Martedì 14 agosto 1973 - Pievepelago, campo sportivo Comunale - Lazio-Sassolese 2-0

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14 agosto 1973 - Amichevole pre-campionato 1973/74

LAZIO: Pulici, Facco, Martini, Wilson, Oddi, Nanni (46' Inselvini), Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi (46' Mazzola (II)), Manservisi (46' D'Amico). All. Maestrelli.

SASSOLESE: Bandieri, Ceccardi, Bottazzi, Ghechi, Sesena, Ferrari (46' Parenti), Fruggeri (46' Casoli), Balestri (46' Monica), Carlini, Barbieri (Lizzari), Bulgarelli (46' Azzini).

Arbitro: Gibellini.

Marcatori: 14' Chinaglia (rig), 90' Chinaglia.

Spettatori: 3.000 per un incasso di tre milioni e mezzo.

Note: la partita è iniziata alle 18:20, con una ventina di minuti di ritardo, a causa di un diluvio durato un'ora. Campo ridotto ad acquitrino. Infortunio a Polentes (distacco marginale del malleolo anteriore della tibia sinistra).


Il Corriere dello Sport in prima pagina titola: “Pulici… il protagonista – Doppietta di Chinaglia – Solo 2 gol della Lazio (in evidenza Inselvini) a Pievepelago”.

Pievepelago – Fatto inconsueto, ma indicativo, per una partita tra una squadra di Serie A (la Lazio) ed una di Serie D (la Sassolese), il migliore in campo è stato il portiere della squadra di serie A. Inconsueto perché solitamente in queste sfide di inizio stagione gli estremi difensori delle formazioni più titolate assumono un ruolo di spettatore, o quasi; indicativo perché testimonia della prova non certo trascendentale della Lazio, piuttosto deludente, se consideriamo le espressioni positive coniate per i suoi giocatori nella fase preparatoria. ma dal nostro punto di vista niente affatto preoccupante.

Queste partite vanno interpretate più che descritte. Se si prende un avversario facile (diciamo una squadra di dilettanti) e gli si rifila una dozzina di gol, è facile che le eventuali magagne vengano mascherate e soltanto i lati positivi vengano posti in risalto: se si prende un avversario di tutto rispetto, come la Sassolese, appartenente ad un campionato semiprofessionistico, è più agevole determinare le carenze che inevitabilmente affiorano all’alba di una stagione agonistica, per cui il collaudo risulta certamente più utile.

Non parliamo di naufragio, per carità, anche se il risultato di 2-0 non è propriamente quello che ci si aspettava: parliamo piuttosto di schemi offensivi poco chiari. È difficile, adesso, stabilire se la loro scarsa efficienza sia dovuta alla ricerca del nuovo modulo-pro Chinaglia, o alla forma ancora approssimativa di quegli elementi che vi avevamo segnalato in arretrato anche durante la preparazione: Re Cecconi, innanzi tutto, costituzionalmente lento alla carburazione; Martini, che, se la condizione atletica non lo assiste, smarrisce anche il senso tattico (oggi è andato ad incanalarsi al centro in una zona dove gli riesce difficile districarsi, invece che cercare le fasce laterali); Garlaschelli, poco lucido nello scatto e nel “triangolo”.

Forse la seconda ipotesi merita maggior credito, se non altro perché Chinaglia non ha creduto opportuno o non ha voluto correggere la propria posizione, come Maestrelli pretendeva. O meglio, l'ha avanzata di una decina di metri, mancando però nel movimento orizzontale che nella circostanza diventa essenziale. Le inversioni di ruolo in fase di attacco sono state operate esclusivamente dalle due ali Manservisi e Garlaschelli con maggiore frequenza che non nello scorso campionato: ma se anche Chinaglia non partecipa alla girandola, diventa tutto inutile.

Chinaglia ha segnato entrambi i gol della giornata: al 14' del primo tempo trasformando un rigore concesso per atterramento di Garlaschelli con un secco rasoterra; al 45' raccogliendo in mischia un pallone calciato da Re Cecconi dalla bandierina del calcio d'angolo; non gli si possono, dunque, attribuire colpe specifiche, anzi ha dimostrato ancora una volta che l'uomo più importante della Lazio, nel bene e nel male, è sempre lui: però da un giocatore del suo calibro si pretende di più. Troppo spesso è andato ad invischiarsi nella fitta difesa sassuolese cercando impossibili soluzioni personali; troppo spesso l'abbiamo visto indulgere in un dribbling di troppo. Sono esitazioni alle quali lo costringe proprio la posizione centrale, laddove svariando ai fianchi della difesa potrebbe trovare sia lo spazio necessario, sia la pedana di tiro per mettere completamente a frutto le sue caratteristiche, vale a dire lo scatto in progressione e la conclusione in diagonale. Ingenerosi sono stati. comunque, i fischi che il pubblico gli ha spesso indirizzato; Chinaglia si è costantemente impegnato a fondo ed ha pur sempre realizzato le due reti di una vittoria che, se fosse mancata, avrebbe generato chissà quali e quante polemiche.

Difesa e centrocampo hanno sostenuto con disinvoltura l'urto di un avversario dagli schemi puliti, estremamente pugnace e tatticamente impostato come se dovesse sostenere una prova di campionato. Quando gli svelti ragazzi di Sassuolo riuscivano a superare la linea dei terzini, han sempre trovato un Pulici attento, sicuro, concentrato, impegnatissimo - ci è sembrato - a sfatare il mito del Pulici saltuariamente assente dalle vicende dell'incontro. All’8’ si è allungato nell'angolino basso per deviare sul fondo una radente punizione di Balestri; al 18' ha ribattuto un viscido pallone calciato di forza da Ruggeri; al 45' ha evitato un gol quasi fatto strappando il pallone dai piedi di Bulgarelli, al 9' della ripresa ha compiuto una autentica prodezza ribattendo con i pugni in volo una conclusione ravvicinata di Barbieri. Se pensiamo ad un anno fa di questi tempi, quando l'”oggetto misterioso” faceva correre i brividi per la schiena dei tifosi e degli stessi compagni di squadra, avremo l'esatta misura degli enormi progressi compiuti da Pulici.

Davanti a lui, Wilson non ha fallito un intervento, pur costringendosi a sfiancanti rientri per le troppe frequenti fluidificazioni, dettate più che altro dalla particolare natura della partita. Oddi lo ha imitato cancellando dal campo il proprio avversario; Facco è andato all'arrembaggio anche quando sarebbe stato più saggio conservare la posizione (il terreno infame per la pioggia caduta fino a pochi minuti prima della partita rendeva assai difficoltosi i recuperi), ma soltanto in una occasione il suo uomo (Bulgarelli nel primo tempo. Azzini nella ripresa) si e liberato davanti alla porta. Di Martini abbiamo detto, non è ancora sorretto da una buona condizione fisica, che per lui è tutto, o quasi; ha generato un po' di confusione sulla fascia mediana rubando persino, nella ripresa, la posizione a Mazzola, (sostituto di Frustalupi), il quale è stato costretto ad allargarsi troppo per poter mantenere saldamente in mano le redini della squadra. Ma non appena Martini recupererà la forma giusta, spariranno anche certe licenze tattiche.

Il discorso su Martini allaccia il reparto di difesa a quello di centrocampo, dove la vena e il talento di Frustalupi (impegnatissimo, persino cattivo in certi contrasti, forse nel timore di generare equivoci non avendo ancora sottoscritto il nuovo contratto) sono riusciti a mascherare l'apporto relativo di Re Cecconi. Frustalupi ha pedalato incessantemente per 43’ sul pantano, che pure non è il terreno ideale per giocatori come lui, dalla buona tecnica e dal peso leggero. Egli ha saputo costituire uno sbarramento ed una pedana di lancio allo stesso tempo, consentendo sia a Nanni (anch'egli ancora lontano dal vertice della condizione) che a Manservisi (molto attivo dalla linea di centrocampo in giù) frequenti licenze offensive.

La distribuzione alle punte è stata abbastanza costante. È stato sottolineato il nuovo impegno nel rinunciare ai ricami e nel servire presto e in profondità Chinaglia, soprattutto, e Garlaschelli. Non sempre la misura è stata giusta, ma le condizioni del campo rendevano tutto più difficile, né si può pretendere, dopo appena 12 giorni di preparazione, una realizzazione impeccabile degli schemi.

Tutto sommato, ricaviamo dal primo collaudo laziale indicazioni tutt'altro che negative. Non bisogna lasciarsi ingannare dal magro bottino, tenendo ben presenti: la condizione disastrosa del terreno di gioco; il buon livello e l'ostinazione degli avversari; la lodevole ricerca di qualche variazione geometrica sui disegni tattici dello scorso anno in fase offensiva; i brevissimi tempi di lavoro.

Le note positive, come abbiamo visto, non mancano e sono - tutto sommato - decisamente superiori a quelle negative. Ai rilievi già fatti aggiungiamo la convincente prova di Inselvini, sostituto di Nanni nel secondo tempo, Inselvini ha portato un pizzico di pepe nella squadra, compiendo possenti sgroppate lungo la fascia laterale destra puntualmente concluse con l'appoggio pulito al compagno o col calibrato traversone. Dotato oltre che di una falcata ragguardevole anche di una dinamica non comune, il ragazzo ha operato velocissimi recuperi sull'uomo, strappandogli regolarmente il pallone dai piedi. Si tratta indubbiamente di un acquisto prezioso, potrebbe addirittura rivelarsi un concorrente assai temibile per un paio di titolari.

Mazzola, dettando lampi di gioco, ha confermato che l'unica alternativa a Frustalupi può essere lui e con ciò l'opportunità che la società trovi nei suoi confronti un accordo economico; D'Amico si è sacrificato in un lavoro di spola facendo però rimpiangere Manservisi, del quale ha preso il posto nei secondi 45'. Merita una segnalazione infine la Sassolese, banco di prova probante “come mai - sono parole di Wilson - ci era capitato all’inizio di stagione”. Alcuni elementi, quale il libero Sesena, l'ala di raccordo Fruggeri, l'interno di spola Balestri e il portiere Bandieri potrebbero figurare nelle categorie superiori.