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Versione delle 09:20, 2 gen 2016

2 gennaio
Fausto Coppi
Il "Campionissimo", nato a Castellania (AL) il 15 settembre 1919 e deceduto a Tortona (AL), probabilmente per malaria, il 2 gennaio 1960.
La vicenda che portò Coppi a tesserarsi per la S.S. Lazio Ciclismo prese il via nei primi giorni del 1945. Fausto, prigioniero di guerra in un campo inglese a Caserta, s'incontra il 9 gennaio con un gruppetto di persone provenienti da Roma, guidato dal giornalista del Corriere dello Sport Osvaldo Ferrari. Con il cronista vi sono anche Pietro Chiappini, un veterano delle corse, suo vecchio grande amico, e compagno di squadra alla Legnano e il costruttore di biciclette Edmondo Nulli che possiede un affermato negozio in via La Spezia.
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Giovanni Masiello
Difensore, nato a Roma il 2 gennaio 1946 nel quartiere Trionfale e trasferitosi presto a Montesacro.
Cresciuto nella Società dove arriva nel 1958 ma ufficialmente viene tesserato, per motivi legati al non raggiungimento dell'età minima, nel 1962. Gioca nella Primavera nella stagione 1964/65 per poi passare nella De Martino nelle stagioni 1965/66 e 1966/67. Disputa 2 stagioni in maglia biancoceleste con la squadra titolare a partire dal 1966/67 quando colleziona 12 presenze in Campionato.
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Paolo Beruatto
Difensore, nato a Cuorgnè (TO) il 2 gennaio 1957.
Viene acquistato nel 1987 dal Torino AC. Disputa 3 stagioni in maglia biancoceleste. Nel 1990 viene ceduto al Mantova. Finita la carriera ha allenato nel settore giovanile della Lazio. Con la Lazio colleziona 73 presenze e 1 rete in Campionato e 16 presenze in Coppa Italia.
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1 gennaio
L'Internazionale di Milano sceglie la Lazio di Roma per inaugurare il nuovo campo di Via Goldoni
INTERNAZIONALE DI MILANO: Campelli, Scheidler, Peterli, Engler, Fossati, Moretti, Carrer, Bontadini, Cevenini, Aebi, Gama.
LAZIO: Gaslini, Di Napoli (I), Levi (II), Zucchi (II), Fioranti, Faccani, Coraggio, Saraceni (I), Consiglio, Folpini, C. Corelli.
Arbitro: sig. Meazza (Milano).
Marcatori: 2' Bontadini, 13' Aebi, 20' Bontadini, 44' Saraceni (I).
Note: l'Internazionale ha scelto la migliore squadra del centro-sud per inaugurare il suo nuovo campo di Via Goldoni. Giornata freddissima, pubblico numeroso con una grande partecipazione femminile. Presenti il Console svizzero a Milano e l'Avv. Tonino Scamoni in rappresentanza della Federazione. Il breve discorso inaugurale fu pronunciato dal Vicepresidente dell'Internazionale, sig. Hirtzel. La tradizionale bottiglia di spumante fu spezzata dalla signora Beretta-Rietmann. A quest'ultima furono offerti dalla Lazio e dall'Internazionale dei bei mazzi di fiori. Durante l'incontro dal terrapieno ferroviario adiacente al campo vi è stato un ininterrotto passaggio di treni. La Lazio è stata accolta con un prolungato applauso del pubblico, soprattutto quello dei popolari. A fine partita l'Internazionale ha offerto alla comitiva della Lazio una sontuosa cena al ristorante Margherita di Milano.
Al fischio d'inizio la Lazio si proietta in avanti e Campelli è subito chiamato ad una respinta. Al 2' Bontadini fa passare il pallone raso terra attraverso le gambe di un compagno e di un avversario e sorprende il portiere laziale che rimane immobile. Del resto l'alta statura dell'estremo difensore, rende difficoltose le parate a terra. Inoltre il giocatore laziale in passato aveva giocato nel Milan AC ed appariva molto emozionato. I romani non si scoraggiano e, trascinati da un ammirevole Saraceni (I), impegnano nuovamente il portiere milanese con un tiro basso e potente.
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Ugo Longo
Presidente, nato a Caltanissetta il 1 gennaio 1941, deceduto a Roma il 14 marzo 2009.
Laureato cum laude in Giurisprudenza presso l'Università di Palermo e Patrocinante in Cassazione. Avvocato penalista dal 1967, nel corso della sua carriera si è occupato di numerosi casi di rilevante importanza. Nel 1980 difese Franco Cordova e Stefano Pellegrini durante il processo per il Calcioscommesse. Successivamente si occupò di casi come il delitto dell'Olgiata, lo scandalo dei fondi neri del SISDE e Tangentopoli. Fu a capo della Procura antidoping del C.O.N.I dal 1997. Durante il periodo delle indagini successive alle accuse di doping avanzate da Zdeněk Zeman si dimette denunciando l'impossibilità di portare avanti la propria attività in modo proficuo a causa della carenza di mezzi a disposizione dell'organismo.
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