Il discorso di commiato di Fortunato Ballerini all'Assemblea dei Soci pubblicato il 20 febbraio 1922: differenze tra le versioni
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Nei primi anni la vita sportiva della "Lazio" si svolgeva nei '''prati di Castello''' e sul '''Viale delle Milizie''' ove anche io trovava diletto nei miei allenamenti podistici e talvolta per divago a calcio o in difesa o come portiere e ricordo che un giorno per riparare un calcio in porta del Golini ([[Golini Angelo]] ndr), una violenta contrazione muscolare alla coscia destra mi produsse uno strappo di un tendine ossia la così detta ''Frustata'' che per poco non mi fece cadere per terra. Senza far parola mi vestii in fretta e me ne andai, il che osservato dai soci affettuosamente ritenevano che il Golini mi avesse dato un potente calcio! |
Nei primi anni la vita sportiva della "Lazio" si svolgeva nei '''prati di Castello''' e sul '''Viale delle Milizie''' ove anche io trovava diletto nei miei allenamenti podistici e talvolta per divago a calcio o in difesa o come portiere e ricordo che un giorno per riparare un calcio in porta del Golini ([[Golini Angelo]] ndr), una violenta contrazione muscolare alla coscia destra mi produsse uno strappo di un tendine ossia la così detta ''Frustata'' che per poco non mi fece cadere per terra. Senza far parola mi vestii in fretta e me ne andai, il che osservato dai soci affettuosamente ritenevano che il Golini mi avesse dato un potente calcio! |
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Allora si pensava che il campo sportivo in Prati di Castello avesse potuto essere l'ideale, perchè i soci abitavano quasi tutti là; e perciò io feci pratiche col Comandante del Corpo d'Armata Gen. Besozzi che conoscevo e che spesso vedeva al Valiani ove col vecchio socio tamburellista comm. Pacini sovente mi trovavo, per ottenere la concessione di un vasto terreno tra la Via Trionfale e il Viale delle Milizie, ma durante i lunghi studi topografici e i calcoli finanziari, il Besozzi lasciù il comando e la pratica si arenò; e allora io rivolsi la mente alla '''Villa Umberto''' . Era assessore dei giardini il Duca Leopoldo Torlonia col quale nel [[1878]] costituimmo la prima Società di Ginnastica, Scherma e Tiro a Segno, e con lui, è bene dirlo con Allievi e Pelloux si concepirono la legge De Santis del [[1878]] sulla ginnastica delle scuole medie e quella Ferrero del [[1882]] sul Tiro a Segno Nazionale. |
Allora si pensava che il campo sportivo in Prati di Castello avesse potuto essere l'ideale, perchè i soci abitavano quasi tutti là; e perciò io feci pratiche col Comandante del Corpo d'Armata Gen. Besozzi che conoscevo e che spesso vedeva al Valiani ove col vecchio socio tamburellista comm. Pacini sovente mi trovavo, per ottenere la concessione di un vasto terreno tra la Via Trionfale e il Viale delle Milizie, ma durante i lunghi studi topografici e i calcoli finanziari, il Besozzi lasciù il comando e la pratica si arenò; e allora io rivolsi la mente alla '''Villa Umberto''' . Era assessore dei giardini il Duca Leopoldo Torlonia col quale nel [[1878]] costituimmo la prima Società di Ginnastica, Scherma e Tiro a Segno, e con lui, è bene dirlo con Allievi e Pelloux si concepirono la legge De Santis del [[1878]] sulla ginnastica delle scuole medie e quella Ferrero del [[1882]] sul Tiro a Segno Nazionale. |
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Il Torlonia mi diede facoltà di scegliere un locale per sede e dopo di avere scartato due Casine prospicienti la Piazza di Siena, perchè troppo in vista, così pensava il Masini ci decidemmo a prendere la [[Casina dell'Uccelliera]] col prossimo [[ |
Il Torlonia mi diede facoltà di scegliere un locale per sede e dopo di avere scartato due Casine prospicienti la Piazza di Siena, perchè troppo in vista, così pensava il Masini ci decidemmo a prendere la Casina dell'Uccelliera [[Casina di Via dell'Uccelliera]] ndr) col prossimo prato dei Daini ([[Parco dei Daini]] ndr): località bella e suggestiva quanto mai! Ivi trasportammo i nostri penati, vestimmmo con elegante uniforme il piccolo custode '''Agapito Croce''' ora arricchito al Messico, e ci adagiammo cosi bene che |
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Versione delle 18:37, 24 apr 2023

Abbiamo il piacere di donare alle nostre lettrici e lettori il discorso integrale, finora inedito e frutto di accurate ricerche svolte da LazioWiki, che il grande Presidente Fortunato Ballerini pronunciò nella storica sede di Via Vittorio Veneto ex 7 pubblicato sul Giornale "Lazio" il 20 febbraio 1922, in vista della Assemblea dei soci del 22 febbraio 1922, nell’accomiatarsi dalla Lazio dopo 18 anni di illuminata presidenza. In esso vi è contenuto il frutto di un uomo dal "multiforme ingegno", che trasformò una società dalle forti radici fiumarole e romane, ma povera, in un piccolo mondo dove sport e cultura, intessuti su un arazzo di educazione morale e fisica, confluivano intensamente. Noi di LazioWiki, nel leggerne il testo, abbiamo provato un brivido a tinte biancocelesti che ha riscaldato il sangue nelle nostre vene. Il nostro voto augurale è che anche voi possiate provare lo stesso sentimento. L'"Idea Lazio", molte volte travisata o non compresa, è qui magistralmente esposta.
Ad una breve ma intensa e prima Storia della Lazio, seguono delle linee guida che verranno poi rese definitive sul Giornale Lazio del 30 marzo 1923 con l'adozione del nuovo Statuto e Regolamento Generale approvato in Assemblea Straordinaria il 9 Aprile 1923
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Storia della Lazio
Egregi Consoci,
Prima di rassegnarvi il mandato di Presidente Generale della "Lazio"che per quasi venti anni mi avete voluto costantemente riconfermare e al quale oggi io per ragioni imperiose debbo rinunciare, credo mio dovere in questa ordinaria Assemblea annuale di farvi non solo la prescritta relazione morale dell'esercizio testè scaduto, ma ben anco una breve storia dei fatti più salienti che si sono svolti durante la mia amministrazione il cui ricordo potrebbe tornare utile così al nuovo Consiglio Direttivo come al mio successore nello svolgimento della rispettiva azione futura.
Io rinnovo qui anzitutto con alto senso di riconoscenza e di profonda gratitudine l'espressione della mia più grande soddisfazione per gli indimenticabili festeggiamenti che il 6 e l'8 gennaio s. mi avete voluto unaninimi così largamente tributare in compenso della mia modesta ma costante e affettuosa opera consacrata senza risparmio di fatiche e di sacrifizi alla nostra amata "Lazio" alla quale si lega il mio nome in tutte le forme della sua esplicazione e in tutto il fondamento della sua essenza e formulo l'augurio più fervido per il raggiungimento delle sue alte finalità sportive e culturali.
Questa "Lazio" che fu ed è nella cima dei pensieri ai più antichi e ai più prossimi soci, questa "Lazio" che ha saputo vincere e superare tante aspre lotte nel corso faticoso dei suoi 22 anni di vita, merita questo augurio di prosperità maggiore oggi che ormai si è affermata la più prospera tra le prosperose consorelle romane.
Uno sguardo fugace sulla sua origine e sulla sua progrediente vitalità fino a noi, mi sarà consentito da voi consoci numerosissimi per ristorare la mia anima ai ricordi di tante gioie provate e per lenirla a quelli angosciosi al passato ormai seppellito al fastigio della gloria raggiunta. Era il gennaio 1900 allorquando un piccolo gruppo di podisti animosi capitanato dal simpatico marciatore Bigiarelli Luigi prese parte alle gare podistiche indette in occasione dei festeggiamenti organizzati per l'inaugurazione del monumento a Carlo Alberto (le gare si svolsero il giorno 11 marzo 1900 ndr) alla quale anche io assistei in unione al celebre autore Raffaello Romanelli mio caro amico e già compagno scolopico in Firenze. Fortuna volle che quel gruppo di podisti si affermasse vincendo premi tra i quali la medaglia d'oro di S.M. il Re Umberto. Il brillante risultato incoraggiò il Bigiarelli ad organizzarlo in "Società" che prese il titolo di " Podistica Lazio" forse come auspicio a conoscerne il territorio in tutta la sua ampiezza geografica, panoramica e storica come le glorie del passato richiedono. Ma sul suo inizio la "Lazio" non si occupò che di gare di marcie e di corse, raggiungendo completamente i suoi scopi per quanto deprecati dagli ortodossi della fisica educazione di allora; ed appunto per questo la "Lazio" fin dai primi successi mi interessò e difesi.
Il piccolo gruppo si rafforzò di nuovi elementi e la Società si organizzò in base ad uno Statuto di 25 articoli approvato nella prima assemblea formale del 24 marzo 1901, ornato di bella calligrafia e incorniciato in un quadro che tuttora è affisso in sede. Ma putroppo le organizzazioni anche piccole costano ed occorse un locale che fu preso in Via Valadier (Via Valadier 21) eppoi un altro in Via Pompeo Magno 94, oggi 86. Poi con un pò di arredo e qualche arredo le spese che benchè lievi portarono alla penuria di mezzi che costrinsero a vendere fino la medaglia reale.
Di qui incominciarono i malumori e il Bigiarelli (Luigi ndr) vincitore di gare reclamava le sue medaglie non consegnategli ed imprecava contro il Consiglio acefalo abbandonando i suoi seguaci e più tardi Roma per Bruxelles ove rimpianto immaturamente morì. Fu succeduto dal cav. Giuseppe Pedercini (Pedercini Giuseppe ndr), stimabile persona ma instabile in salute sicchè può dirsi che non funzionò da Presidente tanto che non figura nemmeno sulla lista degli antichi soci della "Lazio". La piccola "Lazio" funzionava in base allo accennato statuto, ma non sembra che nel 1904 questo rispondesse allo scopo, perchè il solerte segretario di allora oggi il cav. Guido Baccani (Baccani Guido ndr) dicendo che non lo trovava alla altezza dei tempi proponeva in assemblea del 25 gennaio 1904, presenti 17 dei 31 soci iscritti alla "Lazio" di riformarlo e all'uopo fu nominata una Commissione che presentò il nuovo Statuto di 40 articoli all'assemblea del 29 maggio detto, che lo approvò all'unanimità. Fu in questa assemblea che io venni eletto Presidente dopo essere stato prima Presidente di Giuria alle gare podistiche del Premio Lazio e assai dopo che il V. Presidente Tito Masini (Masini Tito ndr) in occasione cioè della marcia dell' A.P.I. di 100 km, a cui per festeggiare il mio 50.o compleanno, presi parte con lui il 20 ottobre 1902, gentilmente mi offrì la carica di Presidente che mi riservai di accettare essendo io ancora molto impegnato come Segretario generale della Federazione Ginnastica Italiana. Allora ero il 37.o socio iscritto alla "Lazio" compresi quelli come il Pagliani (Pagliani Pericle ndr) che provenivano dalla disciolta Hesperia che alla "Lazio" si fuse e della quale si conserva il ricordo nel nastro del suo vecchio vessillo unito a quello che sta appeso alla gloriosa bandiera della "Lazio" donata dal cav. Paolino Pastori (Pastori Paolo ndr), battezzata dalla signorina Tobia (Tobia Massa Anna ndr) ed inaugurata nell'estate del 1904 con un giovialissimo e indimenticabile simposio alla Trattoria dell'Olmo in cui io feci il primo discorso auspicando la raggiunta grandezza della "Lazio".
Dei 36 soci che mi precedevano rimangono iscritti (alcuni con alcune interruzioni): Tofini (Tofini Romeo ndr), Ancherani (Ancherani Sante ndr), Aloisi (Aloisi Odoacre ndr), Bitetti (Bitetti Olindo ndr), Galvagni (Galvagni Arnaldo ndr), Pagliani, Barghiglioni (Barghiglioni Carlo) ndr), Forlivesi (Forlivesi Remo ndr)e Torchio U. (Torchio Umberto ndr). Ma quei pochi ed animosi giovani davano tutto per far trionfare la "Lazio" nelle competizioni podistiche essendo fin allora solo questo lo sport esercitato con prevalenza; e ricordo con piacere la nostra esultanza per le vittorie ottenute nelle gare di corse e di marce a Firenze il 6 giugno 1904, in quelle del 20 settembre e del "Premio Lazio" a Roma, in quella del 16 ottobre 1904 a Napoli nella quale di 4 gare di campionato ne furono vinte tre dai nostri! Quale entusiasmo! Non importava che la penuria dei mezzi regnasse sovrana in Società tanto che furono vendute medaglie tra le quali quella d'oro del Re e fosse stata impegnata anche la bandiera per provvedere ai bisogni urgenti. Ogni mezzo giustificava il fine secondo il pensiero del grande Segretario Fiorentino ed era quello di vincere ad ogni costo! E' veramente grazioso ed umoristico i grossi e tipici rendiconti che il Cassiere faceva scrupolosamente al Consiglio! Si immagini ognuno quale impegno si mettesse a compilarli come questi che risultano dagli antichi verbali accuratamente conservati in apposito volume: "Attivo: L.65.63 - Passivo L. 67.25 - Disavanzo L. 1.62! ". Il Cassiere presentava note mensili al Consiglio che severamente approvava come questa che trascrivo dal verbale:
"SPESE - Si approvano le seguenti spese:
Gennaio 2 - Giornale a Bigiarelli L. 0.10
Id.id. - Mancia al ragazzo dell'oste per la bevuta pel Giro di Roma " 0.10
Id.7 - Cartoline a Simeoni (Napoli), Cerruti (Torino), e lettere a Bastianini (Bastianini Aurelio ndr), sig.na Tobia e Bigiarelli " 0.50
Id.id - Per un mazzo di carte nuove e una calzettina " 1.05
Id.10 - Lettera alla sig.na Tobia " 0.05
Id.12 - Incisione Coppa "XX Settembre" " 1.25
Id.17 - Lettera a Bigiarelli e signorina Tobia " 0.30
Id.22 - Affrancatura inviti all'assemblea " 0.30
Id.id. - Lettera alla "Fulgur" "0.05
Id.20 - 75 Francobolli da L 0.02 (sped. progr. Premio Lazio) " 1.50
Id.27 - Lettera alla Gazzetta dello Sport (progr. Premio Lazio e altre notizie) " 0.40
Era la vita alla bohemienne ma quando la "Lazio" sarà milionaria e risulterà sovrana nel suo campo (io così l'ho sempre sognata nel mio programma evolutorio) sarà interessante rileggere la storia delle sue origini così tapine, delle sue vicende tumultuose e delle sue fasi gloriose e anche di quelle dolorose! Eh sì anche di quelle per voci circolate di sospetti, malignità ed insinuazioni; e di certe altre fasi per cui il sacrifizio personale di qualcuno giunse fino alle sofferenze fisiche e morali. Ma chi la scriverà quella storia saprà trovare anche su quelle vicende il lato umoristico e riuscirà a divertire e a interessare lo stesso. Io ricordo il caro Ancherani in giri affannati per raccogliere i fondi necessari per spedire i nostri campioni alle gare fuori Roma; e con che lena vi riusciva! Credo che egli abbia consumato più scarpe di quelle sportive che ora commercia! Ecco un uomo che anche da vecchio e pur nei suoi successori confermerà per secoli la fama di podista e di calciatore, perchè il suo fiorente commercio di scarpe e di palloni sportivi ormai si è imposto e durerà secolarmente nel suo nome e nell'interesse dello sport.
E' lui principalmente che ha estesa l'attività della "Lazio" nel ramo classico del Calcio ed è con questo che essa attinse le nuove glorie nelle cruenti lotte con la "Virtus" sorta dalla "Lazio" per causa di secessione e con validi elementi sportivi eppoi morta per la partenza del suo animatore Balestrieri (Balestrieri Arturo ndr). Quelle lotte accessero i laziali di nuovi entusiasmi che determinarono il bravo e studioso Baccani alle ricerche più minuziose per tecnicizzare il giuoco, perfezionarlo e per caratterizzarlo al di sopra di quello di altre Società, come chiaro si appalesa anche quando col più profondo sconforto nostro la palla avversaria entra in porta! Non importa: la "Lazio" è la "Lazio" e anche se graduata oggi 5.a in mezzo alle 9 Società concorrenti al Campionato, noi diciamo ora che in medium stat virtus e che la sua virtù la condurrà al primato! Le sue vittorie sono state e poi tante che la sua fama non può essere eclissata da alcun'altra.
Essa ebbe l'onore del Campionato del 1914 contro tutte le Società centrali e meridionali e quello massimo di trovarsi in campo colla "Vercelli" Campione famosa dell'Italia superiore: onore che niun altra società del sud e centro potrà raggiungere. E benchè la guerra abbia un pò depresso il nostro giuoco in confronto delle due Società specialiste "Fortitudo" e "Alba" la fede della "Lazio" nel proprio valore e non tarderà a farla riconquistare il primo posto anche in questo campo meravigliosamente combattivo ed educativo. La "Lazio" nei suoi primordi ebbe un socio colto e gentile, il Grifoni Grifoni Alceste ndr) degno figlio dell'ottimo padre suo, Professor Grifoni che mi fu amico. Questo socio ebbe l'idea geniale di organizzare le gare atletiche interscolastiche poi abbandonate le quali io ripresi dandovi importanza ufficiale, tanto che i MInisteri della Guerra e della Istruzione delegarono Ufficiali Superiori ed alti funzionari a rappresentarli; il Municipio consentiva lo svolgimento delle gare nella Piazza di Siena e vi intervenivano il Sindaco e S.E. Boselli (Boselli Paolo ndr) che nel 1905 accettò la Presidenza Onoraria della "Lazio" e che tuttora conserva con costante fiducia nelle sue sorti radiose. Si tenevano le solenni premiazioni degli studenti nel Salone del Collegio Romano e in quello della Università ove si udivano discorsi di Ministri, del Sindaco, di S.E. Boselli ecc. e si vedevano al banco della Presidenza, il Presidente del Senato on. Canonico, il Presidente della Cassazione on. conte Guarnaschelli, il Ministro Ciuffelli. L'on. conte Guido Baccelli, un anno tenne all' Università una alata e dottissima Conferenza sulla educazione romana e moderna dei giovani il cui manoscritto è doloroso a dirsi non è posseduto dalla "Lazio". Insomma queste gare interscolastiche che si concludevano nella sala del Rettore dell'Università davano davano grande risalto fisico e morale alla "Lazio", la quale ben se lo scriva, non deve mai perciò abbandonarle.
Nei primi anni la vita sportiva della "Lazio" si svolgeva nei prati di Castello e sul Viale delle Milizie ove anche io trovava diletto nei miei allenamenti podistici e talvolta per divago a calcio o in difesa o come portiere e ricordo che un giorno per riparare un calcio in porta del Golini (Golini Angelo ndr), una violenta contrazione muscolare alla coscia destra mi produsse uno strappo di un tendine ossia la così detta Frustata che per poco non mi fece cadere per terra. Senza far parola mi vestii in fretta e me ne andai, il che osservato dai soci affettuosamente ritenevano che il Golini mi avesse dato un potente calcio! Allora si pensava che il campo sportivo in Prati di Castello avesse potuto essere l'ideale, perchè i soci abitavano quasi tutti là; e perciò io feci pratiche col Comandante del Corpo d'Armata Gen. Besozzi che conoscevo e che spesso vedeva al Valiani ove col vecchio socio tamburellista comm. Pacini sovente mi trovavo, per ottenere la concessione di un vasto terreno tra la Via Trionfale e il Viale delle Milizie, ma durante i lunghi studi topografici e i calcoli finanziari, il Besozzi lasciù il comando e la pratica si arenò; e allora io rivolsi la mente alla Villa Umberto . Era assessore dei giardini il Duca Leopoldo Torlonia col quale nel 1878 costituimmo la prima Società di Ginnastica, Scherma e Tiro a Segno, e con lui, è bene dirlo con Allievi e Pelloux si concepirono la legge De Santis del 1878 sulla ginnastica delle scuole medie e quella Ferrero del 1882 sul Tiro a Segno Nazionale. Il Torlonia mi diede facoltà di scegliere un locale per sede e dopo di avere scartato due Casine prospicienti la Piazza di Siena, perchè troppo in vista, così pensava il Masini ci decidemmo a prendere la Casina dell'Uccelliera Casina di Via dell'Uccelliera ndr) col prossimo prato dei Daini (Parco dei Daini ndr): località bella e suggestiva quanto mai! Ivi trasportammo i nostri penati, vestimmmo con elegante uniforme il piccolo custode Agapito Croce ora arricchito al Messico, e ci adagiammo cosi bene che
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