Domenica 6 gennaio 1974 - Genova, stadio Luigi Ferraris - Genoa-Lazio 1-2

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6 gennaio 1974 - 1.796 - Campionato di Serie A 1973/74 - XII giornata - inizio ore 14.30

GENOA: Spalazzi, Maggioni, F.Ferrari, Maselli, Rosato, Garbarini, Derlin, Bittolo, Pruzzo, Corso (83' A.Bordon), Corradi. A disposizione: 12 Lonardi, 13 Perotti. Allenatore: Silvestri (in panchina Bimbi).

LAZIO: F.Pulici, Facco, L.Martini, Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, D'Amico (83' Polentes). A disposizione: 12 Moriggi, 14 Franzoni. Allenatore: Maestrelli.

Arbitro: Sig. Motta (Monza).

Marcatori: 18' Garlaschelli, 52' Corradi (rig), 70' Garlaschelli.

Note: giornata terribile con vento e pioggia battente. Solo nel finale è uscito uno sprazzo di pallido sole. Campo quasi impraticabile con ampie zone fangose. Ammonito Garlaschelli per comportamento irregolare. Calci d'angolo 6-1 per il Genoa. Sorteggio antidoping negativo.

Spettatori: 27.939 di cui 9.208 abbonati, per un incasso di £. 52.882.000.

Giuseppe Wilson si prepara alla battaglia
Da Il Messaggero: la cronaca della partita
La prima rete di Renzo Garlaschelli
Da Il Messaggero: la cronaca della partita
Wilson con Oddi alle spalle e Chinaglia sullo sfondo
Spalazzi è battuto
La doppietta dell'attaccante biancoceleste
Lenzini si intrattiene con tifosi
Maestrelli, Oddi e Polentes nel dopogara

Condizionate da un campo ai limiti della praticabilità, Genoa e Lazio si affrontano in una gara che vede i biancocelesti prevalere per 2-1 con un po' di fortuna e mestiere. Nessun episodio di rilievo fino alla rete dei biancazzurri al 18' quando, su cross di Chinaglia, Nanni tira ma Spalazzi non riesce a trattenere la palla parata a fatica consentendo l'irruzione di Garlaschelli che insacca. La Lazio si chiude in difesa e il Genoa si affaccia minacciosamente in avanti. Pulici para su Corso una palla velenosa. Al 35' è Chinaglia ad avere tra i piedi la palla del raddoppio, ma il centravanti biancoceleste la sciupa banalmente. Si chiude il primo tempo con i biancocelesti che, in vantaggio 1-0, escono dal campo inzuppati dal fango. La ripresa comincia con i rossoblu all'arrembaggio. La grande occasione del pareggio è di Corso che però spreca mandando la sfera fuori di poco. Al 51' Martini entra male su Maggioni e l'arbitro decreta il rigore per i liguri. Batte Corradi che segna malgrado Pulici intuisca il tiro. Al 65' è sempre il Genoa a mancare la rete del raddoppio con Maggioni che sfiora la traversa. Ma al 70' è ancora Garlaschelli, dopo un contropiede, a spiazzare il portiere genoano con una girata che si insacca all'angolo. Trovata la rete del vantaggio la Lazio si chiude in difesa e, complice anche il campo ormai ai limiti dell'agibilità, trova alla fine i 2 punti preziosi che le fanno mantenere il vantaggio sulla Juventus. La classifica vede pertanto la Lazio a 19 punti, la Juventus a 17, il Foggia, il Napoli e la Fiorentina a 15.


l'Unità titola: "I biancoazzurri passano astutamente sul terreno di Marassi (2-1). Due reti di Garlaschelli al Genoa troppo ingenuo. Dopo il primo gol laziale i rossoblù pareggiano su rigore con Corradi. Nella ripresa secondo gol dell'ala laziale".

L'articolo così prosegue: Gerle prodighe per la Lazio. Ed anche la Befana non scherza, regalando un successo in trasferta, in una giornata da lupi, sul campo di un Genoa mai visto così battagliero. In giro si spera che con l'Epifania, che porta via panettoni e spumanti, anche questa serie d'oro dei biancazzurri finisca. Ma è una speranza campata per aria, perché la "lazietta" ci sa sempre più fare, altroché! Sono le partite di questo tipo, i turni insidiosi e balordi, a dare di solito l'esatta misura di quanto valga una squadra candidata per lo scudetto, se sia prudente ed ardita quanto basta, ed omogenea. Ed infatti davanti al Genoa deciso ed agguerrito i romani hanno rischiato abbastanza, hanno sofferto anche, uscendo alta fine da Marassi con un punto in più di quello che andavano cercando alla vigilia. Una doppietta di Garlaschelli (un goal per tempo) contro un rigore messo a segno da Corradi in seguito ad una discutibilissima interpretazione arbitrale di Motta: questa la partita nelle cifre, ma il succo — ci pare — è che la Lazio ha destato l'impressione di fare solo quello che serviva, con spiccato senso d'utilità. Un centro per sbloccare il risultato, un altro per ristabilire le distanze dopo il pareggio, senza forzare eccessivamente ed applicare la massima che fuori casa più si controlla senza spremersi e meglio è. Del resto — come dicevamo — il pareggio era l'obiettivo perseguito da Maestrelli. Per questo, impostazione ferrea data alla difesa e poche concessioni agli sbilanciamenti, eccezion fatta per gli inserimenti di Nanni ben coperti dal gioco a rientrare di D'Amico. Anche l'assenza dello squalificato Petrelli non è pesata granché, dal momento che l'impiego di Facco su un Corradi non poi troppo esaltante si è rivelato un espediente corretto ed ideale. Senso di sicurezza ha palesato come al solito Wilson, implacabile dietro tutti; dinamismo l'appoggio costante di Martini, marcato solo saltuariamente da un Maselli più preoccupato di offendere che difendere. Buono Nanni, che ha vinto il confronto personale con Derlin senza affanno; buono Re Cecconi, anche se non brillante contro Bittolo, ma meglio di tutti Garlaschelli, affidato a Ferrari un buon marcatore con il difetto della ...galanteria. Risultato: Garlaschelli arriva sempre troppo lucido in zona-tiro. Partita del tutto a sé l'ha svolta Chinaglia, incoronato "re del fango" per gli spunti potenti e progressivi nel pantano.

Rosato ha faticato non poco a tenerlo, supplendo con certi suoi falli. Un lavoro, quello di Giorgione, prezioso per i compagni di squadra anche se poco appariscente, dal momento che otteneva il risultato di portarsi dietro buona parte delle attenzioni difensive dei grifoni. Il Genoa — dicevamo — ha sorpreso per la continuità degli attacchi e per il volume di gioco messo in mostra. Grande (e polemico, per certi versi) l'apporto di Corso nella continua ricerca di una regia efficace ed anche di uno spunto personale. Dopo di lui, per aggressività e ardore, va segnatalo Pruzzo, mentre a Maggioni il riconoscimento "tecnico" di aver creato con intelligenza, come già faceva in maglia atalantina, i varchi buoni sulla fascia destra del campo. In sintesi dunque un Genoa all'arrembaggio per novanta minuti, una Lazio capace di tessere la ragnatela adatta e di colpire d'incontro. Alla fine tutti i nodi sono venuti al pettine, anche quelli bruciati dal vento per spazzare la pioggia sulla città, ed il risultato consacra la Lazio matura per il gran salto. Vediamo gli spunti più interessanti della cronaca, che si apre in pratica, dopo un gran lavoro pendolare per entrambe le contendenti, con il primo goal laziale: siamo al 18' e Chinaglia riceve sulla sinistra dell'area da Frustalupi. Salta Rosato e crossa: tira Nanni e Spalazzi respinge con le palme, riprende subito Garlaschelli che insacca nella parte alta, di forza. Rabbiosa è la replica rosso-blu: un minuto dopo ci tenta Corso, con un tiro dei suoi, che Pulici para in due tempi, mentre al 20' è Pruzzo a portare scompiglio in area biancazzurra con un dribbling a ripetizione, finché Re Cecconi gli soffia il momento conclusivo toccando in corner. Corso, uomo del momento, ce la mette tutta per dimostrare la sua indispensabilità dopo due settimane d'assenza. Fino a tentare l'impossibile, come al 26' con un colpo di testa "rasoterra" su servizio difficile di Pruzzo. Al 40' insidiosissimo tiro di Maggioni su punizione toccatagli dal mancino, e Pulici, sempre attento, si salva in due tempi. Allo scadere, su cross di Maggioni, Pruzzo appoggia bene di piatto in pallonetto e fa gridare al goal, ma la palla sfiora soltanto il palo perdendosi a lato. Si va alla ripresa — mentre esce il sole, giusto in tempo per tramontare — ed il Genoa coglie un pareggio, comunque meritato, grazie alla prodigalità di Motta: siamo al 59' e Martini atterra Maselli. Se sia al limite dell'area od una spanna dentro è difficile dirlo senza moviole.

Una cosa è certa: solo un arbitro su dieci fischierebbe il rigore. Il Genoa trova proprio quell'uno nel fischietto monzese, ed è già una fortuna, senza false ipocrisie. Prima di battere la massima punizione litigano Corso e Corradi, perché entrambi non vogliono lasciarsi scappare l'occasione. Alla fine Mariolino lascia perdere ed il più giovane collega trasforma il rigore nel pareggio. Ottenuto un pareggio bisognerebbe mantenerlo. Il Genoa pecca di generosità e continua a spingersi avanti, caparbio, fino a lasciarci le penne. E' il 25' e Nanni dà la palla a Garlaschelli appostato in piena lunetta dell'area: momento di distrazione rossoblù e l'ala laziale fa a tempo a girarsi e tirare di sinistro un pallone rasoterra che sorprende Spalazzi. Passato di nuovo in svantaggio, il Genoa ha un momento di scoramento, di cui la Lazio potrebbe approfittare al 32' se Chinaglia, dopo aver ricevuto uno stramaledetto pallone da Rosato, non sciupasse sparacchiando alle stelle. Al 35' l'ultimo vero brivido, ed è Pulici questa volta a salvare il risultato per i suoi colori: Maselli serve bene Pruzzo che altrettanto bene infila la porta di testa; sembra di nuovo il pareggio ma Pulici vola nell'aria e con un colpo di reni porta il pugno sulla traiettoria. Resta 2-1 e i laziali possono abbracciarsi soddisfatti mentre il pubblico, competente, applaude.


In un altro articolo è riportato: "Spogliatoi di Marassi. Maestrelli: "La Lazio ha dimostrato il suo carattere"".

"Ero rammaricato quando è stato concesso il rigore. Ora, a risultato acquisito, sono contento che sia stato dato perché si è vista la reazione della nostra squadra, il carattere della Lazio". Sono queste le prime parole di Maestrelli negli spogliatoi. Dall'altra parte Silvestri commenta invece amaramente che una volta raggiunto il pareggio, in una gara così importante, non possono trovare scusanti certi errori della retroguardia. Comunque l'atmosfera è abbastanza serena, anche perché il pubblico si è comportato in modo esemplare e in sostanza questa volta sia Genoa che Lazio devono recriminare soltanto sugli errori propri. C'é stata è vero qualche contestazione in merito al rigore concesso ai rossoblù, in quanto i laziali sostengono che Martini ha atterrato Maselli fuori dall'area, ma Maestrelli, a risultato acquisito, può limitarsi ad affermare che la moviola chiarirà meglio ogni cosa. A proposito del rigore occorre anche dire che in campo c'è stata una discussione tra Corso e Corradi per battere la massima punizione. Bimbi, che ha sostituito Silvestri in panchina, conferma che il primo rigorista era Corso, mentre solo in seconda battuta c'era Corradi il quale tuttavia ha smaniato per calciare, anche in considerazione delle non perfette condizioni fisiche di Corso. Lo stesso ex interista, vista la determinazione dell'ala lo avrebbe lasciato calciare, anche se poi il nervosismo ha rischiato di giocare un brutto tiro a Corradi, il cui tiro era stato intuito e toccato da Pulici, finendo però ugualmente in rete. Su un altro punto sono tutti d'accordo: le pessime condizioni del campo che ha reso veramente improba la prova dei giocatori; quelli laziali sono comunque raggianti perché si profila ora il grande duello con la Juve, anche se Frustalupi ammonisce che il girone di ritorno è quanto mai ostico ai romani, mentre i rossoblù continuano a recriminare per le occasioni fallite e per un certo orgasmo che li attanaglia esponendoli così ai pericolosi contropiedi avversari al quali spesso si concedono poi ampi spazi liberi, come quelli di cui ha goduto Garlaschelli, l'autore della doppietta laziale.