Domenica 17 febbraio 1946 - Roma, Stadio Nazionale - Lazio-Fiorentina 1-0

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17 febbraio 1946 - Campionato della Divisione Nazionale girone Centro-Sud serie A/B 1945/46 - XVII giornata

LAZIO: Giubilo, Carton, Ferri, Alzani, Gualtieri, Del Pinto, Puccinelli, Manola, Koenig, Lombardini, Tossio. All. Cargnelli.

FIORENTINA: Griffanti, Eliani, Piccardi, Rallo, Avanzolini, Magli, Menti II, Biagiotti, Gei, Gritti, Morisco.

Arbitro: sig. Carpani di Torino.

Marcatori: pt 23' Koenig.

Note: giornata bella, campo buono. Calci d'angolo 6 a 3 per la Fiorentina.

Spettatori: 12.000.

La partita si sta avviando verso la fine. La Lazio conduce per 1-0 grazie ad un bel goal di Koenig segnato al 23' del primo tempo e sta resistendo con determinazione ai tentativi di pareggiare della Fiorentina. Sta correndo il 40' minuto della ripresa e Gei, scattato con tempismo su un lancio in verticale di Biagiotti, s'infila tra due difensori laziali e spara in rete. Il pallone supera abbondantemente la linea di porta quando Ferri, in spaccata, ricaccia la sfera fuori. Esultano i giocatori viola, si disperano quelli biancocelesti. L' arbitro fa però cenno di continuare e subito viene accerchiato da tutti i giocatori ospiti, compreso il portiere Griffanti che lascia la sua porta. Il pallone, nel frattempo, giunge sui piedi di Puccinelli che, veloce come una lepre, attraversa il campo e giunto sulla linea della porta fiorentina, sta per dare il colpo conclusivo con l'avversario più vicino distante 90 metri. A quel punto un fischio interrompe il gioco. E' l'arbitro che, divincolatosi un istante dall'assedio, ferma l'azione. A questo punto ai giocatori viola che protestano, si aggiungono quelli laziali, anch'essi inferociti con il direttore di gara. Volano spintoni, schiaffi, calci, urla belluine tra i contendenti mentre l'arbitro, incredibilmente, fa riprendere il gioco con una surreale rimessa laterale a metà campo. Da questo momento fino al termine in campo succede di tutto. La Fiorentina si getta all'assalto in dieci uomini e la Lazio si difende in undici. Tutto il campionario di scorrettezze e violenze viene applicato in campo, senza che il sig. Carpani fischi una sola volta. La Lazio porta a casa i due punti, non del tutto meritati, ma il colpo di teatro finale è tragicomico: l'arbitro, mentre le squadre ancora giocano, imbocca la scaletta che conduce agli spogliatoi e da lì emette il triplice fischio di chiusura del match, scappando nel contempo nel suo stanzino.

Questo descritto è stato l'episodio culminante di una gara che la Lazio ha vinto, ma che la Fiorentina non ha meritato di perdere. I viola hanno attaccato di più ed hanno espresso un gioco superiore a quello dei biancocelesti che, dopo la partita di Napoli, ci si aspettava più sciolti e quadrati. Lo stesso goal laziale è scaturito da un grave errore di Avanzolini, che permetteva a Koenig di presentarsi solo davanti a Griffanti e di batterlo con un bel rasoterra angolatissimo. Due pali colpiti da Morisco e Gei nel primo tempo, un goal di Morisco annullato per fuorigioco al 35' del secondo tempo, il goal non concesso di Gei e sei calci d'angolo a suo favore, documentano il valore della squadra toscana nel match odierno.

La Lazio ha giocato con destrezza e potenza in difesa e in mediana, ma il reparto avanzato non si è quasi mai liberato per il tiro e non ha cercato il collegamento con le mezze ali. L'arbitro è incappato in una giornata disastrosa.





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