Domenica 20 settembre 1992 - Cagliari, stadio Sant'Elia - Cagliari-Lazio 1-1

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Stagione

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20 settembre 1992 - 2532 - Campionato di Serie A 1992/93 - III giornata - calcio d'inizio ore 15.00

CAGLIARI: Ielpo, Napoli, Festa, Bisoli, Firicano, Pusceddu, Moriero, Herrera (66' Cappioli), Francescoli, Matteoli, Oliveira (89' Criniti). A disp.: Di Bitonto, Villa, Pancaro. All. Mazzone.

LAZIO: Fiori, Bonomi (76' Stroppa), Favalli, Bacci, Gregucci, Cravero, Fuser, Marcolin (5' Sclosa), Riedle, Winter, Signori. A disp.: Di Sarno, Corino, Neri. All. Zoff.

Arbitro: Sig. Nicchi (Arezzo).

Marcatori: 75' Cappioli, 84' Signori.

Note: ammonito Signori. Antidoping: Pancaro, Herrera, Bacci e Cravero.

Spettatori: paganti 5.705, incasso 162.460.000, abbonati 13.053, quota 332.614.700.

Dal Guerin Sportivo: foto della gara
Dal Guerin Sportivo: foto della gara
Il biglietto della gara
Il pareggio di Signori

Niente. Questa Lazio non decolla. Anzi, in Sardegna ha rischiato la prima avaria e quel che le resta di un prestigio per ora riscontrabile soltanto nella sontuosa campagna acquisti. Si, ha strappato un pareggio alla resa dei conti anche legittimo e, unico benché magro sintomo di una certa vitalità, s'è eletta protagonista di una rimonta smentendo così una non troppo allegra tradizione che l'ha vista spesso, troppo spesso, beffata sul traguardo. Ma quanta sofferenza. Quanta fatica e quante paure. Buon per la Lazio se stavolta s'è trovata di fronte un avversario che l'ha imbavagliata sotto l'aspetto tattico, l'ha sopraffatta per buona parte dell'incontro sotto il profilo fisico, ma l'ha graziata per l'incredibile riluttanza nei confronti di ciò che è l'essenza del calcio e cioè il tiro in porta. Si, il Cagliari è squadra operaia, ma abile. Forte di un temperamento incrollabile, di un'attrezzatura forgiata sulla valentia di Francescoli e di Matteoli, sostenuti da un manipolo di incrollabili anche se non tutti brillanti gregari, ma esageratamente anemica in fase offensiva, dove Oliveira non è neppure l'ombra di Fonseca. Eppure il Cagliari, anch'esso alla ricerca del primo successo stagionale, ha sottoposto ai lavori forzati una Lazio anonima, pallida, slegata, timorosa e insicura. Caratteristiche negative non tutte giustificabili con l'improvvisa assenza di Doll, che hanno incanalato la sfida su di un copione promettente per il Cagliari finché non s'è capito che i sardi, non tirando appunto mai in porta, mai avrebbero potuto mettere a frutto la superiorità. Un solo tiro in porta nel primo tempo: scagliato rabbiosamente intorno al 20' da Sclosa, sostituto di Marcolin, a sua volta eletto sostituto di Doll. Poi basta. Nella ripresa Zoff ha capito che si poteva osare, anche perché il Cagliari, poverino, non sembrava insuperabile. E infatti l'avanzamento di Fuser ha creato per lo meno un filo conduttore fino ad allora inesistente, che ha permesso all'intraprendente Signori di mettere in allarme i difensori sardi, fino a quel momento abili sostegni degli evanescenti attaccanti. Ma avanzando anche Winter (che ha comunque colpito una traversa), la Lazio s'è sbilanciata troppo. E la storia della coperta corta: ha subito spesso il contropiede isolano e in un' incursione di tal genere ha lasciato in solitudine Cappioli, da poco subentrato all'opaco Herrera, smarcato e da un'abile finta di Francescoli e da un'ingenuità di un laziale. E Fiori è stato così battuto. Sembrava fatta. Mancava un quarto d'ora alla fine. E le rimonte non fanno parte dell'ultimo anche se rinnovato corredo biancoazzurro. Invece nel calcio succede di tutto: succede anche che la Lazio agguanti nel finale il pareggio. Agevolata nell'impresa dalla freneticità dell'impaurito e quasi incredulo Cagliari. Infatti Stroppa, che aveva rilevato l'oscuro Bonomi, ha spedito al 39' sulla testa di Signori un invito che l'ala azzurra ha deposto in rete, realizzando un gol (il quarto in campionato: ora è capocannoniere con Van Basten) che ha salvato il risultato ma non l'onore. Certo, se la Lazio continua ad essere questa, dissertare e sperare nell'esordio di Gascoigne è giustificabile. Così, tanto per provarne una nuova, per vedere che cosa succede.

Fonte: Corriere della Sera