Domenica 4 febbraio 1973 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Fiorentina 0-0

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1758. Campionato di Serie A 1972/73 - XVII giornata

LAZIO: Pulici F., Facco, Martini L., Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, Manservisi (70' La Rosa). (12 Moriggi). All. Maestrelli.

FIORENTINA: Superchi, Galdiolo, Longoni, Scala N., Brizi, Orlandini, Antognoni, Merlo C., Clerici, De Sisti, Macchi. (12 Favaro, 13 Sormani). All. Liedholm.

Arbitro: sig. Motta di Monza.

Note: cielo sereno, giornata primaverile terreno di gioco allentato. Ammoniti Longoni e Merlo.

Spettatori: 42.099 paganti (10.400 abbonati). Incasso £. 111.646.700.

Lo hanno ammesso tutti, romani e fiorentini. A chi dice che la Lazio ha attaccato di più, si può obiettare che la Fiorentina si è difesa meglio, e i conti tornano. A lamentarsi potrebbero essere soltanto gli spettatori che hanno dovuto accettare un gioco fiacco, inconsistente, e piuttosto noioso. Non vogliamo seguire la corrente degli intransigenti che hanno giudicato la Lazio in crisi. Ci limitiamo a constatare che alla squadra di Maestrelli è mancata la vena delle giornate migliori. Forse per il tepore che preannunciava la primavera, forse per la giornata difficile di Chinaglia — del resto ben controllato da Galdiolo — forse per una certa stanchezza dei centrocampisti, o forse per la somma di tutte queste ragioni, la Lazio ha subito senza quasi mai reagire il «piccolo trotto» imposto dai fiorentini, i quali prima di tutto volevano non perdere. Alla vigilia Liedholm aveva parlato di una Fiorentina gagliarda. Abbiamo visto invece una Fiorentina prudente, coperta in difesa e protetta a centro campo, tanto da lasciare in zona d'attacco soltanto Clerici e Macchi.

Due uomini in un...deserto. Merlo, De Sisti, Orlandini e lo stesso Antognoni erano impegnati sulla linea arretrata dei difensori più disposti a contrastare che a costruire. La tattica favoriva l'azione dei laziali che conservavano l'iniziativa, ma non andavano mai vicino al gol. Nonostante gli sforzi di Martini, di Nanni ed a tratti anche di Wilson, Chinaglia, Garlaschelli e Manservisi non hanno mai trovato il guizzo valido per presentarsi davanti a Superchi. Gli appunti di cronaca elencano soltanto occasioni fortuite: un tiro alto di Re Cecconi su azione di Chinaglia e uscita di Superchi (15'), un tiro sbilenco di Garlaschelli su pallone servitogli da un difensore toscano (38'), e un maldestro tentativo di autogol di Longoni che, pressato da Garlaschelli, per poco non infilava la sua porta (48'). Gli ospiti, pur giocando meno, rispondevano con una punizione di Merlo che Clerici e De Sisti tardavano a buttare in porta e una brillante iniziativa di Clerici trattenuto per la maglia da Oddi a pochi metri dall'area di rigore. Nella ripresa situazione analoga: attacchi dei romani, difesa vigile e precisa dei toscani, che presentavano un De Sisti in particolare vena. Il capitano viola ha comandato il gioco con la sicurezza delle giornate migliori. Preciso, sicuro nel palleggio e pronto nei rilanci, De Sisti ha dominato la sua zona con assoluta autorità. Ha tentato anche qualche affondo, senza per altro rischiare data la persistente attività dei laziali in attacco. Attorno a De Sisti, si sono distinti Merlo, ordinato e preciso, Orlandini combattivo e generoso ed Antognoni che non ha concesso nulla alla platea per guardare al sodo. Però Antognoni non può né deve essere sacrificato nel gioco di disimpegno, che non gli è congeniale. Forse Liedholm non aveva altre possibilità anche perché Clerici, ancora zoppicante, non dava garanzia di pieno rendimento.

L'offensiva laziale si infittiva con il passare dei minuti. Al 72' Martini scaricava addosso a Brizi un pallone che batteva sulle mani del difensore fiorentino. Nonostante le proteste, l'arbitro non concedeva il calcio di rigore. Il fallo era del tutto involontario. Verso la fine i contropiede degli ospiti si facevano pericolosi e all'82' Macchi dava a Clerici la palla buona ma il brasiliano falliva il tiro conclusivo. Nel finale qualche brivido in area toscana, ma non succedeva nulla di decisivo. Nel riprendere il discorso iniziale ripetiamo che la Lazio non è in crisi. Piuttosto appaiono inaridite le fonti del gioco. I centrocampisti cioè non hanno la verve e la dinamica di qualche settimana fa. Re Cecconi s'affanna ma non ha più fantasia, Frustalupi sbaglia qualche passaggio e non è sempre pronto nei ricuperi. Corrono a perdifiato Nanni e il terzino Martini (oggi libero da impegni dato che Antognoni era prevalentemente arretrato), ma correre non basta. Non si può sostenere che il magnifico gioco si sia inceppato, certo qualcosa non gira più. Chinaglia è in difficoltà ma nessuno lo aiuta a superare l'handicap di queste giornate grame. Forse la Lazio è più pericolosa in trasferta dove normalmente i suoi attaccanti hanno più spazio di manovra. Chinaglia, Garlaschelli e Manservisi vogliono dimostrarlo domenica a Torino nel tanto atteso match con la Juventus.



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