Domenica 9 settembre 1990 - Torino, stadio Delle Alpi - Torino-Lazio 0-0

Da LazioWiki.

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9 settembre 1990 - 2.455 - Campionato di Serie A 1990/91 - I giornata

TORINO: L.Marchegiani, Bruno, D.Baggio, Mussi, Cravero, Policano, Lentini, Fusi (46' Romano), Muller, Martín Vázquez, Skoro (60' Carillo). A disp.: Tancredi, Zago, Bresciani. All. Mondonico.

LAZIO: Fiori, Bergodi, Sergio, Pin, Gregucci, Soldà, Madonna (81' A.Bertoni), Bacci, Riedle, Sclosa, Sosa. A disp.: Orsi, Nardecchia, Lampugnani, Saurini. All. Zoff.

Arbitro: Sig. Magni (Bergamo).

Note: cielo sereno, terreno in ottime condizioni. Angoli: 8 a 3 per il Torino. Espulso al 59' Bruno per doppia ammonizione. Ammoniti al 22' Fusi, al 32' Bacci, al 58' Bergodi, al 61' Gregucci, tutti per gioco pericoloso. Esordio in serie A per Karl-Heinz Riedle classe 1965, Roberto Bacci classe 1967 e Dino Baggio.

Spettatori: paganti 15.345 per un incasso di 492.902.000 lire, abbonati 20.905 per una quota di 510.501.246 lire.

Il biglietto della gara
Contrasto tra Sergio e Lentini
Riedle e Baggio si contendono il pallone
L'espulsione del granata Bruno

La Stampa titola: "Espulso Bruno dopo un'ora, i granata hanno preferito controllare gli avversari. Il Toro in dieci frena la corsa. E una bella Lazio torna a casa con un punto".

L'articolo così prosegue: Mondonico era preparato a trovare difficoltà nella concreta organizzazione della squadra di Zoff ma non credeva di dover chiedere alla squadra di "amministrare" con la massima attenzione lo zero a zero nella mezz'ora finale, che nelle previsioni granata doveva essere dedicata al forcing decisivo. Trenta minuti di sofferenza, invece. Merito della Lazio e demerito di Pasquale Bruno. Già ammonito al 41', all'ora di gioco il focoso difensore commetteva un secondo fallo assurdo su Ruben Sosa. Una gomitata senza senso, una sciocchezza. Sul rilancio della difesa romana che spezzava la pressione torinista, la palla era controllata da Mussi... L'arbitro Magni era a due passi, espulsione inevitabile. Avremmo desiderato la stessa precisione di giudizio nel valutare i falli "protettivi" e furbi dei laziali, fra i quali Bergodi (già ammonito) meritava il cartellino rosso. Storia vecchia. Uscito di scena Agnolin, sono rimasti in pochissimi a capire. In dieci uomini, contro una Lazio pericolosa in attacco (Ruben Sosa più Riedle...) e sorretta a centrocampo soprattutto dal lavoro continuo di Claudio Sclosa, al Torino non è rimasto che resistere. Sia alle folate avversarie, che ai folli inviti della curva che lo voleva costantemente all'attacco. Era il modo certo per perdere la partita. Mondonico ha dovuto lavorare di cesello, per comporre il Torino di ieri e ritoccarlo nell'emergenza. Indisponibili Benedetti operato in settimana e Annoni per un banale infortunio in allenamento, aveva aggiunto Baggio a Bruno per le marcature di Riedle e Ruben Sosa.

Aveva Fusi acciaccato e Romano non ancora a punto: ha risolto il problema impiegandoli un tempo ciascuno. Dire che sarebbe bastato Sordo (infortunato) per cambiare la partita sarebbe fare torto a Zoff. Ma il match era adatto agli uomini coraggiosi, come il giovane Bacci che ha ricacciato indietro Martin Vazquez facendogli capire a fondo, in solo novanta minuti, che tipo di calcio si pratichi nel nostro campionato. Lo spagnolo si è dovuto limitare a giocate isolate, a tocchi di prima intenzione nei quali c'erano tanta classe e poca voglia di rischiare gli stinchi. Nel finale ha però mostrato spirito di sacrificio, partecipando al gioco di copertura. Marchegiani per la sicurezza (come Fiori nelle uscite alte, Baggio, Mussi, Lentini (che lavoro di sacrificio sulla fascia destra). Policano (suo il colpo di testa che al 40', su corner di Skoro, ha mandato il pallone contro la traversa), i migliori del Toro. Più Carillo, che entrato all'ultima mezz'ora a "dare una mano" al posto dello sbiadito Skoro è stato prezioso per combattività e lucidità. Cravero? L'eleganza nelle uscite dovrebbe scordarla davanti a Marchegiani. Muller? Sempre da elogiare per l'impegno, ma preoccupa se lottando non si fa mai largo. Zoff ha steso sul campo con saggezza la rete laziale. Squadra corta che non perde mai i collegamenti fra i reparti. Difesa chiusa ma sempre pronta a ripartire, centrocampo fitto che tiene palla aspettando il momento giusto per cercare Ruben Sosa (che rientra e affonda) e Riedle. Importante la spinta di Sergio sulla fascia sinistra, e se a destra Madonna fosse stato più incisivo il Toro avrebbe passato guai già nell'ora giocata in parità numerica.

Più vicino al gol (non solo per il colpo di testa di Policano) il Torino in un primo tempo comunque equilibrato, Lazio pungente in avvio di ripresa con Riedle (due volte), Sosa ad impegnare a fondo Marchegiani. I granata reagivano, e la retroguardia laziale bloccava gli affondo anche con le cattive, prima che gli avversari si affacciassero in area di rigore. Poi la mezz'ora finale a forze dispari. Il Torino si limitava al contropiede senza scoprirsi, e non si poteva chiedere a Muller di sfondare da solo. La Lazio pressava, andando vicina alla vittoria con una fiondata di Sosa finita di poco a lato, al 70'. I granata tentavano l'attacco in forze, a sorpresa, allo scadere. Come il tiro da tre punti nel basket, il tutto per tutto. Ma la difesa laziale era ancora lucida. Restava un pareggio lottato che premia soprattutto i due allenatori.

l'Unità titola: "Una traversa del Toro, qualche spunto di Riedle, per un match vissuto a centrocampo. Le belle d'estate in passerella".

L'articolo così prosegue: I sogni nati nelle caldi notti d'estate, quando Torino e Lazio hanno entusiasmato nei tornei ai quali hanno partecipato, hanno lasciato ieri spazio alla realtà del campionato. E così anche le due protagoniste del calcio d'agosto si sono adeguate all'esigenza del "primo non prenderle", cercando innanzi tutto di rinforzare la difesa. Ma comunque tutto sommato, lo spettacolo offerto da Torino e Lazio non è da disprezzare. Lo 0 a 0 finale non deve trarre in inganno. Non è mancato il gioco, le due squadre hanno confermato di essere compagini quadrate e difficilmente vulnerabili. Difese ben chiuse, con marcature ferree. In avanti le note dolenti: sia la Lazio sia il Toro hanno deluso ancora una volta nei rispettivi reparti offensivi. Poco incisivi, quasi mai capaci di liberarsi alla conclusione. E così ecco spiegato perché sono mancati i gol. Sia il tandem Muller-Skoro, sia la coppia Riedle-Sosa non sono mai riusciti ad impensierire i portieri avversari. E così il peso maggiore della manovra è caduto sui due reparti centrali, dove hanno nettamente prevalso Lentini da una parte e Pin dall'altra. Soprattutto il tornante granata è stato grande protagonista. E stato l'unico capace di impensierire la difesa laziale, vista la latitanza di un Muller tornato ad essere l'oggetto misterioso dei primi due anni passati in granata. E anche Skoro non gli e stato di molto aiuto. Lo slavo, in giornata di scarsa vena, e stato comunque capace di partecipare più attivamente al gioco rispetto a quanto fatto dal brasiliano. Deludenti anche Riedle e Sosa.

L'uruguaiano è mancato sempre in fase conclusiva, facendosi apprezzare soltanto in alcune giocate spettacolari ma poco redditizie, mentre il tedesco, pur riuscendo a sfuggire alla marcatura del giovane Baggio quasi mai ha impegnato severamente Marchegiani. Soltanto in un'occasione, al 5' della ripresa, ha chiamato il portiere granata ad una difficile parata, deviando un centro del solito Pin. Meno bene rispetto alle precedenti uscite anche Martin Vazquez, apparso piuttosto affaticato. Lo spagnolo ha perso tre chili nell'ultimo mese di allenamento e ieri ha patito la marcatura dell'esordiente Bacci, 23 anni, prelevato quest'anno dal Mantova. Raramente la mezzala è riuscita a liberarsi per il tiro, anche se ha deliziato la platea con alcuni numeri di alta scuola, come al 37', quando, andato via in slalom, si è liberato prima di Bacci e quindi di Soldà e ha obbligato Fiori ad una difficile deviazione in angolo. Ma l'occasione più ghiotta della partita per segnare è capitata al Torino al 40'. Su calcio d'angolo di Martin Vazquez, si è avventato Policano che ha colpito di testa centrando in pieno la traversa con Fiori battuto. E' stata la palla-gol più nitida di tutta la partita. La Lazio, che dopo un avvio in sordina ha piano piano preso il comando del gioco, è però mancata al momento di sferrare il colpo del ko. In superiorità numerica, dopo l'espulsione di Bruno al 60', reo di aver colpito con una gomitata Sosa, la squadra di Zoff anziché premere per cercare il gol risolutore, si è accontentata del pareggio. Forse, osando di più, avrebbe potuto violare il terreno del "Delle Alpi". Infatti soprattutto nell'ultimo quarto d'ora, il Toro ha dato l'impressione di essere sulle gambe.

Muller era ormai sparito dalla manovra (forse era meglio richiamare in panchina lui piuttosto che Skoro) e Vazquez non riusciva più ad imprimere al gioco quelle accelerazioni che avevano permesso al Toro di farsi pericoloso. Un pareggio, che comunque accontenta entrambe le contendenti, costrette anche ieri a fare i conti con molte assenze. Tutto sommato comunque meglio la Lazio, che ha dimostrato di essere più squadra e di riuscire a tenere il campo in modo più convincente del Toro. Forse rinunciare in partenza ad un giocatore come Romano, uomo d'ordine del centrocampo, ha penalizzato troppo la manovra granata e Martin Vazquez è stato costretto a muoversi in una zona più centrale. Comunque per entrambe ci sarà già l'occasione di rifarsi fra sette giorni, con la seconda giornata di campionato.


In un altro articolo è riportato:

Zoff: "Contento ma si può fare di più". La soddisfazione è evidente negli spogliatoi della Lazio. Il pari contro il Toro ha lasciato tutti contenti, anche se non manca chi rimpiange l'occasione perduta. E gli unici a non essere proprio soddisfatti sembrano essere quei tifosi che dalla curva a metà ripresa hanno cominciato ad insultare il presidente Calleri. "Non capisco - ha detto Calleri - la Lazio anche contro il Toro mi ha soddisfatto, confermando la buona impressione rilasciata nelle ultime partite". Di poche parole Zoff accolto da un lungo applauso anche da parte del pubblico granata. "Abbiamo iniziato bene - ha spiegato il tecnico - il risultato mi accontenta, soprattutto perché abbiamo dimostrato di saper tenere il campo con autorità. Forse potevamo fare di più. II momento di emergenza è passato, dalla prossima partita riavrò a disposizione anche Domini. Vorrei spendere una parola di elogio particolare per Bacci, che al suo esordio in serie A ha saputo controllare un giocatore come Martin Vazquez senza timori".