine) ed è probabile che il tecnico si sia pentito di non aver tenuto la lingua a freno. Clima da corrida, anche senza cattiverie particolari.

Tombolini cerca di arginare la marea sventolando cartellini su cartellini, talvolta con severità eccessiva: ma la partita, invece di calmarsi, rischia di innervosirsi sempre più. Primo tempo di soli calci, o quasi, con il primo (e unico) "tiro" in porta al 42': appoggio innocuo di testa di Maccarone tra le braccia di Sereni... Se il Siena fa quel che può (e non è tanto), la Lazio sconcerta. Papadopulo lascia in panchina gente come Cesar e Muzzi, tanto per fare due nomi, e punta tutto sul duo Bazzani-Rocchi. Buono, ma solo in teoria, visto che "Bazza" lotta ma non conclude mai e Rocchi ha polveri bagnatissime. Dabo è inesistente e Liverani non può certo far tutto da solo. Il risultato è cartavelina: solo Oddo, ad inizio ripresa, tenta qualcosa: ma è l'atteggiamento generale dei laziali a lasciar perplessi. Giochicchiano. E non basta, evidentemente. Primo tempo nullo, come abbiamo già premesso. Solo una bella punizione di Oddo fuori di niente (38') e una gomitatina volante, forse involontaria, di Portanova a Bazzani. Ripresa più pimpante, per fortuna. Al quarto d'ora, la svolta, dopo un paio di tentativi pericolosini di qua e di là. Una conclusione di testa di Maccarone viene deviata in corner. Batte Chiesa, teso e forte. Mignani ostacola astutamente Bazzani (che avrebbe dovuto saltare col croato) e Tudor può colpire di fronte piena: palla sotto la traversa e gol (15'). Nella mezzora che manca, la Lazio cerca di rimettersi in rotta. Preme ma in modo assolutamente sterile. Bazzani cerca di raccattare un rigorino con il mestiere ma Tombolini è bravo e non ci casca. L'occasione migliore capita a Liverani, servito bene da Emanuele Filippini. Il centrocampista incrocia bene ma la conclusione finisce a due centimetri dal palo (29').

Come il miglior Trap, De Canio tira giù la serranda sul finire di partita. Fa entrare altri due tronchi di una palizzata già robusta (Cirillo e Pasquale) e per la Lazio è notte fonda, anche perché Papadopulo si accorge troppo tardi di avere Cesar in panchina e ignora completamente un attaccante rapido come Muzzi che, in teoria, avrebbe potuto creare qualche problema a Tudor e compagnia senese. Quando Tombolini fischia (puntualissimo, come alla fine del primo tempo: tiro dalla bandierina negato al Siena al 45' e 1"...), il Siena si trova a quota 29 in compagnia del Parma. Alle sue spalle, almeno per una notte, Chievo, Brescia, Atalanta. Insomma, salvo. Oggi, chissà. Ma, almeno è lotta aperta, viva, ed è già qualcosa. La Lazio, invece, dimostra di non essere né carne né pesce. Zona tranquilla (ma fino a quando?), stimoli pari a zero. Le acque troppo chete rischiano di diventare pantano: il Papa che torna a Roma festeggiato e mazziato dovrà pensarci su bene.


La Repubblica titola: "Ha deciso un colpo di testa dell'ex juventino Tudor nella ripresa proprio quando gli ospiti stavano esprimendosi al meglio. Il Siena trova il colpo da 3 punti. Lazio ko, Papadopulo impreca. E adesso i biancazzurri devono guardarsi alle spalle".

Continua il quotidiano: Il Siena respira, la Lazio si dispera. Fondamentali i tre punti conquistati dalla squadra di De Canio nel primo anticipo della 29esima giornata. Basta il gol dell'ex juventino Igor Tudor per superare una Lazio che avrebbe meritato di più e che ha incassato il gol proprio quando ha cercato di vincere la partita. Disastroso il primo tempo, splendida la ripresa, ma non per Papadopulo che lascia il suo ex stadio abbandonando ogni sogno Uefa. E' meglio che la Lazio torni a guardarsi le spalle. De Canio, privo di Chiumiento e Flo, non rinuncia alle due punte e affianca Maccarone a Chiesa. Alle spalle dei due attaccanti Cozza, preferito a Taddei che non trova spazio neanche sulla fascia destra di centrocampo, occupata da Alberto (Falsini, preferito a Pasquale, va a sinistra). In difesa rientra Tudor dopo la squalifica. Papadopulo, commosso dall'accoglienza dei suoi ex tifosi e dalla maglia del centenario consegnatagli dal presidente De Luca, propone un 4-4-2 con Dabo al posto dello squalificato Giannichedda (indisponibili anche Peruzzi e Di Canio) e la coppia Rocchi-Bazzani in avanti. Il Siena (solo 4 vittorie) ha un disperato bisogno di punti salvezza, tranquilla la Lazio che sogna la zona Uefa. In avvio il più ispirato è l'ex Chiesa che al 9' taglia il campo e cerca sul secondo palo Cozza, il destro al volo dell'ex reggino non trova la porta, ma rischia di trasformarsi in un assist per Maccarone che arriva in ritardo.

Al 13' ancora un numero di Chiesa che fa sedere Oddo con un bel dribbling e poi scarica un destro che finisce sull'esterno della rete. La Lazio, ben messa in campo, non spinge più di tanto e controlla la gara contro un Siena che con il passar dei minuti perde ritmo e incisività, l'assenza di Flo si fa sentire e anche Chiesa cala a lungo andare. Tudor annulla Bazzani e non sbaglia nulla in difesa, la Lazio non si rende mai pericolosa se non con una punizione di Oddo larga di un metro. Partita brutta, ci si aspettava un Siena più aggressivo, ma un po' per limiti propri, un po' per i meriti della Lazio, i toscani non impegnano mai Sereni. Si va negli spogliatoi sullo 0-0, risultato giusto per un primo tempo da sbadigli. Papadopulo capisce che il Siena ha più paura di perdere che voglia di vincere e allora ordina ai suoi di cercare i tre punti. La Lazio, infatti, inizia a spron battuto la ripresa. Al 2' un sinistro di Zauri si perde di poco sul fondo, poi al 7' Manninger prima è bravo a bloccare il destro di Bazzani, poi provvidenziale nell'anticipare Rocchi su un millimetrico lancio di Liverani. Il Siena si sveglia e all'11' Chiesa, di destro, impegna Sereni in due tempi. De Canio decide di osare, al 13' dentro Taddei e fuori Falsini, un minuto dopo il Siena passa in vantaggio: corner di Chiesa, Sereni non esce e Tudor lo punisce con un colpo di testa che si infila sotto la traversa. La partita si infiamma, Papadopulo si gioca la carta Cesar (fuori A.Filippini) e reagisce con rabbia.

Al 18' Emanuele Filippini, calcia debolmente da buona posizione e Manninger respinge. Al 20' intervento difensivo decisivo di Zauri che anticipa Maccarone ben servito da Chiesa. La Lazio replica in contropiede, ma il sinistro dai 18 metri di Liverani sfiora soltanto il palo, stesso destino, due minuti più tardi, per il diagonale destro di Rocchi. Al 29' Filippini serve Liverani in area, il piatto sinistro al volo del centrocampista sfiora il palo con Manninger battuto. Assedio laziale, De Canio decide che è meglio coprirsi, dentro Pasquale e fuori Chiesa, al 37' dentro anche Cirillo per Alberto. La Lazio insiste, Liverani è il trascinatore. Al 42' Pandev, entrato al posto di Oddo, arriva con un attimo di ritardo su una "spizzata" di testa di Bazzani. E' l'ultima emozione, il Siena porta a casa i tre punti, per De Canio è la seconda vittoria da quando guida i toscani e vincere contro Papadopulo, che a Siena ha fatto benissimo, è una soddisfazione in più.