Domenica 26 giugno 1932 - Roma, Campo Testaccio - Roma-Lazio 0-3

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26 giugno 1932 - Amichevole - Coppa Fornari - Finale - inizio ore 17.15

ROMA: Masetti, Mattei (I), Bodini, Ferraris, Bernardini, D'Aquino, Costantino, Fasanelli, Volk, Eusebio, Chini. All. Baar.

LAZIO: Sclavi, Mattei (II), Del Debbio, Pardini, Furlani, Fantoni (II), Guarisi, Malatesta, Fantoni (I), Castelli, De Maria. All. Sturmer.

Arbitro: sig. Pizziolo (Firenze).

Marcatori: 63' Fantoni (I), al 71' Fantoni (I), al 76' Malatesta.

Note: è stato osservato un minuto di raccoglimento per la scomparsa del padre del Gen. Giorgio Vaccaro e di Gino Bolognesi. La Lazio si aggiudica la Coppa Fornari. Le due semifinali (andata e ritorno), della competizione erano state disputate nel settembre 1930. La Lazio aveva eliminato la Fiorentina mentre la Roma aveva superato il Bari.

Spettatori: gran folla nei popolari e pubblico discreto nei distinti; semivuote invece le tribune.

La presentazione dell'incontro su Il Messaggero
La presentazione della gara
Su Il Messaggero la cronaca della vittoria della Lazio
Un'occasione mancata da Bernardini da
Il Calcio Illustrato
Calcio d'angolo, mischia in area biancoceleste da
Il Calcio Illustrato
Un'incursione di Costantino da
Il Calcio Illustrato
Una fase di gioco
Il Littoriale riporta la cronaca della gara
L'articolo de Il Tevere
Il Littoriale, in quarta pagina e su due colonne, così riporta la vittoria della Lazio
Lo scherzoso titolo del Guerin Sportivo


Arriva in "amichevole", per quanto valga il trofeo, la prima vittoria della Lazio nel derby. E' una vittoria vera perché le due squadre schierano la loro formazione migliore e i biancocelesti straripano sul campo avverso solo dopo un'ora abbondante di gioco con doppietta di Fantoni I e gol della sicurezza di Malatesta. Appena dieci giorni prima la panchina della Lazio era passata da Barbuy a Sturmer, che come prima cosa setaccerà le giovanili, lanciando i famosi "pulcini".


Il Messaggero titola: "La finale della "Coppa Fornari" al campo Testaccio vinta dalla Lazio per 3-0 sulla Roma".

Decisamente la Lazio, in vena di riabilitazioni sensazionali, prima contro il Modena e poi, ieri, contro la Roma, ha sfoderato uno slancio garibaldino che se se ne fosse... ricordata nel corso del campionato, la graduatoria delle squadre di testa avrebbe suvito delle varianti assai interessanti. Molto probabilmente la presenza del nuovo trainer Sturmer, e molto più le dichiarazioni di tenere in isquadra solo i giuocatori che andavano bene, ha fatto scattare tutti come molle, e tener duro sullo scatto fino alla fine. Anzi ha fatto terminare la partita in pieno crescendo, ed a velocità sempre più accelerata, talchè bisogna pur dire che i giallo-rossi sono ieri stati presi in velocità nel secondo tempo della partita; in velocità e infine nel puntiglio. Forse la squadra romanista è scesa in campo con molta, troppa fiducia aumentata poi dallo svolgimento del primo tempo, dove sfoggiava rilevante superiorità di pressione, nonostante alcune improvvise e sintomatiche rovesciate di fronte all'attacco laziale. Ma tale superiorità era rimasta sterile e qui comincia la sconfitta della Roma.

Perché lasciati passare 45 minuti favorevoli inutilmente, con tiri più o meno sprecati, con occasioni non sfruttate convenientemente, con povertà d'idee e risolutive e di slancio immediato in area di rigore, con una sequela di veri e propri errori sul pallone da parte degli uomini del trio centrale; trascorsa oziosa, per quanto infiorata di spunti accademici, e straricca di preziosi palloni della seconda linea invano forniti alla prima, una intera ripresa si dava agio agli uomini della Lazio di riconoscere quale era la vera debolezza della Roma, e di maturare il loro piano di contrattacco.

L'andamento e il risultato della finale della Coppa Fornari sono così serviti a scoprire quali sono le reali forze e le reali deficienze delle due squadre. Nessuna di esse aveva fatto scendere in campo nuovi acquisti, come si riteneva o si sperava. Nessuna ha scoperto le proprie batterie, forse perché non ancora completamente smontate. Del resto un riesame completo dei vecchi elementi era utile e doveroso. Così è stato fatto, e sono i giallo-rossi che presentemente hanno più bisogno di innesti gagliardi. Ma i processi ricostitutivi dei rispettivi organismi sono in corso tanto presso la Roma che la Lazio, e per la ventura stagione possiamo essere certi che ci troveremo di fronte a due unità ben altrimenti potenti che non ieri nella disputa per la elegante e ricca Coppa Fornari; che servirà a brindisi augurale per le sempre migliori fortune delle squadre dell'Urbe. I tre goals laziali sono stati segnati nel secondo tempo da Fantoni (2) e Malatesta.

Il Littoriale titola: "La Lazio, fresca e volitiva, batte per 3 a 0 la Roma menomata nei ranghi ma slegata e priva di mordente - Gli azzurri di Sclavi vincono la Coppa Fornari".

Vittoria piena di significato, e grande giornata, quella di ieri, per la Lazio. Si è verificato un evento invano tentato per degli anni, e lungamente atteso: gli azzurri sono riusciti a piegare i giallo-rossi. La legittima gioia della Lazio non resta offuscata, anche se un più sereno e dettagliato esame delle fasi della partita consiglia a non sopravalutare la portata di questa vittoria. La superiorità netta degli azzurri laziali nella ripresa, concretatasi in tre sonanti goals, non è che il logico corollario del progresso costante che l'attacco azzurro aveva mostrato nelle ultime battute del campionato, e che si era tradotto in punti col pareggio di Vercelli e con la schiacciante vittoria sul Modena. Tuttavia appunto perché ottenuta con punteggio troppo netto per esser considerata fortunosa, la vittoria della Lazio sulla Roma merita un'attenta disamina. La questione della superiorità cittadina, anche se non era risolta ieri - e la Roma mai era stata battuta dalla Lazio! - meno che mai può considerarsi risolta adesso.

La chiave della vittoria. I giallo-rossi hanno avuto due torti: uno tecnico, uno psicologico. Il primo, quello di insistere nel lasciare Bodini in campo, e per di più al ruolo abituale, quando era reso praticamente inservibile perché azzopatosi nel primo tempo, in un fortuito scontro con Fantoni I. Il secondo, nell'aver preso la partita alla leggera, con eccesso di confidenza nella vittoria. Ne è conseguito che, incassato il primo goal - che con Bodini, o un altro al suo posto, in piena efficienza, non sarebbe stato forse segnato - la Roma ha perduto la testa, e costretta anche in formazione ridotta e rimaneggiata, non più minacciato seriamente Sclavi. Masetti invece doveva incassare altri due goals; e un quarto all'ultimo momento, ne evitava con una parata miracolosa. Non è certo al portiere che anche i più intolleranti potranno dar colpa del grave smacco. I due torti della Roma che abbiamo or ora illustrato, possono costituire delle spiegazioni, e sotto certi aspetti anche delle attenuanti. Ma è onesto affermare che la superiorità laziale, sia come temi tecnici di assieme, sia come impegno e volontà (proprio quella dote che - durante il campionato - più d'una volta abbiamo rammaricato che la Lazio non avesse quanto era necessario) è stata nel secondo tempo nettissima: e non esitiamo a dichiarare che anche contro la Roma a ranghi completi, la Lazio di ieri aveva tutte le probabilità di vincere il confronto.

Raramente infatti abbiamo visto l'attacco giallo-rosso così slegato, povero di idee, e assolutamente incapace di concludere: a voler enumerare i tiri imprecisi e quelli mancati in pieno da Fasanelli e da Volk specialmente, non sappiamo quale cifra elevata ci sarebbe da raggiungere! Costantino solo non ha sprecato una palla; ha operato centri perfetti, mai sfruttati a dovere, e non ha segnato il suo goal solo per una prodezza di Sclavi; Chini ed Eusebio, che non avevano cominciato male, sono andati a finire nel nulla con un inopportuno scambio di ruoli. E il torto è tanto più grave, quando si metta in risalto la grande partita di Bernardini e Ferraris: ma con quell'attacco, e - dopo l'incidente Bodini - con quella difesa, possono due mediani, per quanto assi, sostenere il peso di una partita?

Ben diverso giudizio bisogna dar della Lazio, specie nella ripresa. E citeremo, in ordine di merito, Fantoni II, De Maria, Del Debbio, Fantoni I e Filò, per non parlare di Sclavi, al quale, come a Masetti, non possono esser rivolte che lodi. Anche Furlani e Pardini non hanno sfigurato; ma bisogna altresì non dimenticare che il loro còmpito era ben facilitato dall'insufficienza del trio attaccante che avevano di fronte. Tuttavia, e secondo il solito, le cose migliori la Lazio le ha fatte vedere a metà campo; ma anche in area di rigore, come assieme, ha superato i giallo-rossi, e ha meritato la vittoria sopratutto per questo: perché ha dimostrato che anche con un'avversaria irriducibile, extra campionato, si può lottare con impegno pur non dimenticando la cordialità di rapporti. Anche la Roma è stata cordialissima: ma quanto ad impegno meglio non parlarne!

La partita. Gran folla nei popolari, e pubblico discreto nei distinti: semivuote invece le tribune. Assistono in tribuna d'onore: S.E. Bontempelli, gli on.li Melchiori e Baccarini, l'ing. Graziani, il maestro Zanetti.

Primo tempo in sordina La Roma ha la palla e predomina nelle prime fasi, senza peraltro impegnare Sclavi; rasenta il successo al 2' su traversone di Chini, che Costantino in corsa, non raccoglie. La Lazio pian piano si rianima, e al 15' ottiene un corner. Al 17' l'arbitro fischia un minuto di silenzio e di raccoglimento in memoria del padre del gen. Vaccaro e di Gino Bolognesi. Ripreso il giuoco, che è ora più equilibrato, registriamo al 22' una cannonata di Bernardini contro la traversa, e al 24' un tiro alto di De Maria. Al 30' Bodini si scontra con Fantoni I e resta a terra; al 36' nuovo scontro con Filò, e Bodini esce dal campo; Fasanelli arretra al posto di Ferraris, che passa terzino. La Lazio domina, e al 40' Masetti para in corner un insidiso tiro di Filò. Prima della fine, la Roma torna all'attacco e Sclavi, all'ultimo minuto, si libera bene da un pericoloso tiro di Chini, a coronamento di una ben congegnata discesa in linea.

I tre goals nella ripresa. All'inizio della ripresa, la Roma si fa sotto minacciosa: Bodini è rientrato in campo, Costantino e Chini lavorano instancabili ma Sclavi e... Volk si incaricano di frustarne gli effetti. Al 4' corner contro gli azzurri. Riprende Fasanelli di testa, e Sclavi para. Altra parata di Sclavi, al 13', su tiro di Eusebio. Bodini, benché zoppicante continua a giocare avanzato, dimodoché quando al 18' De Maria e Ratto, con bella azione combinata, tagliano la difesa romanista, Fantoni I ha buon gioco a trovarsi solo dinanzi a Masetti: raccoglie il passaggio di De Maria, e segue il primo goal. La Roma si sbanda; Volk manca una puerie occasione, poi è la Lazio che torna all'attacco: ancora Fantoni I al 26', è solo a tu per tu con Masetti, che para un magnifico tiro; ma il pericolo non è passato, e 30 secondi dopo, su passaggio di Ratto, lo stesso Fantoni segna per la seconda volta. Bodini esce definitivamente, sotituito da Ferraris: ma il nervosismo si è impadronito ormai della Roma che subisce il gioco avversario.

Al 31' su bella azione di De Maria, Malatesta, raccogliendo di testa, segna il terzo goal. Tardi ormai, la Roma arretrando Chini e mandando Bernardini all'attacco, tenta la riscossa. Al 36' magnifica prodezza di Costantino parata da Sclavi in corner, che dà modo a Sclavi di parare ancora un tiro di Bernardini. Al 43' è la volta di Masetti di salvare in corner. All'ultimo minuto, sembra stia per maturare il quarto goal: azione Malatesta-Filò, e allungo a sinistra a De Maria. Masetti, con salto acrobatico salva e manda fuori della linea di fondo; ma il corner non è fatto tirare dall'arbitro Pizziolo della Fiorentina, non sempre attentissimo, ma equanime e pieno di tatto, perché il tempo regolamentare è scaduto. E il fischio, invece, è il segnale della fine. La Lazio ha vinto la Coppa Fornari. Il pubblico applaude i giocatori, che fraternamente accomunati, salutano romanamente.


Il Tevere titola: “La Lazio si aggiudica brillantemente la Coppa Fornari battendo la Roma al Testaccio con secco punteggio”.

La Lazio ha vendicato il quattro a uno inflittole dai giallo-rossi allo Stadio, passando sul campo di Testaccio non la massima disinvoltura e con uno scarto identico di porte: ma ancor più significativo, avendo mantenuta integra la propria rete. Si potrà obiettare che una cosa è la partita di campionato ed altra l’incontro amichevole. Ma la distinzione ha valore relativo trattandosi di una partita amichevole “sui generis”, in quanto era in palio un trofeo lungamente conteso fra le due società. Anzi si può ricordare che la finale — ossia match amichevole di ieri — era stata sospesa «sine die» proprio per timore di un eccessivo accanimento fra le contendenti.

Del resto, che la partita non sia stata di quelle addomesticate lo dimostra il grande impegno posto dai ventidue atleti nella lotta, durante la quale si è potuto anche vedere come il fraternizzare delle squadre nei giorni precedenti il match si sia poi tramutato sul campo in una freddezza di rapporti che qualche volta è stata ad un pelo dal degenerare in incidenti. Con tutto ciò l'arbitro Pizziolo, chiudendo un occhio su qualche fallo laziale e magari due su qualche altro fallo romanista, ha potuto condurre in porto felicemente il settimo confronto fra le due squadre cittadine, confronto chiusosi per la prima volta con una vittoria degli azzurri.

Attenuanti... La Roma ha diritto a qualche attenuante. Una secca nespola di Bernardini, che ha colpito la traversa vicino al montante, potrebbe essere considerato un goal mancato, quando le squadre erano ancora sul nulla di fatto. Le mani di Sclavi erano bensì pronte lì sotto, ma un bolide di quella maniera non può mai considerarsi parato neanche dalla morsa ferrea di Sclavi: quindi un goal giallorosso in quell'istante avrebbe potuto forse mutare le sorti dell'incontro. Ma questa in fondo non può essere una attenuante ad una sconfitta per tre a zero.

L'infortunio di Bodini, piuttosto, ha prodotto il suo effetto sulla squadra. Alla mezz'ora del primo tempo Bodini veniva a collisione con un avversario e rimaneva dolorante a terra. Riprendeva a giuocare, ma un nuovo scontro, dieci minuti dopo, lo costringeva ad uscire dal campo per i cinque minuti residui del tempo. Nella ripresa Bodini era alquanto zoppicante ed il lavoro a cui lo costringeva Filò acutizzava il dolore dello strappo (o contusione che fosse), cosicché dopo il secondo goal laziale il cremonese doveva definitivamente uscire dal campo. Ci dispiace per Bodini, al quale auguriamo pronta guarigione, ma purtroppo egli deve prendersela con sè stesso e con la propria veemenza, che potrà procurare seri guai a lui ed agli avversari, se egli non modificherà tale disdicevole abitudine. Bodini non è malvagio, ma è irriflessivo: gli effetti sono spesso identici.

Ora, l'assenza virtuale o reale, di un Bodini in gran forma, deve pesare necessariamente sulla squadra. I mutamenti portati alla formazione (Fasanelli a mediano destro, Ferraris a terzino destro e Mattei a sinistra) non tono stati sufficienti a turare la falla creatasi: anche perché Ferraris terzino ha giuocato prevalentemente da mediano sguarnendo così la difesa.

... che non bastano. Però le attenuanti concesse non bastano a giustificare la sconfitta romanista. Una squadra che - si dice - sovrasta l'altra di una classe, non deve crollare per la perdita di un uomo. Soprattutto poi quando giuoca in campo proprio, con una massa di supporters almeno - diciamo almeno - decupla di quella degli avversari, con un arbitro che non l'osteggia, e con una notevole preponderanza fisica di tutti i propri elementi che molto spesso ne fanno uso nei limiti del consentito e anche leggermente sconfinandone. Gli è piuttosto che, ricordando il quattro a uno, i giallorossi hanno fidato troppo sulla propria decantata superiorità, scontando in anticipo un risultato che noi ritenevamo, invece, alla vigilia, molto incerto. Quando i giallorossi han capito che il diavolo era molto più brutto di come lo si dipingeva, era già troppo tardi per raggiungere quel pareggio a cui essi, nella migliore delle ipotesi, avrebbero ieri potuto aspirare. Ogni mezzo la Roma ha tentato: scambio fra Eusebio e Chini, passaggio di Fulvio all'attacco, impegno puntiglioso, tutto. Ma contro la Lazio di ieri non si poteva che battere inutilmente le corna.

E invero la squadra azzurra è stata nettamente superiore a quella giallorossa. Più armonica, più fluida. più ricca di idee: più calma, innanzi tutto, più padrona dei propri nervi. Al punto cui è giunta la Lazio, si potrà discutere di differenti valori di individualità, ma come insieme, come sistema e come omogeneità, la Lazio ha la meglio indiscutibilmente.

I vincitori. Siamo contenti della bella affermazione laziale. Dopo il bello sforzo finale che l'ha condotta alla salvezza con i propri mezzi, il successo di ieri è giusto premio ai meriti di una squadra troppo odiata da tanti, che dovrebbero invece prenderla ad esempio in tanti campi. Fu deriso il nove a uno col Modena: ecco serviti i facili e superficiali disprezzatori. Ci sembra che nessuna squadra abbia battuto la Roma sul suo campo per tre a zero.

Insomma, amarezze agli azzurri non ne sono mancate in questi nove mesi di laboriosa e penosa gestazione. Ma il trionfo di ieri deve aver cancellato molti dolori. Ed anche i supporters, che da mesi e mesi dovevano inghiottire, tacendo, avranno finalmente avuto la soddisfazione di “tifare” per una squadra che può anche “darle” alla concittadina, oltreché prenderne. L'esultanza era grande sulle gradinate: i supporters giallorossi hanno inghiottito e - riconosciamolo - senza aversene a male eccessivamente.

Rari gl'incidenti, senza gravità; e alla fine, anche se a malincuore, la Lazio è stata applaudita da tutti. Meritatamente. Tolto il solito inguaribile neo Malatesta, la squadra ha funzionato a meraviglia. L'attacco ha superato di... tre goals il corrispondente reparto avversario. Mettete solo un mezzo destro non da burla tra Fantoni I e Filò e vedrete se non ne uscirà un attacco... prolifico.

Si discute Ratto: bisogna aver gli occhi velati, per farlo. Ratto ha un solo difetto, pesa poco: ma può insegnare a molti il giuoco del calcio e il modo di far lavorare ala e centrattacco. Si discute Filò: dategli una mezz'ala e poi vedrete se Guarisi giuocherei bene. Si ricordi in proposito la partita giuocata da Costantino con Fantoni I a interno e la si raffronti a quella giuocata ieri con Fasanelli. Fantoni I è giunto a divenire un centro attacco quali pochi ve ne sono: perché pochi sono intelligenti come lui. De Maria è indiscutibile, crediamo.

Con questi uomini, e con il loro rapido giuoco raso terra, Sturmer creerà qualche cosa di molto buono. Specie se sarà risolto il problema del centro sostegno. Ieri la mediana laziale non si è elevata a dominatrice, ma alla resa dei conti bisogna convenire che ha superato in rendimento l'avversaria. Anche con un Furlani che non sa servire alla perfezione, anche con un Pardini riserva. Ma il reparto è risultato omogeneo (il migliore: Nininho) e l'attacco ha avuto palloni da venderne. Sul trio difensivo, ora che Del Debbio pare ravvedersi e divenire correttissimo non c'è nulla da eccepire: anzi... Dal complesso dei reparti, dagli acquisti fatti, dalla bravura del trainer, non potrà derivare alla Lazio che gran bene. Vedremo nel prossimo campionato se il nostro giudizio pecchi di ottimismo.

I battuti. I giallorossi hanno mancato all'attesa. Si è ancora una volta dimostrato lo squilibrio fra uomo e uomo, tanto più appariscente di fronte ad una squadra omogenea. A nulla valgono le prodezze di un Bernardini, di un Ferraris, di un Costantino, di un Chini, di un Medici quando i compagni sono loro inferiori o parlano altro linguaggio.

Il pubblico applaude e giustamente Bernardini che, dopo aver dribblato quattro avversari con impareggiabile abilità, tira in porta una cannonata: applaude alla “capriola” di Attilio che districa une situazione imbrogliata: ma ogni sforzo degli «atouts» è neutralizzato dall'imprecisione di Fasanelli, dalla assenza dì un centro attacco, dalle ratées di D'Aquino e da tante altre discontinuità che affiorano d'improvviso qua e là nella Roma. Ieri la Roma è stata Bernardini, come del resto quasi sempre: quando Fulvio ha ceduto, la squadra si è sfasciata. Inutile quindi muovere troppe critiche, individuato il difetto generale.

Abbiamo però l'impressione che Baar abbia molto da lavorare per riportar la Roma a quel grado di efficienza che le valse il secondo posto l'anno scorso. C’è tutto da rifare, con mano ferrea, con idee nuove. È forse tutto questione di disciplina, cosa non sempre bene accetta dai giallorossi. E sinceramente non invidiamo Baar: non è impresa facile tenere a bada alcuni caratterini di nostra conoscenza, ai quali - abilità a parte - stanno per aggiungersene altri non certo... migliori. Non sappiamo che cosa si pagherebbe per rivedere la Roma a modo nostro, quale ce la figuriamo. Come ce l'hanno cambiata! Dove è più quell'energia di recupero che una volta costituiva il suo primo numero? Basta, che tutto vada per il meglio...

La partita. La Roma parte in tromba e per cinque minuti si giuoca nell'area laziale. Al 3' Costantino è... in rete invece del pallone, soffiatogli da Sclavi su cross di Chini. Poi la Lazio riordina le file e sino ai 15' le azioni si alternano senza eccessivi pericoli per le reti. Bella parata di Sclavi al 14'. Al 15' la Roma è in corner senza esito.

Al 16' l'arbitro interrompe la partita per un minuto di raccoglimento in memoria del padre del console Vaccaro (la Lazio giuoca con il lutto al braccio) e di Gino Bolognesi, spentisi in questi giorni.

Per tutto il rimanente del primo tempo si susseguono periodi dì prevalenza azzurra ad altri di marca giallo-rossa. Masetti ha più lavoro di Sclavi. Ma il giuoco romanista, più appariscente, è in sostanza superato da quello laziale, più calmo, più ordinato e più redditizio. Dal 30' alla fine è la Lazio a dominare in campo con azioni perfette e pericolose, a cui i giallo-rossi non oppongono che qualche esuberanza. Senza la nullità di Malatesta la Lazio avrebbe potuto segnare almeno un gol, ma la fine del tempo trova ancora le squadre alla pari.

Nel primo quarto d'ora della ripresa la Lazio subisce alcune rabbiose puntate romane senza scomporsi. Ma intanto Bernardini rallenta il ritmo del suo giuoco e tutta la squadra cala visibilmente di tono, cosicché la Lazio può pervenire al primo successo. Al 17' De Maria centra un pallone perfetto che Fantoni raccoglie tentando ripetutamente il tiro, sempre ostacolato, finché può allungare a Filò che da cinque metri segna imparabilmente. La Roma accusa il colpo, mentre la Lazio prende nuovo ardire: anche perché Furlani migliora il proprio giuoco. La difesa giallorossa è chiamata a duro lavoro e Mattei I si fa applaudire per alcuni salvataggi.

Al 20' Volk sciupa un pallone da goal, solo avanti al portiere: ma è l'unico pericolo per Sclavi, perché la Lazio, profittando de! graduale sbandamento degli avversari, li chiude inesorabilmente con attacchi continui. Al 25’ Fantoni I tira tra le braccia di Masetti, ma due minuti dopo, a conclusione di una serrata azione con Ratto, segna imparabilmente il secondo goal con shoot formidabile in angolo. Bodini esce dal campo. Rimaneggiamenti nei ranghi romani che non ottengono che di peggiorare la situazione. Infatti, al 31’ De Maria fugge e crossa a spiovente. Malatesta batte sul tempo Masetti uscito, lo sorpassa nonostante che il portiere riesca a sfiorare la palla: Fantoni I in velocità è sul pallone, caduto ad un metro dalla linea, e lo insacca in rete. Tripudio degli azzurri e dei loro sostenitori!

Rabbiose reazioni romane che fruttano due corners senza esito. La Lazio si difende con ordine per qualche minuto: poi passa a! contrattacco per allentare il lavoro alla difesa. La fine sopraggiunge su di un corner contro i giallo-rossi che Ratto si appresta e tirare.