Renna Antonio Mimmo

Da LazioWiki.

Mimmo Renna
Mimmo Renna ai tempi della promozione con l'Ascoli
Mimmo Renna
Mimmo Renna

Attaccante, nato a Lecce il 2 marzo 1937 ivi deceduto il 1 febbraio 2019.

Dopo gli esordi nella Juventina di Lecce, passa al Campobasso e poi nelle giovanili della Fiorentina. Torna poi nella sua città per giocare con il Lecce dal 1957 al 1959 e da qui al Bologna con cui dove rimane per 5 stagioni conquistando il titolo di campione d'Italia nel 1963/64, l'ultimo dei Felsinei nella sua storia. Era un attaccante che segnava tanto, pur essendo soprattutto fantasioso ed abile tecnicamente, non un uomo d'area in senso stretto ma una seconda punta moderna. Da allenatore aveva trasferito alle sue squadre questo suo concetto di calcio sempre molto giocato, tecnico, ricco di offensività. Nell'estate 1964 viene acquistato dalla Lazio con cui disputa 2 stagioni, collezionando 32 presenze e 6 reti in Campionato, 2 presenze e 3 reti in Coppa Italia, 4 presenze e 1 rete nel Trofeo Simon Bolivar.

Viene poi ceduto al Varese e conclude la carriera a Brindisi.

Intrapresa la carriera di allenatore, guida in sequenza Brindisi, Lecce (promozione in serie B), Ascoli (1977/78 con 61 punti, record assoluto nei campionati a venti squadre, premio Il Seminatore d'Oro per la serie B), Bari, Palermo, Catanzaro, Catania, Taranto, Casertana, Livorno e Giarre.

Nel marzo 2017 il sito LecceNews aveva scritto su di lui:

In pochi sanno che all'anagrafe è stato registrato con il nome di Antonio, ma per tutti è sempre stato Mimino, il Renna che ha portato il Lecce in B nei difficili anni settanta e il primo leccese a vincere uno scudetto da giocatore.

Lecce. È stato uno dei più temibili attaccanti degli anni sessanta, scorridore sulle fasce nel Bologna del Paradiso, rigorista della Lazio, bomber del Varese di Picchi e Anastasi, capitano del grande Brindisi di Vinicio. Antonio Renna, detto Mimmo, per i leccesi Mimino, oggi compie 80 anni. In città tutti lo ricordano per essere stato l'artefice della prima promozione del Lecce in serie B dell'era moderna, nell'ormai lontano 1976. Ai suoi ordini grandi giocatori del passato giallorosso come Loddi, Montenegro, Lorusso, Cannito, Pezzella.

Mimmo Renna era il primo figlio calcistico di Attilio Adamo e della sua Juventina che sfornò e lanciò in campo nazionale alcuni grandi leccesi dello sport più amato dagli italiani come Causio, Sensibile, Russo, De Vitis. Il primo però fu proprio Renna che Adamo faceva giocare sotto falso nome e che lo stesso scout del calcio salentino volle prestare al Campobasso in serie D e al vivaio della Fiorentina in serie A. Poi il ritorno a Lecce dove Mimino Renna visse due grandi stagioni tra il '57 e il '59 prima di essere adocchiato dal Bologna che lo prese alla sua corte nella stagione 59-60. Il Bologna era l'Accademia del Calcio e negli anni sessanta, insieme all'Inter di Herrera, era la squadra da battere.

Il capitano del Bologna Giacomo Bulgarelli avrebbe definito il suo amico Renna “il Garrincha dei poveri”, perché ricordava le meravigliose scorribande della straordinaria ala sudamericana. Dopo Bologna ci fu la Lazio e poi il Varese dei tempi d'oro, prima di chiudere la carriera in serie C al Brindisi, dopo un decennio trascorso in serie A.

Appese le scarpe al chiodo nel 1973, all'età di 36 anni Mimmo Renna avviò la sua carriera di allenatore. Superò con ampio merito il corso di allenatori di Coverciano insieme a vecchi compagni e avversari in campo come Trapattoni, Simoni, Di Marzio, Bagnoli, Suarez, Castagner e altri. Una leva di allenatori che avrebbe segnato indelebilmente i successivi vent'anni di calcio italiano. Renna cominciò alla grande, dopo una breve gavetta in serie D sulla panchina del Nardò si ritrovò sulla panchina del Brindisi in serie B, che riuscì a condurre alla salvezza, l'ultima della storia adriatica in B.

Poi fu l'anno del Lecce e del trionfo giallorosso con la storica vittoria del campionato e conseguente promozione in B, mentre l'anno dopo ecco la comoda salvezza con una matricola da settimo posto. E mentre si faceva strada la fama di Renna 'maestro di tattica', ecco la chiamata dell'Ascoli del leggendario presidente Rozzi. Mimmo Renna vinse il campionato con due mesi di anticipo e portò l'Ascoli in serie A dopo aver fatto segnare tutti i record possibili nella serie cadetta. La stagione seguente, invece, mise in luce la sua stella con l'ottima salvezza ascolana in serie A. Due anni alla guida del Bari, due alla guida del Palermo e una stagione a Catanzaro e poi a Catania tutte in serie B, prima del ritorno in Puglia sulla panchina del Taranto e la promozione immediata dalla C alla B.

Sullo scorcio della carriera ci furono le panchine di Casertana, Livorno e Giarre, mentre negli ultimi anni lo storico calciatore si è trovato a dirigere la scuola calcio del Comune di Lecce, governato da Adriana Poli Bortone. Personaggio da sempre schivo e riservato, Mimmo Renna anche per questo ha lasciato un bel ricordo nella sua Lecce, città in cui è tornato a vivere subito dopo la fine della carriera tra i professionisti. Presto la città celebrerà gli 80 anni di Mimmo Renna con un evento pubblico a lui dedicato.

Auguri al mister dalla Redazione di Leccenews24.

Il giorno della sua scomparsa scrive il Giornale di Sicilia: È morto l'ex allenatore del Palermo Calcio, Mimmo Renna, tecnico rosanero dal 1981 al 1983. A darne notizia è la società U.S. Città di Palermo. La società rosanero con una nota esprime così il dolore per la morte dell’ex allenatore del Palermo, stroncato da un malore all’età di 81 anni. Antonio Renna, per il mondo del calcio Mimmo, sulla panchina rosanero ha guidato Gian Piero Gasperini, il capitano Totò Lopez, Giampaolo Montesano e Gianni De Rosa. Fra le squadre che ha allenato, anche il Catania per una stagione, nel 1984/85, ingaggiato dal presidente Angelo Massimino e dal ds Giacomo Bulgarelli.

Oltre alle panchine rosanero e rossazzurra ha allenato l’Ascoli di Costantino Rozzi vincento il campionato di B con due mesi di anticipo nella stagione 1977/78, Lecce, Bari, Taranto, Casertana, Livorno, Giarre, Casarano, Nardò e Toma Maglie. Da calciatore l’ex attaccante, classe 1937, ha mosso i primi passi nella Juventina Lecce indossando poi le maglie di Livorno, Lecce, Bologna, vincendo uno scudetto e una Mitropa Cup, Lazio, Varese, per terminare la carriera con il Brindisi vincendo il campionato di C1. Suoi compagni di corso a Coverciano Giovanni Trapattoni, Gigi Simoni, Osvaldo Bagnoli e Luisito Suarez.


il Resto del Carlino:

Se ne è andato proprio il giorno di Lecce-Ascoli, le squadre che più ha amato. La prima quella della sua città che tante soddisfazioni gli ha dato nel corso della lunga carriera. La seconda, quella con cui ha stabilito record e successi sportivi. È una giornata davvero triste per il calcio ascolano che piange Mimino ‘Mimmo’ Renna, 81 anni, vittima di una emorragia celebrale. Tanti i successi conseguiti sia come calciatore che da allenatore. Leccese, classe 37, ha mosso i primi passi nella Juventina Lecce.

Dopo aver giocato nel Livorno ha vestito le maglie di Lecce, Bologna, Lazio, Varese, per terminare la carriera con il Brindisi, vincendo il campionato di C1. Con la compagine felsinea ha vinto lo scudetto e la Mitropa Cup. Appese le scarpe al chiodo ha frequentato il corso da allenatore di Coverciano per poi intraprendere la carriera di tecnico, suoi compagni nel corso delle lezioni nel centro sportivo della cittadina toscana sono stati Trapattoni, Simoni, Bagnoli Suarez Si è seduto sulle panchine di Nardò, Brindisi e Lecce.

Con i salentini ha conquistato nel campionato 75-76 la promozione in B dopo 27 anni che mancava, stabilito il record di vittorie interne consecutive in casa, la Coppa Italia di categorie e la Coppa Italo-Inglese. L’anno successivo ha condotto i salentini al settimo posto finale. Passato all’Ascoli del vulcanico presidente Costantino Rozzi, ha portato i marchigiani in Serie A con due mesi di anticipo, stabilendo il record di punti, tutt’ora imbattuto. L’anno successivo, nel massimo campionato, i bianconeri terminarono il campionato al decimo posto, togliendosi la soddisfazione di battere la Juventus dell’amico Giovanni Trapattoni. Lo scorso anno era tornato ad Ascoli per ricevere dall’Associazione AscolTiAmo’ il Premio Costantino Rozzi. Alla famiglia, alla figlia che vive ad Ascoli, al genero e ai nipoti giungano le condoglianze del Carlino.




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